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Petrolio

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediPetrolio (disambigua).
Un campione di petrolio
Un campione di petrolio
 
Una pompa petrolifera estrae del petrolio da un pozzo petrolifero vicino Lubbock
Unapompa petrolifera estrae del petrolio da un pozzo petrolifero vicinoLubbock
 
Una raffineria di petrolio nel governatorato di al-Ahmadi, Kuwait

Ilpetrolio (dal terminetardo latinopetroleum, composto dapetra "roccia", eoleum "olio", cioè "olio di roccia"[1]) è unamiscela liquida di variidrocarburi, in prevalenzaalcani, che si trova ingiacimenti negli strati superiori dellacrosta terrestre, ed è una fonte primaria energetica dellamodernità.

Chiamato ancheoro nero,[2] è unliquidoviscoso,infiammabile, di colore che può variare dal nero, che è il più frequente, al verde scuro. È dettogreggio,[3] oppuregrezzo,[4] il petrolio che viene estratto dai giacimenti, prima di subire qualsiasi trattamento per trasformarlo in prodotto lavorato.

La parolagreca νάφθας,náphthas, o νάφθα,náphtha, fu utilizzata inizialmente per indicare il fiammeggiare tipico delle emanazioni petrolifere.

Storia

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I popoli dell'antichità conoscevano i giacimenti di petrolio superficiali, e li utilizzavano per produrre medicinali (con funzioni lenitive elassative[5]) e bitume o per alimentare lelampade.

Non mancarono anche gli usi bellici del petrolio.[5] Già nell'Iliade,Omero narra di un "fuoco perenne" lanciato contro le navi greche. Il "fuoco greco" deibizantini era un'arma preparata con petrolio, una miscela diolio,zolfo,resina esalnitro, che non poteva essere spenta dall'acqua; questa miscela era cosparsa sulle frecce o lanciata verso le navi nemiche per incendiarle.

Il petrolio era conosciuto anche nell'anticoMedio Oriente.Marco Polo, nelMilione, parla del petrolio con le seguenti parole:

«Ancor vi dico che in questa Grande Erminia (Armenia) è l'arca di Noè in su una grande montagna, ne le confine di mezzodie in verso il levante, presso al reame che si chiama Mosul, che sono cristiani, che sono iacopini e nestarini (nestoriani), delli quali diremo inanzi. Di verso tramontana confina con Giorgens (l'attualeGeorgia), e in queste confine è una fontana, ove surge tanto olio e in tanta abondanza che 100 navi se ne caricherebboro a la volta. Ma non è buono a mangiare, ma sì da ardere, e buono da rogna[6] e d'altre cose; e per tutta quella contrada non s'arde altr'olio.»

(Marco Polo,Il Milione)

Il petrolio venne introdotto inOccidente soprattutto comemedicinale, in seguito all'espansionismo arabo. Le sue doti terapeutiche si diffusero con grande rapidità e alcune fonti d'olio a cielo aperto, come l'anticaBlufi (santuario della "Madonna dell'olio") ePetralia inSicilia, divennero noticentri termali dell'antichità.

Nonostante la coniazione del termine "petrolio" sia spesso attribuita almineralogistatedescoGeorg Bauer (1494-1555), che lo adottò nel suo trattatoDe Natura Fossilium[7] del 1546[8], ci sono evidenze che sia stato coniato cinque secoli prima dal filosofo e scienziatopersianoAvicenna.[5][9]

InBirmania nella zona delloYenangyaung il petrolio trasuda in superficie e resoconti scritti ne certificano il suo sfruttamento e commercio a livelli industriali almeno dal 1700, quando rappresentava la fonte primaria di entrate della dinastiaKonbaung, nel 1885 gli inglesi invasero il Paese e lo sfruttamento passò allaBurma-Shell.[10]

Vignetta pubblicata suVanity Fair nel 1861 mostrantecapodogli che festeggiano l'avvento dei pozzi petroliferi, la cui produzione blocca la loro caccia per ottenere la carneblubber da cui produrre l'olio di balena, sostituito dal petrolio
Il tempio del fuoco di Baku, c. 1860

Sullapenisola di Abşeron (Azerbaigian) in riva alMar Caspio già nel1593 viene descritto un pozzo scavato manualmente di 35 m. aBalakhani, successivamente qui, su uno dei più grandi giacimenti mondiali, i russi hanno costruito la prima raffineria nel1837[11][12].

Il primo pozzo petrolifero, nel 1859

Nonostante il precedente russo, l'industria petrolifera moderna viene fatta risalire negli anni1850 negliStati Uniti (nei pressi diTitusville,Pennsylvania), per l'iniziativa diEdwin Drake. Il 27 agosto1859 venne aperto il primo pozzo petrolifero redditizio del mondo.[5] L'industria crebbe lentamente durante il1800 e non diventò di interesse nazionale (USA) fino agli inizi delventesimo secolo; l'introduzione delmotore a combustione interna fornì la domanda che ha poi largamente sostenuto questa industria. I primi piccoli giacimenti inPennsylvania e inOntario si esaurirono velocemente portando ai "boom petroliferi" inTexas,Oklahoma, eCalifornia. Altre nazioni avevano considerevoli riserve petrolifere nei loro possedimenti coloniali, e incominciarono ad utilizzarli a livello industriale.

Campo di estrazione petrolifera in California, 1938

Sebbene neglianni cinquanta del Novecento ilcarbone fosse ancora il combustibile più usato nel mondo, il petrolio cominciò a soppiantarlo. Agli inizi del ventunesimo secolo circa il 90% del fabbisogno di combustibile era coperto dal petrolio. In conseguenza dellacrisi energetica del 1973 e diquella del 1979 nacque l'interesse nella pubblica opinione sui livelli delle scorte di petrolio, portando alla luce la preoccupazione che, essendo il petrolio una risorsa limitata, essa fosse destinata a esaurirsi (almeno come risorsa economicamente sfruttabile).

