Nell'antica Roma, ilperegrinus era una persona libera che era soggetta al dominio romano senza avere lacittadinanza romana, e dunque era privo di molti diritti riservati aicives romani elatini. Durante laRepubblica si usava questo termine per indicare anche coloro che non erano soggetti al dominio romano, ma in seguito per questa categoria fu usato il termine "barbaro". Trattandosi di un concetto legato a quello di cittadinanza, un momento importante per la storia deiperegrini è il212, quandoCaracalla promulgò laConstitutio antoniniana con la quale estendeva la cittadinanza a tutti i soggetti liberi dell'Impero.[1]
NelI eII secolo la maggioranza della popolazione dell'Impero, circa l'80-90%, era formata daperegrini. Tra il90 e il49 a.C. tutti gli abitanti dell'Italia avevano ottenuto la cittadinanza romana.[2] Fuori dall'Italia, le province che si trovavano da più tempo sotto il dominio romano probabilmente avevano una maggioranza di cittadini romani entro la fine delprincipato diAugusto: si tratta dellaGallia Narbonense, dellaHispania Betica e dell'Africa Proconsolare.[3]
Le province di più recente conquista presentavano invece una minore percentuale di cittadini. Per esempio, si è stimato che i cittadini romani inBritannia intorno all'anno100 fossero circa 50.000, meno del 3% della popolazione della provincia, pari a circa 1,7 milioni di abitanti.[4] È noto che nel47, anno dell'ultimo censimento quinquennale preservatosi, i cittadini romani erano appena più di 6 milioni, pari al 9% della popolazione totale di circa 70 milioni di sudditi dell'imperatoreClaudio.[5]
| Controllo di autorità | Thesaurus BNCF46279 |
|---|