| Pier Ferdinando Casini | |
|---|---|
| Presidente della Camera dei deputati | |
| Durata mandato | 31 maggio 2001 – 27 aprile 2006 |
| Predecessore | Luciano Violante |
| Successore | Fausto Bertinotti |
| Presidente dell'Internazionale Democratica Centrista | |
| Durata mandato | 28 gennaio 2006 – 10 luglio 2015 |
| Predecessore | José María Aznar |
| Successore | Andrés Pastrana Arango |
| Presidente dell'Unione Interparlamentare | |
| Durata mandato | 19 ottobre 2005 – 15 ottobre 2008 |
| Predecessore | Sergio Paez Verdugo |
| Successore | Theo-Ben Gurirab |
| Segretario del Centro Cristiano Democratico | |
| Durata mandato | 18 gennaio 1994 – 31 maggio 2001 |
| Presidente | Clemente Mastella Sandro Fontana |
| Predecessore | Carica creata |
| Successore | Marco Follini |
| Senatore della Repubblica Italiana | |
| In carica | |
| Inizio mandato | 15 marzo 2013 |
| Legislatura | XVII, XVIII, XIX |
| Gruppo parlamentare | XVII: -Per l'Italia(fino al 15/12/2014) -AP-CpE-NCD(dal 16/12/2014) XVIII:Per le Autonomie XIX:PD-IDP |
| Coalizione | XVII:Con Monti per l'Italia XVIII:Centro-sinistra 2018 XIX:Centro-sinistra 2022 |
| Circoscrizione | XVII:Campania XVIII-XIX:Emilia-Romagna |
| Collegio | XVIII:4 (Bologna) XIX:3 (Bologna) |
| Incarichi parlamentari | |
XVII legislatura:
XVIII legislatura:
| |
| Sito istituzionale | |
| Deputato della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 12 luglio 1983 – 14 marzo 2013 |
| Legislatura | IX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI |
| Gruppo parlamentare | IX-X:DC XI: -DC(fino al 19/01/1994) -CCD(dal 19/01/1994) XII:CCD XIII: -CCD(fino al 15/04/1998) -Misto/CCD(dal 15/04/1998) XIV:UDC (CCD-CDU) XV:UDC XVI:Unione di Centroper il Terzo Polo |
| Coalizione | XII:Polo delle Libertà XIII:Polo per le Libertà XIV-XV:Casa delle Libertà |
| Circoscrizione | IX-XI:Bologna XII:Emilia-Romagna XIII:Puglia XIV:Lazio 1 XV:Lombardia 1 XVI:Liguria |
| Collegio | XIII:10 (Maglie) XIV:32 (Pomezia) |
| Incarichi parlamentari | |
X legislatura:
XV legislatura:
XVI legislatura:
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| Sito istituzionale | |
| Europarlamentare | |
| Durata mandato | 19 luglio 1994 – 2 luglio 2001 |
| Successore | Giuseppe Brienza |
| Legislatura | IV,V |
| Gruppo parlamentare | PPE |
| Circoscrizione | Italia nord-orientale |
| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Centristi per l'Europa(dal 2017) In precedenza: DC(1979-1994) CCD(1994-2002) UdC(2002-2016) |
| Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
| Università | Università degli Studi di Bologna |
| Professione | Politico |
Pier Ferdinando Casini (Bologna,3 dicembre1955) è unpoliticoitaliano.
Formatosi politicamente nellaDemocrazia Cristiana, aderì inizialmente alla corrente deidorotei e in seguito divenne uno dei collaboratori più stretti diArnaldo Forlani; dopo ladissoluzione della DC, nel 1994 fu tra i fondatori delCentro Cristiano Democratico, il gruppo di minoranza che si schierò con la coalizione dicentro-destra guidata daSilvio Berlusconi. DesignatoPresidente della Camera nellaXIV legislatura (2001-2006), nel corso del mandato confluì nell'Unione di Centro insieme agli altri membri del suo partito. Ruppe in via definitiva l'alleanza con Berlusconi prima delleelezioni politiche del 2008, tornando in tempi diversi a promuovere l'aggregazione di svariate formazionicentriste e avvicinandosi successivamente anche alcentro-sinistra; nel 2017 ha fondato il movimentoCentristi per l'Europa.