Il prezzo di unbarile di petrolio è aumentato dagli 11dollari del1998 a circa 147, per poi ripiegare (a causa dellarecessione globale, ma anche delle "prese di beneficio" degli speculatori), fino a 45 nel dicembre2008. In seguito le quotazioni del greggio hanno ripreso a crescere per consolidarsi al di sopra dei 100 dollari nel marzo 2011. Data l'elevata volatilità del prezzo di un barile, l'OPEC ha preso in valutazione di tagliare la produzione per far aumentare i costi dell'oro nero (per fare un esempio: se un barile aumenta di un dollaro, negliEmirati Arabi Uniti arrivano oltre 100 milioni di dollari di guadagni[senza fonte]).Tuttavia il re dell'Arabia SauditaʿAbd Allāh si è detto disponibile ad aumentare l'estrazione di petrolio per riportarlo ad un prezzo ragionevole[senza fonte].

Il valore del petrolio comefonte di energia trasportabile e facilmente utilizzabile, usata dalla maggioranza dei veicoli (automobili,camion,treni,navi,aeroplani) e come base di molti prodotti chimici industriali, lo rende dall'inizio delXX secolo una dellematerie prime più importanti del mondo. L'accesso al petrolio è stato uno dei principali fattori scatenanti di molti conflitti militari, tra cui laguerra del Golfo. La maggior parte delle riserve facilmente accessibili è collocata nelMedio Oriente, una regione politicamente instabile.

L’utilizzo antropico dei derivati del petrolio è la causa del riscaldamento globale, ed i rifiuti da esso derivati rappresentano la prima fonte d’inquinamento ambientale.[senza fonte] Esistono e sono continuamente allo studiofonti alternative erinnovabili di energia. Il processo di sostituzione del petrolio come fonte di energia a favore di altre forme di produzione energetica compatibili con la vita sul pianeta Terra, prende il nome diTransizione Energetica.

Proprietà del greggio

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Il greggio è un liquido viscoso di colore variabile dal giallo chiaro al marrone scuro o verdastro, e nella sua quasi totalità la suadensità relativa è inferiore a 1, cioè ha unpeso specifico minore dell'acqua.[13]

Il colore risulta essere più scuro nei greggi che contengono idrocarburi conpeso molecolare medio più elevato. Al peso molecolare medio dei componenti sono legate anche la suadensità e la suaviscosità, in quanto più elevato risulta il peso molecolare medio più il greggio risulta denso e viscoso.

Composizione

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Composizione chimica del petrolio

Dal punto di vista chimico, il greggio è un'emulsione diidrocarburi (cioècomposti chimici le cuimolecole sono formate daidrogeno ecarbonio) conacqua ed altre impurità.

È costituito principalmente daidrocarburi appartenenti alle classi deglialcani (lineari eramificati),cicloalcani e in quantità minoreidrocarburiaromatici.[1][14] La percentuale di questi idrocarburi varia a seconda del giacimento petrolifero da cui viene estratto il petrolio: considerando una media a livello mondiale, un petrolio tipico contiene il 30% di paraffine, il 40% di nafteni, il 25% di idrocarburi aromatici, mentre il restante 5% è rappresentato da altre sostanze;[14] nel caso di petroli ad elevato contenuto di alcani si parla di "petroli paraffinici", mentre i petroli ad elevato contenuto di cicloalcani vengono detti "petroli naftenici".[1][14] I petroli paraffinici sono più abbondanti nelle zone più profonde del sottosuolo, mentre i petroli naftenici sono più abbondanti nelle zone più vicine alla superficie.[14]

Sono presenti inoltre composti solforati (solfuri edisolfuri), azotati (chinoline) e ossigenati (acidi naftenici,terpeni efenoli[14]), in percentuale variabile anche se la loro percentuale in massa, complessivamente, difficilmente supera il 7%.

Data l'elevata complessità di tale miscela, per definire la composizione di un particolare petrolio, anziché indicare lesostanze che lo costituiscono, spesso si preferisce indicarne la composizione elementare, che è rappresentata principalmente dacarbonio eidrogeno, essendo il petrolio una miscela costituita prevalentemente daidrocarburi.[13]

In percentuale, è composto all'85% circa dacarbonio, 13% circa daidrogeno e per il restante 2% circa da altri elementi.

La tabella seguente mostra gli intervalli di composizione (espressi come percentuali in peso) dei singoli elementi che costituiscono tipicamente un particolare petrolio:[14]

Elementomin (%wt)max (%wt)
C79,588,5
H1015,5
altri elementi05

Gli altri elementi presenti nel petrolio sono principalmenteeteroatomi, quali ad esempio lozolfo (0,05-8%wt, talvolta sotto forma diH2S[13]), l'azoto (0,02-1,3%wt) e l'ossigeno (0,05-3%wt). Sono inoltre presenti atomi metallici in quantità modeste,[5] sia combinati con i composti organici, sia in sali disciolti in tracce d'acqua (qualinichel,vanadio,molibdeno,cobalto,cromo,cadmio,piombo,arsenico emercurio), tuttavia per la lavorazione in raffineria bisogna tenere conto della loro presenza, in quanto molti processi usanocatalizzatori che vengonoinibiti da tali metalli. Inoltre i prodotti finali (generalmente i tagli più pesanti come il gasolio), risultandone più "ricchi", producono maggiori ceneri e particolato.

Caratterizzazione e classificazione del petrolio

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Esistono centinaia di petroli diversi. Essi si differenziano per i differenti rendimenti, il tenore in zolfo, in metalli pesanti ed in funzione della loro acidità. Frequentemente (ma questa non è una regola) i grezzi più pesanti sono anche quelli che hanno un tenore in zolfo più elevato.[13] È invece sistematico che per un determinato petrolio le frazioni alto-bollenti abbiano un tenore in zolfo più elevato delle frazioni basso-bollenti.

Da un punto di vista generale (anche se esistono delle eccezioni) i petroli che contengono una quantità più elevata di frazioni leggere sono più costosi. Un altro parametro che influenza il valore del petrolio grezzo è il contenuto in zolfo. Quest'ultimo infatti deve essere allontanato durante l'operazione di raffinazione e questa operazione di purificazione è tanto più onerosa quanto più alto è il tenore in zolfo.

Altri parametri che influenzano il valore del grezzo sono la suaacidità ed il tenore in metalli pesanti, quali ilvanadio. La conoscenza di questi due ultimi parametri è di grande importanza allorché si progettano impianti per la raffinazione del greggio; infatti petroli acidi o con contenuti di Vanadio elevati richiedono impianti particolarmente resistenti alla corrosione e dunque costruiti con acciai speciali.

