| Piacenza Calcio 1919 Calcio | |
|---|---|
| Il Piace,I Biancorossi,I Papaveri,[1]I Lupi[2][3] | |
| Segni distintivi | |
| Uniformi di gara | |
| Colori sociali | |
| Simboli | Lupa capitolina |
| Inno | T'al digh in piasintein Gianni Levoni, interpretata da Gianna Casella |
| Dati societari | |
| Città | Piacenza |
| Nazione | |
| Confederazione | UEFA |
| Federazione | |
| Campionato | Serie D |
| Fondazione | 1919 |
| Rifondazione | 2012 |
| Proprietario | |
| Presidente | |
| Allenatore | |
| Stadio | Leonardo Garilli (21 668 posti) |
| Sito web | www.piacenzacalcio.it |
| Palmarès | |
| Titoli nazionali | 1campionato di Serie B |
| Trofei internazionali | 1Coppa Anglo-Italiana |
| Si invita a seguire ilmodello di voce | |
IlPiacenza Calcio 1919 S.r.l., meglio noto comePiacenza, è unasocietàcalcisticaitaliana con sede nella città diPiacenza. Milita inSerie D, quarta serie delcampionato italiano di calcio.
Originariamente fondato nel 1919, ha partecipato a otto campionati nella massima serie tra il 1993 ed il 2003, con la particolarità di schierare fino al 2001 esclusivamente giocatori italiani[4]. Nel 2012 una fase di grave crisi finanziaria è culminata nelfallimento giudiziario con conseguente radiazione decretata dallaFIGC il 21 giugno 2012[5]. A seguito di questi eventi, la società dilettantistica piacentina LibertasSpes ne ha acquisito il marchio in affitto dal Comitato Salva Piace ed ha mutato il nome e i propri colori sociali, partecipando comeLupa Piacenza al campionato diEccellenza Emilia-Romagna 2012-2013 e quindi assumendo la denominazione Piacenza Calcio 1919 a partire dal 2013.
IlPiacenza Football Club nasce nel 1919 come fusione di due società formate in prevalenza da studenti, laGiovine Italia e laUnione Football Club Piacenza[6]; il primo presidente è il diciottenne studente Giovanni Dosi[7]. Dopo l'affiliazione alla Federazione il club si iscrive al campionato regionale diPromozione emiliana scegliendo come colori sociali il bianco e rosso, ovvero i colori della città[7]; capitano è il milaneseMario Giumanini[7]. Al debutto il Piacenza vince il suo campionato davanti aParma eSPAL, ottenendo la promozione[7].
Nelle due annate successive la squadra gioca altrettanti campionati diPrima Categoria (1920-1921 e1921-1922, quest'ultimo nei quadri dellaFIGC), venendo sempre eliminata nel girone emiliano; nel 1922 il Piacenza retrocede inSeconda Divisione in seguito agli spareggi relativi alCompromesso Colombo[8].
A partire dal 1922 si assesta nei campionati diSeconda Divisione, che nel 1926 scende al terzo livello del calcio italiano. Nella stagione 1926-1927 il club debutta inCoppa Italia, venendo eliminato dalTorino che si impone con il punteggio di 9-0[7]. Una formale promozione arriva nel campionato1927-1928, con l'ex nazionale italianoFrancesco Mattuteia nel ruolo di allenatore-giocatore[9]; le riforme dei campionati volute dal presidente della FIGC,Leandro Arpinati, però, rendono sostanzialmente ininfluente l'accesso allaPrima Divisione, declassata al terzo livello del calcio italiano.
Nel campionato1930-1931 il Piacenza sfiora la promozione inSerie B, che sfuma a causa della ripetizione di due partite controForlì (inizialmente vinta) eReggiana (pareggiata) a causa di errori tecnici dell'arbitro. Le ripetizioni portano due sconfitte che fanno scivolare il Piacenza dal primo al terzo posto[7][10]. Nelle annate successive il Piacenza, allenato daCarlo Corna, manca per altre due volte la promozione: nel campionato1933-1934 giunge terzo nel girone finale per l'ammissione alla serie cadetta[11], mentre nel1937-1938 i biancorossi arrivano primi a pari merito colFanfulla, e nello spareggio promozione aPavia vengono sconfitti per 2-1 dai lombardi[7].
Nel 1945 il Piacenza viene ammesso al campionato diserie mista B-C, e l'anno successivo disputa il suo primo campionato di Serie B. Nella stagione1947-1948 si classifica undicesimo nel girone B della serie cadetta, e a causa del riordino dei campionati fa ritorno inSerie C[7], iniziando un periodo lungo quarant'anni trascorso prevalentemente nella terza serie. Nel campionato1951-1952 i biancorossi sfiorano il ritorno in Serie B: concludono al primo posto il proprio girone, ma nel raggruppamento finale (Cagliari,Toma Maglie eVigevano) per designare l'unica squadra promossa dalla Serie C giungono secondi dietro al Cagliari[12]. Nasce in quell'anno l'appellativoPapaveri, coniato dal giornalistaGiulio Cattivelli con riferimento alla canzone diNilla Pizzi "Papaveri e Papere"[12][13].
