| Principato patriarcale di Aquileia | |
|---|---|
| Dati amministrativi | |
| Nome completo | Patria del Friuli - Patriarcato di Aquileia Patrie dal Friûl-Patriarcjât di Acuilee |
| Nome ufficiale | Patriae Foriiulii, Patriarchatus Aquileiensis |
| Lingue ufficiali | latino |
| Lingue parlate | friulano,ladino dolomitico,slavo antico,bavarese medio, probabili residui longobardi |
| Capitale | |
| Altre capitali | Cividale del Friuli (1077-1238), Udine (1238-1420) |
| Dipendente da | |
| Politica | |
| Forma di Stato | teocratico |
| Forma di governo | monarchia elettiva (principato ecclesiastico) |
| Capo di Stato | Patriarca di Aquileia |
| Organi deliberativi | Parlamento della Patria del Friuli |
| Nascita | 3 aprile1077 con ilpatriarcaSigeardo di Beilstein |
| Causa | investitura feudale da parte diEnrico IV |
| Fine | luglio1420 con ilpatriarcaLudovico di Teck |
| Causa | conquista da parte dellaRepubblica di Venezia |
| Territorio e popolazione | |
| Bacino geografico | Italia settentrionale,penisola istriana |
| Territorio originale | Friuli,Mandamento di Portogruaro,Cadore |
| Massima estensione | 15.000km² circa nelXIII secolo |
| Popolazione | 1.200.000 abitanti circa[senza fonte] nelXIII secolo |
| Economia | |
| Valuta | denaro e soldo aquileiesi |
| Risorse | commercio,viticoltura,legname,ferro |
| Produzioni | lavorati inferro |
| Commerci con | Regno d'Ungheria,Repubblica di Venezia,Ducato d'Austria,Regno di Boemia,Sacro Romano Impero |
| Esportazioni | legname,vino, lavorati inferro |
| Importazioni | spezie |
| Religione e società | |
| Religione di Stato | cattolicesimo |
| Classi sociali | nobiltà,clero, cittadini liberi,servi della gleba |
| Evoluzione storica | |
| Preceduto da | |
| Succeduto da | |
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Voci principali Storia delle città Categoria:Storia del Friuli |
IlPrincipato patriarcale di Aquileia, detto anche, correttamente con riferimento al potere temporale del Patriarca,patriarcato di Aquileia, e chiamato a partire dalXIII secolo[1]Patria del Friuli (in latinoPatriae Foriiulii; in friulanoPatrie dal Friûl), fu creato comeprincipato ecclesiastico del Sacro Romano Impero dal1077 al1420[2] e perdurò come organo di rappresentanza politica (Parlamento del Friuli) fino al 1805.
L'espressionepatriarcato di Aquileia può essere usata per indicare tre realtà storiche ed entità giuridiche diverse, e cioè:[3]
Queste tre realtà non coincisero né temporalmente né quanto all'estensione territoriale, e subirono diverse modifiche nel corso dei secoli. Oggetto della presente voce è la terza delle entità sopra elencate.

Ipatriarchi di Aquileia, che già da secoli esercitavano l'autorità religiosa sul territorio, nel1077 ottennero anche l'investiturafeudale sulFriuli, che mantennero fino al1420. In alcuni periodistorici i confini geografici epolitici della Patria del Friuli si estesero sino inIstria,Valle del Biois,Cadore,Carinzia,Carniola eStiria.
Il patriarca ebbe la sua residenza in diversi abitati della diocesi, pur mantenendo sempre il titolo di Aquileia: nominalmente adAquileia, ma in realtà risiedette prima aCormons (tra il 610 ed il 737), poi aForum Iulii (l'odiernaCividale del Friuli) e poi, dal1238, aUdine.[5] La sua corte comprendeva popoli di lingua ed etnia diversi, unendo il mondo latino con quello germanico e quello slavo.
