Con la denominazione dipederastia greca si viene a indicare quel peculiare fenomeno consistente nella relazione altamente ritualizzata e socialmente codificata di un rapporto fra un adulto, uomo o donna, con un o una adolescente dello stesso genere. Poteva trattarsi di un rapporto anche erotico – pubblicamente riconosciuto – tra un adulto dettoerastès (traducibile comeamante) ed un ragazzo più giovane chiamatoeròmenos (traducibile comeamato), solitamente nell'età della primaadolescenza[1]: è stato un costume caratteristico dell'antica Grecia sia durante il suo periodo più arcaico sia nell'età classica[2].
Alcuni studiosi hanno individuato la sua origine nelrito di iniziazione – cui si riferirebbero anche molte storie pederastiche presenti nellamitologia greca come ilrapporto tra Achille e Patroclo; in particolare, nelrito di passaggio caratteristico dellapederastia cretese, quella vigente all'interno della strutturazione sociale dellaciviltà minoica e dove era associata con l'ingresso nella vita militare (il mondo degli uomini) e al culto religioso nei confronti della divinità celeste: loZeus che la stessa tradizione greca voleva fosse stato allevato proprio sulMonte Ida nell'isola di Creta[3].
Il costume sociale conosciuto sotto la definizione di "paiderastia", parola derivante dallalingua greca antica παιδ-paid (bambino) ed ἐραστής-erastés (amante), venne nel corso del tempo altamente idealizzato, seppur in certe occasioni non mancò d'esser criticato in maniera decisa sia nellaletteratura greca sia nell'ambito dellafilosofia greca da alcuni commentatori, anche molto autorevoli, del tempo[4].
Nell'antica Grecia s'ipotizza possa essersi sviluppata nel tardo VII secolo a.C. come uno degli aspetti preminenti della cultura Greca, così potentemente intrisa diomosocialità edomoerotismo[5], ampliata inoltre da altre pratiche quali lanudità atletica e larappresentazione della nudità in ambito artistico colnudo eroico; ma anche dalla tradizione delsimposio, dall'età relativamente tarda - verso i trent'anni - in cui la classe dell'aristocrazia maschile stipulava un contratto matrimoniale ed infine pure dall'isolamento sociale in cui venivano tenute da un certo periodo in poi ledonne nell'antica Grecia[6].
L'influenza prodotta dalla pederastia era talmente diffusa e vasta da finire presto con l'essere considerata il modello culturale principale per le relazioni sentimentali - rigorosamente non mercenarie - dei cittadini maschi tra di loro[7]: gli studiosi hanno discusso ampiamente il ruolo e l'estensione del fenomeno pederastico, il quale è probabilmente variato a seconda delle usanze locali e delle inclinazioni individuali[8].
Il termine nel linguaggio comune odierno potrebbe implicare in alcune giurisdizioni il fenomeno dell'abuso minorile; ma l'antico diritto penale ateniese, per esempio, riconosceva chiaramente il consenso (in opposizione allaviolenza sessuale) ma non una specifica - seppur consigliata -età del consenso come fattore di regolazione del comportamento sessuale[9].
Come lo studioso diantichità classica dell'università di Cambridge non ha mancato di sottolineare, la discussione storica concernente la "paiderastia" è complicata dagli standard morali rappresentati dal sistema di valori prevalente:
La pederastia greca va in definitiva inserita in un quadro generale nel quale desideri e comportamenti sessuali non erano classificati sulla base delladiversità sessuale o dell'identità di genere dei partner, bensì in base al ruoloattivo e passivo nel sesso e alle conformità alle norme concernenti età e condizione sociale delle persone coinvolte.

Il termine greco "paiderastia"-παιδεραστία è unsostantivo astratto digenere grammaticale femminile; "paiderastês" è unaparola composta da pais-fanciullo/ragazzo (plurale paides, da cui deriva anchepaideia) ed erastes[11]. Anche se con "pais" si può far riferimento ad una persona molto giovane di entrambi i sessi, essa è definita dai filologiHenry Liddell eRobert Scott nel loroA Greek-English Lexicon risalente al 1819 come l'amore provato nei confronti del ragazzi e il verbo "paiderasteuein" indicante l'esser un amante dei ragazzi[12].
