Inizialmente la parolaPiemonte, che a partire dalla fine del XII secolo apparve scritto nelle cartinetopografiche nella versione latinaPedemontium oPedemontis (che significa "ai piedi dei monti"), identificava i possedimenti deiSavoia, limitati ai tratti compresi in prossimità delSangone, dellaDora Riparia e delPo. Successivamente il termine si estese ad indicare una parte sempre più ampia della pianura al di qua delleAlpi, elevata nel1418 aPrincipato, in concomitanza con le conquistesabaude. Il legame con il paesaggio alpino è evidente nella storia. InVal di Susa nella zona diNovalesa, posta alla base delColle del Moncenisio, che presenta un ripido dislivello tra passo e fondovalle circondato da alte cime, un edificio ecclesiastico posto lungo la frequentataVia Francigena veniva già indicato tra XII e XIII secolo comeS. Maria ad Pedem Montis Cenisii, oS. Maria de Pedemontio[22].
«Su le dentate scintillanti cime, / balza il camoscio, scende la valanga / da' ghiacci immani rotolando per le / selve; / ma da i silenzi de l'effuso azzurro / esce nel sole l'aquila, e distende / in tarde ruote digradanti il nero / volo solenne. / Salve, Piemonte! ...»
Ilterritorio della regione è suddivisibile in tre fasce concentriche, di cui la prevalente e più esterna è quellaalpina edappenninica (ben il 43% del territorio regionale). Al suo interno vi è la zona collinare (30% del territorio), la quale racchiude la zona pianeggiante (26% del territorio). Nella regione scorrono moltissimifiumi etorrenti, tuttiaffluenti del fiumePo che nasce alPian del Re ai piedi delMonviso.
La montagna piemontese ha un aspetto imponente ed aspro: le sommità al di sopra dei tremila metri scendono rapidamente verso la pianura, caratterizzando la zona occidentale della regione che, a differenza di tutte le altre regioni alpine, è priva dellePrealpi. Questo fenomeno è particolarmente evidente in Val di Susa, dove ad esempio aSusa il fondovalle si trova a una quota di soli 503 metris.l.m., mentre le cime che circondano l'abitato superano i 3 000 metri e raggiungono i 3 538 metri s.l.m. con ilRocciamelone. Al di sotto delle rocce e dei pascoli ci sono ampie estensioni di boschi diconifere (il Piemonte è la prima regione italiana per superficie forestale, con circa un milione di ettari di boschi[23]), tra le quali gliabeti sono meno diffusi che in altre sezioni delle Alpi; scendendo di quota esse lasciano presto il posto afaggeti ecastagneti. In questa fascia sono presenti le più alte cime della regione, che superano i4000 m: laPunta Nordend (4609 m), massima elevazione regionale nonché seconda cima più alta del massiccio delMonte Rosa; e ilMassiccio del Gran Paradiso, che tocca quota 4026 m conil Roc; vi sono poi numerose cime che superano i3000 m, tra cui ilMonviso, l'Uia di Ciamarella, ilRocciamelone, ilMonte Leone e l'Argentera.
Nelle valli sono evidenti le impronte umane, rappresentate da importanti vie di comunicazione internazionali stradali e ferroviarie. Nelle valli minori si trovanodighe,impianti idroelettrici e centri turistici. Le principali zone collinari sono ilCanavese a nord-ovest, leLanghe e ilRoero a sud, ilMonferrato e leColline del Po al centro, leColline Novaresi e delVergante a nord e iColli Tortonesi a sud-est. Le colline meridionali delle Langhe e del Monferrato sono formate da antichisedimenti marini e sono poco resistenti all'acqua, che vi scava un labirinto di solchi e di valli. I versanti bene esposti sono coltivati avite,cereali eforaggi ma anche afrutteti enoccioleti, mentre l'allevamento, un tempo molto diffuso, è ora concentrato nelle pianure meridionali. Nel 2014 le colline vitate delle Langhe, del Roero e del Monferrato sono state incluse nellaLista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Tra queste colline e le Alpi, unaltopiano ricco di acqua arriva fino a Cuneo, ad oltre cinquecento metri di altezza: qui i campi sono coltivati soprattutto a foraggi e cereali. Proprio nella regione ha inizio laPianura Padana, che, soprattutto nelle province diVercelli eNovara, è ampiamente coltivata arisaie, grazie anche alla grande quantità d'acqua disponibile, sia per lerisorgive che, soprattutto, per i canali artificiali, il più importante dei quali è sicuramente ilCanale Cavour. Nell'area attorno alle grandi città, in particolare aTorino eNovara, il paesaggio tipico è quello dello sviluppo antropico seppure meno accentuato rispetto al resto della pianura padana, mentre nel resto della pianura ilriso si avvicenda ad altri cereali e foraggi e lepiantagioni dipioppi si intercalano ai campi.
Il territorio piemontese è ricco di corsi d'acqua, tuttitributari del fiumePo, che attraversa interamente la regione da ovest a est. Da citare, oltre allo stesso Po, sono:
Maira, affluente di destra, lungo circa111,1 km, percorre con il suoaffluenteGrana - Mellea le valli omonime, la pianura Cuneese e il Saviglianese, per gettarsi poi nelPo aLombriasco;
Dora Baltea, affluente di sinistra, lunga160 km, dopo aver attraversato interamente laValle d'Aosta bagnaIvrea e attraversa la parte orientale delCanavese, gettandosi nel Po nei pressi diCrescentino;
Sesia, affluente di sinistra, lunga141 km, attraversa il vercellese ed è uno dei più importanti fiumi del Piemonte orientale; confluisce nel Po nei pressi diCandia Lomellina;
Cervo, affluente di sinistra, lungo65 km, dopo avere raccolto le acque dell'Elvo confluisce nelSesia non lontano daVercelli;
Agogna, affluente di sinistra, lungo140 km, nasce dal monteMottarone e affluisce nelPo inLombardia. PressoNovara il fiume dà origine alla ''Piana dell'Agogna'';
Numerosi sono ilaghi alpini di origineglaciale emorenica presenti nella regione. Illago Maggiore, che segna il confine a est con laLombardia, insieme al suoemissario, uno dei laghi più grandi d'Italia, mentre altri, naturali o artificiali, non superano i2 km².Tra tutti i laghi presenti si ricordano in particolare:
Lago d'Orta, il secondo lago della regione per estensione, tra le province diNovara e delVerbano-Cusio-Ossola, ha una superficie di18,2 km² ed una profondità massima di143 m. La sua peculiarità è di avere al centro l'Isola di San Giulio;
Lago di Viverone, il terzo lago per estensione, tra le province diTorino e diBiella, ha una superficie di6 km² ed una profondità massima di50 m.