Va inoltre ricordato che a livello commerciale le varie partite di petrolio non hanno lo stesso valore commerciale. I seguenti criteri forniscono una linea guida su come distinguere un petrolio pregiato da uno scadente:

  • tenore di zolfo: maggiore è la presenza di zolfo o di altri eteroatomici, più spinta sarà la relativa lavorazione con maggiori costi di esercizio d'impianto. Infatti la presenza di zolfo va limitata sia per motivazioni ambientali, sia per la salvaguardia delle parti più delicate dell'impianto;
  • percentuale di benzine: a livello commerciale la benzina è il taglio più costoso e quindi più remunerativo per una azienda petrolifera; non a caso molti processi di lavorazione puntano all'aumento delle quantità e qualità delle benzine, alleggerendo i tagli pesanti (cracking) o appesantendo quelli leggeri; da questo punto di vista un petrolio ricco di benzina presenta un valore commerciale maggiore;
  • densità: un petrolio più denso contiene un maggior numero di molecole condensate, ovvero i costituenti del residuo della colonna da topping; quindi sono necessarie lavorazioni più gravose in termini di temperatura (come ilvisbreaking), per cercare di rompere le molecole condensate e convertirle in tagli leggeri.

Grado API

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Lo stesso argomento in dettaglio:Gradi API.

In ambito petrolifero si usa un'espressione particolare per esprimere la densità: ilgrado API.

La densità e il grado API sono correlate dalla relazione:

°API = 141,5/ρ* - 131,3

dove ρ* è la densità relativa rispetto all'acqua. Da questa relazione discende che un olio della stessa densità dell'acqua presenta 10°API, se è più pesante presenta un valore minore di 10°API, mentre se è più leggero presenta un valore del grado API maggiore di 10°API. Pertanto un petrolio pregiato avrà un alto valore di grado API, maggiore di 10°API.[13]

A titolo di esempio, tra i petroli pregiati figura quello di Brega (Libia) che ha 42°API con un tenore di zolfo pari allo 0,2%.

Distillazione frazionata TBP

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Non esistono due petroli identici e talvolta all'interno dello stesso giacimento la composizione tende a variare nel tempo o in funzione della localizzazione del punto di estrazione. Per questo motivo per poter caratterizzare ogni tipo di petrolio si ricorre all'operazione detta di distillazione frazionata TBP (True Boiling Point). Questa metodologia è descritta negli standardASTM D86 e D2892, che definiscono le condizioni normalizzate per realizzare l'operazione. L'operazione è condotta prendendo una quantità predefinita di petrolio grezzo e sottoponendola a riscaldamento a pressione atmosferica.

Sotto l'effetto del riscaldamento il campione di petrolio comincia ad evaporare e per prime le frazioni più leggere. I vapori di petrolio che man mano evaporano sono raffreddati, condensati e raccolti in un recipiente graduato. Le frazioni più volatili (dette basso-bollenti) sono le prime ad evaporare ed in seguito evaporano quelle meno volatili (dette alto-bollenti). Durante questa operazione di distillazione il campione di petrolio diventa progressivamente sempre meno volatile e dunque occorre riscaldare il campione a temperature sempre più elevate per poterlo distillare. L'obiettivo del test è di misurare in funzione degli intervalli di temperatura ai quali è sottoposto il campione quale è il rendimento percentuale della corrispondente frazione evaporata. Il test è interrotto quando il campione raggiunge la temperatura di 550 °C, perché a questa temperatura intervengono delle reazioni dicracking che modificano la natura chimica delle molecole. Il volume che resta a 550 °C è detto residuo.

I risultati del test TBP sono di notevole interesse perché permettono di caratterizzare i diversi tipi di petrolio. Questo è essenziale per poterne definire il valore di mercato e per poter prevedere quali saranno i rendimenti quando il grezzo petrolifero arriva in raffineria per essere raffinato.

La tabella seguente mostra le composizioni di due petroli (petrolio Souedia, che ha origine inSiria e petrolio Zarzaitine, che ha origine inAlgeria) ottenute tramite distillazione TBP sull'intervallo di temperatura 15-550 °C.

Zarzaitine (0,14%S)Souedia (3,91%S)
T [°C]% in peso% in volumeT [°C]% in peso% in volume
15-806,6858,21915-804,0285,613
80-15015,90417,49780-1507,8419,801
150-23015,91416,378150-2309,75111,204
230-37527,95426,977230-37520,61921,529
375-55021,30319,409375-55025,26324,159
>5509,4978,044>55031,19326,179

È importante tenere presente che questi tagli petroliferi sono il risultato della sola operazione di distillazione e che in raffineria molteplici altre operazioni sono condotte per produrre prodotti di uso finale. In effetti le frazioni risultanti dall'operazione di distillazione non sono pronte per l'uso e richiedono ulteriori stadi di lavorazione.

Formazione e presenza in natura

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Teoria biogenica del petrolio

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Confronto tra la molecola dimetalloporfirina estratta dal petrolio daAlfred E. Treibs (a sinistra) e la molecola diclorofilla (a destra).

Secondo le teorie comunemente accettate dalla comunità scientifica, il petrolio deriva dalla trasformazione di materiale biologico in decomposizione[15]. Il primo a sostenere tale teoria fu lo scienziato russoLomonosov nelXVIII secolo. La sua teoria fu confermata nel1877 daMendeleev. Ulteriore conferma a tale ipotesi fu fornita daAlfred E. Treibs, che evidenziò l'analogiastrutturale tra unamolecola dimetalloporfirina che aveva rintracciato nel petrolio nel1930[16] e la molecola dellaclorofilla (che è invece associata a processi biologici).

Secondo tale teoria, il materiale biologico dal quale deriva il petrolio è costituito daorganismi unicellulari marinivegetali eanimali (fitoplancton ezooplancton)[5] rimasti sepolti nel sottosuolo centinaia di milioni di anni fa, in particolare durante ilpaleozoico, quando tale materia organica era abbondante nei mari.[5]

In un primo stadio, tale materia organica viene trasformata incherogene attraverso una serie di processi biologici e chimici;[5] in particolare la decomposizione della materia organica ad opera dibatterianaerobi (cioè che operano in assenza diossigeno) porta alla produzione di ingenti quantità di metano.[5]

Successivamente, a causa della continua crescita deisedimenti, si ha un innalzamento della temperatura (fino a 65-150°C) che porta allo sviluppo di processi chimici didegradazione termica ecracking, che trasformano il cherogene in petrolio.[5] Tale processo di trasformazione del cherogene in petrolio avviene alla sua massima velocità quando il deposito ha raggiunto profondità intorno a 2000-2900 metri.[5]

Rappresentazione schematica di unreservoir di petrolio.

