Pettole | |
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Origini | |
Luogo d'origine | ![]() |
Regione | Puglia |
Zona di produzione | Puglia,Campania,Calabria,Basilicata[1] |
Dettagli | |
Categoria | antipasto |
Riconoscimento | P.A.T. |
Settore | Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria |
Lepettole sono globi irregolari di pasta lievitata molto morbida e fritta inolio bollente, nate inPuglia ma diffuse anche nelle regioniCampania,Calabria eBasilicata.[2][3]
ATaranto le prime pettole vengono fritte la notte del 22 novembre (Santa Cecilia), come simbolo di dono per i bandisti che, la stessa notte, durante la processione della Santa e per tutta la giornata, percorrono le vie della città suonando le tipiche pastorali tarantine. Con le pettole (il termine potrebbe derivare dalgreco antico con il significato di "palline" o "cuscini", popolarmente noti anche come "cuscini del bambino Gesù") i tarantini celebrano l'inizio del periodo natalizio, che comincia il 22 novembre.
AMatera è usanza preparare l'impasto per le pettole dal primo mattino del 24 dicembre per friggerle e consumarle ancora calde verso mezzogiorno, come "spuntino", in attesa del cenone della vigilia. Come variante c'è l'aggiunta di alici sott'olio (prima della frittura) o la preparazione di vere e propriepizzette fritte da condire con pomodoro, basilico e pecorino. Alcune famiglie ripropongono le pettole la mattina del 31 dicembre. AMonte Sant'Angelo, nell'impasto delle pettole, si aggiungono anche delle patate lesse affinché la pettola risulti essere più morbida. ASan Severo è usanza prepararle il24 dicembre come vero e proprio pranzo della vigilia, condite anche con alici sott'olio.
Nella zona leccese la prima frittura avviene l'11 novembre, giorno in cui si celebranoSan Martino e, secondo la tradizione, la fine del periodo di fermentazione del mosto, che coincide quindi con l'arrivo sulle mense del vino nuovo (da non confondere con ilvino novello). È costume ancora molto praticato tra i leccesi, per l'occasione, festeggiareSantu Martinu ritrovandosi tra amici e parenti, preferibilmente nelle tipiche abitazioni di campagna normalmente preposte alla villeggiatura estiva. L'usanza locale prevede il consumo, oltre che delle 'pìttule' e del vino novello, anche di carni arrostite alla brace, particolarmente di cavallo e di maiale.
In alcuni comuni del sud-est barese, comeRutigliano, è consuetudine prepararle il giorno diSanta Caterina, il 25 novembre. Si usa ancora prepararle recitando preghiere.
Questo piatto è realizzato aGallipoli a partire dal 15 ottobre, giorno in cui si festeggiaSanta Teresa d'Avila, e che introduce nella stessa città il periodo natalizio. Possono essere rustiche o dolci, semplici o ripiene, e spesso vengono usate in sostituzione del pane, oppure come antipasto. In tutte le varianti, si realizzano utilizzandofarina,patata,lievito di birra,acqua esale, ma ne esiste anche una versione più semplice che non prevede l'utilizzo dellapatata e comunque la pasta deve risultare piuttosto fluida per poterla versare nell'olio senza fare un panetto solido destinato ad inzupparsi di olio.
La forma può essere quella della "pallottola" oppure di una ciambella, come è tradizione aSan Mauro Forte,Ferrandina,Bernalda,Salandra ePomarico, e nei paesiarbëreshë dellaCalabria. La ricetta tipica, presente aTaranto, è quella che le vede cosparse dizucchero, ma anche disale. In altre zone della regione è possibile degustarle ricoperte divincotto o vincotto di fichi, omiele, ma volendo si possono riempire anche con piccoli pezzi dibaccalà lessato o dialici salate, oppure con unbroccolo semicotto. InCalabria, in particolare aPolistena e in altre cittadine dellapiana di Gioia Tauro, sono tradizionali dell'8 dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione, per poi essere riproposte per tutto il periodo natalizio o, in estate, riproposte in ambito turistico; queste ultime possono essere vuote o ripiene con pomodori secchi,'Nduja, alici, baccalà, ecc.
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