| Porta di San Benedetto | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | Emilia-Romagna |
| Località | Ferrara |
| Coordinate | 44°50′38.24″N 11°36′34.95″E44°50′38.24″N,11°36′34.95″E |
| Informazioni generali | |
| Condizioni | Demolito |
| Costruzione | XVII secolo |
| Demolizione | a partire dal 1846 |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
Porta di San Benedetto è stata una porta della città diFerrara posta sulla cinta muraria nelXVII secolo.[1][2][3]

Quando a Ferrara venne realizzata l'Addizione Erculea per volontà diErcole I d'Este, affidata all'architetto di corteBiagio Rossetti, l'antica via dei Prioni divenne uno degli assi stradali più importanti e caratterizzanti dell'opera urbanistica. Via dei Prioni in seguito venne suddivisa in tre segmenti che non ne spezzarono tuttavia l'unità progettuale. Da ovest ad est tali tratti sono:corso Porta Po,corso Biagio Rossetti ecorso Porta Mare.[1]
L'estremo di corso Porta Po, subito dopo l'ampliamento realizzato con l'addizione, fu protetto sulla cinta muraria da un grande baluardo, il baluardo di San Benedetto, che aveva, col rivellino posto all'esterno delle mura, anche il compito di sorvegliare l'accesso in città attraverso la porta di San Benedetto. Fu col ducato diAlfonso I d'Este che vennero realizzate tali opere di difesa perché il nuovo duca provava meno interesse per l'aspetto urbanistico e privilegiava invece quello militare, e in tutto il tratto delle mura da questa porta sino altorrione del Barco e poi alla successivaporta degli Angeli la parte in muratura fortificata venne separata dal terrapieno interno da un fossato. Alfonso rese Ferrara, in tal modo, una città tra le meglio difese del tempo, in grado di resistere ad assedi prolungati anche con una guarnigione non eccessiva. All'esterno della porta fu a lungo presente un'area usata come giardino.[1]
La demolizione della porta e del baluardo col rivellino avvennero a partire dal 1846 e, al loro posto, verso la fine delXIX secolo nacquero le barriere per il dazio poste all'inizio di corso Porta Po e di viale Cavour. Dopo i forti danneggiamenti subiti in tutta l'area, che si trova a breve distanza dalla stazione ferroviaria cittadina, le antiche barriere vennero demolite ed al loro posto vennero edificati, neglianni cinquanta, grandi edifici per uso abitativo che da allora dominano l'accesso cittadino da ovest.[2]

Lachiesa di San Benedetto venne edificata sull'antica via dei Prioni nel 1496, e da quel momento la porta ed il baluardo posto a sua difesa portarono tale nome[3] sino a quando, dopo il periodo napoleonico, la zona si iniziò a chiamare Porta Po. Questo avvenne anche per altre porte in città, come Porta Reno, Porta Romana e Porta Mare, e questo per eliminare ogni riferimento religioso nei nomi geografici per precisa disposizionenapoleonica.[3]

L'aspetto della porta e del baluardo a sua difesa assunsero una forma definitiva attorno al 1521 con le modifiche introdotte da Sebastiano Bonmartini. Davanti al baluardo, simile a quelli presenti in altri punti delle fortificazioni cittadine, stava anche un rivellino dalla base triangolare, e tale struttura rispondeva alle più moderne concezioni di difesa rinascimentale.[2][4]
All'esterno e all'interno della porta vi erano spazi destinati a giardino come la Cedrara (Delizia estense ormai scomparsa) con piante di cedro ben protette dai venti freddi da mura di grande altezza. A breve distanza poi c'era laDelizia di Belvedere, poi distrutta con la demolizione anche diCastel Tedaldo per la costruzione della fortezza papale realizzata nel 1618.[3]
Dell'antica porta e del baluardo non restano più tracce poiché nel secondo dopoguerra delXX secolo l'intera area è stata oggetto di enormi cambiamenti sia sul piano viario sia su quello urbanistico, con l'edificazione di grandi palazzi moderni.
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