Il Piemonte ha unclima di tipotemperato umido con estate calda nelle zone di pianura che sulleAlpi diventa progressivamente temperato-umido con estate tiepida e freddo salendo in quota. Nelle zone situate a bassa quota gli inverni sono relativamente freddi ma poco piovosi e spesso soleggiati, con possibilità di nevicate, talvolta abbondanti, nelle zone lungo il Po, sulle zone collinari come le Langhe e il Monferrato e nelle aree pedemontane. Precipitazioni nevose sono invece meno frequenti e occasionali nelle zone di nord-est. Le estati invece sono calde ed afose con locali possibilità di forti temporali, specialmente nelle zone a nord del Po, mentre nelle zone a sud del Po le precipitazioni estive rappresentano il minimo pluviometrico assieme a quello invernale (le precipitazioni minori in estate sono dovute al fatto che sono meno esposte alle perturbazioni atlantiche, portatrici di piogge e temporali).Le piogge cadono prevalentemente in primavera ed autunno sulla maggior parte del territorio, in estate nelle zone alpine più elevate ed interne: le quantità annue sono notevoli sui versanti montani e pedemontani del nord della regione, mentre sono più scarse sulle pianure a sud del Po, specialmente inprovincia di Alessandria.
Sullapiovosità ha molta influenza la direzione di provenienza delle masse d'aria. Se esse sono umide e provengono da sud, sud-est o est, la catena alpina sbarra loro la strada (si tratta del fenomeno dettostau): in tal caso le precipitazioni possono anche essere molto abbondanti, specialmente sui primi versanti montani, talvolta provocandoalluvioni. Nel caso invece le correnti d'aria provengano da nord, nord-ovest oppure ovest, l'umidità si scarica sul versante occidentale delle Alpi e pertanto l'aria che raggiunge la regione è asciutta, potendo provocare l'assenza di precipitazioni anche per settimane. Inoltre, sulle zone montane e pedemontane, specialmente in provincia di Torino, diventano frequenti i fenomeni difavonio (vediOndata di caldo del gennaio 2007). La neve d'inverno è una meteora relativamente frequente, stante l'effetto catino delle Alpi e dell'Appennino, maggiore a sud-ovest, che rende difficile il ricambio d'aria e d'inverno favorisce l'accumulo di un cuscinetto di aria fredda al suolo.[24]
Sulle rive del Lago Maggiore è presente unmicroclima particolare, con inverni più miti che nel resto della regione ed estati più fresche e temporalesche. Anche nelle valli e sulle colline esposte a sud si riscontrano climi più miti e soleggiati.
Dal punto di vista Geologico il Piemonte è una regione in cui sono presenti importanti catene montuose, estese aree collinari e un'ampia pianura.NelTriassico (256 milioni di anni fa), mentre ad occidente dell'Europa attuale si andava formando l'oceano Atlantico, alla latitudine dell'Italia era presente un grande golfo: era ciò che rimaneva dell'antico oceano, denominatoTetide: La Tetide nel tempo cominciò a prosciugarsi e la sua superficie cominciò ad inarcarsi e risalire a causa di un fenomeno disubduzione, la superficie si riscaldò anche a causa del calore prodotto dalla risalita del magma ed estese coltri rocciose che costituivano parte del mantello, della crosta oceanica e di quella continentale vennero spinte in superficie accavallandosi le une sulle altre.
20 milioni di anni fa la catena alpina era oramai costituita; nell'area mediterranea si produsse una nuova risalita di calore dal mantello terrestre che determinò l'inarcamento e la rottura della crosta europea dalla quale si distaccò il blocco sardo - corso. Questa micro-zolla fece perno sul golfo ligure eseguendo una rotazione antioraria di 50° e formando il mar ligure. Il mare ricopriva la Collina diTorino, leLanghe, ilRoero, ilMonferrato e laPianura Padana.
Scorcio di Ceresole Reale, parco nazionale del Gran Paradiso
L'aumento della temperatura delle acque trasformò il mar Mediterraneo in un basso lago salato con molte zone prosciugate, condizione che durò diverse centinaia di migliaia di anni e fece depositare sedimenti di tipo salino: le evaporiti. Successivamente il Mediterraneo ritornò in comunicazione con le acque oceaniche e l'acqua riprese a circolare, formando un golfo triangolare tra la catena alpina e quella appenninica; a seguito dei continui sollevamenti della catena alpina ed appenninica il mare si ritirò dal golfo e l'accumulo di sedimenti portati dai fiumi diede origine ad una pianura alluvionale che corrisponde all'attuale pianura Padana. I depositi marini di questo periodo sono visibili nell'attuale area astigiana del Piemonte, ma sono presenti anche nel Biellese ed allo sbocco dellaValsesia eValsessera a testimoniare che il mare arrivava fin quasi sotto alla catena alpina. Alcune isole emergevano dal mare che ricopriva il Piemonte, l'attuale Collina torinese e del Basso Monferrato. Dai resti fossili sappiamo che il clima di quel periodo era di tipo subtropicale, e quindi più caldo ed umido di quello attuale. I corsi d'acqua portavano i loro detriti formandodelle foci a delta[non chiaro] sui quali pascolavano branchi di rinoceronti, elefanti, cervi e cavalli. I corsi d'acqua con la loro forza erosiva asportarono i sedimenti del periodo precedente, spessi anche centinaia di metri, ricoprendo il bacino con depositi fluviali megaconoidi. Un milione di anni fa il clima subì un ulteriore cambiamento: aumentarono le piogge e le temperature si fecero più fredde. Questo portò alla nascita dei ghiacciai alpini. Le lingue glaciali correvano lungo le valli, approfondendole ed allargandole talvolta arrivando fino alla pianura. Il materiale dendritico che proveniva dai monti costruì imponenti anfiteatri morenici, ben evidenti allo sbocco delle valli dellaDora Riparia e dellaDora Baltea e nelle zone intorno ai Laghi Maggiore e d'Orta.
