IlPlacito Feretrano oPlacido Feretrano è una copia riscritta nell'XI secolo di un documento originale redatto nell'885. Misura36 × 65 cm.
Fu scoperto daAnnibale degli Abati Olivieri il 25 agosto1749 all'interno dell'Archivio di Stato di San Marino.
Il documento narra di una controversia fra Delto,vescovo di Rimini (876 - 885), e Stefano,abate di unmonastero aSan Marino.Un certo numero di possedimenti delTitano erano contesi tra le due istituzioni. Il vescovo ne rivendicava il possesso e accusava il monastero di tenerli illegalmente.
La controversia fu affidata a Giovanni,vescovo del Montefeltro che convocò una trentina tra giuristi e magistrati affinché fosse fatta giustizia. La riunione, come riporta il documento, avvenne il 20 febbraio885.
I saggi diedero ragione all'abate sammarinese stabilendo che i fondi di Casole, Ravellino, Fabbrica, Petroniano, Pignaria, Griziano, Erviano, Laritianiano, Fiorentino, Silvole e Flagellara, siti nel territorio diSan Marino, non erano mai appartenuti alladiocesi di Rimini.
Anche se fin dalla sua scoperta vari studiosi hanno messo in dubbio la sua autenticità (sostenendo che fosse una copia settecentesca o un falso dell'XI secolo), ilPlacito è considerato oggi il documento più antico conservato nell'Archivio di Stato di San Marino[1].
Oggi gli storici tendono a non riconoscere nel Placito la prova dell'indipendenza di San Marino dal vescovo di Rimini o dalla potestà civile e religiosa delMontefeltro. All'epoca, infatti, il territorio sammarinese era interamente sotto il dominio pontificio o dell'imperatore.
Più verosimilmente, il Placito Feretrano testimonia l'esistenza, a San Marino, tra ilIX e ilX secolo, di un monastero con annessi possedimenti fondiari e un castello.
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