Inquadrato nelDucato del Friuli durante ilRegno longobardo, a seguito della conquistafranca il territorio friulano venne organizzato comeMarca del Friuli. Nel952 venne istituita laMarca di Verona e di Aquileia, sottoposta inizialmente alDucato di Baviera, assieme aIstria,Carinzia eCarniola, e poi, nel976, inquadrata nel nuovoducato di Carinzia. Il patriarcaPoppone (1019-1042), familiare e ministro dell'imperatoreCorrado II, consacrata il 13 luglio1031 la nuovacattedrale e cinta di nuove mura Aquileia, si prodigò per liberarsi dal controllo delDucato di Carinzia e si scontrò con i Veneziani aGrado, dove fu costretto, prima dalle armi della Repubblica di Venezia e poi da un sinodo papale, a rinunciare alla conquista di Grado.[6]

Enrico IV, sceso in Italia per ottenere la revoca della scomunica ricevuta dapapa Gregorio VII (celebre l'episodio della cosiddettaumiliazione di Canossa), si trovò ben presto ad affrontare una rivolta dei nobili, dovuta alla sua lontananza e al fatto che il papa, pur avendo ritirato la scomunica, non aveva annullato la dichiarazione di decadenza del trono. Risolti i problemi con il papa, Enrico tentò di precipitarsi in patria per ristabilire il suo potere, scoprì però che i nobili locali che controllavano i valichi alpini si erano schierati con la nobiltà tedesca, vista al momento come favorita. Solo il patriarca di AquileiaSigeardo di Beilstein, bavarese anche lui come l'imperatore e fedele a questi, gli concesse di passare.

Il 3 aprile1077, per la fedeltà dimostrata, Sigeardo ottenne dall'imperatore Enrico IV, che nel frattempo era riuscito a ristabilire la sua autorità, l'investitura feudale diDuca del Friuli,Marchese d'Istria e il titolo diPrincipe, costituendo quindi ilPrincipato ecclesiastico di Aquileia, feudo diretto delSacro Romano Impero.[7]
Il principato ecclesiastico era delimitato a nord dalleAlpi, a est dal corso delTimavo, a sud dalmare Adriatico ed a ovest dal corso delLivenza e, cosa piuttosto rara per i ducati dell'epoca, a parte alcuni piccoli territori sotto diretta dipendenza dell'Impero, godeva di unità territoriale.
I patriarchi di Aquileia, divenuti vassalli dell'imperatore, da questo momento furono soggetti all'autorità imperiale e la nomina doveva essere pertanto gradita al sovrano. I successori di Sigeardo furono pertanto per lungo tempo tutti di origine germanica, e sotto di loro il potere patriarcale giunse ad includere ancheTrieste, l'Istria, laCarinzia, laStiria, ed ilCadore.
Sotto il patriarcato diVolchero (1204-1218) grande impulso fu dato ai traffici commerciali ed alle attività produttive, fu migliorata la rete viaria e brillante fu anche l'attività culturale.[8]
A Volchero successe il patriarcaBertoldo (1218-1251), il quale ebbe fin dall'inizio un occhio di riguardo per la città diUdine a causa della sua centralità, ed in breve tempo quest'ultima passò da piccolo villaggio a vera e propria città. L'attuale Cividale del Friuli fu sede del Patriarcato fino al1238, anno in cui Bertoldo si trasferì a Udine, che assunse in tal modo sempre maggiore importanza, divenendo col tempo il cuore istituzionale del Friuli.
Le mire di conquista deighibellini (filo-imperiali)Ezzelino III da Romano eMainardo III,conte di Gorizia costrinsero il patriarca a cercare aiuto nel partito avversario (quello guelfo) alleandosi con Venezia e con il duca di Carinzia, diventando elemento di forza della lega guelfa e creando dunque una spaccatura con la linea politica seguita fino a quel momento.[9]
Da tale svolta il Friuli non ottenne benefici sostanziali e, anche a causa dell'assassinio di alcuni patriarchi per mano di partiti a loro avversi, si avviò ad un periodo di declino: il patriarca non riusciva più a conservare la coesione tra i comuni e frequenti divennero i tradimenti, le congiure e le lotte tra vassalli. Il conte di Gorizia divenne il principale avversario dell'autorità patriarcale. Il periodo di uno dei più importanti patriarchi,Raimondo della Torre, durato tra il 1273 e il 1299, fu segnato da una serie di conflitti. Nel1272, l'anno prima cheGregorio X nominasse Raimondo patriarca, ilre di BoemiaOttocaro II era riuscito a ristabilire il governo laico sul Friuli, mantenendo i titoli dimargravio del Friuli e margravio d'Istria fino al1276, quando venne sconfitto dall'imperatoreRodolfo I d'Asburgo. Questo fatto permise la restaurazione del principato patriarcale del Friuli, che però nel1281 entrò in conflitto con laRepubblica di Venezia per il possesso di parte dell'Istria.