Nella regione ci sono numerose aree protette, estese per più di 193.000 ettari, pari a circa il 10% della superficie regionale; tra queste troviamo due parchi nazionali, ilGran Paradiso e laVal Grande, 56 tra parchi e riserve regionali e numerose aree protette provinciali.
In base ai risultati scaturiti dalla XXI edizione diEcosistema urbano diLegambiente (2014) e (2015), il Piemonte riesce a piazzare al primo posto della graduatoria virtuosa in campo ambientale e dell'ecosistema la città diVerbania. In buona posizione sono ancheNovara (18º posto),Cuneo (13°),Asti (40º),Biella (17º). Più distantiVercelli (64º),Alessandria (77º) eTorino (84º).[25]
Dopo la parentesi della dominazione napoleonica (1798-1814), il Piemonte seguì i destini delRegno di Sardegna ed ebbe un ruolo centrale nelRisorgimento e nella costruzione del nuovo Stato unitario (1861), che ne derivò la struttura giuridica e politica (Statuto Albertino del1848) e il personale amministrativo, in quel processo che fu definito di "piemontesizzazione" dello Stato. Nei momenti più critici o di transizione della storia nazionale, il Piemonte diede importanti contributi come "laboratorio" politico e sociale, con gli scioperi operai nelle guerre mondiali (nel 1917 e nel 1943), le esperienze torinesi diAntonio Gramsci ePiero Gobetti (anni venti), l'intensa partecipazione allaResistenza (1943-1945), l'industrialismo innovativo diAdriano Olivetti (anni cinquanta), la stagione di lotte dell'autunno caldo (1969). Imponente fu l'industrializzazione della regione, che dalla struttura agraria tradizionale del regno sabaudo, fondata sull'egemonia dei ceti burocratici e militari e dell'aristocrazia fondiaria, seppe avviare, a partire dall'età cavouriana (1852-1861), un rapido processo di modernizzazione fino a diventare, all'inizio del Novecento, un'area rilevante deltriangolo industriale che trainò il decollo economico italiano. Non mancarono, nel rapido sviluppo, gli squilibri soprattutto territoriali tra l'area del Torinese, sede principale dell'industrializzazione, e l'economia ancora prevalentemente rurale del resto dellaPatria Cita (così come l'autore torinese Armando Mottura definì il Piemonte nella celebre e omonima poesia del1959)[27]. Il tessuto economico, in cui ebbe un posto preponderante laFIAT, attrasse negli anni cinquanta e sessanta un grande flusso migratorio dal Veneto a dal meridione, che provocò profonde trasformazioni sociali e culturali.
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[28]
«Le comunità dell'attuale Regione Piemonte, nella loro profonda fede in un'Italia libera e democratica, sconvolte dalle feroci rappresaglie dell'oppressione nazi-fascista, con indomito spirito patriottico contribuirono, offrendo numerosi esempi di generoso spirito di solidarietà umana, alle vicende che, in particolare dopo l'8 settembre 1943, portarono alla liberazione e alla ricostruzione di quel territorio. Fulgido esempio di lotta comune, orientata alla conquista della libertà e della democrazia. 1943 - 1945 Regione Piemonte» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 19 agosto 2016[29][30]
Il Piemonte ha registrato dagli anni settanta una perdita di popolazione dovuta ad un calo della natalità non più compensato, come negli anni cinquanta-sessanta, da immigrazioni dal resto d'Italia ed in particolare dal Sud e dal Veneto. Tuttavia negli ultimi anni si è registrata una ripresa demografica, dovuta soprattutto alla nuova immigrazione dall'Europa centro-orientale. Le densità di insediamento più elevate si registrano nelle aree urbane industrializzate dell'alta pianura, specialmente nella provincia di Torino (52% della popolazione regionale, con una densità doppia rispetto a quella media).
I comuni del Piemonte
Nel 2018 i nati sono stati 29 072, i morti 53 838, con un incremento naturale di −24 766 unità rispetto al 2017[32]. Le famiglie contavano in media 2,1 componenti.
.Il 70,4% è cattolico, il 12,1% è agnostico, il 9,8% è ateo, il 7,7% appartiene ad altre religioni.[senza fonte]
Di seguito sono riportati i primi dieci comuni piemontesi ordinati per numero di abitanti al 31 marzo 2025 (in grassetto i capoluoghi di provincia o città metropolitana):
Al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri regolarmente residenti nella regione erano 427 911, ossia 9,8% del totale, con un incremento di 4 405 unità rispetto all'anno precedente.[33]
Le nazionalità più numerose (oltre 5 000 unità) sono:
Lo stemmaIl tradizionaledrapò (privo della frangia oro)
LoStemma della Regione Piemonte ha una forma quadrata, con unacroce d'argento in campo rosso spezzata dalambello azzurro a tre gocce. Di fatto è stato ripreso l'antico stemma subalpino, risalente al1424.
IlGonfalone si presentainterzato in palo: nel primo di rosso, nel secondo di blu, nel terzo d'arancio, colori dellaRepubblica di Alba, proclamata il 25 aprile 1796, su tutto lo stemma del Piemonte.
IlDrapò (terminepiemontese per "bandiera", corrispondente alfrancesedrapeau e all'italianodrappo) è la bandiera ufficiale della Regione Piemonte. È simile allo Stemma, da cui si distingue per la forma rettangolare e per la presenza della frangia oro e della borduraazzurra.
IlConsiglio regionale è l'assemblea legislativa del Piemonte. Approva le leggi regionali e i regolamenti di competenza dell'organo. Ha il compito di adottare e modificare lo Statuto regionale, votare il bilancio della Regione e proporre iniziative di legge statale alParlamento. Ha sede aTorino presso ilPalazzo Lascaris di via Alfieri, trapiazza San Carlo epiazza Solferino[35].
La maggior parte della popolazione vive inpianura, in particolare aTorino e nei comuni limitrofi, dove si concentra l'attività industriale. Le principali zone industriali del Piemonte si sono sviluppate intorno ai grandi centri urbani e si sono evolute o riconvertite nel corso dei decenni. Tra le più importanti si possono annoverare la zona diTorino e della sua area metropolitana, ilCanavese per il settore metalmeccanico, ilBiellese per il settore tessile, la zona intorno aNovara, la zona traAlessandria,Tortona eNovi Ligure, che si sta sviluppando in ambito logistico e il polo orafo diValenza.
