Cliente e prostituta in una illustrazione grecaRapporto sessuale di Julie e un atleta, disegno diAgostino Carracci
Lapornografia (dalgreco anticoπόρνη?,pórnē, "prostituta" eγραφή,graphḗ, "disegno, scritto, documento"[1] e quindi letteralmente "scrivere riguardo a" o "disegnare"prostitute) è la rappresentazione esplicita di soggettierotici esessuali realizzata attraverso diverse forme espressive: letteraria, pittorica, cinematografica e fotografica.
Il termine "pornografia" è di recente formazione: nella forma a noi nota è attribuibile aRestif de la Bretonne, che introdusse il termine nella pubblicistica moderna con il saggioLe pornographe (1769), un trattato sul progetto di riforma e di regolamentazione statale dellaprostituzione. Il termine ha iniziato a essere impiegato con questo significato agli inizi delXIX secolo, per poi diffondersi nei decenni successivi allo scopo di distinguerla dal concetto diarte.[2]
Ogni essere umano ha normalmente dellefantasie erotiche, cioè usa l'immaginazione per rappresentarsi delle sceneeccitanti eroticamente, senza altro scopo che l'eccitazione in sé: la pornografia è la visione di queste fantasie in immagini, disegni, scritti, oggetti o altre produzioni. Poiché molte persone hanno fantasie erotiche simili, di solito il materiale pornografico prodotto da un singolo, con le scene della sua immaginazione erotica, risulta eccitante anche per molti altri. Sebbene la pornografia sia stata usata anche come semplice ingrediente di opere artistiche più articolate, il suo fine principale è quello di indurre uno stato di eccitazione sessuale della persona.
Da sempre si è dibattuto sul mutevole confine tra arte, erotismo e pornografia, che generalmente negli ordinamenti giuridici occidentali non è considerata illegale, ma in determinati contesti è (o è stata) soggetta acensura e ne viene vietata la visione (in particolare aminorenni).
La pornografia intesa come raffigurazione di situazioni erotiche o scene di sesso ha origini molto antiche: forme di rappresentazione esplicita di atti sessuali sono testimoniate presso la maggior parte delle civiltà della storia ma non è chiaro se l'importanza relativa della pornografia sia correlata con il "grado di civiltà" di un popolo.
Certamente la pornografia intesa nel senso corrente è un fenomeno moderno, nato come detto precedentemente agli inizi del XIX secolo; nell'esaminare la storia di questo fenomeno occorre estendere l'accezione di pornografia e intendere qualsiasi genere di rappresentazione esplicita di atti sessuali, nudità e così via; tenendo però presente che, al di fuori di alcuni casi, non sempre è ipotizzabile che tale rappresentazione avesse lo scopo di provocare eccitazione nell'osservatore. Le donne nude e le attività sessuali sono descritte in maniera minuziosa nell'arte paleolitica (vedi ad esempio laVenere di Willendorf); tuttavia non è sicuro che lo scopo di tali opere fosse il risveglio sessuale, dato che tali immagini possono avere preferibilmente un'importanza spirituale.
Relativamente all'epoca romana, aPompei sono tuttora in perfetto stato di conservazione ilupanari, case chiuse sulle cui pareti sono ancora presenti rappresentazioni pornografiche. Inoltre sono state recentemente notate raffigurazioni degli organi sessuali maschili e femminili eseguite in alcune strade: per gli organi femminili era segno che la strada in cui ci si trovava era frequentata da prostitute; per l'organo sessuale maschile invece il discorso è diverso: ve ne erano moltissimi scolpiti o disegnati per le vie di Roma. Infatti l'organo maschile eretto era un simbolo portafortuna, da cui è derivato il nostro cornino di corallo. Una particolare sezione delMuseo archeologico nazionale di Napoli (vietata ai minori di quattordici anni non accompagnati) contiene tutto quello che di pornografico è stato trovato negli scavi archeologici di Pompei: statue, affreschi, suppellettili e anche giocattoli erotici, che ci fanno supporre che all'epoca questo tipo di raffigurazioni fossero comunemente diffuse. Come ulteriore conferma di ciò, nell'aprile del 2005 alcuni archeologi dellaGermania hanno notato un grosso disegno, di circa 7 000 anni fa, raffigurante un uomo che si piega sopra una donna nel tentativo di veder soddisfatte le proprie richieste sessuali.
Per molto tempo la pornografia è diventata bersaglio di lazzi e gag umoristiche o satiriche, tanto che nel 1920 furono pubblicati negliStati Uniti d'America alcuni fumetti d'impronta comica che prendevano bonariamente in giro il mondo della pornografia. Il titolo era lebibbie di Tijuana. Nella seconda metà del XX secolo la pornografia si è evoluta negli USA grazie ad alcune riviste specializzate per soli uomini, quali ad esempioPlayboy eUomo moderno (entrambe fondate nel 1950). Questi periodici hanno ritratto donne famose completamente nude. Dal 1960 in poi queste riviste hanno cercato una forma di raffigurazione sessuale più esplicita. Tale ricerca è terminata negli anni novanta, quando erano ormai inseriti articoli e immagini riguardanti l'amorelesbico, l'omosessualità, ilsesso di gruppo e ilfeticismo sessuale.
