Il territorio comunale è situato nella parte occidentale delgolfo del Tigullio, in una baia ai piedi dell'omonimo promontorio, ad est diGenova, segnando di fatto il confine geografico tra ilGolfo Paradiso e il Tigullio. Tra le altre vette del territorio il monte Pollone
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L'intero territorio comunale è compreso nelParco naturale regionale di Portofino[5] e nell'Area naturale marina protetta Portofino.[6]Il modo migliore per apprezzare le meraviglie del parco è quello di percorrere in sicurezza i suoi sentieri più caratteristici ed affascinanti, tutti adeguatamente segnalati. Attraversandone la fitta rete di oltre 60 km, è possibile scoprire la ricchezza e la varietà degli ambienti naturali, dei panorami e dei complessi monumenti del promontorio.
Il borgo e il promontorio in una foto diAlfred Noack databile al 1865La strada a Portofino alla fine dell'Ottocento
I Tigulli abitarono l'area dellaval Fontanabuona e dell’attuale golfoTigullio fino alpromontorio di Portofino. Tale popolazione diCelti-Liguri abitanti di Portofino, furono, già a partire dall'VIII secolo a.C., piuttosto evoluti e dediti al commercio e agli scambi commerciali via mare con altre popolazioni del Mediterraneo.
SecondoPlinio il Vecchio, il borgo di Portofino aveva durante l'Impero romano il nome diPortus Delphini, traGenova e il golfo del Tigullio[7][8] dovuto, forse, per la grande popolazione di questi animali (idelfini) nel golfo tigullino o secondo il saggista locale Giulio Miscosi per l'abilità a navigare con maestria le coste[9].
Un documento degli annali di Bernardo Marangone, risalente al 1072, cita il fallimentare assalto della flotta navale dellaRepubblica di Pisa, atto contrastato vittoriosamente dagli stessi abitanti portofinesi.
Nel 1175 il piccolo borgo marinaro fu sottoposto al controllo amministrativo, assieme all'attiguaSanta Margherita Ligure, del libero comune diRapallo, che acquistò i diritti sul borgo per 70 lire genovesi per conto dei consoli rapallesi.
A partire dal 1229 divenne parte integrante dellaRepubblica di Genova, così come l'intero territorio rapallese, ora sede della locale podesteria, divenendo quasi rifugio della marina mercantile genovese grazie al suo porto naturale.
Nel 1409, dopo l'allontanamento da Genova del reCarlo VI di Francia, quest'ultimo vendette il borgo aFirenze, ma saranno gli stessi Fiorentini a restituire in seguito Portofino alla repubblica genovese.
La "piazzetta" in una fotografia di fine Ottocento
Durante il XV secolo subì diversi passaggi di amministrazione delle più potenti famiglie feudali del tempo; nel 1425 divenne possedimento della famigliaFregoso - nella persona specifica diTomaso Fregoso, giàdoge della Repubblica di Genova e signore diSarzana - infeudando il borgo per cinque anni. Dal 1430 furono gliSpinola i signori del feudo, alla guida di Francesco Spinola, amministrando il governo del paese per ben quindici anni. Nel 1445 Portofino fu sottratto agli Spinola da Giovanni Antonio Fieschi; secondo gli storici per puro atto dimostrativo, poiché fu lo stessoFieschi a riconsegnare in tempi brevi il borgo ai Genovesi.
Fu ancora un discendente della famiglia Fregoso,Pietro, ad ottenere dal 1459 un breve periodo di governo del paese.
L'alleanza politica e soprattutto militare tra gliAdorno e i Fieschi con il duca di MilanoFrancesco Sforza portarono, nel 1513, ad un vero e proprio assedio del borgo. Prontamente lo stato genovese, con un contingente di circa 4.000 unità, riuscì a riportare la supremazia della "Superba" in paese sconfiggendo, tra l'altro, gli uomini dell'ammiraglioAndrea Doria corsi in aiuto via mare al castellano Filippino Fieschi.
Portofino in una fotografia degli anni '50
Dopo lacongiura dei Fieschi del 1547 il territorio fu preso dallo stesso Andrea Doria. Dal 1608 venne inserito nei territori del capitaneato di Rapallo.
Nel 1797 con la dominazione francese diNapoleone Bonaparte la costituita municipalità di Portofino rientrò dal 2 dicembre neldipartimento del Golfo del Tigullio, con capoluogo Rapallo, all'interno dellaRepubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, Portofino rientrò nel "III cantone", capoluogo Santa Margherita, della giurisdizione del Tigullio e dal 1803 centro principale del "II cantone "del golfo del Tigullio nella giurisdizione dell'Entella. Infine, venne annesso alPrimo Impero francese, e dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito neldipartimento degli Appennini.