Ammesso alla nuova Serie C a girone unico, al termine della stagione1955-1956 il Piacenza viene retrocesso inIV Serie a causa di una presunta combine colPiombino che la federazione riconosce come illecito sportivo[14]; in questa stagione si segnala il bomber di scuola milanistaGastone Bean, che realizza 23 reti in 21 partite. Dopo due stagioni in IV Serie, nel 1958 i biancorossi ritornano in Serie C annoverando tra le loro file i fratelliAlbino eGiancarlo Cella[15]. Nel campionato1960-1961, tuttavia, la squadra retrocede nuovamente dopo aver cambiato tre allenatori (Július Korostelev, Dario Cozzani eSergio Rampini)[16], e per due stagioni consecutive manca la promozione sotto la guida diIvano Corghi, perdendo nel 1963 gli spareggi controSolbiatese eRovereto[17]. Il Piacenza lascia definitivamente la Serie D nellastagione 1963-1964 sotto la guida dell'ex capitano dei "Papaveri"Francesco Meregalli[18], che l'anno successivo conduce la squadra al sesto posto in Serie C[19].
Nel 1966 torna a PiacenzaSandro Puppo, già giocatore dei biancorossi negli anni trenta e medaglia d'oro alleOlimpiadi di Berlino: dopo una prima stagione di assestamento, nel campionato1967-1968 viene sostituito daLeo Zavatti, che conduce la formazione piacentina al secondo posto dietro alComo[20]. La promozione arriva nellastagione successiva, quando sotto la guida diTino Molina e la presidenza di Vincenzo Romagnoli il club emiliano torna dopo vent'anni in Serie B. Si completa in quell'anno anche la costruzione del nuovostadio Comunale, che sostituisce la struttura diBarriera Genova inaugurata nel 1920[21].

L'esperienza tra i cadetti dura una sola stagione: la formazione allenata daEnrico Radio vince le prime due partite e si trova in testa alla classifica[22], ma in seguito entra in crisi di risultati e Radio viene sostituito daBruno Arcari. Il Piacenza, battuto in casa per 5-0 dalVarese, retrocede all'ultima giornata[23], e rimane in Serie C fino al1974-1975, quando ottiene una nuova promozione sotto la presidenza di Luigi Loschi e la guida diGiovan Battista Fabbri, che porta in Italia il gioco all'olandese; il centravantiBruno Zanolla è capocannoniere del campionato[24]. Anche in questo caso arriva un'immediata retrocessione, causata da cinque sconfitte consecutive nelle ultime cinque gare[25], e nelle stagioni successive, pur mantenendosi costantemente a ridosso della zona promozione, non riuscirà a ritornare in Serie B.

Nel 1978, con la riforma dei campionati, il Piacenza viene inserito inSerie C1, categoria che manterrà fino allastagione 1982-1983. La stagione, travagliata da problemi societari, economici e tecnici (si alternano sulla panchina biancorossaPier Luigi Meciani,Stefano Angeleri e Sergio Montanari) culmina infatti con la retrocessione inSerie C2: nonostante la vittoria all'ultima giornata aVicenza per 1-0, i risultati delle squadre avversarie condannano il Piacenza a causa dellaclassifica avulsa[26].
La retrocessione acuisce i problemi societari emersi dopo l'addio di Loschi, e nell'estate 1983 la società viene rilevata dall'ingegnerLeonardo Garilli, industriale del metano originario di Piacenza. Il nuovo allenatore èBattista Rota, ex tecnico diAtalanta eCremonese[27], che resterà sulla panchina biancorossa per cinque anni.
Il campionato1983-1984 si chiude con il secondo posto dietro alPavia, e il conseguente ritorno in Serie C1[27]. Nelcampionato successivo il neopromosso Piacenza sfiora la promozione in Serie B giungendo secondo a pari punti con ilLanerossi Vicenza, alle spalle delBrescia. Lo spareggio, disputato il 15 giugno 1985 allostadio Artemio Franchi diFirenze, vede la vittoria dei veneti per 3-1 dopo i tempi supplementari[28]. In seguito si scoprirà che il capitano piacentinoGian Filippo Reali, insieme al presidente vicentinoDario Maraschin, era coinvolto nel filone delcalcio scommesse emerso nell'estate del 1986, e lo spareggio risulta tra le partite oggetto di combine[29][30].