Le forme più diffuse della pornografia sonofotografie che ritraggono persone in atteggiamenti sessuali espliciti, immagini di rapporti sessualieterosessuali oomosessuali con due, tre o più persone coinvolte.
La stampa dedicata alla pornografia è un mercato composto da centinaia di pubblicazioni periodiche, come ad esempioPenthouse,Hustler,Private e altre. Altre riviste sono in forma difotoromanzo porno.
La grande disponibilità di pubblico e l'economicità del mezzo rendonointernet un mezzo molto usato per la distribuzione e la fruizione di materiali a contenuto pornografico. Di fatto con l'avvento di internet, soprattutto per la diffusione di sistemi quali ilfile sharing (condivisione di file) evideo sharing (condivisione di video), la pornografia è divenuta immediatamente e anonimamente disponibile ovunque e per chiunque[3]. L'ultima conseguenza di questo fenomeno ha innanzitutto mitigato il generico sentimento di condanna di fronte a questa forma espressiva, mentre dall'altro ha agevolato l'esplosione o larghissima diffusione di fenomeni quali il genere "amatoriale", consistente nella realizzazione di foto e video di carattere porno-erotico ritraente persone comuni (spesso gli stessi soggetti autori del prodotto)[4]. Oltre alfile sharing, altro canale principale di distribuzione della pornografia via internet è rappresentato dai siti a pagamento, un'attività sempre più lucrosa per i produttori di materiale professionale che stanno privilegiando il web ai canali di distribuzione classici quali edicole,videoteche esexy shop.
Grazie alla rete si sta sempre di più affermandoquello che alcuni autori definiscono neoporn[Cioè?], mentre vanno diffondendosi ilflashgame per adulti, ovvero giochi elettronici, le cui situazioni (pur variando dalla commedia alla fantasia) mantengono un carattere dichiaratamente pornografico. Grazie alla divulgazione di spettacoli a pagamento e no, attraverso la trasmissione in webcam (molto diffusa in tutto il web), si dà la possibilità di assistere a spettacoli porno e comunicare via chat con chi si sta esibendo in quel momento.
Le persone che soffrono didisturbo da deficit di attenzione/iperattività hanno maggiori probabilità di cadere nell'uso eccessivo di pornografia e altri comportamenti sessuali potenzialmente problematici.[5]. È stata anche notata una correlazione tra disturbo da deficit di attenzione/iperattività e comportamenti sessuali come il tradimento.[6]
L'opportunità di censurare o meno le raffigurazioni pornografiche è da sempre all'origine di dibattiti etici e sociali. I favorevoli alla censura credono che un'azione legislativa più severa renderebbe la pornografia un fenomeno meno diffuso. I contrari alla censura sostengono che l'autodeterminazione dell'individuo non dovrebbe essere limitata per legge (fatti salvi i casi più aberranti). Inoltre, spesso, ciò che un tempo era considerato pornografico o scandalistico con le mutazioni dei costumi della società non è più considerato tale. Per esempio tratti delDecamerone diGiovanni Boccaccio, che fu addirittura inserito nell'Indice dei libri proibiti dallaChiesa cattolica, e del romanzo diDavid Herbert LawrenceL'amante di Lady Chatterley, che fu considerato nell'anno in cui fu pubblicato (il1928)osceno e offensivo al comune senso del pudore.
Una questione rilevante nel dibattito sulla censura riguarda il ruolo della pornografia nella trasmissione e nella riproduzione di forme di oppressione e violenza nei confronti della donna o di altre figure, e, in ogni caso, di un uso puramente mercantile del corpo umano. Uno degli aspetti maggiormente rimproverati alla pornografia è l'eccessivo utilizzo delsadismo.
InGiappone ad esempio, la legge non pone limiti al tipo di argomenti o di storie, ma proibisce di mostrare gliorgani genitali al pubblico: per questo motivo nei film pornografici e nelle riviste, compresianime emanga, i genitali sono censurati con vari artifici grafici.
Lampada a olio di epoca romana raffigurante un rapporto sessuale
Nei movimenti femministi si individuano due posizioni contrapposte riguardo alla pornografia. Le femministe a essa favorevoli, come lasociologa della Northwestern University di ChicagoLaura Kipnis, considerano la pornografia un aspetto positivo e cruciale dellarivoluzione sessuale che ha portato alla liberazione della donna, contrariamente alla morale dei conservatori, che la vedono invece come oppressiva per le donne.
