Il nome Pontirolo deriva dal termine latinoPons Aureoli,[5] il Ponte di Aureolo.
Per quanto negli annali si possano trovare prove dell'esistenza di un villaggio abitato già in epoca alto-medievale Pontirolo Nuovo venne riconosciuto come comune soltanto nel 1570.
L'aggettivo "nuovo" serviva ai tempi per distinguere il borgo da Pontirolo Vecchio, che ha ormai cambiato nome inCanonica d'Adda.
Il fatto storico da cui ha tratto origine il nome di Pons Aureoli fu il seguente: nell'anno 268 d.C., nei pressi di questo ponte si scontrarono l'imperatoreGallieno e Manio (alcune fonti citano Mario) AcilioAureolo, nominato comandante della cavalleria appunto da Gallieno e poi, a sua volta, proclamato imperatore dai propri soldati.[6]
Gallieno riuscì nel tentativo di fermare il generale ribelle che dovette rifugiarsi a Milano. Nel corso dell'assedio che ne seguì, Gallieno venne ucciso in una congiura alla quale pare non fosse estraneo il suo successoreClaudio II il Gotico. La resa al nuovo imperatore non salvò la vita ad Aureolo che venne trucidato dallaguardia pretoriana di quest'ultimo apparentemente per vendicare il suo tradimento nei confronti di Gallieno.
Comunque siano andati i fatti storici, il ricordo della battaglia combattuta presso il suddetto ponte rimase tanto vivo che, da allora, quel luogo venne chiamato Ponte di Aureolo.
Molti indizi inducono a pensare che Pontirolo Nuovo sia sorto sulle fondazioni di uncastrum romano, più propriamente un accampamento militare posto a difesa del ponte Aureolo; su una rupe che costituiva ilterragium, arroccato su un naturale elemento di difesa, che dominava la pianura antistante l'Adda.
Ilcastrum militare romano era originariamente costituito da un lotto quadrangolare, suddiviso in 4 porzioni: al centro la piazza d'armi dove erano disposte le tende e successivamente le abitazioni dei militari o gli edifici di pubblica utilità e culto.
I restanti settori erano uniformemente divisi in quadrati occupati da corti, i cui ingressi erano disposti sugli assi del tracciato viario.
Il paese di Pontirolo Nuovo rispecchia, ancor oggi, questa conformazione: nel centro la piazza principale; le vie più importanti sono quelle che formano la piazza stessa; le case coloniche tutte a cortile, aggregate tra loro secondo il tipico sistema dellecorti romane, hanno portoni ed ingressi che concludono le vie del borgo.
Osservando la mappa di Pontirolo possiamo notare come la dimensione delle carreggiate delle strade e la superficie dei lotti sia, per lo più, la medesima in tutto il centro storico.
È un'ulteriore conferma di come l'impianto del paese sia sorto da un'unica idea progettuale e che tale crescita e sviluppo, così controllati, non possono essere avvenuti in epoca medievale, dove l'uniformità dei tracciati e delle edificazioni era una casualità piuttosto che una regola costruttiva.
L'insediamento militare, come prassi, fu poi trasformato in centro agricolo e mantenne le strutture già edificate e la primitiva organizzazione urbana.
Per quanto il ponte abbia dato nome al paese di Pontirolo (che è bene ricordare coincide con il centro abitato di Canonica d'Adda), molto probabilmente fu anche la causa, se non della nascita, dell'espansione del villaggio chiamato in seguito Pontirolo Nuovo; la posizione strategica in cui questo passaggio obbligato era posto aveva sempre reso vulnerabile il paesello sulle rive dell'Adda ad attacchi e saccheggi a opera dei più disparati eserciti; il più famoso fu l'assedio e l'occupazione del borgo nel1160 da parte dell'esercito comandato daFederico I detto "il Barbarossa".
NelCodex diplomaticus civitatis et ecclesiae Bergomatis diMario Lupo, scritto nel1784, troviamo questo passaggio: «Quindi [Federico Barbarossa] condusse l'esercito al di là del fiume Adda e non senza una cruenta battaglia occupò Pontirolo e il ponte là costruito dai milanesi e la chiesa. Quindi partì con gli stessi cavalieri e fanti di Lodi alla volta del ponte che i milanesi avevano ricostruito con loro grandissime spese presso Pontirolo e, bruciandolo, devastò il paese e distrusse anche lo stesso ponte».
È perciò verosimile che in alcuni di questi fatti il villaggio fosse così malconcio dalla furia e dalle depredazioni dei soldati, che gli abitanti, risoluti di togliersi ai pericoli di nuovi danni, si trasferissero a edificare o crescere l'attuale Pontirolo Nuovo, posto in un luogo più sicuro e non molto lontano da Canonica.
Tra ilXIV ed ilXV secolo il territorio fu interessato da numerosi scontri tra laRepubblica di Venezia e ilDucato di Milano, che aspiravano a ottenere il predominio sulla zona. La questione venne risolta con la costruzione delfosso bergamasco, canale artificiale che serviva a delimitare i possedimenti tra le due entità politiche.
Questo passava a nord di Pontirolo Nuovo, delimitandone il territorio amministrativo e includendolo di fatto nell'area soggetta all'influenza milanese.
