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Polittico

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Un polittico che compone lapala d'altare contenuta nella chiesa di "St. Wolfgangskirche" aSchneeberg (Sassonia,Germania)

Ilpolittico (dalgrecopoli- "molti" +ptychē "piega") è, originariamente e per definizione, una forma d'arte sacra, unapala d'altare costituita da singoli pannelli separati, racchiusi da unacornice al fine di dare all'opera una struttura architettonica[1] (in particolare un "dittico" ha due pannelli, un "trittico" tre, ecc.).

Eseguito con varie tecniche artistiche, principalmente pittoriche,dipinto sutavola otela, ma anche scultoree, arilievo su supporti qualilegno, anch'esso alle volte dipinto,marmo,avorio odosso, è maggiormente diffuso tra ilXIV secolo ed ilXV secolo.[1] Opera di varie dimensioni, fissa o mobile, in quest'ultimo caso costituita da più parti unite fra loro sportelli richiudibili grazie ad un sistema acerniere.

Per estensione, è considerata polittico una qualsiasi opera d'arte costituita da più elementi distinti collegati insieme,[1] anche di natura letteraria.[2]

Composizione

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In genere, si divide verticalmente in uno o più ordini di tavole (solitamente due, di cui uno principale), connesse attraverso un sistema di cornici, che poggiano su unapredella e può essere completato in alto da unacimasa.

Orizzontalmente, se le parti che lo costituiscono sono due viene chiamato più precisamentedittico dal greco "diptykos" - piegato in due; se le parti sono tre viene chiamatotrittico dal greco "triptykos" - piegato in tre. Può essere dipinto sia sul davanti (recto) che dietro (verso). A volte i pezzi che lo compongono sono fra loro scollegati e al suo interno ci possono essere composizioni minori, come dittici o trittici.

Nell'ambito dellapittura religiosa in particolare, il polittico è stato generalmente utilizzato comepala d'altare nellechiese. Esso costituisce lo sviluppo deldossale d'altare delXIII secolo, ampliato per giustapposizione di elementi sotto l'influsso dell'iconostasi bizantina e quindi riletto alla luce dello stilegotico che gli darà la connotazione architettonica con cui il genere si è maggiormente sviluppato. Dalla grande quantità di polittici pervenuti, possiamo immaginare che esso costituisse il modo preferito con cui la parete retrostante l'altare veniva decorata fra ilTrecento e ilQuattrocento. I soggetti rappresentati nei vari scomparti erano scelti e disposti secondo un preciso programma iconografico, in modo da collocare i più importanti al centro della parte anteriore. Esso, grazie alla ricca presenza di immagini che gli è propria, permette di creare uno sfondo appropriato alla celebrazione liturgica attraverso una lettura simbolica, allegorica e teologica dellaMessa. La presenza prevalente, ad esempio, della Madonna con Bambino al centro del sistema di tavole e nell'ordine principale, evoca l'opera della Chiesa/madre che concepisce e offre Gesù nell'eucaristia. Il medesimo sacrificio eucaristico viene più esplicitamente evocato in una o più raffigurazioni dellaPassione in altre scene del medesimo polittico. La raffigurazione di santi contribuisce a rendere evidente la comunione fra la Chiesa militante sulla terra e la Chiesa Trionfante in Cielo, oltre a dare onore al santo o ai santi cui l'altare o l'edificio è dedicato o per i quali si nutre particolare venerazione.

Per tali motivi, il polittico si prestava sia alla decorazione deglialtari maggiori delle chiese (in questo caso può raggiungere dimensioni notevoli sia in altezza che in larghezza, come ilPolittico del Giudizio Universale diRogier van der Weyden che quando è aperto misura 560 centimetri), sia per gli altari minori, disseminati nellenavate, spesso di proprietà di famiglie nobili o corporazioni, che ne curavano a proprie spese l'abbellimento. In tal caso era consuetudine raffigurare i santi patroni dei committenti e talora i committenti stessi ai piedi del santo patrono o della Vergine.

Anticamente esistevano anche polittici molto più piccoli, usati nelle case per la devozione privata e addirittura trittici o dittici portatili da viaggio.

