| Pierre de Belleperche vescovo della Chiesa cattolica | |
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| Incarichi ricoperti | Vescovo di Auxerre |
| Nascita | 1230 circa aLucenay-sur-Allier |
| Nomina a vescovo | 1306 dapapa Clemente V |
| Morte | 17 gennaio1308 aParigi |
| Manuale | |
Pierre II de Belleperche, natoPierre de Breschard de Villars elatinizzato comePetrus de Bellapertica, in italianoPietro di Bellapertica (Lucenay-sur-Allier,1230 circa[1] –Parigi,17 gennaio1308), è stato ungiurista,politico evescovo cattolicofrancese,cancelliere di Francia,guardasigilli evescovo di Auxerre agli inizi del XIV secolo.
Pierre de Breschard nacque intorno al 1230 nel castello di Villars (Villeneuve-sur-Allier)[1], figlio dei signori del luogo. Studiò tra il 1270 e il 1280 sotto ilcanonicoRaoul d'Harcourt a Orléans.
Si fece conoscere per la sua profonda erudizione indiritto civile ed era soprannominato nel suo tempopater peritorum[2] ("padre degli esperti [del diritto]"). Belleperche fu professore digiurisprudenza all'Università di Orléans per 15 anni e scrisse un glossario sul codice che aumentò la sua reputazione. Fra i suoi discepoli vi fuCino da Pistoia.[3]
Intorno al 1296 si dimise dal suo incarico di insegnante per diventareclericus regis, a servizio del re. A nome del re e al servizio dell'amministrazione francese, Belleperche intraprese numerosi viaggi in questi anni: visitò l'Alvernia, ilVermandois,Lione,Losanna eArras. Dal 1299 fu canonico diBourges, come emissario del re francese al papa, dal 1303 fu anche canonico diChartres. Dal 1305 fu decano dellacattedrale di Parigi. Dal 1306 al 1307 fucancelliere di Francia.
Fece costruire sulle sue terre il castello diVilleneuve, che divenne verso il 1661 un bene reale.[1]
Papa Clemente V lo nominòvescovo di Auxerre nel 1306 su richiesta del reFilippo il Bello; tuttavia egli visse poco nel suo vescovato e morì a Parigi meno di due anni dopo.
È sepolto nel coro dellaCattedrale di Notre-Dame. Con il suo testamento del 1307 istituì nella cappella della sua casa a Villeneuve, una collegiata per 8 canonici, alla quale il re Filippo il Bello concesse lelettere patenti.
Lo stemma era: d'argento, al leone di sabbia[4].

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