Il paese dista circa 8 km daBergamo ed è attraversato daltorrente Lesina, che nasce adAlmenno San Bartolomeo, presso Carosso. Il regime del torrente è irregolare, e a causa di ciò sono frequenti le piene e le esondazioni.
Presezzo ha una storia abbastanza lunga: si sa della sua esistenza fin dai tempi deiRomani. A quell'epoca il nome del paese derivava dalla parola latinapraesidium. Il nome fu mutato solo nel1263. L'origine romana del comune è rimarcata dalla presenza della scrittaSPQR nello stemma comunale. L'attuale territorio comunale è il risultato dell'unione di due comuni, Capersegno e Presezzo, che si sono uniti nelXIII secolo. Capersegno rappresenta la parte più antica del comune; in quel territorio sorgeva un castello, di cui ora rimangono alcuni resti. Sull'origine del nome di Capersegno vi sono alcune ipotesi. La prima è che indicasse la strada perTrezzo, e il torione del castello rappresentava un punto di riferimento per i viaggianti. Un altro possibile significato di Capersegno è una variazione di "capra" e "segno", in quanto pare che la famiglia più importante del borgo avesse nel proprio stemma una capra.
Verso ilXVI secolo la zona si impoverì fortemente a causa delle numerose guerre che coinvolsero gli Stati confinanti all'Italia nonché milanesi e veneziani.Una svolta verso la normalità si ebbe sotto il governo dei veneziani, anche se il potere dellaSerenissima si fece sempre meno sentire. Ciò causò la crescita del potere dei Signori e dellaborghesia locale.
Un'altra piaga per il territorio fu l'epidemia dipeste che si ebbe nel1630 e che fu notata per la prima volta daGiovanni Maria Mazzi.
Successivamente il territorio presezzese e quello limitrofo fu ceduto all'Austria dalRegno d'Italia, in seguito alTrattato di Campoformio.Durante ilfascismo il territorio era ancora piuttosto rurale e uno sviluppo del territorio si ebbe solo alcuni anni dopo la fine dellaseconda guerra mondiale.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Presezzo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 novembre 2020.[7]
OlGalèt de Presèss è il Simbolo ufficiale della squadra di calcio e nasce nel 1954 insieme alla squadra
Stemma
«D'azzurro, allafascia di rosso, caricata dallacinta tondeggiante, provvista di cammino di ronda, unita ai lati a duetorri, il tutto d'argento, murato di nero,merlato alla guelfa, le torri aperte di nero, detta cinta accompagnata in capo dalcapro d'oro, nascente dalla fascia e in punta dall'acronimo in lettere maiuscole d'oro S.P.Q.R. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. 19.11.2020)
La cinta muraria sostenuta da due torri merlate alla guelfa rappresenta il castello di Presezzo, di cui rimangono solo pochi resti. La capra saliente è ripresa dal stemma dei nobili Facheris di Caversegno[8], poi comune unito a Presezzo.La sigla S.P.Q.R. rievoca le radici romane del Comune.[9]
Gonfalone
«Un drappo, di forma allungata, di tela rossa bordata d'oro, disteso, nella larghezza del suo lato minore, su un pennone nichelato, appeso orizzontalmente a un'asta verticale, sormontata dallo stemma in ottone della Repubblica Italiana. I cinque passanti, in cui è inserito il pennone trasversale, sono strisce rettangolari, orlate d'oro, ritagliate nel telo, distanziate e disposte a merlatura guelfa ad ornamento della parte superiore del drappo; la parte inferiore di questo è ripartita in sette lingue di fuoco, scalate ad angolo convesso, orlate e fioccate d'oro; lungo i lati maggiori del drappo pende, fissato all'asta portante e agli estremi del pennone, un cordone dorato, infioccato ai capi. Al centro del gonfalone è ricamato lo stemma.»
In ambito religioso molto importante è la parrocchiale di San Fermo e Rustico. Edificata nel1875 in luogo di un precedente edificio di culto (oratorio), presenta numerose opere dedicate ai due santi protettori ricavate dalla precedente parrocchiale. La chiesa possiede unorgano modificato dai fratelliSerassi intorno al1801. L'organo è stato completamente restaurato nel1984.[10] Il sagrato è stato recentemente ristrutturato, lastricato e adornato da due olivi
Altre importanti costruzioni sono il Palazzo Furietti-Carrara, che si affaccia sulla via principale ed è di costruzione seicentesca, restaurato tra il1997 e il1999. Il palazzo conteneva un ciclo di pregevoli affreschi diGian Paolo Cavagna che, nonostante fossero sotto tutela del ministero competente, furono strappati tra il1939 e il1942 dagli ultimi proprietari del palazzo e tuttora dispersi. Degli affreschi rimangono solo delle fotografie in bianco e nero.[11]
Di origine medievale sono invece i resti del castello di Capersegno ancora circondato da abitazioni coeve, utilizzate dai coloni.
Presezzo fu inoltre casa Natale del celebre tenore italianoGiacomo David (1750-1830), artista punto di riferimento di una vera e propria scuolatenoristica bergamasca.
A Presezzo è situato un importante polo scolastico formato da due diversi istituti: l'ISISS "Giovanni Maironi da Ponte" e l'ISISS "Betty Ambiveri". Il primo si estende solo sul territorio presezzese, con unliceo scientifico e con unistituto tecnico commerciale; il secondo, invece, ha nel territorio di Presezzo tre scuole: illiceo socio-psicopedagogico e due scuole professionali, un IPSIA meccanico e uno elettrico-elettronico; aPonte San Pietro, invece, ha sede la scuola aziendale turistica, facente parte sempre del "Betty Ambiveri". Con la presenza di numerosi istituti superiori, Presezzo risulta un punto di riferimento per i comuni del Consorzio dell'Isola bergamasca.
Secondo le rilevazioni ISTAT, gli stranieri residenti nel comune[14] sono 484, ovvero il 9,84 % della popolazione. Di seguito, un elenco delle comunità straniere più consistenti presenti con il numero di abitanti:
^Lo stemma della famiglia Facheris di Bergamo eratroncato: nel primo di rosso al castello d'argento, aperto e finestrato di nero; nel secondo d'oro, alla capra di nero, rampante e tenente un ramo fogliato di verde.
^Presezzo, suStemmi dei comuni bergamaschi.URL consultato il 31 luglio 2022.
^ Comunità parrocchiale di Presezzo,La chiesa e il suo organo.
^ Enrico De Pascale,Palazzo Furietti Carrara a Presezzo, Azzano San Paolo, Bolis Edizioni, 2003,ISBN88-7827-120-9.
Luigi Pagnoni,Chiese parrocchiali bergamasche: appunti di storia e arte, Bergamo 1992, 324.
S. Langè, G. Pacciarotti,Barocco Alpino. Arte e architettura religiosa del Seicento: spazio e figuratività, Milano 1994, 220.
Paolo Mazzariol,I Camuzio di Montagnola. Stuccatori a Bergamo e nel Bergamasco, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Bergamo nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal '500 ad oggi. Campionesi a Bergamo nel Medioevo, Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, 236-245 (con ampia bibliografia).