Nelle province diVercelli eNovara l'economia è basata sulla coltivazione delriso, di cui la regione è il primo produttore italiano[39]. Altri prodotti dell'agricoltura praticata con tecniche macchinari moderni sono:cereali, patate, ortaggi, frutta eforaggio.Sulle colline sono diffusi i vigneti che producono numerosi vini aDOC e aDOCG.Nelle zone meno fertili si allevano ibovini. L'abbondante presenza di acqua permette la produzione dienergia elettrica.
Di seguito la tabella che riporta ilPIL[40] del Piemonte ai prezzi correnti di mercato nel2006, espresso in milioni di euro e suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
Macro-attività economica
PIL prodotto (milioni di Euro)
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
1 608,0
1,35%
1,84%
Industria in senso stretto
25 921,7
21,83%
18,30%
Costruzioni
5 405,1
4,55%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
24 084,8
20,28%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
29 735,6
25,04%
24,17%
Altre attività di servizi
19 355,6
16,30%
18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
La bilancia agroalimentare è positiva: nel 2018 le esportazioni sono ammontate a 5,96 miliardi di euro, a fronte di 4,21 miliardi di importazioni, anche se il Piemonte è risultato un importatore netto di prodotti agricoli (2,27 miliardi di importazoni contro 0,51 miliardi di importazioni), ma si è rifatto con le esportazioni di prodotti trasformati (1,94 miliardi di importazioni contro 5,45 miliardi di esportazioni).[41]
Molto sviluppate sono anche le industrie, soprattutto quella automobilistica con il gruppoFIAT e le aziende collegate. Di rilievo sono anche i settori chimico, alimentare (la regione è la prima d'Italia per produzione dicioccolato), tessile e dell'abbigliamento. Tra le regioni italiane, il Piemonte è quella che più investe nell'industriaelettronica, storicamente legata allaOlivetti diIvrea. Nel settore terziario, assumono importanza le attività bancarie ed assicurative, il commercio, l'editoria e ilturismo alpino e lacustre.
In Piemonte più della metà della popolazione vive nellaprovincia di Torino, città che sorge alla confluenza nel Po della Dora Riparia. È stata proprio la disponibilità di acqua a favorire la nascita in passato delle prime industrie: infatti i mulini, le ferriere e le piccole officine artigiane funzionavano grazie all'acqua.
Lo sviluppo di Torino è stato molto rapido dal1945 in poi grazie alla presenza della FIAT che, nata sul finire dell'Ottocento, ha compiuto i maggiori progressi durante gli anni cinquanta quando entrarono in commercio le prime utilitarie. Torino non è famosa solo per il settore automobilistico e le altre attività collegate all'automobile (stabilimenti di pneumatici, industrie chimiche di vernici e di materie plastiche) ma anche per l'industria alimentare (sono molto conosciuti i Gianduiotti).
La concentrazione di tante attività industriali ha determinato il verificarsi di una notevole congestione urbana, considerato anche il fatto che le colline arrivano fino ai margini della città e le aziende sono quindi concentrate in uno spazio ristretto.
A partire dal1974 (anno in cuiTorino toccò l'apice della sua ascesa demografica con 1 203 000 abitanti)[42][43] l'area torinese è andata via via decongestionandosi anche grazie al decentramento industriale. La decongestione del comune di Torino, ha favorito i comuni dell'area urbana, la cui popolazione raggiunge oggi 2 milioni di abitanti circa.
Da allora, però, l'intero Piemonte è andato incontro ad una crisi economica, in parte contenuta grazie al rilancio ottenuto daiXX Giochi olimpici invernali, che hanno dato a Torino uno slancio internazionale ed hanno aumentato i flussi turistici in città. L'immagine di Torino in Italia e nel mondo, in precedenza legata allo sviluppo industriale e in particolare al settore automotive, è ora maggiormente connotata dal settore terziario con investimenti anche per cultura e turismo[44].
Negli ultimi anni sono stati in crescita il livello di internazionalizzazione dell'economia e della società piemontese. Il Piemonte ha indici superiori alla media italiana per quanto riguarda il commercio internazionale, l'attrattività degliIDE, il numero di impiegati stranieri, la popolazione straniera e la formazione su tematiche internazionali; solo il turismo internazionale si colloca per ora poco sotto la media italiana, mentre appare in forte crescita il numero di studenti stranieri negli atenei piemontesi.[45] Dal 2007 la Regione Piemonte, in accordo con Unioncamere Piemonte e con le rappresentanze delle categorie economiche, ha unificato gli organismi che si occupano di internazionalizzazione dell'economia piemontese nelCentro estero per l'internazionalizzazione.[46]
Il tasso di disoccupazione nel Piemonte era del 5% nel 2008, basso ma uno tra i più alti dell'Italia Settentrionale, causa della crisi della grande industria che ha colpito in precedenza la regione.[47]
L'economia a nord delPo è più prospera di quella del Piemonte meridionale:Biella è un importante centro italiano dell'industria laniera;Ivrea, con l'Olivetti, è stata una città importantissima per il settore tecnologico con la produzione dimacchine da scrivere prima epersonal computer in seguito;Vercelli è sede del mercato europeo delriso insieme aNovara, città che con le sue industrie alimentari, tessili, meccaniche e grafiche risente molto della vicinanza di Milano, da cui in effetti dista meno di 50 chilometri.Il riso piemontese, introdotto nelXV secolo, in particolare, ha in questa regione la maggiore estensione in Italia con ben il 50% della superficie nazionale dedicata alla sua coltivazione. Le esatte estensioni favorite geomorfologicamente dalla pianura sono così suddivise: circa 70 mila ettari inProvincia di Vercelli, oltre 30 mila inprovincia di Novara, 8 mila inprovincia di Alessandria, 4 mila inprovincia di Biella ed alcune piccole coltivazioni nelleprovince di Cuneo e diTorino.
Il Piemonte ha l’unicaDOP italiana del riso, il "Riso di Baraggia Biellese e Vercellese". In Baraggia è nato uno dei piùfamosi risi italiani da risotto, il riso "Arborio", a questa situazione aggiungono tutte quelle comprese e garantite nella DOP: il "Carnaroli", "Baldo", "Sant'Andrea", "Balilla", "Gladio", "Roma".