La promozione tra i cadetti arriva due anni più tardi, al termine del campionato1986-1987, grazie alle reti del trio d'attaccoMadonna-Serioli-Simonetta[31]. Nel 1986 arriva anche la vittoria nellaCoppa Anglo-Italiana, battendo in finale per 5-1 ilPontedera diMarcello Lippi[32]. Nellastagione 1987-1988, per la prima volta, la formazione piacentina, rinforzata dal campione del MondoClaudio Gentile, ottiene la salvezza in Serie B; al termine del campionato Rota lascia la panchina biancorossa[33].
Per il campionato1988-1989 viene ingaggiato in panchinaEnrico Catuzzi, che viene esonerato nel mese di dicembre 1988 a favore diAttilio Perotti in quello che è il primo cambio di allenatore a campionato in corso avvenuto durante la presidenza di Leonardo Garilli, senza che la squadra riesca ad evitare l'ultimo posto e la retrocessione a fine stagione[34]. Il ritorno in Serie B avviene nel 1991, sotto la guida diLuigi Cagni, allenatore prelevato dallaCentese, e grazie alle 22 reti del capocannoniere del gironeGiovanni Cornacchini[35]. Nellastagione successivaAntonio De Vitis sostituisce Cornacchini al centro dell'attacco e con 17 reti contribuisce alla seconda salvezza in Serie B, ottenuta nelle ultime giornate[36].

Nella stagione1992-1993, dopo alcune difficoltà iniziali, la squadra allenata dal confermato Cagni lotta per la promozione inSerie A, grazie alle reti di De Vitis, autore di 19 gol. All'ultima giornata il Piacenza vince per 1-0 sul campo delCosenza con una rete diFulvio Simonini, conquistando per la prima volta la promozione nella massima serie[37].
Nellastagione di esordio in Serie A la società sceglie di non acquistare giocatori stranieri[38][39], politica che sarà proseguita fino al 2001. L'esordio assoluto nella massima serie avviene il 29 agosto 1993 contro ilTorino diEmiliano Mondonico, che vince per 3-0 alla Galleana[40], mentre la prima vittoria arriva alla quinta giornata, contro ilLecce[41]. Nel corso della stagione la squadra piacentina si mantiene costantemente in zona salvezza, eliminando anche ilMilan dallaCoppa Italia, grazie a una rete diGianpiero Piovani[42]. All'ultima giornata di campionato, tuttavia, laReggiana, diretta concorrente del Piacenza nella lotta per la salvezza, vince aSan Siro contro il Milan, schierato in formazione rimaneggiata, condannando i biancorossi alla retrocessione in Serie B[43].

Il ritorno in Serie A è immediato: sotto la guida di Cagni il Piacenza vince il campionato diSerie B 1994-1995, grazie alle 42 reti realizzate dal trio d'attacco composto dai confermati De Vitis e Piovani e da un giovaneFilippo Inzaghi[44], proveniente dal vivaio della società. Al termine della stagione vengono ceduti sia Inzaghi, alParma, sia il capitano Antonio De Vitis, che passa alVerona dopo quattro stagioni e 49 gol in campionato[45]; la squadra di Cagni, rinforzata da numerosi acquisti, tra cuiNicola Caccia edEusebio Di Francesco, ottiene per la prima volta la salvezza nella massima serie con il pareggio per 0-0 ottenuto il 5 maggio 1996 sul campo dell'Udinese[45]. Terminata la stagione, Cagni lascia il Piacenza dopo sei stagioni consecutive[45] e viene sostituito daBortolo Mutti, mentrePasquale Luiso prende il posto di Caccia al centro dell'attacco. Dopo un positivo avvio di stagione, culminato con la vittoria per 3-2 sul Milan con rete decisiva di Luiso, in rovesciata[46], la squadra accusa una flessione di rendimento, aggravata dalla morte improvvisa, il 30 dicembre 1996[47], del presidente Leonardo Garilli, che viene sostituito alla massima carica societaria dal figlio Stefano[48]. La salvezza arriva solo nelle ultime battute del campionato: il Piacenza conclude il campionato a pari punti conPerugia e Cagliari: gli umbri retrocedono per la classifica avulsa, mentre Piacenza e Cagliari vanno allo spareggio nel quale si impone la formazione di Mutti per 3-1, grazie a una doppietta di Luiso[46][49].
Nelle due stagioni successive arrivano altre due salvezze, laprima delle quali sotto la guida diVincenzo Guerini[50], che a fine stagione viene sostituito daGiuseppe Materazzi[51]. Nel campionato1998-1999 il Piacenza di Materazzi mette in mostra un buon calcio, avvalendosi di giocatori esperti comeGiovanni Stroppa e il quarantennePietro Vierchowod, ingaggiato nel settembre 1997[52], nonché di giovani del vivaio comeAlessandro Lucarelli eSimone Inzaghi, fratello di Filippo[53], autore di 15 reti in campionato. Ciononostante, la salvezza arriva solamente all'ultima giornata, grazie al pareggio interno nello scontro diretto con laSalernitana[54]. In queste due stagioni vengono ottenuti i migliori piazzamenti nella massima serie (12º posto in entrambe)[55].