Una volta generati, gli idrocarburi migrano verso l'alto attraverso i pori della roccia in virtù della loro bassa densità. Se nulla blocca la migrazione, questi idrocarburi affiorano in superficie. A questo punto le frazioni più volatili evaporano e resta un accumulo dibitume, che è pressoché solido a pressione e temperatura atmosferica. Storicamente gli accumuli naturali di bitume sono usati per usi civili (impermeabilizzare il legno) o militari (come ilfuoco greco). Tuttavia nel percorso di migrazione, gli idrocarburi possono accumularsi in rocce porose (dette "rocce serbatoio" o "reservoir") e restare bloccati da uno strato di roccia impermeabile. In questo caso si può creare una zona di accumulo, detta "trappola petrolifera". Perché le rocce porose possano costituire unreservoir, è necessario che queste rocce siano al di sotto di rocce meno permeabili (normalmenteargille oevaporiti), in maniera tale che gli idrocarburi non abbiano la possibilità di risalire sino alla superficie terrestre.

Una conformazione geologica che costituisce un caso tipico di trappola petrolifera è la piegaanticlinale. Questo tipo di configurazione costituisce di gran lunga il caso più frequente di "trappola petrolifera", anche se può accadere che il petrolio si accumuli in corrispondenza di fratture tettoniche o attorno a dei giacimenti di sale. All'interno del reservoir si viene quindi a trovare una miscela di idrocarburi liquidi e gassosi (in proporzioni variabili). Gli idrocarburi gassosi costituisconogas naturale (metano edetano) e riempiono le porosità superiori. Quelli liquidi (nelle condizioni di pressione esistenti nel giacimento, cioè svariate centinaia di atmosfere) occupano le zone inferiori delreservoir.In virtù della provenienza marina della materia organica all'origine del petrolio, quasi inevitabilmente gli idrocarburi sono associati ad acqua; è frequente la situazione per la quale all'interno della roccia madre si trovino tre strati: uno superiore digas naturale, uno intermedio costituito da idrocarburi liquidi ed uno inferiore di acqua salata. Nelle operazioni di messa in produzione di un giacimento si presta notevole attenzione alla profondità alla quale si situa lo strato di acqua perché questa informazione è necessaria per calcolare il rendimento teorico del giacimento.

È frequente la situazione per la quale il giacimento di idrocarburi contiene unicamentemetano edetano. In questo caso si parlerà di giacimento digas naturale. Se gli idrocarburi liquidi più pesanti presenti nel giacimento non superano i dodici-quindici atomi dicarbonio (C12 - C15), si parlerà di giacimento di condensato, sovente associato a gas naturale. Se negli idrocarburi liquidi presenti sono rappresentate molecole più lunghe si è in presenza di un giacimento di petrolio propriamente detto.

Teorie abiogene

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Lo stesso argomento in dettaglio:Origine abiotica del petrolio.

Nonostante le teorie comunemente accettate prevedano che il petrolio derivi da sostanze organiche[15] sono state formulate teorie, dette abiogene o abiotiche, secondo cui si sarebbe formato attraverso processi non biologici.

Fra i teorici dell'origine abiogena c'è il professorThomas Gold che nel1992 pubblicò la teoria della profonda biosfera calda, allo scopo di spiegare il meccanismo dell'accumulo di idrocarburi nei giacimenti profondi.

Nel2001J. Kenney dimostrò che secondo le leggi dellatermodinamica non sarebbe possibile la trasformazione a basse pressioni di carboidrati o altro materiale biologico in catene idrocarburiche. Infatti ilpotenziale chimico dei carboidrati varia da -380 a -200kcal/mol, mentre il potenziale chimico degli idrocarburi è maggiore di 0 kcal/mol. Siccome le trasformazioni termodinamiche evolvono verso condizioni a potenziale chimico più basso, la trasformazione citata non può avvenire. Il metano non si polimerizza a basse pressioni ad alcuna temperatura.

Talvolta, giacimenti digas naturale e petrolio ritenuti in fase di esaurimento, si riempiono di nuovo; questo processo può essere alimentato solo da depositi profondi, percorrendo la sequenza di fenomeni che portò alla formazione iniziale. La teoria abiotica sostiene che tutti gli idrocarburi naturali siano di origine abiotica, ad eccezione del metano biogenico (spesso chiamatogas di palude), che è prodotto in prossimità dellasuperficie terrestre attraverso la degradazionebatterica di materia organica sedimentata.

Una teoria dell'origine abiotica del petrolio ritiene che al momento della formazione dellaTerra si siano formati dei significativi depositi dicarbonio, ora preservati solo nelmantello superiore. Questi depositi, trovandosi in condizioni di elevatatemperatura epressione,catalizzerebbero lapolimerizzazione dimolecole dimetano, fino a formare lunghe catene idrocarburiche.[17]

Una variante di questa teoria prevede l'idrolisi diperidotiti del mantello, con conseguente formazione di unfluido ricco inidrogeno e con metallicatalizzatori (comenichel,cromo,cobalto ovanadio) che, risalendo, dilaverebbe lerocce carbonatiche superiori, generando idrocarburi. Questareazione chimica ipotizzata è la stessa che si avrebbe nel processo industriale dellasintesi di Fischer-Tropsch.

Studi sulle riserve del petrolio

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Grafico rappresentativo della produzione petrolifera, mostrante ilpicco di Hubbert.
Niente fonti!
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Perriserve di petrolio si intende la quantità diidrocarburi liquidi che si stima potranno essere estratti in futuro dai giacimenti già scoperti.

Generalmente i volumi che potranno essere estratti da giacimenti non ancora sfruttati sono denominatiriserve.

La determinazione delle riserve è condizionata dalle incertezze tecniche ed economiche. Le incertezze tecniche derivano dal fatto che i volumi di idrocarburi contenuti nel giacimento sonostimati quasi esclusivamente attraverso dati ottenuti con metodi indiretti (tra i più diffusi laprospezione sismica e le misure diproprietà fisiche delle rocce nei pozzi). Le informazioni dirette sono necessariamente poche, se confrontate con l'eterogeneità dellerocce serbatoio, in quanto provengono dalla perforazione dei pozzi, che è molto costosa.

