| Portico di Ottavia | |
|---|---|
| Civiltà | romana |
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Comune | Roma |
| Amministrazione | |
| Patrimonio | Centro storico di Roma |
| Ente | Sovrintendenza capitolina ai beni culturali |
| Visitabile | Sì |
| Sito web | www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/portico_d_ottavia |
| Mappa di localizzazione | |
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| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
IlPortico di Ottavia (porticus Octaviae[1]) è un complesso monumentale diRoma, edificato nella zona delCirco Flaminio inepoca augustea.[2] L'insieme monumentale sostituiva ilportico di Metello (porticus Metelli), delII secolo a.C., ed era costituito da un recinto porticato che circondava i templidi Giunone Regina edi Giove Statore. I resti attualmente visibili appartengono ad una radicale ricostruzione dell'epoca diSettimio Severo.
Nel179 a.C. ilcensoreMarco Emilio Lepido dedicò iltempio di Giunone Regina, probabilmente un tempio di tipo italico, su alto podio. La statua di culto della dea, come riferiscePlinio, era opera dello scultoreTimarchide.
Nel143 a.C.Quinto Cecilio Metello Macedonico, dopo aver celebrato untrionfo nel146 a.C. sullaMacedonia, fece erigere untempio dedicato a Giove Statore su progetto dell'architetto grecoErmodoro di Salamina: il tempio venne dedicato entro il131 a.C., anno in cui Metello rivestiva la carica di censore. Il tempio viene descritto daVitruvio come un veroperiptero di tipo greco, il primo edificio sacro costruito interamente inmarmo a Roma. Alla costruzione sono legati i nomi di Sauro e Batraco, probabilmente gli scultori incaricati della sua decorazione, che avrebbero lasciato come firma la rappresentazione di una lucertola (saurus) e di una rana (batrachus), nelle spire delle colonne di ordine ionico, oggi da identificare con le colonne conservate a San Lorenzo.[3]
Contemporaneamente venne probabilmente ricostruito anche il precedente tempio di Giunone Regina e i due edifici vennero inseriti nel "portico di Metello" (porticus Metelli), un recinto con portici sui quattro lati (quelli laterali a due navate), ornato da opere d'arte greche. Tra queste era celebre laturma Alexandri, ossia le 24 statue equestri dei compagni diAlessandro Magno morti nellabattaglia del Granico, opera diLisippo, che Metello aveva asportato come bottino di guerra daDion, inMacedonia. Vi era inoltre esposta la statua inbronzo diCornelia, madre deiGracchi, celebre per essere stata la prima statua femminile esposta in pubblico a Roma. Le statue di culto dei due templi furono eseguite dagli scultori Dioniso e Policle, figli di Timarchide (la testa della statua di Giunone è forse riconoscibile nella cosiddetta "Giunone Albani" deiMusei Capitolini).
IlCirco Flaminio, da cui partivano i corteitrionfali, era già sede di diversi templi, edificati dai trionfatori a scopi di autocelebrazione. Si tratta tuttavia probabilmente del primo esempio di templi racchiusi da lussuosi portici, che accentuavano il carattere propagandistico dell'operazione, con modalità successivamente riprese a scala maggiore neiFori Imperiali.





Nel33 a.C., al termine dellecampagne militari di Ottaviano in Illirico, ivexilla che i Dalmati avevano sottratto aAulo Gabinio nel48 a.C., furono restituiti e posti nel Portico di Ottavia.[4] Tra il27 e il23 a.C. si ebbe una radicale ricostruzione del complesso, finanziata con il bottino della vittoria sullaDalmazia daOttaviano, che lo dedicò a nome della sorellaOttavia (porticus Octaviae).[2] I templi furono probabilmente rimaneggiati e nuovamente dedicati. Fu costruita una biblioteca con due sezioni, una per i libri greci, l'altra per quelli latini, dedicata nel 23 alla memoria diMarcello dallapietas materna.[5] A questa fase dovrebbe appartenere un'esedra, visibile alle spalle dei due templi su un frammento dellaForma Urbis Severiana, forse identificabile con lacuria Octaviae, luogo di riunione delSenato. Nella ricostruzione il portico venne ampliato verso sud-ovest e vi furono aggiunti l'ingresso monumentale sporgente al centro del lato verso il Circo Flaminio e forse il portico esterno, che tuttavia potrebbe essere già stato presente nella fase metelliana.