Alreferendum istituzionale del 1946, gli elettori portofinesi - nella circoscrizione elettorale Genova-Imperia-La Spezia-Savona - votarono con pochissimo scarto per il mantenimento dellaMonarchia sabauda col 50,2% (315 voti) contro il 49,7% (312 voti) che invece scelse laRepubblica[11].
«Castello in mattoni grigi con sfondo di azzurro chiaro come cielo ed azzurro intenso come mare alla base del castello, con delfino che nuota, il tutto contornato da rami di pino e pigne sormontato da una corona grigia.[12][13]»
Gonfalone
«Drappo di azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma, castello grigio con sfondo bianco e mare azzurro alla base con un delfino che nuota, con l'iscrizione in giallo centrata in alto:Comune di Portofino. Cordoni dorati in basso, ed un delfino grigio nella parte in basso a sinistra.[13]»
Chiesa di San Giorgio, al di fuori del borgo in posizione dominante, risalente al XII secolo e ricostruita interamente nelle sue forme settecentesche dopo il bombardamento nellaseconda guerra mondiale.
Oratorio di Nostra Signora dell'Assunta nel centro storico, sede della confraternita omonima, quest'ultima fondata dalla stessa comunità dei Disciplinanti nel XIV secolo. Nel corso del XV secolo subì diverse modifiche strutturali che ne modificarono ampiamente l'aspetto originario trecentesco.
Cappella di San Sebastiano, al di fuori del centro abitato, edificata nel XVII secolo.
Eremo o romitorio di Sant'Antonio di Niasca nell'omonima località. Ubicato all'interno della valletta del Niasca tra la località diParaggi e Portofino, raggiungibile solo attraverso un sentiero boschivo, fu costruito nel XIII secolo ed in seguito ampliato nel corso del XIX secolo; il sito è citato in un documento del 1318[14]. Nel 2010 è nuovamente visitabile dopo un restauro curato, tra gli altri enti, dall'Ente Parco di Portofino.
Castello Brown, già fortezza di San Giorgio, del XV secolo.
Castello di San Giorgio del XVI secolo, già Fassio, nei pressi dellachiesa di San Giorgio. La struttura si estende su 1.200 metri quadri, divisi in 12 appartamenti privati su due piani. Ha una pianta quadrata con due piccole torri angolari e un grande giardino con una terrazza a picco sul mare.
Batteria di Punta Chiappa, complesso difensivo della 202ª batteria costiera delRegio Esercito, costruito verso la fine degli anni trenta del Novecento sul versante occidentale della penisola di Portofino. Concepita come sistema antinave a protezione del levante delgolfo di Genova, la suddetta batteria si trova nel territorio comunale diCamogli.
Tra gli elementi caratteristici del nucleo storico portofinese vi è la cosiddetta "Piazzetta" (A Ciassetta, nellalingua ligure), intitolata ai Martiri dell'Olivetta. Sulla piazza, che di fatto è l'apertura verso la zona della marina, si affacciano le principali attività ricettive e commerciali e dove convergono le piccole strade interne del borgo. Ai lati della "piazzetta" si stagliano le altrettante caratteristiche abitazioni ad arco decorate con lo stile variopinto "alla genovese", soprattutto lungo la calata Guglielmo Marconi verso nord-est, e gli approdi delle imbarcazioni lungo il molo Umberto I.
La centralità e particolarità della piazza ne fa uno dei punti più turistici e mondani di Portofino, ed è stata nel luglio del 2012 riconosciuta come "Locale storico d'Italia"[16]: primo e unico attestato rilasciato dall'omonima associazione, per il suo valore storico e culturale.
Giuseppe Amisani si spense sul lungomare di Portofino, dove usualmente dipingeva, il 7 dicembre del 1941; il giorno successivo nel luogo della sua morte il Comune di Portofino ha installato una targa dedicandogli il tratto conosciuto come"Lungomare Amisani". Sorpassando la località Bocche e seguendo la strada principale, scendendo in riva al mare, si scorge la lapide in marmo con la scritta: "qui la bellezza del mondo sorrise l’ultima volta a Giuseppe Amisani pittore"[17].
L'11 e il 12 agosto 2012 il cantante e tenoreAndrea Bocelli ha realizzato due concerti in "Piazzetta" per la casa discograficaSugar. Dalla registrazione e dalle riprese cinematografiche effettuate, sono stati prodotti un cd/DVD ed un film dal titoloLove in Portofino proiettato nelle sale cinematografiche di 50 paesi.
Nel 2014 la cantanteLana del Rey ha girato a Portofino il video per il suo singoloUltraviolence, tratto dall'album omonimo. Il video, diretto daFrancesco Carrozzini, allora fidanzato della cantante, vede Lana del Rey vestita da sposa e con un bouquet di gigli in mano camminare lungo un sentiero circondato dalla vegetazione per poi arrivare alla cappella di San Sebastiano, sopra Portofino.