Diffusione

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Uno dei primi esempi di polittico, dalle forme non ancora spiccatamente gotiche.

Difficile stabilire dove il genere del polittico abbia avuto la sua origine. Il nome sembra indicare un'origine greco-bizantina. In Italia i primi polittici, datati all'inizio delXIV secolo, sembrano il coerente sviluppo dei più elaborati dossali della fine del XIII secolo. Il dossale diVigoroso da Siena, ad esempio, ha in sé molte delle caratteristiche che saranno proprie del polittico, eccetto la suddivisione in pannelli. I polittici diDuccio, a cavallo fra XIII e XIV secolo, possono essere considerati come intermedi fra la struttura del dossale e quella del polittico gotico vero e proprio. Anche se è molto difficile stabilire dei canoni per la struttura del polittico, per le variazioni dovute alle botteghe, alle aree geografiche, al mutare del gusto e alle esigenze dei committenti, solitamente i polittici italiani si presentano come una fila di santi disposti ai lati di una Madonna col Bambino o, più raramente, del Cristo o di un altro santo o addirittura di scene. Alle figure a mezzo busto, di probabile influsso bizantino, si preferiranno successivamente figure intere che daranno più slancio alla struttura e maggiore visibilità ai soggetti. La parte narrativa viene riservata per lo più alla predella, anche se non mancano esemplari in cui la narrazione si sviluppa nei pannelli laterali. In genere, salvo casi straordinari, i polittici avranno nella penisola una grandezza limitata dall'ampiezza dell'altare e una composizione prevalente di tavole dipinte. Il cambiamento di gusto e le nuove esigenze figurative dettate dalRinascimento, porteranno al progressivo mutamento del polittico verso la pala d'altare unificata, in cui le figure dei santi non sono più raffigurate in pannelli separati, ma collocati in un'unica scena. Il cambiamento avverrà sfruttando gli elementi architettonici reali della cornice come parte integrante di uno spazio illusorio creato dalla prospettiva, come avviene nellapala di san Zeno delMantegna. Potremmo ravvisare un passo ulteriore nellapala di Santa Lucia de' Magnoli diDomenico Veneziano, in cui il loggiato architettonico dipinto ricorda da vicino la suddivisione di un trittico, benché siamo ormai di fronte a uno spazio unificato. Nonostante il maggior peso che la pala unificata avrà nel corso del Quattrocento, illustri pittori rinascimentali si cimenteranno ancora con il genere del polittico comeLorenzo Lotto (polittico di Recanati),Cima da Conegliano (polittico di Miglionico),Pinturicchio (pala di santa Maria dei Fossi),Tiziano Vecellio (polittico Averoldi) e altri.

Il polittico fu molto amato nel Nord Europa dove, forse a causa delle condizioni climatiche, l'affresco ebbe molta meno diffusione (a differenza di quello che accadde inItalia). I polittici nordici in genere, detti ancheFlügelaltäre (altari con le ali - dal tedesco Flügel), sono del tipo a sportelli richiudibili e spesso contengono sia parti dipinte sia parti scolpite. Questi in genere sono costituiti da quattro corpi principali: lo scrigno o cassa centrale, lo scrigno inferiore o predella, le ante mobili e la cimasa. La parte centrale conservava al suo interno una serie di sculture lignee policrome e dorate realizzate a tutto tondo, raffiguranti il santo o le figure sacre a cui era intitolata la chiesa. Le ante erano generalmente decorate all'interno da figure intagliate a mezzo rilievo (santi con funzionetaumaturgica) e nella parte esterna da dipinti su tavola con raffigurazioni del martirio o delle scene sacre evangeliche. Generalmente le ante erano chiuse durante la settimana ed aperte nel giorno della festività. Nella parte alta la cimasa era composta generalmente da tre o più statue racchiuse in una fitta serie di ramificazioni intagliate, che dalle parti laterali convergevano al centro li dove una serie di pinnacoli fioriti svettavano verso icostoloni del catino absidale. Tali strutture potevano raggiungere nel loro sviluppo altezze considerevoli. Questo tipo di altare ha il suo culmine produttivo nel periodotardogotico, seppure nelle estreme propaggini delle vallate ladine tale usanza prosegua ben oltre l'inizio del Seicento (vedi l'altare dellachiesa di San Lorenzo di Pera, frazione del comune diPozza di Fassa datato sulla cimasa 1612). Non è raro ritrovare anche in altari barocchi delle vallate alpine, parti di questi altari (ad esempio la parte scultorea) riciclata e ricondotta allo stile decorativo del nuovo apparato.