La stagione1999-2000 registra ancora un cambio in panchina: al posto di Materazzi arrivaLuigi Simoni[56], subito osteggiato dall'ambiente per il suo passato come allenatore della Cremonese, storica rivale dei biancorossi[57]. I risultati negativi ottenuti portano all'esonero di Simoni in gennaio[58]; gli subentranoDaniele Bernazzani eMaurizio Braghin, tecnici del settore giovanile[59], mentre a livello societario Stefano Garilli lascia la presidenza al fratello Fabrizio[60]. I cambiamenti non sortiscono gli effetti sperati e alla fine i biancorossi chiudono all'ultimo posto; tra i giovani lanciati in questa stagione si segnala il diciottenneAlberto Gilardino.

Il neo presidente Fabrizio Garilli ingaggia nell'estate 2000Walter Alfredo Novellino come nuovo allenatore[61] e rinforza la squadra riportando a Piacenza, tra gli altri, l'attaccanteNicola Caccia, che a fine stagione sarà il capocannoniere del campionato cadetto con 23 reti. L'obiettivo della promozione viene raggiunto con due turni di anticipo, il 27 maggio 2001, battendo per 2-1 laSampdoria degli ex Cagni e Luiso[62].
Novellino viene riconfermato anche per lastagione successiva, nella quale, per la prima volta, vengono ingaggiati due calciatori stranieri, ibrasilianiMatuzalém eAmauri[63][64]. Viene acquistato anche, dalBrescia, l'attaccanteDario Hübner, che conduce il Piacenza alla salvezza realizzando 24 reti, con le quali si laurea capocannoniere del campionato di massima serie, al pari dellojuventinoDavid Trezeguet[65].

Nell'estate 2002 le vicende societarie del gruppoCamuzzi Gazometri, controllato dai Garilli, comportano un ridimensionamento delle spese[66], e Novellino passa alla Sampdoria, sostituito daAndrea Agostinelli[67]. Dopo un positivo avvio di stagione, con due vittorie nelle prime due giornate[68], la squadra accusa una flessione e in febbraio Agostinelli viene sostituito daLuigi Cagni, di ritorno a Piacenza dopo otto anni[69]. Grazie al cambio di guida tecnica, agli acquisti del mercato di gennaio (Marco Marchionni,Claudio Ferrarese eDavide Baiocco) e alle reti di Hubner, autore di 14 realizzazioni, il Piacenza rimonta in classifica, ma retrocede comunque ad una giornata dal termine con la sconfitta di Parma (3-2)[66][70]. Si chiude con questo campionato l'esperienza degli emiliani in Serie A.
Sulla panchina biancorossa viene confermato Gigi Cagni, per cercare la risalita nell'anomalaserie B ampliata a 24 squadre a causa delcaso Catania: la squadra, dopo un girone di andata costantemente nelle prime posizioni, accusa un calo di rendimento in primavera e conclude all'ottavo posto[71], mentre Cagni lascia la panchina a causa di contrasti con la dirigenza[71]. Al suo posto viene ingaggiatoGiuseppe Iachini[72], che rimane a Piacenza per tre stagioni: nelle prime due annate la squadra termina a centroclassifica, e si mettono in luce alcuni giovani comeSimone Pepe, arrivato dal Palermo ed autore di 12 reti nel2004-2005, eDaniele Cacia, prodotto del vivaio, che realizza 18 reti nella stagione2005-2006. In quest'annata torna anche il derby con la Cremonese, dopo 10 anni di attesa, con i biancorossi che si aggiudicano entrambe le gare per 2-1[73].
Nella stagione2006-2007 la squadra, rinnovata da numerosi acquisti tra cuiAntonio Nocerino[74], disputa un campionato di vertice. All'ultima giornata il Piacenza pareggia in casa con laTriestina e chiude al quarto posto, staccato di 10 punti daGenoa eNapoli che pareggiano a loro volta nello scontro diretto[75]; a causa del grande distacco non vengono disputati i play-off e le prime tre classificate vengono promosse direttamente in Serie A[74][76].
A fine campionato Iachini lascia la panchina biancorossa e la squadra viene smantellata dalle cessioni di numerosi giocatori-cardine (Coppola,Campagnaro, Nocerino e Cacia)[77]. Si susseguono tre campionati in cui l'obiettivo stagionale è la salvezza: ilprimo vede la panchina affidata prima al duoGianmarco Remondina-Felice Secondini e poi aMario Somma[78], mentre il secondo, la stagione2008-2009, aStefano Pioli[79]. Nel campionato2009-2010, sotto la guida tecnica prima diFabrizio Castori e poi diMassimo Ficcadenti, la salvezza arriva alla penultima giornata, con la vittoria sul campo delGallipoli[80][81]. Nelle ultime due annate si mette in evidenza l'attaccanteDavide Moscardelli, autore di 22 reti complessive[80].