Invece secondo l'altra posizione, rappresentata soprattutto dalla giuristaCatharine MacKinnon della University of Michigan Law School, la prospettiva "liberazionista" della pornografia è puramente illusoria: anzi essa, ponendo l'esposizione della sessualità della donna al centro del suo fuoco, la danneggia sotto vari aspetti: innanzitutto sostenendo unaecologia culturale sessista che si compiace di ridurla a oggetto e merce sessuale e di trasmetterne un'immagine degradata. In secondo luogo essa si rende spesso causa o concausa di danni a persone specifiche sia in fase di produzione (donne forzate a posare, o riprese senza loro reale consenso alla produzione o circolazione del materiale pornografico), sia dopo, attraverso le modalità della diffamazione o della molestia, o ancora fornendo una spinta verso l'aggressione sessuale in persone predisposte.[7]
Per queste ragioni certi gruppi di femministe si sono spinte a boicottare alcune manifestazioni pornografiche, sia cinematografiche sia letterarie. La contestazione più curiosa è avvenuta aNapoli nel 2000: un gruppo di femministe battagliere ha scaraventato dei pomodori controTinto Brass, nonostante il fatto che il regista non si occupasse di pornografia, ma il suo genere di riferimento ascrivibile alsoftcore e più nello specifico aifilm erotici.
La pedopornografia è la pornografia in cui sono raffigurati soggetti in età pre-puberale. Si tratta dunque di materiale pornografico destinato a individui affetti dapedofilia, ossia ladevianza sessuale che consiste nell'attrazione sessuale per i bambini. La pedopornografia viene tuttavia spesso erroneamente confusa con la pornografia minorile, ossia il materiale pornografico in cui sono coinvolti individui che, pur non avendo ancora raggiunto la maggiore età, hanno già subito le trasformazioni fisiche e mentali proprie della pubertà o che hanno comunque raggiunto l'età del consenso. Tale confusione nasce probabilmente dal fatto che in molte legislazioni viene considerata illegale e punita non solo la pedopornografia in quanto tale, ma più in generale qualsiasi forma di pornografia minorile, ossia la produzione, distribuzione e detenzione di materiale pornografico coinvolgente minori.
In Italia la detenzione, la diffusione e la produzione di pornografia minorile sono punite secondo gli articoli 600 e seguenti delcodice penale. È da notare a questo proposito che in diversi ordinamenti è punita anche la produzione e successiva detenzione di materiale non destinato alla diffusione (cfr. l'eventuale caso di minori che riprendano volontariamente le proprie esperienze sessuali).
Bisogna tuttavia considerare che il raggiungimento della maggiore età è diverso da paese a paese (dai quattordici ai sedici anni ai diciassette, diciotto e ventuno, arrivando fino ai ventitré anni), ragion per cui è possibile che un prodotto pornografico coinvolgente attori diciottenni, perfettamente legale in un paese, sia illegale in un altro e viceversa. In altri casi la soglia di età per cui immagini di nudo o pornografiche venivano considerate pedopornografia è stata elevata a più riprese, per cui materiale legale e presente in commercio alcuni decenni prima è poi divenuto illegale (cfr. ad esempio ilRegno Unito dove ilProtection of Children Act del 1978 ha definito "bambini" tutte le persone sotto i sedici anni, modificato poi dalSexual Offences Act del 2003 che ha alzato lo spartiacque fino ai diciotto anni). Allo stesso modo alcuni stati differenziano le età da cui sono permessi il semplice nudo, rispetto a quelle in cui sono permesse le rappresentazioni di atti sessuali espliciti.
Lamorale cattolica nei suoi fondamenti condanna la pornografia, considerata un atto che lede la dignità della persona degradandola. Ecco come si esprime al riguardo ilCatechismo della Chiesa cattolica:
«La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei propri compagni gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo degli sposi l'uno all'altro. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro l'oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici.»
Per l'Islam guardare pornografia costituisce un crimine contro Dio, in quanto comportamento peccaminoso (in araboحرام?,ḥarām) e pratica sessuale illecita (in araboزِنَاء?,zināʾ); secondo gli studiosi islamici causa ansia e disorientamento, portando un velo di oscurità sul viso e nel cuore.[9]
Vanni Buttasi e Patrizia D'Agostino,Dizionario del cinema hard: attori, attrici, registi e film, Roma, Gremese, 2000,ISBN88-7742-445-1.
Phlippe Di Folco (a cura di),Dizionario della pornografia, traduzione di Roberto Marro, prefazione di Jean-Claude Carrière, Torino, CSE, 2006,ISBN88-7640-747-2.
Lilli Gruber,Non farti fottere: come il supermercato del porno online ti ruba fantasia, desiderio e dati personali, Milano, Rizzoli, 2024,ISBN978-88-17-17488-6.
Harford Montgomery Hyde,Storia della pornografia, traduzione di Giuseppe Costa, Torino, Dellavalle, 1970,SBNSBL\0372189.