Essendo stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 1983 ed essendo stato confermato nelle successive dieci legislature, al luglio 2023 Casini è stato parlamentare per 40 anni (30 da deputato e 10 da senatore).[1]
Nato il 3 dicembre 1955 aBologna, primogenito di Tommaso Casini,docente di lettere, dirigente locale e segretario cittadino dellaDemocrazia Cristiana (DC), e di Mirella Vai,bibliotecaria alprovveditorato, ha due sorelle e un fratello, Marco Casini che è Segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale dal 30 settembre 2022.[2] Dopo aver conseguito lamaturità classica alliceo "Luigi Galvani" di Bologna, si è laureato nel1979 ingiurisprudenza presso l'Università di Bologna, entrando nel contempo a far parte del direttivo nazionale giovanile dellaDC.
In prime nozze ha sposato Roberta Lubich, dalla quale ha avuto due figlie, Benedetta e Maria Carolina. Dopo la separazione consensuale dalla Lubich, avvenuta nel1998, e il successivo divorzio, Casini intraprese una nuova relazione sentimentale con Azzurra Caltagirone, figlia dell'imprenditore ededitore romanoFrancesco Gaetano Caltagirone, con la quale si sposò nel2007 conrito civile, separandosene nel2015. Da questa unione sono nati Caterina (2004)[3] e Francesco (2008)[4]. Nel luglio 2016 è stato annunciato il divorzio tra Pier Ferdinando Casini ed Azzurra Caltagirone[5]. Vive a Roma, dove insegnageopolitica delmediterraneo presso l'Università LUMSA.[6]
In seguito al conseguimento dellalaurea ingiurisprudenza nel1979 ha iniziato la sua attività politica nellaDemocrazia Cristiana (DC) comeconsigliere comunale diBologna, fino all'elezione allaCamera dei deputati alleelezioni politiche del 1983 nellacircoscrizione Bologna-Ferrara-Ravenna-Forlì, tornata elettorale nella quale raccolse 34.409 voti di preferenza. È stato riconfermato nel medesimo collegio quattro anni dopo alleelezioni del 1987 con 52.667 preferenze ed il decennio successivo nellepolitiche del 1992 con 50.323, sempre nelle file dellaDC.
Formatosi politicamente nellacorrentedorotea guidata daAntonio Bisaglia, dopo la scomparsa di quest'ultimo nel1984 divenne uno fra i più stretti collaboratori diArnaldo Forlani che nel febbraio del1989, in seguito alla sua elezione asegretario, carica che aveva già ricoperto nel quadriennio1969-1973, lo inserì nella Direzione Nazionale del partito. Gli anni in cui Casini svolse questo ruolo rientrano nel periodo del cosiddetto "C.A.F.", l'alleanza traBettino Craxi,Giulio Andreotti edArnaldo Forlani in contrapposizione aCiriaco De Mita, a sua volta leader della correnteSinistradiBase e più vicino alPCI/PDS.
Casini fu inoltre nominato nella seconda metà deglianni '80 responsabile dell'ufficio stampa epropaganda delpartito; sempre in questi anni, durante laX legislatura è stato anche vicepresidente della primacommissione stragi alla Camera dei deputati[7], nonché membro dellecommissioniGiustizia,Attività produttive eTrasporti.[7]

Nel 1993, in unaDemocrazia Cristiana in crisi di consenso, travolta dalle indagini diMani pulite e dal processo per mafia aGiulio Andreotti, Casini, insieme aClemente Mastella, prese posizioni non in linea con la linea politica dell'allorasegretarioMino Martinazzoli, propendendo per un'alleanza con la neonataForza Italia diSilvio Berlusconi, laLega Nord diUmberto Bossi (che nell'Italia settentrionale erodeva consensi alla DC) e ilMovimento Sociale Italiano diGianfranco Fini, in un quadro politico tendenzialmentebipolarista per effetto dellanuova legge elettorale che cambiava il sistema elettorale in senso maggioritario.