Nellastagione 2010-2011 le difficoltà economiche si accentuano, e la rosa viene costruita puntando su prestiti, giovani e svincolati; ritornanoArmando Madonna nelle vesti di allenatore e diversi giocatori degli anni precedenti, tra cui Daniele Cacia[82]. Il rendimento si mantiene alto fino alla primavera 2011, quando si registra una crisi di risultati, legata anche al coinvolgimento di diversi giocatori, tra cui il portiereMario Cassano ed il difensoreCarlo Gervasoni, nelloscandalo del calcio italiano del 2011[82] che porta la squadra aiplay-out contro l'AlbinoLeffe. Il doppio pareggio (0-0 al Garilli, 2-2 a Bergamo) comporta la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione[82].
In seguito alla retrocessione, alle difficoltà economiche e alle vicende legate al calcioscommesse, Fabrizio Garilli manifesta l'intenzione di non voler iscrivere il Piacenza a nessun campionato per la stagione 2011-2012[83]. Il 29 giugno, tuttavia, il presidente torna sui propri passi ed iscrive la squadra al campionato di Lega Pro Prima Divisione[84], avviando nel frattempo trattative per la cessione della società durate per tutta l'estate[84]. Il 28 ottobre il Piacenza viene ufficialmente ceduto ad una cordata rappresentata dall'avvocato Marco Gianfranceschi e comprendente l'imprenditore Luigi Gallo, già coinvolto nei fallimenti diTorino eVenezia[84], che acquista la squadra tramite la società "Italiana S.r.l."[85], chiudendo dopo 28 anni l'esperienza della famiglia Garilli alla presidenza del Piacenza[86].
Il 22 marzo 2012 la società, tornata nel frattempo nelle mani di Garilli a causa delle inadempienze economiche della cordata acquirente[84], viene ufficialmente dichiarata fallita[87]. Nel frattempo la squadra, allenata daFrancesco Monaco e penalizzata di nove punti a causa delle vicende societarie[88], perde i play-out contro ilPrato e retrocede in Lega Pro Seconda Divisione[88]. Il 19 giugno 2012, in mancanza di acquirenti in sede di asta fallimentare, il Piacenza scompare definitivamente[89]; all'asta vengono rilevati solamente il marchio, il sito web e il materiale tecnico e sportivo dal comitato “Salva Piace”, associazione di tifosi presieduta dall'exsindaco di PiacenzaRoberto Reggi[89].
All'inizio di luglio ilComitato Salva Piace, dopo una votazione tra i propri membri e i tifosi, cede il marchio e i beni immateriali acquisiti all'asta allaLibertasSpes, squadra cittadina neopromossa inEccellenza Emilia-Romagna[90]. Il marchio del Piacenza viene affittato per quattro anni alla società, che modifica la denominazione inS.S.D. Lupa Piacenza, proponendoside facto come erede della società fallita[90][91].
La squadra viene affidata a Carlo Sozzi, già allenatore della LibertasSpes, poi esonerato il 3 settembre 2012 a seguito della sconfitta con ilFiorenzuola in Coppa Italia[92]. Lo sostituisceWilliam Viali, ex giocatore ed allenatore del Fiorenzuola, che era alla guida degli Allievi Nazionali del Parma[93]. Il 28 aprile 2013 la squadra batte il Colorno per 2-1 e ottiene la promozione in Serie D con due giornate di anticipo[94].
A fine stagione la società modifica la propria denominazione inS.S.D. Piacenza Calcio 1919[95], a seguito di un sondaggio tra i tifosi condotto dal quotidiano piacentinoLibertà[96][97]. Per la stagione 2013-2014 il Piacenza viene inserito nelgirone B della Serie D[98], lo stesso dell'altra compagine cittadina, ilPro Piacenza. Il 29 ottobre 2013, a seguito di un negativo avvio di stagione, Viali viene sostituito daRoberto Venturato[99], salvo poi tornare sulla panchina emiliana l'8 gennaio successivo[100]. Il Piacenza conclude la stagione al terzo posto a pari punti con la seconda classificataOlginatese, che lo sopravanza per differenza reti[101], e disputa il primo turno di playoff, ma viene subito eliminato dalSeregno[102]. A fine stagione l'allenatore Viali lascia la squadra[103], e il 16 giugno 2014 viene sostituito da Francesco Monaco, che torna sulla panchina del Piacenza dopo il fallimento della vecchia società[104]. Il 4 gennaio 2015, dopo un'ennesima sconfitta della squadra, Monaco viene esonerato[105] e sostituito daLuciano De Paola, che era già stato contattato dalla società in estate[106]. Il Piacenza finisce la stagione al quarto posto a pari punti con la terza classificataCorreggese che lo sopravanza per differenza reti[107]. Al secondo turno dei play-off batte l'Este[108], ma viene fermato al terzo turno dalDelta Porto Tolle[109]. Dopo l'addio di De Paola, il 14 giugno 2015 l'ex allenatore del Pro Piacenza Arnaldo Franzini viene nominato nuovo tecnico[110], e porta la squadra alla promozione in Lega Pro con sei giornate di anticipo sulla conclusione del campionato[111]. L'8 maggio 2016, all'ultima giornata di campionato, il Piacenza stabilisce il record assoluto di punti della storia della Serie D nonché il maggior numero di vittorie[112]; successivamente partecipa alla Poule Scudetto per l'assegnazione del titolo di campioni d'Italia di Serie D nella quale i biancorossi riescono ad arrivare alla finale, disputata in campo neutro aViareggio contro laViterbese, la quale vince la partita per 2-1[113].