Nella penisola iberica il polittico raggiunse uno sviluppo considerevole e prese le forme tipiche delretablo. Esso raggiungerà, per grandezza e ricchezza, proporzioni tali da non poter essere più considerato solo una decorazione dell'altare, ma dell'intero edificio, riuscendo a ricoprire, con la sua estensione, l'intera abside della chiesa, come nelretablo di Salamanca. Generalmente, al centro si trova l'immagine fulcro del santo (o la coppia di santi) cui è dedicato l'altare o la chiesa, accompagnata ai lati dalle scene della vita. Nei cicli più vasti vi si trovano scene delNuovo e dell'Antico Testamento e della vita di Maria.

Polittici famosi

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Il grande polittico di Taddeo di Bartolo per la cattedrale di Montepulciano.

Fra le centinaia di polittici italiani pervenutici, del periodo gotico e rinascimentale, sarebbe difficile scegliere quelli di maggiore importanza, sia perché si tratta solo di una parte di quelli realizzati, sia perché praticamente tutti gli artisti del tempo si cimentarono in questo genere.

Rilevanti sono certamente i polittici diGiotto, per la precocità con cui il genere viene a configurarsi (Polittico di Badia a Firenze,Polittico Stefaneschi dellaPinacoteca Vaticana e altri), e diSimone Martini (polittici di Pisa, Orvieto...). Un caso a parte merita laMaestà diDuccio, immensa struttura in cui convergono la devozione alla Madonna e ai santi patroni insieme con un ciclo della vita di Cristo e della Vergine distribuito fra le predella, la cimasa e il retro della tavola principale. Spicca per grandezza anche il polittico diTaddeo di Bartolo per lacattedrale di Montepulciano.

Nell polittico di Butinone e Zenale per san Martino a Treviglio la cornice viene sfruttata, attraverso l'uso della prospettiva, per creare l'illusione di uno spazio in cui vengono collocati i santi.

Butinone eZenale si rifaranno adAndrea Mantegna per dare uniformità alla struttura del grandePolittico di san Martino aTreviglio, attraverso la creazione prospettica di una struttura architettonica abitata dai santi. Ciò testimonia come ancora alla fine del XV secolo, quando già la pala d'altare unificata era ormai il modello prevalente adottato un po' ovunque, una committenza legata a formule più tradizionali preferiva ancora il formato del polittico. Ciò avveniva soprattutto, ma non solo, in città di forte tradizione "alternativa" a quella rinascimentale/fiorentina, comeVenezia, in cui furono attivi iVivarini, o in aree periferiche, come le Marche, in cui operarono artisti comeCarlo Crivelli che firmò il grandePolittico di Ascoli Piceno.

In area fiamminga è celebre ilPolittico dell'Agnello mistico, dei fratellivan Eyck. Per iFlügelaltäre, famosi sono quelli realizzati daMatthias Grünewald (Colmar,Altare di Isenheim),Hans Multscher (Vipiteno),Michael Pacher (Gries -Bolzano,Sankt Wolfgang im Salzkammergut - Austria), daNarciso da Bolzano aFiera di Primiero, da W.Asslinger aHeiligenblut am Großglockner inCarinzia. Notevole è ilFlügelaltar dellacattedrale di Roskilde inDanimarca. Grandioso è quello realizzato daVeit Stoss nellaBasilica di Santa Maria (Cracovia) inPolonia. APontebba (Udine) è presente unFlügelaltar nellaPieve di Santa Maria Maggiore.

Note

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  1. ^abcDe Agostini 2011, p. 153.
  2. ^Il termine utilizzato anche nella storiografia. Vedi ad esempio la pubblicazione di P.Tomei intitolata"Un nuovo ‘polittico’ lucchese del IX secolo: il «breve de multis pensionibus», in«Studi Medievali», 53 (2012), pp. 567-602.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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