Una fase di recupero si ebbe con il patriarcato diBertrando (1334-1350) che conseguì numerosi successi sul piano militare e diplomatico senza mai trascurare i suoi doveri di vescovo[10]. Il 6 giugno del1350, ormai novantenne fu ucciso in una congiura guidata dal conte di Gorizia e dal comune di Cividale presso l'attualeSan Giorgio della Richinvelda.[11]
Il patriarcaMarquardo di Randeck (1365-1381) raccolse tutte le leggi emanate in precedenza nellaconstitutiones Patriae Foriiulii, ossiacostituzione della Patria del Friuli, base del diritto friulano, che promulgò l'8 novembre1366 aSacile.
Con la nomina a patriarca del franceseFilippo II di Alençon (1381-1388) si acutizzò il dissidio traUdine eCividale per l'egemonia sul patriarcato. Lo scontro degenerò nellaguerra di successione al Patriarcato di Aquileia, nella quale con Cividale si schierarono gran parte dei comuni friulani, iCarraresi diPadova ed il re d'Ungheria; con Udine si schierarono invece Venezia e gliScaligeri diVerona. La guerra ebbe termine nel 1388 con la rinuncia di Filippo II alla carica e con l'indebolimento di Padova e Verona, entrambe conquistate daiVisconti diMilano.[12]

Nel1411 il Friuli divenne campo di battaglia per l'esercito imperiale (schierato con Cividale) e quello veneziano (schierato con Udine). Nel dicembre 1411 l'esercito dell'imperatore si impadronì di Udine ed il 12 luglio1412 venne nominato nel duomo di Cividale il patriarcaLudovico di Teck, ristabilendo quindi la linea filo-imperiale. Di lì a poco i veneziani dichiararono guerra al Patriarcato, allo scopo di impadronirsi delle sue rotte commerciali e per eliminare un potente sostenitore dell'Impero, il quale a sua volta mirava a mantenere il patriarcato nella sua orbita per avere un accesso sicuro all'Adriatico. Gli scontri furono lunghi e sanguinosi, con alterne vicende, ed i veneziani si diedero spesso al saccheggio delle campagne per costringere i nemici alla fame; alla lunga però le truppe venete respinsero gradualmente quelle imperiali. Il 13 luglio1419 i veneziani occuparono Cividale e si prepararono alla conquista di Udine, che cadde il 7 giugno1420, dopo una strenua difesa; alla testa delle truppe di invasione e portante il vessillo di San Marco c'eraTristano Savorgnan, nobile friulano che si era "dato" a Venezia. Perso anche l'ultimo baluardo e vista sfumare ogni possibilità di vittoria, i nobili friulani si arresero, e caddero infineGemona,San Daniele,Venzone,Tolmezzo eMonfalcone: era la fine dello Stato patriarcale friulano. La pace fra Venezia e l'Impero sancì lo stato di fatto, riconoscendo ad entrambi i contendenti il possesso dei territori occupati in quel momento.[13]
Uscito gravemente indebolito dopo laguerra tra Repubblica di Venezia e regno d'Ungheria (1411-1413), nel1420 il patriarcato venne invaso dalle truppe veneziane. Nello stesso anno ci fu un nuovo tentativo fallimentare di riconquista del territorio friulano da parte delpatriarcaLudovico di Teck; il territorio rimase, così, sotto il controllo veneziano. La partita “diplomatica” non era però chiusa: sia ilSacro Romano Impero sia la Chiesa vantavano prerogative sulPatriarcato, in quanto il patriarca aveva ricevuto la Patria del Friuli in feudo dall’Imperatore, mentre il pontefice deteneva la prerogativa di nominare ilpatriarca. Le trattative con l’imperatoreSigismondo di Lussemburgo portarono all’elezione del dogeFrancesco Foscari a vicario imperiale per alcune località della