Motivato anche dal timore che la DC, alimentata della cosiddetta "sinistrademocristiana", arrivasse a stringere alleanze con ilPartito Democratico della Sinistra diAchille Occhetto, fuoriuscì dal partito e, mentre Martinazzoli faceva rinascere ilPartito Popolare Italiano, insieme a Mastella fondò il 18 gennaio 1994 ilCentro Cristiano Democratico, con cui alleelezioni politiche del 1994 fu ricandidato alla Camera nelcollegio uninominale di Bologna - Borgo Panigale, sostenuto dalPolo delle Libertà in quotaCCD, ma otteneno il 20,22% dei voti e venendo sconfitto dalleader dell'Alleanza dei Progressisti esegretario del PDSOcchetto (59,77%). Venne comunque rieletto nella parte proporzionale dellacircoscrizione Emilia-Romagna tra le liste diForza Italia[8], andando ad appoggiare ilprimo governo Berlusconi e a porsi all'opposizione del successivogoverno tecnicoDini.
Inoltre, fu eletto per la prima volta alParlamento europeo nel 1994 nellacircoscrizione Italia meridionale con 192.663 preferenze e confermato nel 1999 con 66.358 voti, iscrivendosi al gruppo delPartito Popolare Europeo.
Alleelezioni regionali del 1995 presentò la propria candidatura a consigliere regionale per il Centro Cristiano Democratico sia in Lazio per le province di Roma e Viterbo sia in Piemonte per le province di Asti e Torino, ma non risultò eletto.
Alleelezioni politiche del 1996 presentò il suo partito in una lista al proporzionale insieme aiCristiani Democratici Uniti diRocco Buttiglione e fu rieletto nelcollegio uninominale di Maglie per ilPolo per le Libertà, ottenendo il 53,69% contro il 46,31% del candidato dell'Ulivo Aurelio Antonio Gianfreda. Dopo la sconfitta delPolo delle Libertà, restò all'opposizione dei governi dell'Ulivo, mentre Mastella e parte del partito a partire dal 1998 entrò in alleanza con ilcentro-sinistra.
Alleelezioni politiche del 2001 Casini viene ricandidato alla Camera nelcollegio uninominale di Pomezia, sostenuto dallaCasa delle Libertà in quotaCCD, venendo rieletto con il 54,5% dei voti e superando Angelo Capriotti dell'Ulivo (36,29%). Grazie alla vittoria della sua coalizione, il 31 maggio 2001 viene elettopresidente della Camera dei deputati durante il quarto scrutinio con 343 voti su 597 (ilquorum era di 299). Nel suo discorso d'insediamento, Casini si scaglia contro "il male oscuro deltrasformismo"[9]. Durante la sua presidenza, ilgiuristaMarco Biagi gli scrisse per comunicargli i suoi timori per non avere una scorta adeguata[10]; Biagi verrà ucciso dalleNuove Brigate Rosse il 19 marzo2002.

Nel 2002 il CCD e CDU, insieme conDemocrazia Europea, si fusero nell'UDC. Il 14 novembre 2002 Casini, da presidente della Camera, accolsepapa Giovanni Paolo II in visita al Parlamento riunito in seduta comune, per la prima volta nella storia d'Italia[11]. L'appuntamento traeva origine dall'invito rivolto dallo stesso Casini e dal presidente delSenatoMarcello Pera, che avevano rinnovato a Giovanni Paolo II quello già a suo tempo formulato dai predecessoriViolante eMancino[12].

Il 19 ottobre 2005, fu eletto presidente dell'Unione Interparlamentare e il 28 gennaio successivo presidente dell'Internazionale Democristiana (IDC) succedendo aJosé María Aznar.
Nella campagna elettorale per leelezioni politiche del 2006, l'UDC inserì il nome di Casini nel nuovo simbolo del partito. Lo stesso Casini sostenne, insieme aGianfranco Fini (ma in disaccordo con laLega Nord), l'ipotesi che illeader dellaCasa delle Libertà (e candidato in pectore allaPresidenza del Consiglio) potesse essere un politico diverso daBerlusconi qualora gli alleati avessero raggiunto un numero di voti maggiore rispetto a quelli diForza Italia. Casini fu eletto alla Camera da capolista nellacircoscrizione Lombardia 1.
Le incrinature nel rapporto tra l'UDC e la Casa delle Libertà si manifestarono con evidenza il 2 dicembre2006, quando i partiti del centro-destra all'opposizione algoverno Prodi II, organizzarono tuttavia due manifestazioni in città diverse: Berlusconi, Fini e Bossi guidarono il corteo che sfilò aRoma, mentre Casini e gli altri dirigenti dell'UDC (esclusoCarlo Giovanardi che partecipò a Roma), sfilarono aPalermo[13][14].