Le incertezze di tipo economico includono la difficoltà di poter prevedere l'andamento futuro dei costi di estrazione e dei prezzi di vendita dell'idrocarburo (mediamente la vita produttiva di un giacimento è di 10-20 anni). Anche la disponibilità commerciale di nuove tecnologie di estrazione è difficilmente prevedibile con totale certezza.Il livello di incertezza sulle riserve è quindi massimo quando vengono stimati potenziali nuovi giacimenti, diminuisce nel momento della loro scoperta tramite perforazioni di pozzi, e durante il periodo produttivo e diviene nullo quando le riserve producibili dal giacimento sono azzerate in quanto tutti gli idrocarburi estraibili sono effettivamente stati prodotti.

Il grado di aleatorietà delle riserve è espresso attraverso la loro classificazione secondo categorie definite.

Esistono diversi schemi di classificazione, quella dellaSociety of Petroleum Engineers (SPE) è internazionalmente diffuso e distingue traRisorse (idrocarburi non ancora scoperti o non commerciali) eRiserve (idrocarburi scoperti e commerciali). Le Riserve infine sono classificate comecerte,probabili epossibili secondo un grado di incertezza crescente. Questo stesso schema è stato inserito all'interno del sistema di classificazione delle risorse naturali, esclusa l'acqua, pubblicato dalleNazioni Unite nel 2004 sotto il nome diUnited Nations Framework Classification (UNFC).

L'impossibilità di calcolare esattamente la quantità di riserve e di risorse, dà spazio a diverse previsioni più o meno ottimistiche.

Nel1972 uno studio autorevole, commissionato alMIT dalClub di Roma (il famosoRapporto sui limiti dello sviluppo), affermò che nel2000 sarebbero state esaurite circa il 25% delle riserve mondiali di oro nero. Il rapporto, però, fu frainteso, e i più pensarono che predicesse la fine del petrolio entro il2000.

La situazione dei primi anni 2000 apparve più grave di quanto il MIT avesse predetto. Dai dati pubblicati annualmente dallaBP si rilevava che la quantità di petrolio utilizzata dal1965 al2004 fosse di 116 miliardi di tonnellate, le riserve ancora disponibili nel 2004 furono valutate in 162 miliardi di tonnellate.

Con questi valori si può facilmente calcolare che, escludendo i nuovi giacimenti che saranno scoperti nei prossimi anni, è già stato consumato il 42% delle riserve inizialmente disponibili, in altre parole si avvicina il momento del raggiungimento del "picco" dell'estrazione. Secondo la BP, il petrolio disponibile è sufficiente per circa 40 anni a partire dal 2000, supponendo di continuarne l'estrazione al ritmo attuale, quindi senza tenere conto della continua crescita della domanda mondiale, che si colloca intorno al 2% annuo. Ma al momento dell'estrazione dell'ultima goccia di petrolio, l'umanità dovrà già da tempo aver smesso di contare su questa risorsa, in quanto man mano che i pozzi si vanno esaurendo la velocità con cui si può continuare ad estrarre decresce, costringendo a ridurre i consumi o utilizzare altre fonti energetiche.

Diversi altri studi hanno in tutto o in parte confermato queste conclusioni; in particolare sono da menzionare quelli del geologo statunitenseMarion King Hubbert (vedi anchepicco di Hubbert) e in seguito, a partire da questi, quelli diColin Campbell eJean Laherrère.

Secondo questi studi la quantità di petrolio estratto da una nazione segue unacurva a campana e la massima estrazione di greggio per unità di tempo la si ha quando si è prelevato metà di tutto il petrolio estraibile. Questo è quanto si è verificato negliUSA (i 48 stati continentali -lower 48 - esclusa l'Alaska) in cui l'estrazione di petrolio ha avuto un massimo nel 1971 (circa 9 milioni dibarili al giorno) e poi è declinata come in una curva a campana secondo quanto previsto da Hubbert.

Altri studi di diversa matrice (in gran parte di economisti) sostengono che la tecnologia continuerà a rendere disponibili per l'industria idrocarburi a basso costo e che sulla Terra esistono vaste riserve di petrolio "non convenzionale", quali lesabbie bituminose o gliscisti bituminosi, le quali consentiranno l'uso del petrolio per un periodo di tempo ancora molto lungo.

L'Agenzia internazionale dell'energia nel 2008 ha stimato che la produzione di petrolio sia destinata a calare del 9,1% annuo, o almeno il 6,4% se aumentassero gli investimenti; le stime corrette dell'agenzia abbassano tale dato al 5%[18] e considerano più probabile il 6,7%.[19]

Paesi con le maggiori riserve di petrolio

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Riserve di petrolio a livello mondiale (dati relativi al 2013).

Qui di seguito sono elencati i primi 20 paesi per riserve certe di petrolio dell'ottobre2013.
Per vita media residua si intende la stima della durata delle riserve ai ritmi di estrazione dell'anno2013.[20]

PaeseMilioni dibarili (bbl)% sul totaleVita media residua (Anni)
1Venezuela (bandiera) Venezuela296 50017,9%ND
2Arabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita265 50016,1%61,8
3Canada (bandiera) Canada175 20010,6%ND
4Iran (bandiera) Iran151 2009,1%93,1
5Iraq (bandiera) Iraq143 1009,1%ND
6Kuwait (bandiera) Kuwait101 5006,1%94,6
7Emirati Arabi Uniti (bandiera) Emirati Arabi Uniti97 8005,9%78,7
8Russia (bandiera) Russia88 2005,3%21,5
9Libia (bandiera) Libia47 1002,9%ND
10Nigeria (bandiera) Nigeria37 2002,3%39,0
11Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti30 9001,9%9,5
12Kazakistan (bandiera) Kazakistan30 0001,8%42,2
13Qatar (bandiera) Qatar24 7001,5%34,8
14Brasile (bandiera) Brasile15 1000,9%14,6
15Cina (bandiera) Cina14 7000,9%7,5
16Angola (bandiera) Angola13 5000,8%18,6
17Algeria (bandiera) Algeria12 2000,7%16,7
18Messico (bandiera) Messico11 4000,7%8,1
19Azerbaigian (bandiera) Azerbaigian70000,4%18,9
20Norvegia (bandiera) Norvegia69000,4%6,4
Resto del mondo81 2006,1%*
Totale1 652 600100%51,8
46Italia (bandiera) Italia14000,1%31,9

I volumi si riferiscono alle riserve certe. Sono escluse le stime ufficiali dellesabbie bituminose canadesi (pari a circa 143 300 milioni di barili) relative ai progetti oggetto di sviluppo attivo, ai liquidi separati dalgas naturale (detti NGL, dall'inglese"Natural Gas Liquids") e ai liquidi condensati dai gas naturali (in inglese"gas condensate").