Nel Piemonte meridionale troviamoCuneo, sul fiumeStura, che si trova al centro di importanti valli alpine;Asti, sul fiumeTanaro, è favorita dalla sua posizione poiché si trova sulla strada che collega Genova a Torino. La città è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di rinomati vini (quali, ad esempio, il vino DOCGAsti spumante, conosciuto in tutto il mondo,essendo il vino italiano più esportato[senza fonte] o alMoscato d'Asti) e per essere al centro della regione geografica del Monferrato, per l'appunto uno dei più importanti distretti vitivinicoli ed enogastronomici del mondo.Mentre la parte occidentale della provincia di Cuneo ha un'economia che gravita molto attorno alla vicina Francia, la parte sud-orientale della stessa provincia ha strette relazioni economiche con l'area ligure, dove esporta soprattutto prodotti zootecnici, e con quella savonese in particolare, avendo la stessa la forte attrattiva del porto turistico e mercantile.
A27 km da Asti, sorge per gran parte sulla riva destra del fiume Tanaro, la città diAlba, sita al centro delleLanghe, rinomata per i suoitartufi ma anche per l'industria alberghiera e per essere un importante centro enogastronomico piemontese. Alba si distingue inoltre per essere la sede dell'importante industria dolciariaFerrero, conosciuta in tutto il mondo per i suoi prodotti dolciari, in particolare laNutella.
Mentre Asti sente molto l'attrazione diTorino, considerata la modesta distanza che la separa dal capoluogo regionale,Alessandria invece gravita maggiormente verso l'area genovese e milanese; anche qui prevale il commercio agricolo ma vi sono inoltre numerose industrie, alcune delle quali molto caratteristiche come quelle di profumi e di cappelli. Negli ultimi anni, Alessandria e provincia stanno avendo un notevole sviluppo in ambito logistico, favorito dalla posizione geografica in mezzo alle tre più grandi città del Nord:Torino,Milano eGenova.
Un altro capitolo importante per l'economia piemontese è ilcioccolato. Nella regione sono prodotte 80 000 tonnellate per un valore di 800 milioni di euro impiegando 5 000 addetti. Le aree più significative per la produzione di cioccolato sono quella diNovi Ligure dove hanno sede laNovi e laPernigotti e quella cuneese dove si trovano la già citataFerrero eVenchi.
Il Piemonte vanta una ricchezza linguistica invidiabile ma spesso non conosciuta. A parte l'italiano, che è la lingua ufficiale oltre che la più diffusa tra la popolazione dalla seconda metà del Novecento, nel territorio sono riconosciute dalla regione con la legge regionale del 9 aprile1990 ben cinque lingue storiche del Piemonte: ilpiemontese, costituito da una varietà occidentale e una orientale molto simili tra loro, l'occitano parlato nellevallate occitane di Cuneo, Val Pellice, Val Chisone e Germanasca e Alta Val Susa, ilfrancoprovenzale parlato aCoazze, intorno alla città diSusa, nelle valli di Lanzo, nellavalle del Piantonetto, nell'alta valle Orco e in tutta la valle Soana; ilfrancese, che non è una lingua autoctona, ma ha un valore storico presso la comunità valdese, e in ultimo ilwalser, che resiste nei comuni diMacugnaga,Rimella,Alagna Valsesia eFormazza, ed era la lingua germanica dei colonialemanni provenienti dalCanton Vallese.
Iltortonese è un dialetto di transizione che a partire dalla classificazione diBernardino Biondelli[49] di metà dell'Ottocento viene assegnato all'emiliano[50][51][52][53][54], di cui costituirebbe l'estremità più occidentale; se da un lato le classificazioni standard vedono ilcontinuum dialettale emiliano estendersi in parte dell'Alessandrino[55] fino alfiumeScrivia[56],in anni più recenti è stata oggetto di dibattito la posizione di questo dialetto rispetto al lombardo[senza fonte], con il quale condivide pure molti tratti (in ogni caso non è considerato parte della lingua piemontese, nonostante la sua collocazione nel Piemonte amministrativo).
Queste lingue, dopo anni di scarso interesse (se non di ostacolamento) proveniente dal mondo politico e culturale (a cui ha corrisposto un simmetrico ed ulteriore rafforzamento dell'italiano), sono daglianni novanta destinatarie di alcuni progetti di valorizzazione su iniziativa di enti pubblici, associazioni e gruppi folcloristici.[57]
Occitano, francoprovenzale, francese ewalser sono riconosciute comeminoranze linguistiche e tutelate dalla legge statale n. 482/1999.[58]
Il piemontese, così come il ligure, il lombardo e l'emiliano, è stato arbitrariamente escluso da ogni forma di tutela da parte della legge 482/99. Tale legge, escludendo dette lingue dalle misure di protezione e servendosi delle autodichiarazioni delle giunte comunali per identificare le minoranze linguistiche, ha fatto sì che molti comuni piemontofonidelle basse valli cuneesi e pinerolesi si siano dichiarati occitani senza esserlo (nessuna prova precedente alla legge del 1999). Analogamente alcuni comuni dellaValsusa, dellaVal Sangone, delCanavese e perfino il comune di pianura diCastagnole Piemonte si sono dichiarati parte delleValli arpitane piemontesi, dilingua franco-provenzale, e un caso analogo vale per molti comuni dichiaratisiwalser nelle province di Vercelli e VCO. Numerosi linguisti hanno sollevato il caso, tra tuttiTullio Telmon,Fiorenzo Toso e Riccardo Regis. Fiorenzo Toso in particolare ha sottolineato che se non ci fossero state esclusioni clamorose dalle misure di tutela, e se fosse stato scelto un procedimento diverso per l'individuazione delle minoranze, basato sui numerosi studi compiuti già prima della legge, non si sarebbe creata tale controversia[59].
