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Periodo Asuka

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Ilperiodo Asuka fu il primo periodo buddhista dellastoria del Giappone, racchiuso convenzionalmente tra il550 e il700. Deve il suo nome adAsuka kyō, che fu spesso la capitale imperiale in quel periodo. Con l'introduzione della nuova religione, se ne determinò un profondo impulso su tutta la cultura successiva del Giappone. Fu anche considerato il periodo iniziale dell'era classica del paese.

La data convenzionale di inizio del periodo varia, a seconda delle fonti, tra il538 ed il552,[1] quando ebbe luogo l'introduzione ufficiale delbuddhismo alla corte diYamato, proveniente dal vicino regnocoreano diBaekje, e si considera concluso con lo spostamento della capitale aNara, nel710. Alcune fonti fanno risalire la conclusione del periodo all'ascesa al trono da parte dell'imperatoreTenji, nel668.

L'introduzione del Buddhismo

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Al momento dell'arrivo delBuddhismo inGiappone, la posizione più alta dello stato era occupata dal capo delclan Soga, sin da quando, nel I secolo d.C., il loro leggendario capostipiteTakenouchi Sukune fu primo ministro dell'imperatoreKeikō. I Soga, che si succedettero nella carica di "grande ministro" (?,Ōomi), ebbero grande rispetto per le culture straniere e furono di importanza capitale nella diffusione della nuova religione.

Loro avversari furono i membri delclan Mononobe, comandanti in capo dell'esercito, che osteggiarono l'introduzione della nuova religione. Spalleggiati dalclan Nakatomi, i cui capi erano i maestri cerimonieri dei sacri riti ancestrali shintoisti di corte, i Mononobe diedero inizio ad un sanguinoso periodo di lotte che videro ilclan Soga vincitore, anche grazie alla neutralità delclan Otomo, i cui capi erano gli ammiragli della flotta.

Nonostante la supremazia dei Soga, le tensioni interne si accentuarono quando il re Meirei diBaekje, nel552,[2] inviò in dono all'imperatoreKinmei dei sacri testi buddhisti ed una statua delBuddha Shakyamuni: l'esitazione dell'imperatore nell'accettare il dono e le lunghe discussioni all'interno del consiglio imperiale ebbero ripercussioni sull'opinione pubblica. Il dono fu infine accettato, ma quando un'epidemia di vaiolo colpì il paese, i nemici dei Soga sparsero l'opinione che si trattasse di una punizione degli spiritishinto (?,Kami), per aver accolto in patria un idolo pagano. La statua venne quindi gettata in un lago ed i libri furono bruciati. A tutt'oggi la scultura dorata è considerata tra le più grandi perdite dell'antichità insieme alla biblioteca diAlessandria.

Nonostante la temporanea vittoria degli osteggiatori delBuddhismo, il culto si era già parzialmente diffuso inGiappone ed i suoiprincipi erano già noti in molte regioni quando, nel552,[2] giunsero daBaekje i due monaci Donyei e Doshin, recando con sé sacri testi e sculture buddhiste. Dieci anni dopo, dallaCina giunse anche il viaggiatoreChiso, con un altro carico di immagini e sculture. Nonostante questi tre personaggi possano essere considerati gli unici importatori di cultura buddhista del periodo Asuka, la nuova religione si diffuse in modo efficace.

Antica statua raffigurante il principe Umayado

Al primo ministroSoga no Umako si deve la realizzazione dei primi templi buddhisti, eretti per ospitare i ricchi doni frequentemente inviati dai regnicoreani diBaekje [(JA) Kudara] eSilla [(JA) Shiragi]. Nel573 nacque il principeUmayado, detto anche Shōtoku, considerato il primo membro della famiglia imperiale a divenire buddhista. Nel periodo della sua adolescenza, le lotte tra i clan rivali culminarono nellabattaglia di Shigisan, durante la quale le armate condotte da Umako sbaragliarono le forze nemiche, provocando la morte dei capi dei clan Mononobe e Nakatomi. Fu l'inizio del periodo che vide i Soga dominare la scena politica del Giappone e che si sarebbe protratto fino al 645.