Patria. Per quanto riguarda la Chiesa, le trattative furono più lunghe e difficoltose. Il ponteficeMartino V chiedeva la restituzione dell’intero territorio friulano al patriarca; una pretesa del tutto inaccettabile per Venezia, la quale difendeva i suoi interessi facendo notare che il Friuli era stato conquistato tramite una guerra vittoriosa. Un primo tentativo avvenne nel 1421: Venezia sarebbe stata disposta a restituire la Patria aLudovico di Teck, con la condizione che il pontefice risarcisse le imponenti spese di guerra. Queste prime trattative furono fallimentari. Il successivo tentativo di mediazione avvenne durante ilConcilio di Basilea del 1434. La Repubblica manifestò la possibilità di accettare qualsiasi proposta fatta dal Concilio. La nuova offerta avrebbe permesso a Venezia di occupare il Friuli per altri sei anni, pagando un canone di seimila fiorini l’anno aLudovico di Teck. Il Senato veneziano chiese, però, di abbassare il tributo. Questo portò a una nuova situazione di stallo delle trattative a causa della scomunica lanciata nel dicembre del 1435 contro la Serenissima; i veneziani ricorsero però a papaEugenio IV, che li sciolse dalla scomunica nel marzo del 1436. Dopo la rottura tra il Concilio e Eugenio IV, l’elezione dell’antipapaFelice V da parte di Basilea e la morte di Ludovico di Teck, si aprì una nuova crisi diplomatica. Il concilio nominò nuovo patriarcaAlessandro di Masovia, zio materno del futuro imperatoreFederico III d’Asburgo ed estremamente ostile a Venezia. A questo punto, la Repubblica abbandonò definitivamente le trattative con il concilio, preferendo arrivare ad una soluzione diplomatica con Eugenio IV. Fu così che nel 1445, grazie all’abilità del nuovo patriarca veneziano Ludovico Trevisan, si arrivò a una sistemazione definitiva. I territori dell'ormai ex-principato ecclesiastico passarono sotto il dominio dellaRepubblica di Venezia, che li incorporò mantenendo per essi il nome di Patria del Friuli, quali entità autonoma nel corpo dei suoiDomini di Terraferma. In seguito alla sconfitta della repubblica di Venezia nellaguerra della Lega di Cambrai, Aquileia fu annessa alSacro Romano Impero nel 1509, facendo cessare di fatto il potere temporale dei suoi patriarchi, che rimasero signori di Aquileia,San Daniele eSan Vito, fino alla soppressione delPatriarcato di Aquileia da parte di Venezia, nel 1751.
Il Patriarcato del Friuli s'impose come una delle più significative istituzioni politiche dell'Italia del tempo, dotandosi fin dalXII secolo di unParlamento (la prima seduta si tenne il 6 luglio del1231, il che ne fece uno dei parlamenti più antichi d'Europa), espressione massima della società friulana sotto il profilo istituzionale. Tale organismo prevedeva una rappresentanza assembleare anche dei comuni e non solo dei nobili e del clero. Uno dei compiti principali del Parlamento era quello di decidere per la pace e per la guerra, fissando con precisione il numero di soldati che ogni feudo o città doveva fornire.
La vita di quest'istituzione si protrasse per oltre sei secoli. Il Parlamento fu mantenuto anche sotto la dominazione veneziana, anche se in parte svuotato di potere. Era composto da 70 membri, dettivoci: 13 rappresentanti dellecittà eborghi, 12 rappresentanti delclero e 45 rappresentanti dellanobiltà feudale. La sua ultima riunione si svolse nel1805; in seguito fu abolito daNapoleone Bonaparte.[14]
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