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Predrag Danilović
Danilović (a destra) al suo arrivo alla Virtus Bologna nel 1992, accolto daRoberto Brunamonti
Guardia tiratrice pura, inizia a mettersi in luce con la maglia delPartizan Belgrado, in cui ha esordito nel 1989 lasciando tre stagioni più tardi, nell'estate 1992, poco dopo aver vinto l'Eurolega, la massima competizione europea per club.
Approda in Italia, ingaggiato dallaVirtus Bologna, squadra in cui è esploso e ha passato il periodo più lungo della carriera, seppur in due tempi. Nel primo, conquista tre scudetti in tre anni (1993, 1994 e 1995); nel secondo, riconquista immediatamente lo scudetto (1998) e regala alla Virtus la sua primaEurolega e una Coppa Italia. Nel secondo periodo bolognese, un suo gesto tecnico segnò la finale scudetto del 1998, uno dei momenti storici del basket italiano. Nella gara decisiva contro la rivale cittadina, laFortitudo Bologna, Danilović realizzò, a 18 secondi dalla fine della gara, un tiro da tre subendo il fallo diDominique Wilkins, realizzando poi il tiro libero aggiuntivo. La Virtus era in svantaggio di 4 punti e con quella giocata impattò la gara, raggiungendo il tempo supplementare, nel quale Danilović realizzò le giocate decisive che portarono al titolo.
In mezzo c'è la parentesi americana. LaNBA lo aveva infatti scelto nel 1992, come 43º giocatore, chiamato daiGolden State Warriors. I diritti su di lui vennero poi ceduti, nell'ambito della trade perRony Seikaly, aiMiami Heat, che nell'estate del 1995 lo convinsero a lasciareBologna e provare l'avventura nella Lega più importante del mondo. Nelle sue due stagioni negliStati Uniti ha giocato 75 partite, tenendo una media di 12,8 punti con il 38% da tre punti. Ceduto dai Miami Heat aiDallas Mavericks durante la stagione 1996-97 (media Dallas Mavericks: 16,6 punti), di lui si ricordano due prestazioni in particolare, entrambe con la maglia rossonera: i 30 punti segnati aiPhoenix Suns il 9 dicembre del 1995 e il 7/7 da tre realizzato contro iNew York Knicks alMadison Square Garden il 3 dicembre del 1996.
Si è ritirato dalla carriera agonistica alla vigilia della stagione 2000-01, poco dopo leOlimpiadi di Sydney 2000. Verrà ricordato per il suo carisma, senso di autorità e allo stesso tempo umiltà e spirito di squadra, nonché per la freddezza nei momenti più caldi, oltre che il rispetto, se meritato, per l'avversario. È stato solito ripetere che non aveva bisogno di parlare e fare commenti, perché per lui statistiche e palmarès erano già eloquenti.
Dotato di un tiro micidiale da qualsiasi posizione, tanto dagli otto metri come in uscita dai blocchi, in arresto e tiro, ha cambiato lo stile di gioco durante la sua carriera adattandolo alle sue esigenze fisiche. In una prima fase, egli è caratterizzato dal giocare dei contropiedi che terminavano molto spesso con schiacciate vincenti; la seconda fase è quella relativa al periodo negli States, dove era un puro specialista. Infine si può individuare la terza fase in cui, intelligentemente, tendeva a risparmiare energie per colpire solo nei momenti decisivi dei match. Ha vinto praticamente tutto a livello di club e nazionale ed è riuscito ad aggiudicarsi anche importanti riconoscimenti personali come il trofeo "Mister Europa" e l'Mvp di Eurolega.
Dopo il ritiro dall'attività agonistica, Danilović è diventato prima vicepresidente[1] e poi presidente del Partizan Belgrado; carica che mantiene fino al 2015. Il 18 maggio 2013 è stato accoltellato in un ristorante di Belgrado a seguito di una lite. È stato trasportato in gravi condizioni in ospedale e operato d'urgenza[2] Il 2 marzo 2014 la Virtus Bologna ha ritirato la sua maglia numero 5. Il 15 dicembre 2016 Danilović è diventato Presidente dellaFederazione di pallacanestro della Serbia (KSS).
Ha tre figli: la tennista professionistaOlga, Sonja e Vuk.