Pietro II Orseolo | |
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Doge di Venezia | |
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In carica | 991 – 1009 |
Predecessore | Tribuno Memmo |
Successore | Ottone Orseolo |
Nome completo | Pietro II Orseolo |
Nascita | Venezia,961 |
Morte | Venezia,1009 |
Sepoltura | Chiesa di San Zaccaria |
Dinastia | Orseolo |
Padre | Pietro I Orseolo |
Religione | Cattolico |
Pietro II Orseolo (Venezia,961 –Venezia,1009) è stato il 26ºdoge delDucato di Venezia dal991 fino alla morte.
Era l'unico figlio diPietro I Orseolo e di FelicitaMalipiero (oBadoer). Nel976 il padre era asceso sul trono ducale, ma dopo soli due anni aveva lasciato la carica per ritirarsi nell'abbazia di San Michele di Cuxa.
La prima notizia documentaria sul suo conto è del 20 dicembre982, quando comparve tra i testimoni dell'atto di donazione dell'isola di San Giorgio Maggiore aimonaci benedettini perché vi fondassero unmonastero.
Dalla moglie Maria ebbe numerosi figli, che occuparono le maggiori cariche del Ducato:Giovanni, che fu coreggente sino alla sua prematura scomparsa,Ottone, che sostituì il precedente e divenne doge alla morte del padre,Orso eVitale, entrambi ecclesiastici, Enrico, di cui non si sa nulla se non che fu tenuto a battesimo dall'imperatoreEnrico II; delle femmine si ricordano Hicela o Icella, moglie di reStefano I di Croazia, Felicita, badessa delmonastero di San Giovanni Evangelista diTorcello e altre due non note, che pure presero i voti.
Nel991 venne eletto doge in sostituzione diTribuno Memmo, costretto ad abdicare durante gli scontri tra le famiglieColoprini eMorosini.
L'esordio dell'Orseolo fu assai felice: nei primi mesi di governo riuscì a conseguire il favore delle maggiori potenze straniere, assicurando al Ducato stabilità politica e prosperità economica. In particolare, dagliimperatori bizantiniBasilio II eCostantino VIII ottenne unacrisobolla, grazie alla quale i mercanti veneziani poterono godere di concessioni e privilegi; un diploma dagli analoghi contenuti venne emesso il 19 luglio992 dall'imperatore d'OccidenteOttone III. Altri accordi vennero conclusi con alcuni vescovadi della terraferma, ovveroTreviso,Ceneda eBelluno.
Tra il996 e il998 fu impegnato nella crisi seguita all'occupazione diEraclea da parte del vescovo di Belluno, Giovanni II. La discesa di Ottone III in Italia fu determinante nella risoluzione della vertenza a favore dei Veneziani e,in questa stessa occasione, l'imperatore confermò la sua alleanza con il Ducato facendo da padrino allacresima del figlio del doge (il quale cambiò nome da Pietro aOttone).
Il giorno dell'Ascensione dell'anno1000 (o del998, secondo alcuni) il doge, appoggiato da Basilio, inaugurò la sua più importante impresa, celebrata nei secoli successivi con la notafesta della Sensa. In quel giorno salpò alla testa di una consistente flotta contro i piratinarentani, che ormai da tempo ostacolavano i commerci veneziani nell'Adriatico.
L'evento ebbe soprattutto ripercussioni politiche: durante il viaggio la flotta visitò tutti i principali centri delle costeistriane edalmate e le popolazioni locali, vessate dagli scontri tra ilre croatoSvetislavo e suo fratelloCresimiro, accolsero il doge con tutti gli onori, giurandogli fedeltà. SoloLagosta oppose resistenza e dovette essere occupata con la forza. Nel luglio successivo il doge, insignito del titolo diDux Dalmatiae, tornava vittorioso in laguna.
La spedizione non aveva sortito la conquista della regione, che rimase indiscutibilmente sotto il controllo Bizantino, ma certamente gettò le basi per l'influenza veneziana sulla sponda orientale dell'Adriatico.
L'impresa adriatica aveva rafforzato i rapporti con Costantinopoli, ma l'abilità diplomatica dell'Orseolo permise a Venezia di mantenere saldi anche i rapporti con Ottone III. Nel1001 l'imperatore, con la scusa di certe cure termali, si era recato all'abbazia di Pomposa. Raggiunto dal funzionario ducaleGiovanni diacono, fu accompagnato sino al monastero diSan Servolo e poi in quello diSan Zaccaria, dove incontrò segretamente il doge. Il contenuto dei colloqui rimane un mistero; si può ipotizzare che Ottone cercasse l'appoggio di Venezia per le sue iniziative in Italia, ma che l'Orseolo riuscisse a mantenere una posizione neutrale pur senza compromettere l'amicizia con il sovrano.
Nel 1002 l'Orseolo si associò al governo il giovane figlio Giovanni. Nel 1002 o 1003 guidò con successo una flotta di 100 navi contro i Saraceni che assediavanoBari da mesi. Come ringraziamento fu edificata lachiesa di San Marco dei Veneziani a Bari vecchia. Anche in questo caso l'impresa, attuata con il benestare di Basilio II, fu un successo.
L'alleanza con Bisanzio fu ulteriormente rafforzata dal matrimonio tra Giovanni Orseolo e Maria, nipote dell'imperatore. La nascita di un bambino, chiamato Basilio in onore del sovrano, avrebbe offerto nuove prospettive alla politica dell'Orseolo; ma nel1007 padre, madre e figlio morirono, vittime di una pestilenza. Il doge si associò allora il secondo figlio, Ottone, sebbene meno dotato rispetto al fratello.
Poco dopo spirò anche il doge. Lasciò i suoi averi ai poveri e al clero e venne sepolto, accanto al figlio, nell'atrio dellachiesa di San Zaccaria.
Il suo ritratto nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale di Venezia reca un cartiglio con una scritta in latino che recita: "Subiugo Dalmatiam communis commoditate; / sponte bona multi colla dedere iugo. (Sottometto la Dalmazia nell’interesse del Comune, molti spontaneamente si arresero in modo pacifico)".[1]
Il comune di Venezia ha scavato un bacino di approdo per le gondole vicino a piazza San Marco e lo ha dedicato al suo nome.
Altri progetti
Predecessore | Doge di Venezia | Successore | ![]() |
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Tribuno Memmo | 991-1009 | Ottone Orseolo | |
conGiovanni Orseolo (1002-1007) Ottone Orseolo (1007-1009) |
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