Durante il 3º congresso dell'UDC, svoltosi aRoma dal 13 al 15 aprile 2007, Casini e il segretarioLorenzo Cesa chiesero ai delegati di consolidare la linea politica di indipendenza dalla Casa delle Libertà e di intraprendere iniziative autonome nell'opposizione al centro-sinistra; Cesa fu confermato segretario con l'86% dei voti, relegando al 14% la mozione di Giovanardi, che chiedeva una riapertura del dialogo con la CdL e l'avvio di un percorso di alleanza e collaborazione con tutti i soggetti che aderiscono alPartito Popolare Europeo e si richiamano all'area politica di centro. Nelle conclusioni, Casini definì l'UDC il mezzo per la costruzione di un partito dei moderati che abbia come riferimento ilPPE, confermando le posizioni del partito sull'azione parlamentare e sulla distinzione rispetto agli altri partiti del centro-destra.
Nell'agosto 2007 un'inchiesta del settimanaleL'Espresso riporta di un acquisto, insieme all'ex moglie, di una palazzina in una prestigiosa zona di Roma "a prezzo scontato", intestando gli appartamenti alla stessa ex moglie, all'ex suocera e alle due prime figlie[15][16]. Il 9 settembre 2007, all'indomani della manifestazione delV-Day organizzata dagliAmici di Beppe Grillo, la definì come «la più grande delle mistificazioni», una manifestazione «di cui dovremmo tutti vergognarci» e accusò i manifestanti – che avevano espresso dissenso nei confronti dellalegge 30 – di aver attaccato la memoria del giuslavoristaMarco Biagi ucciso nel 2002 dalleNuove Brigate Rosse[17].

In occasione delleelezioni politiche del 2008 Casini ruppe definitivamente con la coalizione di centro-destra e, insieme allaRosa Bianca diSavino Pezzotta e ai Circoli Liberal, costituì l'Unione di Centro, che ottenne il 5,6% dei voti, facendo eleggere 36 deputati e 3 senatori[18]. Casini, già candidato premier ed eletto nellacircoscrizione Liguria, assurse al ruolo dicapogruppo allaCamera dell'UDC, lasciando poi l'incarico aGian Luca Galletti il 26 aprile2012. Contestando il "finto bipartitismo" e praticando in Parlamento un "opposizione repubblicana", l'UDC non entrò in maggioranza, valutando di volta in volta i singoli provvedimenti.
Dopo la polemica per la candidatura diCuffaro, successivamente condannato a 7 anni di reclusione[19][20] per favoreggiamento aggravato aCosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio[21], Casini si assunse in diretta televisiva la responsabilità politica per la candidatura[22].
Ne 2008 promosse la Costituente di Centro con lo scopo di dar vita a un nuovo soggetto politico di matrice popolare e liberale, alternativo ai due poli[23]. Nonostante l'insistenza con cuiSilvio Berlusconi cercava di convincerlo a rientrare nella maggioranza di centro-destra, Casini rimase fermo nell'opposizione al governo, anche a costo di subire la scissione deiPopolari di Italia Domani capeggiata daFrancesco Saverio Romano, ritenendo conclusa la stagione politica di Berlusconi[24]. Con la formazione delgoverno Monti, impegnato in un rigoroso risanamento dei conti pubblici, entrò nella maggioranza.

Il 30 marzo2012, con una lettera indirizzata al presidente della CameraGianfranco Fini, per primo rinunciò ad ogni beneficio connesso allo status di ex presidente della Camera[25]. Il 21 settembre 2012 venne rieletto all'unanimità presidente dell'Internazionale Democratica Cristiana.[26]
Alleelezioni politiche del 2013 Casini colloca l'UdC nellacoalizionecentristaCon Monti per l'Italia guidata dalPresidente del Consiglio uscenteMario Monti, auspicando, come già detto a settembre2012[27], la continuità del governo Monti, dove, dopo 30 anni trascorsi allaCamera, si candida alSenato della Repubblica come capolista nellecircoscrizioniBasilicata eCampania. Alla tornata elettorale Casini venne eletto per la prima volta senatore sia in Basilicata che in Campania, optando per quest'ultima, ma per l'UdC segnò una pesante batosta, vedendosi la rappresentanza parlamentare ridotta a 10 deputati e 3 senatori, andando a costituiregruppi parlamentari unitari conScelta Civica diMonti sia alla Camera che al Senato. Successivamente Casini, per non condizionare l'analisi del risultato elettorale, non prese parte al Consiglio nazionale del partito convocato all'indomani del voto.[28]
Sia Casini che l'UdC appoggiarono ilgoverno di larghe intese guidato daEnrico Letta, e il 7 maggio Casini fu elettopresidente della Commissione Affari esteri, emigrazione del Senato. Fra gli altri provvedimenti adottati dalla commissione sotto la sua presidenza vi è la ratifica dellaconvenzione di Istanbul contro laviolenza sulle donne equella domestica[29]. Nel febbraio del 2014 ha guidato una delegazione di parlamentari come presidente della commissione in visita in India per verificare le condizioni dei duemarò italiani trattenuti per lacontroversia tra Italia e India relativa all'uccisione di due pescatori indiani del Kerala.