Con il passaggio nei professionisti la società muta la sua ragione sociale inPiacenza Calcio 1919 S.r.l.[114]. I biancorossi concludono al 6º posto e si qualificano per i play-off per laSerie B, nei quali arrivano fino agli ottavi di finale, venendo poi eliminati dal Parma[115], al termine di un campionato che ha anche visto due trionfi su due dei biancorossi nel derby del Po contro la Cremonese, il quarto nella storia di questa partita[7]. L'anno successivo la squadra mantiene un andamento simile al precedente, terminando la stagione regolare all'ottavo posto e venendo eliminata ancora agli ottavi di finale nei play-off[116]. Nella stagione 2018-2019, il Piacenza chiude secondo nel girone A della Lega Pro, dietro di un solo punto allaVirtus Entella. Nei play-off il Piacenza batte 0-2 l'Imolese in trasferta, perdendo poi per 2-1 al Garilli, risultato che comunque garantisce l'accesso alla finale; contro ilTrapani il Piacenza pareggia 0-0 in casa e perde 2-0 in Sicilia, mancando così la promozione inSerie B[117]. Nell'annata 2019-2020, interrotta in anticipo a causa dellapandemia di COVID-19, vede la squadra conquistare sul campo l'accesso ai play-off, ai quali tuttavia rinuncia per la difficoltà a rispettare il protocollo definito da lega e federazione[118].
Nel giugno 2020 la società viene ceduta dalla famiglia Gatti a Roberto Pighi, che contestualmente assume la carica di presidente[119]. Sotto la nuova proprietà viene modificato l'organigramma tecnico con le nomine di Simone Di Battista a direttore sportivo e di Vincenzo Manzo ad allenatore e viene attuata una politica di riduzione dei costi con la rescissione dei contratti più onerosi[119] e l'acquisto di diversi giocatori alla prima esperienza tra i professionisti[120]. Il 25 gennaio 2021, con la squadra penultima in classifica, vengono esonerati sia Di Battista che Manzo, sostituito daCristiano Scazzola[121], sotto la cui gestione la squadra riesce a recuperare alcune posizioni e ottenere la salvezza diretta alla penultima giornata[122].
Nella stagione 2021-2022 il Piacenza, sotto la guida del confermato Scazzola, conclude il campionato al nono posto, ottenendo l'accesso ai play-off promozione[123], nei quali viene eliminato al primo turno dallaJuventus U23, che passa il turno grazie al miglior piazzamento inregular season[124]. L'anno successivo Scazzola è sostituito daManuel Scalise, allenatore proveniente dallaCaronnese e all'esordio tra i professionisti[125]. Il 2 ottobre 2022, dopo la sconfitta per 3-1 sul campo delSangiuliano City, Scalise viene esonerato con la squadra che occupa l'ultima posizione in classifica[126]. Il giorno successivo viene annunciato dalla società il ritorno sulla panchina di Cristiano Scazzola[127]. Parallelamente, avvengono anche cambi a livello societario, con il ritorno di Luca Matteassi nelle vesti di direttore sportivo, avvenuto in contemporanea con il cambio di guida tecnica[128] e, nel successivo mese di dicembre, con le dimissioni del direttore generale Scianò[129]. Il 18 febbraio, successivamente alla sconfitta per 3-2 sul campo delRenate, Scazzola viene esonerato[130], con la squadra al penultimo posto in campionato, e sostituito, il giorno seguente, dal tecnico della PrimaveraMatteo Abbate[131] il quale non riesce a evitare la retrocessione inSerie D, che arriva all'ultima giornata di campionato[132].