piemontese occidentale (che ha la caratteristica di essere un'area molto compatta dal punto di vista grammaticale e lessicale)
dialetto valsusino (parlato a Cumiana e in Valsusa fino al capoluogo della valle, è zona influenzata dal patois o ex-patoisant, l'articolo "ël" in valsusino è "o")
dialetto torinese/cuneese (centro dellakoinè e base del piemontese letterario, è molto uniforme, ma in diverse località si sono conservate forme arcaiche (frazioni del Comune di Cuneo, area cuneese pre-alpina, zona del saluzzese)
piemontese orientale (non è separabile dal piemontese occidentale, con il quale è coerente negli aspetti più importanti, ma è una zona più disordinata, ove si disperdono molti dei francesismi occidentali e si presentano in modo incostante alcuni elementi fonetici, lessicali e morfologici lombardi, emiliani, e in Val Bormida liguri)
dialetto basso-langhetto/roerino (che ha per centri Alba e Bra, è in tutto analogo al torinese/cuneese, ma presenta il rotacismo della L in Ř)
dialetto alto-langhetto (sempre analogo al cuneese/torinese, ma oltre al rotacismo del basso-langhetto presenta anche la variazione della A [:a] in Ä [:ɑ])
dialetto basso monferrino (raccoglie i dialetti di Trino, Casale Monferrato e Valenza, che sono i soli dialetti piemontesi con l'infinito della I coniugazione in -à)
dialetto astigiano (è come il basso monferrino, ma presenta la negazionepa e altre cose ancora occidentali; da molto tempo ha perso i suoi rotacismi della L)
dialetto alto monferrino (è il dialetto parlato nella Val Bormida, in tutte le sue ramificazioni; nella parte compresa in provincia di Savona presenta tratti liguri)
dialetto monregalese (affine all'alto langhetto, nella sua sotto-variante urbana ha perso alcuni caratteri orientali, uniformandosi al cuneese/torinese)
dialetto alessandrino (dialetto urbano, ha presa su pochi comuni intorno ad Alessandria, foneticamente affine al piacentino, ma tipologicamente monferrino)
dialetto biellese (conta dei tratti peculiari, per esempio le consonanti lombarde "sc" e "sg" e arcaiche metafonie, ma mantiene un contatto forte con la koinè)
dialetto vercellese (presenta di più alcuni elementi lombardi e di meno alcuni elementi torinesi che invece raggiungono Biella, ma non è diverso dal biellese)
dialetto valsesiano (differente dal vercellese e dal biellese, presenta caratteristiche lombarde come l'uso del "ghe" e della negazione "mia" o "not").
dialetto novarese occidentale (ultimo dialetto riconducibile, almeno per interezza, alla lingua piemontese. Anch'esso possiede l'uso del "ghe" e della negazione "mia". È molto simile al valsesiano.
canavesano (molto arcaico, ha il duplice carattere di regredire in favore del torinese e di aderire lessicalmente ad esso, ma di divergere improvvisamente nella grammatica)
novarese (influenzato dal piemontese soprattutto su alcuni particolari lessicali (es. i giorni della settimana), il dialetto urbano è molto vicino al milanese, mentre nelle campagne circostanti si ritrovano tutti i caratteri della transizione tra piemontese orientale e lombardo occidentale: per esempio, nell'alto novarese, una delle caratteristiche piemontesi è la vocalizzazione della "L" in "U", es. "falso" diventa "fàuss", "caldo" diventa "càud").
Un dialetto molto divergente compare aBorgomanero e ricompare, staccato geograficamente, sulla riva del Ticino pressoGalliate. Un crogiolo di elementi lombardi e piemontesi si ritrovano in mezzo a una serie di caratteristiche fonetiche e sintattiche incompatibili con entrambe le lingue. Alcuni legami fonetici tra questo dialetto non codificato si possono ritrovare neldialetto bustocco, che tuttavia non è direttamente adiacente dal punto di vista geografico.
Ilministero delle Politiche agricole e alimentari, in collaborazione con la regione Piemonte, ha riconosciuto 342 prodotti piemontesi come "tradizionali" nella sua Ventesima revisione dell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Il Piemonte è sesta regione d'Italia per numero di prodotti dietro a Campania, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.[64]
Inoltre è terra di numerose specialità culinarie per le quali si può effettivamente parlare dicucina piemontese.
Barolo,Barbaresco,Barbera,Asti spumante,Grignolino,Dolcetto,Erbaluce di Caluso,Gattinara sono tra i più noti, ormai presenti nelle maggiori aste internazionali. Nella regione si contano 45 marchiDOC e 9DOCG. Accanto a questa produzione di fama mondiale, la Regione presenta inoltre una quantità di vitigni particolari legati alle specificità geoclimatiche del territorio come, a solo titolo di esempio i vini di montagna prodotti nell'Eporediese e inVal di Susa. Molto diffusa è anche la coltivazione delNebbiolo, soprattutto nella parte orientale della regione. Dal 1974, nelRoero, nelle cantine dei Poderi Gagliardo si produce il Fallegro, un bianco ricavato dall'uva favorita.
A partire dal 2000, l'andamento del turismo in Piemonte ha fatto registrare incrementi positivi costanti, con un'accelerazione maggiore a partire dal 2005, anno pre-olimpico[65]. L'offerta ricettiva è aumentata di ben l'89,07% in 11 anni (2000-2011) e del 3,14% soltanto nell'ultimo anno (2011 vs 2010); ciò si traduce in 5.292 esercizi ricettivi e in 185.754 posti letto complessivi. Gli arrivi totali in Piemonte - italiani e stranieri - superano nel 2011 quota 4 milioni e 200 mila (+67,7% sul 2000, +3,92 sul 2010), mentre le presenze (pernottamenti) sfiorano i 13 milioni (+58,7% sul 2000, +3,88% sul 2010). Arrivi e presenze confermano quindi il 'prodotto Piemonte', che registra incrementi per quasi tutti i mesi dell'anno, ma in particolare in giugno e settembre, segnale di una crescente destagionalizzazione dei flussi[66]. La ripartizione delle presenze fra mercato Italia ed Estero nel 2011 rimane invariata: 66% mercato domestico (soprattutto da Lombardia, Liguria, Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna), 34% mercato estero (al primo posto la Germania, seguita da BeNeLux, Francia e Svizzera).[67]
La guidaBest in Travel diLonely Planet ha eletto il Piemonte come la migliore regione al mondo da visitare nel2019.[68] In precedenza, la stessa guida aveva già incluso la regione subalpina tra le dieci migliori destinazionieuropee del2015.[69][70]
Nel2021 il Piemonte ha vinto il premioItalia Destinazione Digitale relativamente alla classifica delle recensioni online attinenti all'offertaenogastronomica, piazzandosi inoltre al terzo posto della graduatoria concernente la reputazione complessiva.[71]
Il Piemonte offre svariate possibilità di intrattenimenti, essendo le sue terre ricche di risorse naturali e paesaggistiche.Un posto di rilievo è occupato dal patrimonio artistico-culturale condiviso da città e paesi ricchi di testimonianze di differenti periodi storici: dalromanico, algotico, alneoclassico fino albarocco e all'arte contemporanea. Un paesaggio che si caratterizza per i palazzibarocchi, leResidenze Reali, lechiese, icastelli, lecittà termali (Vinadio,Acqui Terme,Lurisia oAgliano Terme per citarne alcune) e mete del turismo religioso (tra cui spiccano ilSantuario di Oropa, ilSantuario di Belmonte, laBasilica di Superga, ilSacro Monte di Varallo e laCasa di Giovanni Bosco) che sono parte di una molteplicità di itinerari di carattere storico e ambientale, tra paesaggi collinari, montani e di pianura. Di particolare interesse il paesaggio coltivato a vigneto di Langhe, Roero e Monferrato. Il Piemonte è considerato la regione alpina per eccellenza, del resto il suo stesso nome, "ai piedi del monte", richiama immagini suggestive di cime perennemente innevate e massicci tra i più alti d'Europa come ilMonte Rosa, già citato daLeonardo da Vinci, ed ilMonviso da cui sgorgano le acque delPo.
