Ponte Cestio | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Città | Roma |
Attraversa | Tevere |
Coordinate | 41°53′23.96″N 12°28′38.1″E41°53′23.96″N,12°28′38.1″E |
Dati tecnici | |
Tipo | Ponte ad arco |
Materiale | travertino, peperino |
Campate | 3 |
Lunghezza | 80,40m |
Realizzazione | |
Costruzione | 46 a.C.-44 a.C. |
Inaugurazione | 44 a.C. |
Intitolato a | Lucio Cestio |
Mappa di localizzazione | |
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Ponte Cestio, noto anche comepons Aurelius,pons Gratiani,ponte di San Bartolomeo oponte Ferrato, è unponte di Roma sul fiumeTevere, ricostruzione ottocentesca dell'omonimo ponte romano.
Si tratta di uno dei due ponti della Capitale che non collega direttamente le sponde opposte del fiume: come il limitrofoponte Fabricio, infatti, mette in comunicazione l'Isola Tiberina con una delle due sponde, nella fattispecie quella destra, all'altezza dilungotevere degli Anguillara, in prossimità di piazza in Piscinula, inTrastevere.
Il ponte fu fatto costruire daLucio Cestio nel 46 o 44 a.C., simmetricamente alponte Fabricio. Subì un primo restauro nel 152, sottoAntonino Pio, e un'iscrizione commemorante questo restauro fu posta sulla spalletta del ponte,[1] ma fu completamente ricostruito nel 365 con materiali di reimpiego, provenienti anche dal vicinoTeatro di Marcello, dagli imperatoriValentiniano I,Valente eGraziano;[2] quest'ultimo nel 370 lo dedicò a sé inserendo un'iscrizione inmarmo proconnesio nella spalletta a monte e dando così al ponte il nuovo nome diPons Gratiani.[2][3] Il ponte era rivestito da lastre in travertino.[2]
Un altro restauro, documentato da un'epigrafe posta a lato dell'epigrafe di Graziano, si ebbe nel 1191-93 da parte di Benedetto Carushomo,senatore di Roma nel 1191.[4]
Altri interventi si ebbero nel XV secolo sottoEugenio IV e nel XVII sottoInnocenzo XI.[2] Dal XV secolo prese il nome di «ponte di San Bartolomeo»[5] dallaBasilica di San Bartolomeo all'Isola.
Il ponte venne gravemente danneggiato durante l'assedio di Roma nel 1849: in particolare, andò perduta una seconda epigrafe di Graziano presente sulla spalletta a valle del ponte.[2]
Nei secoli XVIII e XIX ebbe anche il nome diponte Ferrato, per le numerose catene che ancoravano imulini sul fiume.
A causa dell'ampliamento della sponda destra delTevere in prossimità dell'isola a 70 metri, il ponte venne demolito nel 1885 e ricostruito nel 1889.[2][6] All'inizio si era pensato di salvare l'arcata centrale ampliando le due laterali, passando dai 48 metri del ponte romano ai 76 del nuovo ponte, ma per motivi tecnici si decise la demolizione integrale.[2] Il materiale di rivestimento lapideo venne parzialmente recuperato, ma solo una parte di questo (347 lastre) venne rimontata sull'arco centrale.[2] L'iscrizione presente sul ponte romano relativa al restauro del 370 d.C. a opera degli imperatoriValentiniano I, Valente e Graziano, venne reinserita sulla spalletta destra del ponte moderno.[6] Il nuovo ponte è rivestito da lastre intravertino, a parte i sottarchi che sono rivestiti inpeperino di Albano.[2] Ponte Cestio è stato restaurato come il vicino ponte Fabricio in occasione delGiubileo del 2000.[2]
Il ponte è costituito da tre arcate di uguale luce, con una lunghezza complessiva di ottanta metri e quaranta. Il ponte romano misurava quarantotto metri e mezzo, con una sola grande arcata affiancata da due fornici minori.
Sulla spalletta a monte dell'arco centrale è visibile la seguente iscrizione latina del 370 d.C., incisa su una lastra di marmo proconnesio:[7]
FL. VALENTINIANUS PIUS FELIX MAXIMUS VICTOR AC TRIUMF. SEMPER AUG. PONTIF. MAXIMUS
GERMANIC. MAX. ALAMANN. MAX. FRANC. MAX. GOTHIC. MAX. TRIB. POT. VII IMP. VI CONS. II P.P.P. ET
FL. VALENS PIUS FELIX MAX. VICTOR AC TRIUMF. SEMPER AUG. PONTIF. MAXIMUS
GERMANIC. MAX. ALAMANN. MAX. FRANC. MAX. GOTHIC. MAX. TRIB. POT. VII IMP. VI CONS. II P.P.P. ET
FL. GRATIANUS PIUS FELIX MAX. VICTOR AC TRIUMF. SEMPER AUG. PONTIF. MAXIMUS
GERMANIC. MAX. ALAMANN. MAX. FRANC. MAX. GOTHIC. MAX. TRIB. POT. III IMP. II CONS. PRIMUM P.P.P.
PONT]EM FELICIS NOMINIS GRATIANI IN USUM SENATUS AC POPULI ROM. CONSTITUI DEDICARIQ. IUSSERUNT»
Sul pilastro accanto all'iscrizione di Graziano dal lato dell'isola è visibile la seguente iscrizione del 1191-93, commemorante il restauro da parte di Benedictus Carushomo,senatore di Roma:[8]
URBIS SUMM. SENATO
R RESTAURAVIT HUN
C PONTEM FERE DIRU
TUM»
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