A seguito soprattutto della pubblicazione dell'opera diKenneth Dover intitolataL'omosessualità nella Grecia antica nel 1978 i due termini diErastès ederomenos sono divenute le parole standard per definire i due ruoli della relazione pederastica[13]. Entrambe derivano dal verbo "erò, eràn" col significato di amare (da cui discende pure il nome del dioEros).
Sia l'arte dellaceramica greca che gli altri riferimenti letterari dimostrano che l'eromenos era almeno un adolescente, con stime di età moderne variabili dai tredici ai vent'anni all'incirca, ma con alcuni casi che sembrano arrivare anche fino ai trent'anni. La maggior evidenza indica che, per essere ammissibili nel ruolo di eromenos, il giovane si sarebbe dovuto trovare all'interno dell'età in cui un cittadino della classe aristocratica iniziava il proprio addestramento militare formale[14], pertanto tra i quindici e i diciassette anni[15].
A dimostrazione dell'avvenuta maturità fisica l'eromenos giungeva ad essere a volte della stessa altezza del più anziano erastes, quando addirittura non più alto e con i segni incipienti dello spuntar della prima barba[16]. Un altro termine utilizzato dai greci per definire il partner più giovane era paidika, un aggettivo neutro plurale ("le cose che hanno a che fare con i bambini") ma trattato sintatticamente come singolare maschile[17].
Nella poesia dellalirica greca e nella letteratura filosofica, l'eromenos assurge spesso ad incarnazione della giovinezza idealizzata; una rappresentazione artistica ideale correlata all'età giovanile era, nella cultura arcaica, quella delkouros, prima raffigurazione nellascultura greca arcaica dinudo artistico, ossia del corpo umano maschile nudo in posizione eretta[18] e staticamente immobile.
La filosofa statunitenseMartha Nussbaum in "The Fragility of Goodness", seguendo la lezione di Dover, definisce nel modo seguente l'idealità dell'eromenos:
Dover ha molto insistito sul fatto che il ruolo attivo dell'erastes e la passività dell'eromenos fossero una distinzione della massima importanza[17], mentre le successiva ricerche hanno cercato di presentare un quadro maggiormente variegato dei comportamenti e dei valori associati alla "paiderastia": sebbene gli antichi scrittori greci usino la dualità tra erastes ed eromenos all'interno di un contesto pederastico, le due parole non sono termini tecnici indicanti i ruoli sociali e possono pertanto fare riferimento all'amante e all'amato anche in altri tipi di coppie, da quella omosessuale (tra due adulti quindi) a quella eterosessuale (con la giovane donna che assurge in quest'occasione al ruolo di eromenos)[20].

Gli antichi Greci furono i primi a descrivere, studiare, sistematizzare e stabilire la pederastia come istituzione. Molteplici sono le teorie che cercano di spiegare l'origine di questa tradizione. Una scuola di pensiero, rappresentata daBernard Sergent, sostiene che il modello della pederastia greca si è evoluto dairiti di passaggio all'età adulta presenti tra ipopoli indoeuropei, ma che a loro volta avevano le sue radici ancestrali nelle tradizioni dellosciamanismo durante ilNeolitico.
I primi testi letterari greci, ipoemi omerici, non paiono menzionare esplicitamente pratiche pederastiche. Diverse teorie cercano di spiegare questo silenzio; una tra le più diffuse è quella dell'ipotesi dorica stabilita in primo luogoKarl Otfried Müller: secondo questa teoria, la pederastia sarebbe stata introdotta dalle tribù guerriere che conquistarono la Grecia intorno al 1200 a.C[22]. Questi popoli denominatiDori si sono poi velocemente stabiliti nella maggior parte della penisola delPeloponneso, oltre che nelle isole diCreta, aSantorini eRodi, espellendovi con la forza gliIoni che vi erano precedentemente insediati; molti dei quali hanno dovuto così lasciare le proprie patrie originarie per dirigersi verso l'Asia Minore, anche se continuarono ad esservienclave di Ioni nelle principali città inAttica e nell'isola diEubea.