Nell'80 il complesso subì danni in seguito ad un incendio e venne probabilmente restaurato daDomiziano. Nel203 il portico e probabilmente anche i templi, vennero ricostruiti, probabilmente con la stessa pianta, e nuovamente dedicati daSettimio Severo eCaracalla ("portico di Severo" oporticus Severi), dopo le distruzioni dovute ad un incendio (forse quello del191). Nel442 subì i danni di un terremoto, in seguito ai quali due delle colonne del propileo di ingresso vennero sostituite dall'arcata tuttora esistente. Intorno al770 a partire dal propileo di ingresso venne edificata la chiesa di San Paoloin summo circo, poiSant'Angelo in Pescheria, tuttora esistente.
Il Ghetto di Roma fu istituito nel 1555, il Portico era al suo esterno.
Durante il medioevo il propileo, situato nelrione diSant'Angelo, ha ospitato il mercato del pesce (Forum piscium o di "Pescheria Vecchia" da cui Sant'Angelo in Pescheria). È ancora visibile una lapide di questo periodo con l'iscrizione "CAPITA PISCIUM HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS INCLUSIVE CONSERVATORIBUS DANTO" (le teste dei pesci più lunghi di questa lapide, pinne comprese, devono essere date aiConservatori [cioè agli amministratori civici]). Il mercato del pesce fu spostato dal Portico d'Ottavia a piazza San Teodoro nel1885, dopo l'unità d'Italia.
| Planimetria delCampo Marzio meridionale |
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Sono attualmente visibili i resti dell'ingresso centrale sul lato verso il Circo Flaminio, nella ricostruzione severiana. Altri ingressi simili dovevano essere presenti al centro degli altri tre lati.L'ingresso aveva due facciate uguali e simmetriche, esterna e interna, con quattro colonne tra due pilastri acapitelli corinzi figurati, con un'aquila al posto del fiore dell'abaco.Sull'architrave della facciata fu incisa la seguente iscrizione che ricorda il restauro diSettimio Severo eCaracalla:
Attualmente la mancanza del tetto mostra il lato interno del frontone, con numerosi blocchi direimpiego della fase precedente: l'utilizzo dimarmo pentelico per alcuni dei blocchi, come nelForo di Nerva diDomiziano, ha fatto pensare che gli elementi provengano dal restauro di epocaflavia.
Sui fianchi l'ingresso presenta pareti inlaterizio, in origine rivestite da lastre in marmo bianco, con arcate che mettevano in comunicazione il propileo con i portici esterni. Anche i pilastri e l'intradosso dell'arcata erano rivestiti di lastre di marmo. Sui fianchi gira la trabeazione della facciata, che viene più oltre sostituita da elementi in tufo destinati ad essere ricoperti in stucco. La copertura presentava tegole e antefisse di marmo.
I resti del porticato esterno, chiuso sul fondo da un muro, comprendono fusti dimarmo cipollino e digranito grigio alternati, con capitelli corinzi.
A questa fase del portico appartengono forse i resti della grande costruzione in blocchi ditufo di Monteverde, su cui venne successivamente ricostruito il complesso augusteo, ancora visibile sul lato sud-orientale. Il portico, privo in quest'epoca di un propileo di accesso sporgente, presentava già forse un colonnato esterno sulla facciata rivolta verso ilCirco Flaminio. A questa facciata si accedeva dalla quota del circo salendo delle scalinate.
Alcuni resti della ricostruzione deltempio di Giunone Regina, di epocaseveriana sono visibili nelle case circostanti, tra cui due colonne concapitelli compositi e un frammento di architrave intravertino.
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