Nella stagione 2023-2024 i biancorossi, allenati inizialmente daMassimo Maccarone, poi esonerato in favore diStefano Rossini[133], sfiorano il ritorno immediato nei professionisti chiudendo il campionato al secondo posto alle spalle del promossoCaldiero, dopo essere rimasti in lotta con i veneti fino all'ultima giornata di campionato[134]. La stagione 2024-2025 vede invece il Piacenza, pur partito inizialmente con l'obiettivo della promozione inSerie C[135], impegnato nella lotta per evitare la retrocessione, obiettivo che viene raggiunto alla penultima giornata di campionato[136].
| Cronistoria del Piacenza Calcio 1919[137] | |
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I colori sociali del Piacenza, fin dalla fondazione, sono il bianco e il rosso, che richiamano il gonfalone cittadino[6]. La maglia utilizzata nelle partite casalinghe è tradizionalmente rossa[6], con bordature e colletto bianchi[138]; nel corso degli anni sessanta, tuttavia, sono state spesso utilizzate casacche bianche con banda diagonale rossa[138]. La seconda maglia è invece bianca con bordature rosse[138], mentre la terza maglia è stata blu (negli anni novanta) e successivamente nera, con bordi e scritte bianche[138].
Dopo aver inizialmente adottato uno stemma richiamante l'emblema cittadino (dado bianco su fondo rosso)[139], negli anni settanta è stato utilizzato un logo con pallone a scacchi bianchi e rossi con lettera "P" in giallo[139]. Nei primi anni della presidenza diLeonardo Garilli è entrato in uso lo stemma rappresentante una lupa bianca su fondo rosso[139], che rimanda allalupa capitolina presente nell'emblema della città[140].
Il Piacenza non ha mai avuto un vero e proprio inno, pur adottando in più occasioni brani musicali legati a singoli eventi sportivi (come la promozione inSerie B nel 1975 e quella inSerie A nel 1993)[141]. Nel 1995 la cantante piacentinaFiordaliso ha inciso il branoDichiarazione d'amore (su testo diUmberto Smaila)[141], in occasione della seconda promozione nella massima serie; tuttavia la canzone non ha attecchito nell'uso comune come inno ufficiale della squadra.
Dopo il fallimento, dall'ottobre 2012 la nuova società ha adottato come inno la canzone indialetto piacentinoT'al dig in piaśintein, scritta da Gianni Levoni e interpretata da Gianna Casella, cantante dialettale prematuramente scomparsa pochi giorni prima[142].
Il Piacenza ha disputato le proprie partite interne dapprima sul campo situato presso Barriera Cavallotti (solo per la stagione 1919-1920)[143], e successivamente, fino al 1969, allostadio Comunale, chiamato ancheStadio del Littorio in epoca fascista oppure, informalmente,Barriera Genova[144], essendo posizionato vicino ad una delle antiche porte daziarie della città. L'impianto, progressivamente ampliato e perfezionato fino al 1967[144], presentava diversi problemi relativi a una capienza ridotta, all'accessibilità (soprattutto dopo gli anni del boom edilizio) e alle cattive condizioni del terreno di gioco[144]. Pertanto, dopo la promozione in Serie B del 1969, fu edificato il nuovostadio Comunale, conosciuto anche comeGalleana[145].
Dotato di una capienza iniziale di 12 000 posti[146], presenta una pista di atletica ad anello che distanzia notevolmente le tribune dal campo[145][146]. Nel 1993, dopo la promozione in Serie A, fu ampliato passando alla capienza di 21 600 posti, con la costruzione di rialzi per le due curve e per la tribuna popolare denominatarettilineo[145]. Nel 1997, dopo la morte diLeonardo Garilli, l'impianto è stato intitolato ufficialmente allo scomparso presidente della società[147].
Organigramma societario tratto dal sito ufficiale[148].
A partire dalla stagione1981-1982 viene adottata una sponsorizzazione: la prima fu quella dell'azienda piacentinaAstra[149], seguita poi dallaDe Rica[150] e per oltre un decennio dallaCassa di Risparmio di Parma e Piacenza[138]. Nel campionato diSerie A 1997-1998 la maglia è stata interamente rossa e priva di scritte[138][151], mentre a partire dalcampionato successivo e fino al 2001 ha adottato uno sponsor per le partite casalinghe (Copra) e uno per quelle esterne (Dac)[151].
A partire dallastagione 2003-2004 e fino al 2011 il Piacenza ha recato sulle proprie maglie il logo dell'Unicef, cui devolveva il 7,5% degli incassi e degli attivi societari[152]. Nellastagione 2012-2013 la partnership fu confermata anche dalla nuova società[153].