Secondo questa stessa ipotesi, essendoOmero un poeta ionico non è sorprendente la constatazione del fatto che nelle proprie opere non compaia questa pratica di origine eminentemente dorica, che non sembra abbia avuto esistenza formale durante laciviltà micenea. Ciò almeno sulla base della testimonianza lasciataci daOmero, che forse vi si avvicina soltanto per gli sparuti accenni riferentisi allo strettissimo legame di amicizia romantica esistente tra l'eroe degliAcheiAchille e il suo amicoPatroclo nelpoema epicoIliade[23] e all'episodio riguardanteTelemaco all'inizio dell'Odissea[24].
Un'altra ipotesi è che lo stile stesso delpoema epico venga per principio ad escludere alcune questioni, tra cui appunto quella dei rapporti pederastici. Tuttavia le opere omeriche alludono seppur indirettamente a rapporti omoerotici, come quando si cita il mito diZeus eGanimede nell'Iliade e in uno degliInni omerici, quello rivolto allaDeaAfrodite. D'altra parte, anche se l'Iliade non chiarisce l'esatta natura del rapporto intercorrente tra il giovaneeroe degliAcheiAchille ed il suo amicoPatroclo, lascia comunque aperta la possibilità di una lettura anche omoerotica della loro relazione[25].
Alcuni ritrovamenti archeologici indicherebbero però che la pederastia fosse abbastanza comunemente praticata a Creta già durante il periodo storico inerente allaciviltà minoica tra il 1650-1500 a.C. e che iDori sopraggiunti qualche secolo dopo potrebbero aver adottato lì la pratica ed averla estesa poi aSparta e nel resto della Grecia[26]. Già gli antichi ne situavano l'origine ai tempi mitologici,Aristotele dice che fu il reMinosse a stabilire la pederastia come mezzo di controllo delle nascite per la comunità dell'isola. Si riteneva inoltre che si fosse trovato proprio qui il luogo in cui venne introdotto per la prima volta il mito del "ratto di Ganimede", in cui Zeus ha dovuto porgere innumerevoli e costosi regali per ingraziarsi il padre del ragazzo dopo averlo rapito e condotto con sé in mezzo agliOlimpi.
L'epoca minoica ci offre pertanto il modello più antico di pederastia codificata: come istituzione sociale formale la pederastia a Creta sembra quindi essersi inizialmente realizzata tramite un atto diiniziazione comprendente il ratto rituale detto "arpaghè"(-rapimento), che ci è stato tramandato dallo storicoEforo di Cuma[27]. Dopo averne dato l'annuncio ed ottenuto la preventiva approvazione del padre, l'uomo procedeva al rapimento rituale del ragazzo prescelto.

La pederastia non è stata praticata allo stesso modo in tutta la Grecia antica, in quanto vi era una gran varietà di forme sia per il luogo che per il periodo di tempo in cui si svilupparono. In alcune regioni, come ad esempio laBeozia, l'uomo e il ragazzo venivano formalmente uniti e vivevano insieme come una coppia. In altre invece, come adElis e nell'antica Atene, il giovane era convinto con vari doni a mantenere un relazione, mentre in alcune altre, come laIonia[28], questi rapporti paiono esser stati completamente o quasi vietati. D'altra parte, nonostante tutte le voci che circolavano nei confronti degli Spartani, sembra che praticassero la pederastia in una forma per lo più casta[29].
In genere un uomo libero poteva innamorarsi di un adolescente del suo stesso sesso, proclamarlo pubblicamente e dare il via ad un'opera anche serrata di corteggiamento, fino a quando egli non lo avesse accettato come un compagno. Tutte le varianti hanno avuto tuttavia delle caratteristiche comuni: l'erastes diveniva sempre una sorta ditutore con compiti dimentoraggio e amico del ragazzo; essi differiscono nei loro rituali a seconda della forma di coesistenza scelta e del grado di riservatezza o meno che voleva mantenere la coppia.