Il 14 marzo2019 la Regione ha ricevuto l'encomio della commissione esaminatrice delPremio nazionale del paesaggio come riconoscimento per il progetto regionale di recupero delle terre marginali.[72]
In merito all'offerta turistica relativa al settoreagroalimentare, il Piemonte si distingue tra le regioni italiane in quanto diffusissimi sono gliagriturismo e le strutture che offrono specialità casalinghe della tradizione piemontese, nonché rinomati vini caratterizzati dai marchiDOC (45) eDOCG (9), che presentano un forte legame con le terre di produzione. Ivini piemontesi si possono degustare direttamente dai produttori (nelle 13 Enoteche Regionali, nelle oltre 30 Botteghe e Cantine del Vino), nellecantine o nellevinerie e “wine bar” disseminati su tutto il territorio. Di particolare rilevanza sono inoltre leCattedrali sotterranee, veri e propri esempi di ingegneria enologica. Nell'offerta turistica sono inoltre compresi i prodottiPAT,DOP eIGP delle campagne: dalle verdure alla frutta, passando attraverso alcune fra le carni più ricercate e pregiate al mondo, come larazza bovina piemontese, autoctona e di antica formazione, contribuendo a scrivere la storia della società contadina in Piemonte.[73] Di notevole interesse sono anche i formaggi, che si fregiano di ben 9 DOP (tra cuiRobiola di Roccaverano,Castelmagno eRaschera, per citarne alcuni tra i più conosciuti), i salumi, gli insaccati e i risi. Immancabile nel menù turistico, il famosoTartufo d'Alba, oggetto dell'annuale Fiera e Asta Mondiale tra ottobre e novembre.
Inoltre la regione vanta due tra le più conosciute istituzioni italiane in campo alimentare, la Scuola di Cucina ICIF[74] - Istituto Culinario Italiano per Stranieri che nel 1997 ha inaugurato la propria sede nel Castello medievale diCostigliole d'Asti, e L'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche meglio nota come "Università del Gusto" aPollenzo, fondata daSlow Food, la cui filosofia è basata sulla tutela e sulla diffusione dei prodotti di alta qualità. È frequentata da studenti di diverse nazionalità che ambiscono a divenirechef e attrae turisti da tutto il mondo. La fama di questoistituto si è accresciuta a livello internazionale[75] negli ultimi anni grazie anche alla promozione e al successo ottenuto in iniziative come ilSalone internazionale del gusto diTorino o la rassegna internazionale dei formaggi “Cheese” aBra.
Dal punto di vista del turismo alpino, la Regione Piemonte si distingue per grandi numeri: 53 stazioni sciistiche, 14 snowpark, 300 impianti di risalita, per un totale di oltre 1.300 km di piste, conosciute a livello internazionale, dove è possibile praticare non solosci alpino, ma anchesci di fondo,tavola eslittino. Tra le località rese celebri daiXX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, spiccano laValle di Susa conSestriere (dove dal 1967 si svolgono le gare diCoppa del Mondo di sci alpino e che nel 1997 è stata sede dei Mondiali di sci alpino),Sauze d'Oulx eBardonecchia, prediletta dagli amanti dellosnowboard. Accanto ad esse,Cesana Torinese,Pragelato,Sampeyre (la patria dellosci di fondo),Limone Piemonte e, sempre nel cuneese, il comprensorio Mondolè Ski (Artesina,Prato Nevoso,Frabosa Soprana)[76] Tra i laghi del nord Piemonte si scia aMacugnaga, sui pendii delMonte Rosa e delMottarone, caratterizzati da piste panoramiche sui grandi laghi prealpini (Lago Maggiore,Lago d'Orta), inValsesia adAlagna e sull'Alpe di Mera, e inOssola settentrionale a San Domenico diVarzo. Ultimamente la tendenza è quella di unire alla vacanza sciistica il benessere e la rigenerazione di corpo e mente, in strutture d'atmosfera collocate in zone ad elevata valenza naturalistica e paesaggistica.
Ultimo, ma non meno diffuso, è il turismo incentrato sulla valorizzazione deilaghi piemontesi, primo fra tutti ilLago Maggiore, destinazione ambita per la ricca vegetazione dei giardini botanici, per i tesori artistici e naturali delle montagne circostanti e per un vero gioiello naturale costituito dalleIsole Borromee, visitate annualmente da migliaia di turisti. Da non dimenticare anche illago d'Orta con l'isola di San Giulio, illago di Mergozzo e ilaghi di Avigliana, per chi è in cerca di luoghi insoliti e affascinanti.
Il Piemonte offre uno straordinario patrimonio di storia, cultura, arte, leggenda e tradizioni, diffuso in città, paesi, abbazie, castelli,ricetti e fortificazioni secolari. Gli innumerevoli beni architettonici, testimoni dell'epoca romana, romanica, barocca, liberty, art nouveau e contemporanea, si alternano a oltre 150 musei di rilevanza spesso internazionale.