Produzione del petrolio

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Suddivisione principale dell'industria petrolifera, del gas naturale e dei prodotti derivati dal petrolio.

Il ciclo produttivo del petrolio e dei prodotti derivati dal petrolio attraversa differenti fasi produttive, raggruppate tradizionalmente in tre insiemi di processi:

  • upstream: comprende l'insieme delle procedure da svolgere allo scopo di ricavare il petrolio greggio dal sottosuolo; le principali procedure di upstream sono: la ricerca del giacimento (esplorazione), la predisposizione di pozzi per il sollevamento del petrolio (perforazione) e il processo di sollevamento del petrolio dal sottosuolo (estrazione);
  • midstream: comprende le procedure relative al trasporto del petrolio dal sito di estrazione al sito di raffinazione e lo stoccaggio del petrolio;
  • downstream: comprende i processi di trasformazione del petrolio (raffinazione) allo scopo di ottenere i prodotti derivati destinati al commercio e la loro distribuzione e vendita.

Siccome assieme al petrolio dai giacimenti viene prelevato anche gas naturale, le tre fasi sono riferite al ciclo produttivo del gas naturale. In particolare i processi di upstream sono finalizzati all'ottenimento di entrambe le materie prime (petrolio e gas naturale), mentre i processi di midstream e downstream sono diversificati a seconda che siano riferiti al petrolio o al gas naturale.

Esplorazione

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Mappa delle spedizioni inviate tra il 1947 e il 1950 dallaIraq Petroleum Company per la ricerca del petrolio nell'Arabia meridionale.

La fase di esplorazione rappresenta la fase di ricerca dei giacimenti di petrolio, finalizzata alla sua estrazione. Tale ricerca viene svolta in genere attraversoprospezione geofisica, che consiste in un'indagine delle proprietà fisiche del sottosuolo da cui è possibile determinare la presenza di particolari disomogeneità delle proprietà del terreno, associate alla presenza ditrappole strutturali o altre strutture di accumulo diidrocarburi.

Estrazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Estrazione del petrolio.

Alla fase di esplorazione segue la fase di estrazione del petrolio. L'estrazione avviene attraverso la costruzione di apposite torri di perforazione o trivellazione (dettederrick), che nel caso di impianti off-shore (cioè in corrispondenza delle aree marine[1]) sono posizionate su unapiattaforma petrolifera.

In genere il deposito di petrolio che impregna le rocce porose si trova ad elevatapressione, per cui risale spontaneamente attraverso ilpozzo petrolifero, mentre negli altri casi è necessario utilizzare dellepompe petrolifere per sollevarlo;[1] tali pompe possono essere utilizzate anche quando il petrolio risale spontaneamente, in modo da velocizzarne ulteriormente la risalita.[1]

Quando il pompaggio del petrolio in superficie risulta più gravoso, è possibile aumentare la pressione all'interno del giacimento iniettando negli strati del giacimento gas o acqua.[21]

  • La piattaforma petrolifera P-51, situata in Brasile
    La piattaforma petrolifera P-51, situata in Brasile
  • Una vecchia torre di perforazione utilizzata tra il 1946 e il 1947
    Una vecchia torre di perforazione utilizzata tra il 1946 e il 1947
  • Pompa petrolifera di Sarnia, Ontario (Canada), 2001
    Pompa petrolifera di Sarnia, Ontario (Canada), 2001

Trattamento preliminare

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Abitualmente il greggio viene sottoposto ad un primo trattamento direttamente sul posto in cui viene estratto dal sottosuolo. L'acqua e le componenti minerali sono le prime ad essere separate, prima di inviare il petrolio allaraffinazione, principalmente tramitedistillazione o metodi gravitativi, cicloni, ecc. L'acqua separata solitamente ha un certo contenuto di sali disciolti (principalmentecloruro di sodio) e non è utilizzabile per scopi agricoli, industriali o civili, quindi quasi sempre viene reiniettata nel sottosuolo entro l'acquifero del giacimento, per mantenerne la pressione e quindi tenere stabile la produzione petrolifera, oppure in livelli rocciosipermeabili, che quindi l'assorbono facilmente, individuati nel sistema geologico in cui si trova il giacimento.

Trasporto

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Rete di oleodotti e gasdotti per il trasporto di petrolio e gas naturale dalla Russia all'Europa (al 2009).

Successivamente all'estrazione, il petrolio viene trasportato per mezzo dioleodotti opetroliere fino al sito in cui verrà svolta laraffinazione.[1] Ciascuna petroliera può trasportare una quantità di petrolio che varia in genere da 100.000 a 3 milioni di barili.[13] Nel caso di trasporto via terra, si può pompare il petrolio attraverso gli oleodotti oppure è possibile utilizzare dei vagoni ferroviari progettati appositamente per tale uso.[13]

Trasformazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Raffineria di petrolio.
Raffineria di petrolio diBaton Rouge

Dopo il processo di estrazione, il petrolio viene trasportato verso stabilimenti (raffinerie di petrolio), dove avvengono le operazioni di trasformazione che permettono di produrre a partire dal grezzo petrolifero una serie di prodotti di uso comune. Le operazioni attraverso le quali il grezzo petrolifero viene trasformato sono molteplici e di diversa natura.

A grandi linee, il processo di raffinazione può essere suddiviso in tre fasi principali:[13]

  • separazione fisica dei componenti che costituiscono il petrolio ottenendo più tagli;
  • processi chimici per il miglioramento qualitativo dei tagli ottenuti;
  • purificazione dei prodotti finali.