Alcuni poeti, comeTeognide eAnacreonte, si autodefiniscono apertamente degli "amanti dei fanciulli"; quando vengono presentati in questo modo cercano di incarnare i loro propri ideali nell'alveo della tradizione. Nel caso di Teognide, la pederastia era politica e pedagogica, una forma attraverso cui l'élite maschile trasferiva la propria saggezza e valori ai loro cari. Invece, le idee di Anacreonte sono indirizzate ad un maggioredonismo, sia erotico che spirituale; ma non per questo risultano essere meno idealiste di quelle di Teognide, potendo innalzare a virtù la moderazione dei giovani amanti.
Michel Foucault ha avuto occasione di affermare nella suaStoria della sessualità che nella cultura greca la questione concernente la liceità della pratica pederastica fosse già discussa come un problema e che è stato "oggetto di una speciale ed intensa preoccupazione morale"; essa si sarebbe poi concentrata principalmente sulla castità e la moderazione in connessione con la figura dell'eromenos. Tuttavia, queste conclusioni potrebbero essere con sicurezza appartenute solamente al periodo in cui si riferiscono i testi e i documenti, ossia l'epoca classica ateniese, in quanto in tempo più arcaico lungi dall'essere un problema, la pederastia è stata associata generalmente ai più alti ideali[30].
Jeremy Bentham offre un punto di vista diverso in unsaggio scritto nel 1785 e pubblicato postumo nel 1978. Secondo Bentham, ciò che hanno condannato i greci classici non era la relazioneomosessuale in sé stessa, ma la mancanza di moderazione che poteva esservi in essa, preoccupazione d'altronde espressa anche in relazione alle donne: "Dovevano vergognarsi di quello che era considerato eccessivo e pertanto un'espressione formale di debolezza, vergogna causata da una consuetudine che tende a distrarre gli uomini da occupazioni ben più preziose e importanti, dovevano vergognarsi dei loro eccessi e della loro debolezza con le donne"[31].
Inoltre, lo studio della pederastia greca è complicata perché i documenti che ne trattano sono stati sottoposti alla distruzione sistematica fin dall'antichità. Di tutte le opere greche il cui tema principale era l'amore tra persone dello stesso sesso, nessuno è sopravvissuto; almeno uno storico ha suggerito che "le opere più apertamente omosessuali sono state con deliberazione soppresse o distrutte o semplicemente andate perdute nel corso del tempo"[32]. In realtà, solo una piccola percentuale di letteratura antica è sopravvissuta fino ad oggi. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni a questo quadro generale, come i testi poetici diStratone di Sardi eGli amori attribuiti aLuciano di Samosata.
La pederastia greca ha attraversato una serie di cambiamenti nel corso del millennio in cui è esistita fino al momento della sua scomparsa come istituzione ufficiale. Nel caso di Atene, sembra che queste relazioni fossero caratterizzate da una grande modestia nel periodo arcaico per trasformarsi in una pratica assai più carnale e senza restrizioni in epoca classica, con un ritorno ad una forma più spirituale nelle ultime fasi delmondo classico, simile a com'era nei suoi inizi.
Il suo termine come pratica ufficiale è avvenuto tramite un decreto dell'imperatoreGiustiniano I: lo stesso ha anche fatto chiudere altre istituzioni che avevano largamente contribuito all'accrescimento della cultura classica, come iGiochi olimpici antichi e l'Accademia di Atene istituita daPlatone.