AIvrea si svolgono le tappe dei campionati di canoa italiani e internazionali, come 2016 ICF Canoe Slalom World Cup 1”, la prima tappa della Coppa del Mondo di Canoa Slalom 2016 e i Campionati Mondiali di canoa slalom junior e under 23 del 2018.
La Festa solitamente si svolge con due giorni di rievocazione storica, della quale sono parte essenziale i figuranti del Gruppo storicoPietro Micca diTorino[81] con le loro divise di soldati sabaudi delXVIII secolo.
La rievocazione inizia il sabato sera con la distribuzione del rancio serale e la fiaccolata successiva, accompagnata da musiche, danze e canti popolari. Alla domenica mattina, la giornata inizia con l'alzabandiera e lamessa al campo (celebrata inpiemontese).[82] Successivamente, verso le undici del mattino, avviene la rappresentazione della battaglia, con il rullare di tamburi, il tiro dei cannoni, e gli ordini secchi impartiti per entrambi gli eserciti infrancese. I figuranti, con le divise militari sia francesi che piemontesi dell'epoca, avanzano in due schiere contrapposte, rievocando il momento in cui, alle 10 del mattino del 19 luglio 1747, con un impeto imprevisto, i francesi iniziarono l'avanzata.[83]
A presidiare la zonaCarlo Emanuele III aveva disposto 13 battaglioni formati da truppe sabaude e austriache al comando del generaleGiovanni Battista Cacherano di Bricherasio e le trincee erano state costruite in modo da permettere una difesa a 360 gradi.[84] In appoggio all'esercito piemontese vi erano anche gruppi organizzati di combattentivaldesi, abituati già a compiere con successo atti di guerriglia nelle valli che conoscevano molto bene. I piemontesi lasciarono avvicinare il nemico e appena gli avversari furono a tiro, aprirono contro di loro un violento fuoco di sbarramento. In quei quattrocento metri di distanza da percorrere per raggiungere la vetta, sul campo morirono quasi cinquemila soldati francesi e duecento austro-piemontesi.[85]
Finita la rappresentazione della battaglia, vi è la distribuzione della polenta per tutti, cotta nelle cucine da campo degli Alpini. La festa prosegue sino al tramonto, con nuove musiche, danze e canti, sia piemontesi che occitani.
^Il complesso monumentale è stato individuato «quale monumento simbolo del Piemonte, per la sua storia secolare, per le testimonianze di spiritualità, di ardimento, d'arte, di cultura e l'ammirevole sintesi delle più peculiari caratteristiche che può offrire la regione Piemonte, nonché per la sua eccezionale collocazione e visibilità», daItinerari religiosi della Regione PiemonteArchiviato il 12 ottobre 2013 inInternet Archive.
^Luca Patria,All'insegna della Croce Bianca: il borgo medievale di Novalesa e il suo valico in Ruffino Michele (a cura di),Le Alpi ospitali. Viaggio nella cultura storica ed artistica di Novalesa medievale, Clut, Torino 2014, p eGiuseppe Sergi,L'aristocrazia della preghiera, Roma, Donzelli, 1994, pag. 146
^ Diego Rosa,DIDATTICA - La neve (PDF), suRivista Ligure di Meteorologia, Società Meteorologica Italiana - Sezione Ligura, aprile 2005, 3.URL consultato il 3 settembre 2009.
^Introduzione alla dialettologia italiana, Grassi C. - Sobrero A. A. - Telmon T., Editori Laterza, Roma-Bari, 2003, pag. 57
^ab E. Allasino, C. Ferrier, S. Scamuzzi, T. Telmon,Le lingue del Piemonte (PDF), sugioventurapiemonteisa.net, Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte.URL consultato il 20 novembre 2020.
^IlGruppo Storico Pietro Micca, è stato costituito nel 1974, sotto l'egida dello storico generaleGuido Amoretti, con la finalità di ricostruire storicamente ed in modo dinamico la realtà di alcuni Corpi militari delDucato di Savoia. Esso si contraddistingue per la ricostruzione minuta, particolareggiata e fedele delle uniformi, delle armi, dell'equipaggiamento degli antichi Reggimenti sabaudi, e per gli esercizi militari con comandi in antica lingua francese, il caricamento dei fucili a pietra focaia e la scarica di fucileria, il passo di carica, il lancio delle granate a mano ed il fuoco di artiglieria. Ogni manovra o movimento rispetta rigorosamente quelli riportati sugli antichi manuali d'addestramento del secolo XVIII.
^Dal 1967 e per una quarantina d'anni, la Messa al campo in piemontese venne officiata da don Rinaldo Trappo (1907 – 2010), leggendaria figura di cappellano militare degli Alpini dellaseconda guerra mondiale. Partecipò alla guerra in Albania nel 1940 col battaglione "Ceva" del I Reggimento Alpini, seguendolo poi in Russia: e qui, nella ritirata, si trovò nel gennaio 1943 a comandare il battaglione, essendo il più elevato in grado tra gli ufficiali superstiti. Tornò in patria nel maggio 1943, col battaglione ridotto a 47 uomini e all'armistizio dell'8 settembre 1943 fu catturato e deportato in Germania, passando per 7 diversi campi di prigionia. Dopo la guerra, fu colpito da tumore e ne guarì, attribuendo il fatto alla miracolosa protezione di un artigliere alpino di Russia, suo compagno d'arme, diventato poi infermiere del Cottolengo: fratel Luigi Bordino, di cui è in corso la causa di beatificazione.
^Dario Gariglio,Battaglie alpine del Piemonte sabaudo. Tre secoli di guerre sulle Alpi occidentali, Roberto Chiaramonte Editore, Collegno 1999.
^I trinceramenti del Colle dell'Assietta, dopo oltre due secoli e mezzo, sono tuttora visibili, e costituiscono un unicum nel grande quadro dell'architettura militare dei secoli XVII e XVIII, anche per l'estrema povertà del materiale utilizzato, oltreché per l'artigianalità tipica della struttura. Il trinceramento in pietra e terra era l'unico possibile a quelle quote, ma si dimostrò altrettanto efficiente rispetto alle ben più costose fortificazioni a valle.
^Michele Ruggiero,Storia della Valle di Susa, Alzani Editore, Pinerolo, 1996.
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali