Polistrato (ingreco antico:Πολύστρατος?,Polýstratos; ... – 219/218 a.C.[1]) è stato unfilosofogreco antico,epicureo,scolarca del "Giardino", la scuola fondata dallo stessoEpicuro.
Probabilmente discepolo diretto diEpicuro, Polistrato succedette aErmarco nel 250 a.C. circa e, alla sua morte, fu sostituito daDionisio di Lamptrai alla guida della scuola[2].
Valerio Massimo riporta che Polistrato edIppoclide nacquero nello stesso giorno, seguirono lo stesso maestro, misero in comune il loro patrimonio, sostennero la scuola insieme e morirono nello stesso istante in avanzatissima età[3].
Frammenti di due delle sue opere sopravvivono tra i rotoli trovati nellaVilla dei Papiri diErcolano.
Il primo èSul disprezzo irragionevole (Περὶ ἀλόγου καταϕρονήσεως)[4], una polemica rivolta "contro coloro che disprezzano irragionevolmente credenze popolari": si scaglia, in questo caso, controcinici escettici[5]. In questo caso, Polistrato combatte lo scetticismo che andava travolgendo anche le opinioni popolari, che pure gli epicurei guardavano con sospetto, ma che il filosofo intende difendere, in quanto tale disprezzo rischiava di far perdere all'uomo comune quella tranquillità d'animo che Epicuro indicava come il fine della vita. L'argomentazione di Polistrato, pur mantenendosi nella canonica strada del maestro, verte più che altro sul problema dell'effettiva realtà dei concetti etici[6].
La seconda opera conservata è intitolataSulla filosofia (Περὶ ϕιλοσοϕίας)[7], di cui è stata recuperata la parte finale del I libro: l'opera era inizialmente vista come un'ulteriore polemica, questa volta contro iCinici, ma oggi si punta a vederla soprattutto come unprotrettico alla filosofia[8].
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