(Platone,Fedro (dialogo) 231)
Socrate,Platone eSenofonte hanno accuratamente descritto i poteri ispiratori donati dall'amore tra gli uomini-amici, anche se pare che poi ne disprezzassero la sua espressione fisica. Dopo la morte di Platone, la direzione dell'Accademia da lui fondata è passata di mano da amante a amante, da erastes ad eromenos. I maestri delloStoicismoCrisippo di Soli,Cleante eZenone di Cizio si innamorarono ripetutamente di giovani uomini. Il tema della pederastia è stato oggetto di un'analisi filosofica approfondita. Alcuni dei principali dilemmi discussi sono stati:
Socrate, o almeno come si riflette il personaggio socratico negli scritti del discepolo Platone, sembra essere stato a favore della relazione pederastica casta, indicando la positività di un equilibrio sussistente tra il desiderio e l'autocontrollo. Lasciando da parte la consumazione del rapporto, Socrate sottolinea l'amicizia e l'amore tra i partner. Sottopone a critica mordace le infatuazioni puramente fisiche; ad esempio, prende in giro l'ex discepoloCrizia per la passione tutta fisica che provava nei confronti del giovane e bello Eutidemo, confrontando il suo comportamento con quello di un "maiale che graffia contro una roccia"[33]. Anche l'amore del maestro nei confronti del "bell'Alcibiade", il quale era più che ricambiato, si sviluppa come un esempio, a detta del discepolo, di pederastia casta. Tuttavia, ciò non sembra avergli impedito la frequentazione deibordelli in cui i ragazzi praticavano laprostituzione maschile, dove ha acquistato, per liberarlo dalla condizione di schiavitù in cui era costretto, il suo futuro amico e allievoFedone di Elide, quindi descrivere la propriaeccitazione sessuale quando intravedere il bel corpo nudo di Cármide sotto la tunica aperta[34].
Plutarco eSenofonte nelle loro descrizioni dellapederastia spartana affermano che, nonostante la più che notevole bellezza dei loro ragazzi le coppie pederastiche rimanevano generalmente caste; questo in contrasto con la tradizione dellapederastia cretese. Le relazioni tra maschi sono state rappresentate - a seconda della polis d'origine - per lo più entro modalità complesse, a volte come onorevoli ed altre come disonorevoli. Ma per la stragrande maggioranza degli storici antichi, se un uomo non avesse avuto un ragazzo come amante, ciò veniva indicato come essere un difetto o una mancanza di carattere.
Platone nei suoi primi lavori (come i succitati "Simposio" e "Fedro") non mette in alcun modo in discussione i principi della pederastia, affermando:
NelleLeggi invece mette sulla bocca di uno straniero parole molto più dure, incolpando la pederastia di promuovere la guerra civile e di condurre molti al termine del proprio ingegno; raccomandando pertanto il divieto dirapporto sessuale con i ragazzi, stabilendo anche un percorso attraverso cui ciò può esser ottenuto[36].
Altri scrittori, attraverso variegati dibattiti tra gli amanti di ragazzi e gli amanti delle donne, hanno lasciato testimonianze di altri argomenti a favore e contro la pederastia. I critici si qualificano per giudicare in parte "innaturali" i rapporti amorosi tra uomini e ragazzi, argomentando che non si trovano tra i "leoni e gli orsi." Altri hanno invece sostenuto, come ragione per non praticare la pederastia tradizionale, che essa è stato ideata in modo che il più forte venisse soddisfatto a spese dei deboli. A monte di tali denunce vi era l'uso dellacastrazione nei confronti dei ragazzi ridotti inschiavitù. Lo Pseudo-Luciano dice neGli amori che "la vergognosa e tirannica violenza ha portato a mutilare la naturalezza con un ferro sacrilego, che frantuma la mascolinità dei ragazzi per poterne così prolungare il loro uso a scopo sessuale"[37].
(EschineContro Timarco 140-153)
La relazione erastes-eromenos giocava un ruolo cruciale nel sistema socio-educativo dellaGrecia classica, aveva un complesso "galateo" di corteggiamento amoroso ed è stata un'importante istituzione tra le classi superiori[38].

La pederastia è stata presto intesa anche come una forma dipedagogia[39] e gli autori antichi, daAristofane aPindaro, la intendevano come naturalmente presente nel contesto educativo dell'aristocrazia (vedipaideia)[40]. In generale la pederastia, così com'è descritta nelle fonti letterarie greche, era un'istituzione riservata ai liberi cittadini, considerata una qual specie dimentoring o tutoraggio regolamentato dallapolis, come ampiamente dimostrano le leggi che la controllavano; ampiamente accettata come parte del percorso formativo e di crescita del cittadino maschio, anche se la sua funzione e qualifica specifica è ancora ampiamente dibattuta[41].