Umako si valse dell'aiuto del principeUmayado nell'introduzione di quelle importanti riforme che cambiarono radicalmente la vita del paese. Il buddhismo divenne la religione ufficiale di corte e furono invitati daBaekje progettisti e carpentieri specializzati in edilizia sacra che costruirono maestosi complessi templari buddhisti, tra i quali il celebreAsukadera nella capitaleAsuka kyō, nell'odiernaprefettura di Nara. Nelle fondamenta di un pilastro del tempio principale vennero sepolte, il 15 gennaio 593, alcune sacre Reliquie delBuddha.[3] Il nuovo imperatoreSushun fu posto sul trono da Umako, che ne dispose a piacimento, fino al punto di farlo uccidere quando questi si ribellò dopo 5 anni di regno.

Tali eventi segnarono il trionfo definitivo del clan Soga, che si issarono al vertice della gerarchia governativa della corte diAsuka-kyō, e la temporanea interruzione delle ostilità tra i clan nobiliari. Nel588, Umako favorisce l'ascesa al trono dell'imperatriceSuiko, alla quale affianca l'anno dopo il di lei nipote Umayado in qualità di reggente.

L'unità di intenti tra Soga no Umako, Suiko, ed il reggente Umayado portò ad una serie di eventi epocali che avrebbero trasformato il Giappone in un paese moderno, allineandolo ai grandi stati del continente sotto ogni profilo.[3] Fu fatto costruire il grande complesso templare buddhistaShitennō-ji (四天王寺?), tuttora uno dei più famosi del paese, che fu eretto nei pressi del porto imperiale di Naniwa, l'odiernaOsaka, per dimostrare ai visitatori d'oltremare lo splendore della corte e del paese intero. Attorno ai templi ebbero sede le nuove quattro istituzioni (四箇院?,Shika-in), che avevano lo scopo di innalzare il livello di civilizzazione del paese: il Kyōden-in (istituto per la religione e l'istruzione), l'Hiden-in (istituto di assistenza sociale), il Ryōbyō-in (ospedale), ed il Seiyaku-in (farmacia). In seguito, sarebbero stati costruiti altri templi importanti, tra cui l'Hōryū-ji, eretto nei territori della famiglia di Umayado, aIkaruga.[3]

Ilkofun Ishibutai, dove si ipotizza sia sepolto Soga no Umako.

Furono riorganizzati i ranghi della società secondo criteri ispirati alconfucianesimo, assegnando i più alti in base ai meriti, e non più in base alle discendenze familiari.[4] Vennero rafforzati i legami con i feudi lontani, concedendo terre ed un margine di autonomia ai signori di tali feudi, e venne ufficialmente adottata a corte la scrittura incaratteri cinesi.

Nel 604 fu compilata lacostituzione di 17 articoli, che fissava i codici di comportamento di governanti e sudditi nell'ambito di una società buddhista,[5] e che sarebbe rimasta in vigore fino al 1890.[3]

I principi della costituzione

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Il documento redatto da Umayado ebbe enorme importanza nella storia giapponese e meravigliò gli intellettuali moderni per il livello di cultura e illuminazione. Fondata sui principi delconfucianesimo, la costituzione partiva dalla necessità della devozione al sovrano, per arrivare a commentare diffusamente isûtra, che il principe aveva studiato in cinese. La costituzione decretò definitivamente l'adozione dei principi diNāgārjuna, che vennero tradotti dal testo originale ed applicati senza forzature alla cultura giapponese in modo efficace.

Quando, nel621, il venerato principe Umayado morì, l'evento nefasto venne riconosciuto da molti come la fine di un'epoca illuminata durata quarant'anni, la prima senza lotte da molto tempo.