Intanto, dopo l'epidemia del1360, lapeste era tornata a falciare vittime nel biennio1529-1530 e nel1576-1577 (la cosiddettapeste di San Carlo Borromeo). Altro flagello, tipico di una zona di frontiera, era quello delbanditismo, che continuerà a farsi sentire anche nel secolo successivo.
Agli inizi del Cinquecento Pontirolo Nuovo venne interessato sia pur direttamente da un processo perstregoneria che vedeva coinvolta una certa Caterina de Cerbalii, unica imputata di cinque presunte streghe che venne assolta dopo soli quindici giorni di detenzione, a differenza delle altre quattro donne che vennero condannate al rogo e arse pubblicamente sulla riva dell'Adda.
Il 16 settembre1566 la chiesa parrocchiale di Pontirolo Nuovo ricevette lavisita pastorale diCarlo Borromeo,arcivescovo di Milano. Dagli atti di tale visita si può ricavare il numero di persone che vivevano nel centro abitato in quel periodo: all'incirca 150 persone, suddivise in 30 famiglie principali (la media di abitanti per famiglia in quel periodo era infatti di 5 persone).
Il 28 agosto1570 nacque ufficialmente il comune di Pontirolo Nuovo in seguito a una divisione dei territori e dei carichi fiscali tra i Canonica e appunto del neonato Pontirolo Nuovo.
Questa prima divisione non fu però ritenuta equa dagli "uomini di Pontirolo" e venne perciò rifatta il 31 agosto 1579, con soddisfazione di entrambe le parti in causa. I beni di Pontirolo, comprensivi di quelli della chiesa (che rappresentavano il 75% del totale) ammontavano a 5563 pertiche di terreni di diversa qualità. Naturalmente vennero ripartite anche le varie tasse che andavano dalla tassa sul sale a quella sui cavalli e a quella sull'imbottato (del vino).
È in questo periodo (più precisamente in seguito alConcilio di Trento) che il parroco di Pontirolo cominciò a tenere i cosiddettiregistri delle anime, cioè dei battesimi, dei matrimoni e delle estreme unzioni, fonte ricchissima per chiunque volesse ricostruire la storia demografica della comunità di Pontirolo. Questi libri esistenti tutt'oggi vengono conservati nella casa parrocchiale.
NelSeicento il dominio spagnolo sulla Lombardia si era ormai consolidato producendo gli effetti negativi che sono stati ben descritti neiPromessi Sposi.
Gli anni1627,1628,1629 furono funestati dalla carestia a cui segui la nefasta epidemia dipeste che imperversò fino alla fine del1630.
Curiosamente il nome di Pontirolo Nuovo non viene citato negli elenchi dei paesi colpiti dal flagello, mentre vi compaionoCassano,Trezzo eVaprio.
Anche per il Seicento non mancano notizie interessanti su Pontirolo Nuovo: dai documenti scritti in seguito alla visita pastorale del cardinaleFederico Borromeo risulta che gli abitanti del paese fossero aumentati dal secolo precedente, raggiungendo le 467 anime (in questo conteggio non vengono considerati i bambini con meno di due anni, data l'elevata mortalità infantile di quei tempi).
Nel periodo della peste la popolazione pontirolese non subì quella flessione tipica dei luoghi più colpiti ma si mantenne all'incirca costante. Negli ultimi anni del secolo viceversa si assistette ad un consistente aumento del numero degli abitanti che raggiunse le 600 unità.
Le condizioni sociali erano tipiche del periodo: l'agricoltura risultava sicuramente l'attività economica di gran lunga prevalente; i lavoratori della terra erano soprattuttomezzadri,livellari (piccoli affittuari) edenfiteuti (affittuari perpetui).
Da un documento conservato presso l'archivio parrocchiale si ricavano alcune interessanti informazioni sulle condizioni abitative dei contadini e sui tipi di terreni del comune agli inizi del Seicento.
Una casa tipica del tempo veniva così descritta: «Una stanza, nella quale vi sono una cucina, una canipa, due camere con un granaio sopra, una stalla con portichetto, la corticella circondata di mura, un'aia et un horto» (un'abitazione nella quale vi sono una cucina, un ripostiglio per la canapa, due camere con un granaio sopra, una stalla con un piccolo portico, il cortiletto circondato da un muro, un'aia e un orto).
I tipi di terreno ricorrenti nell'elenco delle varie pezze di terra erano i seguenti:arrativa (aratoria),vidata (con filari di viti),laborativa (coltivata) eboschiva.
Oratorio campestre dei Santi Faustino e Giovita, antica cappelletta campestre situata in via Treviglio, edificata nel XII secolo e la cui prima testimonianza storica risale al 1155, in una bolla pontificia emanata dapapa Adriano IV. Collocato al centro di via Treviglio, nel corso dei secoli si è discusso molte volte sull'opportunità di demolirlo per allargare la carreggiata stradale. Nel restauro del 1998 la strada venne spostata per creare un piccolo giardino pubblico per valorizzare l'area.
Il territorio comunale non comprende frazioni, tuttavia sono presenti diverse località e molte cascine.Ecco le 2 località che fanno parte del comune[8] :
La principale squadra di calcio della città èS.C. Pontirolese 1966 A.S.D. che milita nel girone Clombardo diPromozione. I colori sociali sono: amaranto e bianco. È nato nel1966. Attualmente è chiamata Accademia Gera D'adda