Nel 2020 anche il gruppo musicaleIl Pagante ha girato il video per il suo singoloPortofino nello stesso paese e, nello stesso anno, il cantante e musicista italo-britannico (di origini liguri)Jack Savoretti si è esibito per l'evento di beneficenzaOne Night in Portofino, i cui introiti sono andati all'ospedale San Martino di Genova.
Nel 1975 fu girata qualche scena dell'episodio "L'uomo di Portofino" ("Der Mann aus Portofino") della serie televisivaL'ispettore Derrick in cui recitò l'attoreAmedeo Nazzari.
Il borgo di Portofino e altri scorci dellaRiviera ligure hanno ispirato i creatori del film d'animazione dellaDisney/Pixar -Cars 2 - quale scenario animato della tappa italiana di "Porto Corsa".
Nel 2021 viene prodotto, sempre per la Pixar, il lungometraggioLuca ambientato nella fittizia località di "Portorosso", che è la fusione traMonterosso e Portofino appunto.
Nel 2022 è stata girata la serie televisivaHotel Portofino, ambientata in un albergo di lusso in stile britannico proprio nel comune ligure nel 1926, con protagonistaNatascha McElhone.
Per la sua estensione amministrativa, pari a 2,53 km², è il territorio comunale più piccolo del territorio metropolitano. Confina a nord con il comune diSanta Margherita Ligure, ad ovest conCamogli, e a sud e ad est è bagnato dalmar Ligure.
Già borgo dedito alla pesca e coltivazione agricola, dal tempo del grande afflusso di ospiti stranieri - dapprima britannici e quindi tedeschi - sul finire dell'Ottocento e nei primi anni del Novecento l'economia di Portofino è strettamente legata alturismo.
Il comune e i suoi dintorni sono un'importante meta turistica inLiguria e inItalia, soprattutto per i flussi stranieri che segnalano la località per essere una fra le più gradevoli fra i porti delmar Mediterraneo.
Portofino è risultato il comune italiano con il più alto reddito pro capite (51 403 €) nell'anno 2014[21]. Nel 2023 il reddito medio risulta il più alto in Italia, attestandosi a 90 610 €.
A Portofino ha termine lastrada provinciale 227 che permette l'unico collegamento carrabile con la vicinaSanta Margherita Ligure. Un antico percorso pedonale, sulle alture, percorre il tragitto in forma non carrabile e permette inoltre il collegamento con vari comuni limitrofi tramite ramificazioni.
Alternativa può essere il battello con partenze quasi ogni ora dalla passeggiata a mare diRapallo con scalo aSanta Margherita Ligure. Qui effettua una piccola sosta necessaria allo sbarco e imbarco dei passeggeri per poi proseguire verso il borgo. Vi sono inoltre collegamenti anche conCamogli, labaia e relativa abbazia di San Fruttuoso eGenova.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
«"I greci chiamavano Delfini i Tirreni, per similitudine del delfino, in quanto essi erano abilissimi nel corseggiare e quindi navigare con maestria.Una antichissima sede di navigatori Tirreni era il seno di Portofino, cioè l'antichissimo Portus Delphinis, porto a vocazione naturale persino citato nell'itinerario di Antonio il Pio e da molti altri storici dell'antichità. Non vale sottilizzare che i greci parlano di Tirreni e non di Liguri, inquantoché volendo indicare i Portofinesi, confondono i Liguri propri dai Tirreni generici".»
Bertollo Alfredo,Amore inglese a Portofino. I Brown nel Tigullio: la diplomazia, la nobiltà, la cultura, l'alta borghesia tra fine 19° e inizi XX secolo, 1994.
Delpino Marco,Il monte di Portofino, patrimonio dell'uomo per l'umanità: le sue origini, la sua storia.
Rotta Alessandra,Per una ricognizione dei beni culturali del monte di Portofino: l'abbazia di S.Fruttuoso e il suo territorio dal XVI al XIX secolo, 1987.
Rotta Alessandra,I mulini dell'Acquaviva: sul monte di Portofino, 1988.
Anonimo (ma Da Prato C.).Saggio storico civile-religioso del Comune di Portofino nella Riviera Ligure Orientale dedicato a sua Ecc. Reverendissima Monsignor Salvatore Magnasco Arcivescovo di Genova. Tip. delle Letture Cattoliche, Genova, 1876.
Bariletti A.N., Medri G.Il monte di Portofino. SAGEP Ed. Genova, 1972
Bazzoni R. e Magnifico M. (a cura di). Le guide FAI.San Fruttuoso di Capodimonte. L'ambiente, il monumento. Electa, Milano, 1990.
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Vinelli L., Portofino. Storia di un mito, Chiavari, 2014