A ottobre del 2013 si consumò la rottura dell'alleanza politica tra UdC eScelta Civica di Monti[30], alleanza che sin dai primi giorni successivi alle elezioni aveva mostrato incrinature e difficoltà. Anche i gruppi parlamentari si separarono e gli eletti dell'UdC confluirono nel nuovo soggetto denominatoPer l'Italia insieme ad alcuni ex montiani, come il ministro della difesaMario Mauro eLorenzo Dellai.
A febbraio2014, pur proseguendo l'appoggio dell'UdC allelarghe intese presieduto da Letta, Casini annunciò l'intenzione di riallacciare l'alleanza politica con il centrodestra, nelle due componenti della rinataForza Italia, guidata da Silvio Berlusconi e delNuovo Centrodestra diAngelino Alfano. Secondo Casini, l'entrata in scena delMovimento 5 Stelle, che aveva occupato tutti gli spazi elettorali alternativi, aveva fatto definitivamente tramontare il progetto di dar vita a un polo autonomo di centro[31]. Con la formazione delgoverno Renzi, Casini votò la fiducia.
Il 1º luglio 2016 Casini annuncia di non aver rinnovato la tessera dell'UdC, cessando quindi di farne parte, dopo la mancata adesione del partito aicomitati per il sì per ilreferendum costituzionale del dicembre 2016. Il 16 dicembre 2016, insieme aGianpiero D'Alia, fondò un nuovo soggetto,Centristi per l'Italia, che a differenza dell'UdC restava inArea Popolare a sostegno delgoverno Gentiloni. L'11 gennaio 2017 Centristi per l'Italia cambia nome inCentristi per l'Europa.
Il 27 settembre 2017, con 21 voti su 40, venne eletto presidente dellaCommissione parlamentare d'inchiesta sulsistema bancario efinanziario; nel contempo si dimise dalla presidenza della Commissione Esteri.[32]

Il 29 dicembre Casini partecipò come esponente diCentristi per l'Europa alla fondazione della listaCivica Popolare[33], alleata delPartito Democratico alleelezioni politiche di marzo 2018. Casini, candidato della coalizione al Senato nelcollegio uninominale Emilia-Romagna - 04 (Bologna), vinse il seggio con il 34,16% dei voti[34], superando Elisabetta Brunelli del centrodestra (27,97%) eMichela Montevecchi delMovimento 5 Stelle (24,39%). Essendo l'unico eletto al Senato del suo partito, si iscrisse al gruppo parlamentarePer le Autonomie[35]. Il 2 agosto 2018 venne eletto all'unanimità Presidente dell'Interparlamentare italiana, organismo bicamerale che aderisce all'Organizzazione mondiale dei Parlamenti (IPU-UIP).
In occasione delleelezioni europee del 2019 Casini dichiarò il sostegno alPartito Democratico, auspicando però la formazione di un nuovo grande partito di centro aperto anche ad esponenti di Forza Italia[36].
Nel maggio2019, durante lacrisi presidenziale venezuelana, intervenne presso il Tribunale Superiore di Giustizia insieme all'ambasciatore italiano Placido Vigo per negoziare un salvacondotto in favore dei parlamentari dell'Assemblea nazionale venezuelanaMariela Magallanes eAmérico de Grazia rifugiatisi presso l'ambasciata italiana aCaracas per sfuggire alle minacce del governo diNicolás Maduro, che aveva revocato l'immunità parlamentare: nel novembre 2019, i due parlamentari riuscirono a lasciare il Venezuela[37].