Cronologia degli sponsor
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| Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
|---|---|---|---|---|---|
| 1º | Serie A | 8 | 1993-1994 | 2002-2003 | 8 |
| 2º | Seconda Divisione | 4 | 1922-1923 | 1925-1926 | 22 |
| Serie B | 18 | 1946-1947 | 2010-2011 | ||
| 3º | Seconda Divisione | 2 | 1926-1927 | 1927-1928 | 59 |
| Prima Divisione | 7 | 1928-1929 | 1934-1935 | ||
| Serie B-C Alta Italia[157] | 1 | 1945-1946 | |||
| Serie C | 38 | 1935-1936 | 2022-2023 | ||
| Serie C1 | 11 | 1978-1979 | 2011-2012 | ||
| 4º | IV Serie | 1 | 1956-1957 | 11 | |
| Campionato Interregionale - Prima Categoria | 1 | 1957-1958 | |||
| Serie D | 8 | 1961-1962 | 2025-2026 | ||
| Serie C2 | 1 | 1983-1984 | |||
| 5º | Serie D | 1 | 2013-2014 | 1 | |
In99 stagioni trascorse disputando i campionati delle leghe calcistiche nazionali dellaFIGC attuali e passate: laLega Calcio, laLega Serie B, laLega Pro, laLega di IV Serie, la Lega Alta Italia, ilDDS, ilDDIN, laLega Nord, laLega Nazionale Dilettanti. Dal conteggio è dunque escluso il torneo diEccellenza 2012-2013 in quanto campionato organizzato su base regionale. Nei suoi primi tre anni di attività il Piacenza partecipò ad altrettanti campionati organizzati dal Comitato Regionale Emiliano: laPromozione 1919-1920 e poi i due tornei di Prima Categoria1920-1921 e1921-1922.
Il Piacenza ha la 42ª migliortradizione sportiva sui 65 club che hanno giocato in A.
Record di presenze[158]
| Record di reti[159]
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Dopo un periodo iniziale in gradinata (settore distinti) dal 1974 e in Curva Sud dal 1976, i gruppi organizzati della tifoseria piacentina prendono posto definitivamente nella Curva Nord dellostadio Galleana dal 1981. Alcuni dei gruppi più famosi sono stati laSparuta Presenza, laLegione Gotica, gliOfficial Supporters, ilCommando Ultras, iTumulten Brigade 1992, iNasty Boys Alseno, laBrigata Farnese, iRagazzi dell'Infrangibile e iFedelissimi Piacenza[160][161]. A partire dal 2001 il tifo organizzato facente riferimento alla curva viene progressivamente decimato da diffide[160], che portano alla disgregazione di molti gruppi organizzati.

Contestualmente si verifica un brusco calo di presenze allo stadio, che avevano toccato un massimo di 14 658 spettatori di media nel campionato diSerie A 1993-1994, il primo disputato dalla squadra emiliana nella massima serie[162]. Nellastagione 2002-2003 la media scende sotto i diecimila spettatori a partita[163], fino a raggiungere un minimo di 1 978 spettatori nel campionato2011-2012[164].


A seguito della scomparsa del Piacenza avvenuta nell'estate 2012, la tifoseria si spacca tra chi decide di seguire la nuova società, a cui viene concesso il marchio della vecchia società fallita e radiata, e chi decide di non supportare questa realtà calcistica, non considerandola erede della plurinovantennale storia del club[165]. Nellastagione 2012-2013 si registra una media di circa 1 500 spettatori, ponendo l'affluenza su livelli prossimi a quelli dei campionati diLega Pro Prima Divisione[166].


La tifoseria piacentina, orientata politicamente adestra[161], è storicamente gemellata con quella dellaPergolettese[167]; tale gemellaggio è nato a causa della comune inimicizia sportiva verso laCremonese[168], a sua volta originata da un condiviso antagonismo campanilista nei confronti della città diCremona. Altri gemellaggi son quelli che legano i piacentini con le tifoserie diViterbese[169] eFortitudo Bologna[170]. Tra gli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta del Novecento esistevano gemellaggi tra la curva del Piacenza e quelle delModena[171][172] e delParma[173][174]; e dalla metà di quel decennio con glijuventini, legame rotto all'inizio degli anni duemila[161]. Vigono infine rapporti di amicizia con le tifoserie delSassuolo[175] e delBologna[176].

La rivalità più accesa e storica è quella con laCremonese, con la quale si disputa il cosiddettoDerby del Po[177]; altre rivalità molto sentite si hanno conReggiana[178][179] eVicenza, a causa dei fatti legati allo spareggio-promozione del 1985[160][161] ed al gemellaggio tra le tifoserie delle ultime tre squadre citate. Ulteriori forti antipatie separano i tifosi piacentini da quelli delPavia, delMantova, delComo e delParma[180] contro il quale si disputa il cosiddettoDerby del Ducato. Attriti che sono sfociati in tafferugli, non sempre occasionali, si sono registrati anche con le tifoserie diBrescia[161][181],Milan (a causa del controverso epilogo del campionato1993-1994)[182],Torino[183],Rimini[184],Lecco[185],Prato[186],Legnano[187],Alessandria[188],Sampdoria[189] ePisa[190].
Rosa aggiornata al 24 ottobre 2023.[191]
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Staff tecnico.[192]
Altri progetti
| Piacenza Calcio 1919 | |
|---|---|
| Società | Voce principale ·Stagioni ·Statistiche e record |
| Persone | Calciatori ·Allenatori |
| Campi da gioco | Barriera Genova(1920-1969) ·Stadio Leonardo Garilli(1969-) |
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