Scendendo più nel particolare, le principali lavorazioni sono:

  • decantazione, e separazione dell'acqua;
  • dissalazione;
  • distillazione atmosferica (detta anchetopping);
  • distillazione sotto vuoto (detta anchevacuum);
  • reforming;
  • desolforazione (per eliminare lo zolfo, che altrimenti sarebbe rilasciato sotto forma diSOx, particolarmente inquinanti);[13]
  • cracking, alchilazione, isomerizzazione.

La tabella seguente indica, orientativamente, gli intervalli ditemperature di ebollizione delle frazioni di distillazione del petrolio (a pressione atmosferica, ingradi Celsius), detti anche tagli petroliferi:[22]

Prodotto petroliferoTemperatura di ebollizione (°C)Utilizzi
metano e altri gas combustibili-160 ÷ -40combustibili di raffineria
propano-40Gas di petrolio liquefatti (combustibile per autotrazione o per riscaldamento)
butano-12 ÷ 1utilizzato per aumentare la volatilità della benzina
etere di petrolio0 ÷ 70solvente
nafta leggera-1 ÷ 150componente di combustibile per automobili
nafta pesante150 ÷ 205materia prima per ilreforming, combustibile per jet
benzina-1 ÷ 180combustibile per motori
cherosene205 ÷ 260combustibile
gasolio leggero260 ÷ 315carburante permotori Diesel / riscaldamento
gasolio pesante315 ÷ 425materia prima percracking catalitico
olio lubrificante> 400olio per motori
bitume,asfaltofrazioni rimanentipavimentazione stradale

Ogni taglio petrolifero è costituito da molecole di lunghezza comparabile. Poiché l'operazione di distillazione non può essere perfetta, ogni taglio petrolifero contiene un po' del taglio più leggero ed un po' del taglio più pesante. Per questo motivo gli intervalli di ebollizione di un taglio "ricoprono" parzialmente quelli del taglio immediatamente più leggero ed immediatamente più pesante.

I gas che si formano nelle varie parti di impianto (metano, etano, propano e butano) vengono raccolti ed usati per produrre energia per il funzionamento della raffineria o valorizzati come prodotti finiti.

Il taglio che costituisce la benzina dovrà subire varie lavorazioni, in quanto la benzina da topping presenta uno scarsonumero di ottano, pertanto si ricorre ai processi diisomerizzazione,reforming.

La parte pesante viene inviata al vacuum per recuperare i combustibili liquidi rimasti nel fondo della colonna da topping:

  • cracking catalitico, hydrocracking e visbreaking per aumentare ulteriormente la resa in combustibili liquidi;
  • alchilazione (per convertire parte dei gas in benzina);
  • delayed coking (produzione di coke).

Vi sono poi altre lavorazioni per recuperare le paraffine e le cere (vaselina), usate anche nella cosmetica. Lo scarto finale costituisce il bitume che, opportunamente miscelato con pietrisco fine e sabbia, è utilizzato per la pavimentazione stradale. Nel novero dei prodotti di raffineria rientra anche lo zolfo ottenuto dal processo di desolforazione. Va infine ricordato che il petrolio (nel taglio della virgin nafta) è anche materia prima per l'industria petrolchimica per la produzione di plastiche.

I prodotti finali del processo di trasformazione includono dunque:GPL,benzina,cherosene,gasolio,oli lubrificanti,bitumi,cere eparaffine.

Prodotti derivati dal petrolio

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Lo stesso argomento in dettaglio:Prodotti derivati dal petrolio.

Le catene molecolari nell'intervallo di C5-7 sononafte leggere ed evaporano facilmente. Vengono usate comesolventi, fluidi perpulizia a secco e altri prodotti ad asciugatura veloce.

Le benzine sono composte da catene ramificate nell'intervallo da C6 a C9.

Il cherosene è composto da catene nell'intervallo da C10 a C15, seguito dalcombustibile per imotori diesel e per riscaldamento (da C10 a C20) e da combustibili più pesanti, come quelli usati nei motori delle navi. Questi prodotti derivati del petrolio sono liquidi atemperatura ambiente.

Gli olii lubrificanti e i grassi semi-solidi (come lavaselina) sono posizionati nell'intervallo da C16 fino a C20.

Le catene da C20 in avanti sono solidi a temperatura ambiente e comprendono laparaffina, poi ilcatrame e il bitume perasfalto.

Anche i prodotti petrolchimici costituiscono un importante gruppo di prodotti: gli idrocarburi vengono convertiti in prodotti chimici qualietilene,propilene emetanolo. Questi prodotti chimici della piattaforma vengono ulteriormente convertiti in buteni[23], acetaldeide, acido acrilico[24] e composti aromatici[25], che a loro volta vengono utilizzati per la produzione dipolimeri.

Mercato del petrolio

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Lo stesso argomento in dettaglio:Mercato del petrolio.
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Impatti ambientali

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Lo stesso argomento in dettaglio:Disastro petrolifero.
Effetti sull'ambiente di un incidente ad una nave petroliera
Subsidenza dovuta alla produzione di idrocarburi dal sottosuolo. Nello schema è indicato, a titolo esemplificativo, un accumulo digas naturale entro una struttura tettonica adanticlinale; nell'esempio, la roccia serbatoio è una sabbia. a) Prima dell'inizio della produzione, nellaroccia serbatoio i granuli del sedimento sono sostenuti dalla pressione del fluido di giacimento (gas). b) Con il progredire della produzione di gas (qui è rappresentata per semplicità solo la fase finale in cui tutto il gas è stato prodotto), la pressione diminuisce drasticamente e i granuli, non più sostenuti dalla pressione di giacimento e sotto la spinta dei sedimenti soprastanti, si dispongono secondo una nuova configurazione più compatta. Questo ha come effetto la diminuzione del volume occupato dai sedimenti della roccia serbatoio e l'aumento locale della subsidenza, che si propaga ai livelli soprastanti il giacimento.

La presenza dell'industria petrolifera ha significativi impatti sociali e ambientali derivati da incidenti e da attività diroutine come l'esplorazione sismica, perforazioni e scarti inquinanti.

L'estrazione petrolifera è costosa e spesso danneggia l'ambiente. Laricerca e l'estrazione di petroliooffshore disturbano l'ambiente marino circostante. L'estrazione può essere preceduta dal dragaggio, che danneggia il fondo marino e le alghe, fondamentali nella catena alimentare marina. Il greggio e il petrolio raffinato che fuoriescono da navi petroliere incidentate, hanno danneggiato fragiliecosistemi inAlaska, nelleIsole Galapagos, inSpagna e in molti altri luoghi.