Nell'agosto2020, in vista delreferendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari legato alla riforma "Fraccaro" delMovimento 5 Stelle, annuncia il proprio voto contrario.[38][39]
Il 19 gennaio 2021 votò la fiducia algoverno Conte II[40] e il successivo 17 febbraio fu assente, a causa della sopraggiunta positività alSARS-CoV-2, alla votazione per la fiducia algoverno Draghi[41].
In vista e durante gli scrutini per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2022, il suo nome venne proposto come possibile candidato presidente dellamaggioranza di governo da un gruppo di partiticentristi delcentro-destra (Forza Italia,Unione di Centro,Noi con l'Italia eCoraggio Italia)[42][43][44], che avevano dato mandato di rappresentanza ai vertici di maggioranza per scegliere il candidato adAntonio Tajani, coordinatore di FI[45][46]. Data la contrarietà dellaLega e per evitare una situazione di stallo, durante una conferenza stampa, Casini chiese di non essere candidato, esprimendo il proprio supporto all'ipotesi che si stava profilando di un "Mattarella bis"[47][48].
Il 20 luglio 2022, in occasione delle comunicazioni in Senato del Presidente del ConsiglioMario Draghi in seguito al ritiro del sostegno al governo da parte delMovimento 5 Stelle, Casini è il primo firmatario di una mozione, sulla quale il Governo pone la fiducia, con la quale il Senato approva le dichiarazioni di Draghi, invitandolo a rimanere in carica con l'attuale maggioranza. Tale mozione si contrappone a quella presentata dal vicepresidente del SenatoRoberto Calderoli (Lega per Salvini Premier), non accettata dal Governo, che impegnerebbe Draghi a formare un nuovo governo senza ilM5S[49]. Il rifiuto del centro-destra di governo di votare la mozione presentata da Casini certifica il venir meno della maggioranza di unità nazionale, il che spinge Draghi a reiterare le dimissioni già presentate il 14 luglio precedente e il Presidente della Repubblica a sciogliere anticipatamente il Parlamento.
Alleelezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato nelcollegio uninominale Emilia-Romagna - 03 (Bologna) con la listaPartito Democratico - Italia Democratica e Progressista della coalizione dicentro-sinistra.[50] Viene eletto con il 40,07%, 8 punti in più dell'avversario del centro-destraVittorio Sgarbi (32,32%) e 30 rispetto al candidato delMovimento 5 Stelle Fabio Selleri (10,86%).[51]
Il 6 dicembre 2022, con voto bipartisan, viene confermato presidente dell’Interparlamentare italiana, organismo bicamerale che aderisce all’organizzazione mondiale dei Parlamenti (UIP) con sede a Ginevra[52].
Dal 2015 èdocente a contratto di "Geopolitica del Mediterraneo" presso l'Università LUMSA di Roma[53]. Nel 2015 è stato docente del ciclo di lezioni "Esperienze di diplomazia parlamentare: le cooperazioni interparlamentari e il ruolo dei Parlamenti nella politica estera" nell’ambito del master in Parlamento e Politiche Pubbliche dellaLUISS School of Government[54]. Presso la stessa istituzione dal 2017 dirige, insieme aRaffaele De Mucci eMarc Lazar, l'executive master in "Leadership politica"[55].
È membro del comitato consultivo delthink tankTorino World Affairs Institute[56].
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| Predecessore | Presidente della Camera dei deputati | Successore |
|---|---|---|
| Luciano Violante | 31 maggio 2001 – 27 aprile 2006 | Fausto Bertinotti |
| Predecessore | Presidente dell'Internazionale Democratica Centrista | Successore |
|---|---|---|
| José María Aznar | 29 gennaio 2006 – 15 luglio 2015 | Andrés Pastrana Arango |
| Predecessore | Segretario nazionale del Centro Cristiano Democratico | Successore |
|---|---|---|
| nessuno | 18 gennaio 1994 – 31 maggio 2001 | Marco Follini |
| Predecessore | Capogruppo dell'Unione di Centro allaCamera dei deputati | Successore |
|---|---|---|
| Luca Volontè | 12 maggio 2008 – 26 aprile 2012 | Gian Luca Galletti |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 41088721 ·ISNI(EN) 0000 0000 3576 3164 ·SBNCFIV084293 ·LCCN(EN) n95060861 ·GND(DE) 1127615351 |
|---|