Tramonto del clan Soga

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L'accumulo di tanto potere accrebbe l'ambizione del nuovo ŌomiSoga no Emishi, figlio del defunto Umako, che arrogò a sé ed al figlioSoga no Iruka prerogative fino ad allora ad esclusivo appannaggio del sovrano. Costruì il proprioKofun di dimensioni e sfarzo mai visti prima, cinse la testa del figlio con una corona e lo nominò ministro imperiale. Dopo che nel 643 Iruka fece uccidere il probabile erede al trono, il principe Yamashiro Ōe, la famiglia reale, guidata dal principeNakano Ōe, radunò a sé le fazioni che si opponevano ai Soga, tra le quali i Nakatomi, che al contrario dei Mononobe erano sopravvissuti alla disfatta diShigisan, ed un ramo minore dello stesso clan Soga.[6]

Nel 645 Soga no Iruka fu ucciso mentre riceveva un ambasciatore coreano, in un complotto ordito da Nakano Ōe e daNakatomi no Kamatari, capo del clan Nakatomi.Emishi chiamò a raccolta i suoi seguaci ma, tradito dal ramo dei Soga che si era alleato ai Nakatomi, dovette ritirarsi e si suicidò dando fuoco alla propria casa. Nel corso dell'evento andarono a fuoco preziosi documenti riguardanti la dinastia imperiale giapponese e la stessa famiglia Soga.[7]

Restaurazione shinto

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Con la distruzione del clan Soga, ebbe inizio un nuovo corso alla corte di Yamato, Nakano Ōe pose sul trono imperiale prima lo zio, che diventò l'imperatoreKōtoku, poi la madre, che diventò l'imperatriceSaimei, alla quale sarebbe succeduto, dopo la morte avvenuta nel 661, con la carica di reggente. Nel 668 diventò imperatore e sarebbe passato alla storia con il nome diTenji. Nakatomi no Kamatari sostituì l'Ōomi ai vertici della nobiltà di corte con il nuovo titolo di consigliere dell'imperatore (関白?,Kanpaku). Gli venne assegnato il feudo ed il nome di Fujiwara, e divenne così il capo-stipite del nuovoclan Fujiwara, che avrebbe monopolizzato la politica del paese fino alla fine del XII secolo.

Il buddhismo, a cui si erano convertite gran parte delle famiglie nobiliari, perse importanza in favore dello shintoismo, ma si continuò il processo disincretismo tra le due religioni. L'ordinamento statale venne riorganizzato con glieditti di riforma di Taika del 646, attraverso i quali il potere venne accentrato maggiormente nella capitale, con l'abolizione dei titoli di tipo feudale conferiti ai capi-clan delle altre province giapponesi. Nella stesura di tali editti vennero osservati iprincipi delconfucianesimo, che erano ormai stati assorbiti dal popolo giapponese.

Alcuni membri del clan Soga continuarono ad avere importanti incarichi ed alcune delle loro discendenti sposarono alcuni degli imperatori di quel tempo, ma il potere della famiglia era ormai definitivamente declinato. Secondo alcuni storiografi, il periodo Asuka coincide con il periodo relativo al potere dei Soga, che si era aperto con l'introduzione ufficiale del buddhismo a corte e si era chiuso con la distruzione del clan e la restaurazione dello shintoismo.[7]

Note

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  1. ^(EN) Bowring, Richard John:The religious traditions of Japan, 500-1600. Cambridge University Press,Cambridge 2005, pagg. 16–17.ISBN 0-521-85119-X
  2. ^abGli antichi annaliNihongi fanno risalire l'arrivo dei monaci da Baekje al 538
  3. ^abcdAston, William vol.2 pag. 95 e successive
  4. ^(JA) Yoshimura, Takehiko:Kodai Ōken no Tenkai (古代王権の展開), pag. 126. Shūeisha, 1999
  5. ^(EN)Shotoku's Seventeen-Article Constitution - Jushichijo KenpoArchiviato il 16 febbraio 2007 inInternet Archive. www.sarudama.com
  6. ^(EN)Soga no Iruka sul sito dell'Enciclopedia Britannica
  7. ^ab(EN)Soga no Emishi sul sito dell'Enciclopedia Britannica

Bibliografia

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Voci correlate

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