Inoltre, l'attività di estrazione e degli accumuli di idrocarburi può causare un aumento locale dellasubsidenza, con ripercussioni dirette sulla stabilità di edifici e impianti, e facilitando il ristagno delle acque superficiali. Se l'area di produzione è prossima alla costa, la subsidenza può avere come effetto l'invasione da parte delle acque marine di aree prima emerse. L'entità della subsidenza è tanto maggiore quanto la roccia serbatoio ('reservoir') da cui avviene la produzione di fluidi (gas naturale od olio) è superficiale. Questa problematica è diffusa anche inItalia, soprattutto nelle pianure costiere e in particolare nel Delta del Po e sulla costa adriatica in seguito all'estrazione di gas naturale e acque di giacimento da bassa profondità.

Infine, lacombustione, su tutto il pianeta, di enormi quantità di petrolio (centrali elettriche, mezzi di trasporto) risulta essere tra i maggiori responsabili dell'incremento riscontrato delle percentuali dianidride carbonica e di altri gas nell'atmosfera, incidendo sull'aumento dell'effetto serra.[26][27][28]

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^abcdefgPetrolio, sutreccani.it.URL consultato il 26 settembre 2012.
  2. ^Oro nero > significato - Dizionario italiano De Mauro, suInternazionale.URL consultato il 1º dicembre 2021.
  3. ^greggio, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 7 marzo 2022.
  4. ^Grezzo > significato - Dizionario italiano De Mauro, suInternazionale.URL consultato il 1º dicembre 2021.
  5. ^abcdefghijk(EN)Encyclopædia Britannica Online, "petroleum"
  6. ^Cioè «immune da ruggine»
  7. ^ Georgii Agricolae,De natura fossilium, in Columbia University Libraries (a cura di),De ortu & causis subterraneorum, lib. V -- De natura eorum quæ effluunt ex terra, lib. IIII -- De natura fossilium, lib. X -- De ueteribus & nouis metallis, lib. II, Bermannus, siue De re metallica dialogus, interpretatio Germanica uocum rei metallicæ, addito indice fœcundissimo, Basileae : [Froben], 1546.
  8. ^(EN)Earth sciences - The origin of the Nile | Britannica, suwww.britannica.com.URL consultato il 28 novembre 2021.
  9. ^(EN) Matthew Wills,When Petroleum Was Used As Medicine, suJSTOR Daily, 19 ottobre 2015.URL consultato il 30 novembre 2021.
  10. ^Amitav Ghosh,The Great Derangement. Climate Change and the Unthinkable, 2016 (La grande Cecità: Il cambiamento climatico e l’impensabile, trad. di Anna Nadotti e Norman Gobetti, Vicenza : Neri Pozza, 2017, pagina 123)
  11. ^Vaclav Smil,Energia e civiltà. Una storia, trad. Luciano Canova, 2021, Hoepli, Milano, pag. 291,ISBN 978 88 360 0009 8
  12. ^Steve LeVine,Il petrolio e la gloria. La corsa al dominio e alle ricchezze della regione del Mar Caspio, traduzione di Enrico Monier, collana Inchieste (n. 1), Fagnano Alto, il Sirente, 2009, XXXII-512 pp.,ISBN 978-88-87847-15-4.
  13. ^abcdefghi(EN)Encyclopædia Britannica Online, "crude oil"
  14. ^abcdefUllmann's, cap. 1.
  15. ^abPetrolio, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  16. ^ Treibs, A.E.,Chlorophyll- und Häminderivate in organischen Mineralstoffen, inAngew. Chem., vol. 49, 1936, pp. 682-686,DOI:10.1002/ange.19360493803,ISSN 0044-8249 (WC ·ACNP).
  17. ^Questa teoria non è in contraddizione con ilsecondo principio della termodinamica.
  18. ^Lanotizia è stata data inizialmente dalFinancial Times del 28 ottobre 2008 (che cita come fonte una bozza delWorld Energy Outlook) eripresa dalGuardian due giorni dopo. Fonte:Sergio Ferraris,Nessuno parli del picco,QualEnergia, novembre/dicembre 2008, p. 91.
  19. ^George Monbiot,When will the oil run out?,The Guardian, 15 dicembre 2008.
  20. ^Fonte:BP Statistical Review of World Energy - June 2012.
  21. ^(EN)Encyclopædia Britannica Online, "petroleum production"
  22. ^McGraw-Hill Concise Encyclopedia of Science and Technology.
  23. ^(EN) Takashi Suzuki, Hidekazu Komatsu e So Tajima,Preferential formation of 1-butene as a precursor of 2-butene in the induction period of ethene homologation reaction on reduced MoO3/SiO2 catalyst, inReaction Kinetics, Mechanisms and Catalysis, vol. 130, n. 1, 1º giugno 2020, pp. 257-272,DOI:10.1007/s11144-020-01773-0.URL consultato il 6 febbraio 2021.
  24. ^The reaction network in propane oxidation over phase-pure MoVTeNb M1 oxide catalysts, inJ. Catal., vol. 311, 2014, pp. 369-385.
  25. ^(EN) Misael García Ruiz, Dora A. Solís Casados e Julia Aguilar Pliego,ZSM-5 zeolites modified with Zn and their effect on the crystal size in the conversion of methanol to light aromatics (MTA), inReaction Kinetics, Mechanisms and Catalysis, vol. 129, n. 1, 1º febbraio 2020, pp. 471-490,DOI:10.1007/s11144-019-01716-4.URL consultato il 6 febbraio 2021.
  26. ^IPCC Fifth Assessment Report - 2013
  27. ^Carbon Dioxide Information Analysis Center, sucdiac.ornl.gov.URL consultato il 30 ottobre 2016(archiviato dall'url originale il 6 novembre 2016).
  28. ^International Energy Agency - 2015 (PDF), suiea.org.URL consultato il 30 ottobre 2016(archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2016).

Bibliografia

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Voci correlate

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Chimica e geologia

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Fasi della produzione e del trasporto

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Tipologia e prodotti del petrolio

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Problematiche ambientali correlate

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Risvolti economici e legislativi

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Riscaldamento di un ambiente

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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