Inoltre fu consacrata dall'establishment religioso, come si può vedere dai molti miti che descrivono tali rapporti tra un dio e una giovane figura eroica (Apollo eGiacinto,Zeus eGanimede,Eracle eIla ePan eDafni o anche tra due eroi: (Achille ePatroclo,Oreste ePilade tra gli altri). È interessante notare che i greci hanno cercato di proiettare l'apparenza della pederastia e le sue maniere di esprimersi anche nella raffigurazione di queste due ultime coppie, nonostante tutte le prove dimostrino che i due miti sono stati originariamente creati per simboleggiare una relazione tra due adulti.
A Creta, come già detto, perché il corteggiatore potesse effettuare il sequestro di rito, era necessaria l'approvazione del padre del ragazzo per qualificare il rapitore come degno di onore. Tra gli ateniesi, come affermaSocrate nelSimposio diSenofonte: niente di ciò che riguarda il ragazzo viene tenuto nascosto al padre, compreso un ideale[42] amante[43]. Al fine pertanto d proteggere i loro figli dai tentativi inappropriati di seduzione, i padri designavano degli schiavi chiamati pedagoghi col compito di sorvegliare i loro figli. Tuttavia secondoEschine i padri ateniesi avrebbero pregato perché i propri figli diventassero assai belli ed attraenti, con la piena consapevolezza che si sarebbero poi attirati l'attenzione degli uomini e sarebbero divenuti oggetto di lotte a causa delle passioni erotiche[44].
La fascia d'età in cui i ragazzi entravano in tali rapporti è in sintonia con quella delle ragazze greche concesse in matrimonio, i cui mariti erano molto spesso uomini maturi assai più anziani. I ragazzi però, a differenza di quanto accadeva per le giovani donne, di solito dovevano essere corteggiati ed erano liberi di scegliere il proprio eventuale compagno, laddove invece nei contratti matrimoniali celebrati per le ragazze tutto ciò non sussisteva, essendo organizzati nella stragrande maggioranza di casi per ottenere un qualche vantaggio economico o politico a favore delle relative famiglie, a completa discrezione del padre della sposa e del futuro marito[45].
Il corteggiamento poteva anche portar un vantaggio al giovane e alla sua famiglia, in quanto il rapporto vissuto con un uomo più anziano ma assai influente all'interno della comunità avrebbe portato automaticamente anche ad un ampliamento delle conoscenze e quindi della sfera d'influenza economico-politica; così alcuni potevano ritenere desiderabile conservare molti ammiratori e mentori, anche se non necessariamente amanti di per sé, durante i brevi anni della giovinezza.
In genere, a seguito del primo incontro sessuale il rapporto si concludeva col ragazzo preparato e predisposto al suo ingresso nella piena maturità; con l'uomo più anziano che sarebbe rimasto col suo protetto in stretti legami d'affetto ed amicizia per tutto il resto dell'esistenza. Per quegli amanti che avessero continuato nella loro relazione amorosa anche dopo che i propri amati fossero passati a completa maturità si poteva far uno "strappo alla regola" dicendo: è possibile anche alzare un toro, se si è già trasportato un vitello[46].
La pederastia greca era la forma massimamente idealizzata di unomoerotismo strutturato per classi di età, ma che poteva avere anche in certi casi altre manifestazioni meno idealistiche quali laprostituzione maschile o l'utilizzo sessuale dei ragazzi ridotti in uno stato di schiavitù: pagare giovani cittadini liberi per ottenere in cambio di prestazioni sessuali era difatti altamente proibito; chi vendeva i propri favori veniva non soltanto ridicolizzato ma, raggiunta l'età adulta, gli poteva anche essere precluso l'accesso a determinate funzioni della vita pubblica[47].
Ma anche quando lecito, non era raro vedere un rapporto fallire sentimentalmente, così come è stato detto di molti ragazzi che: non odiavano nessuno tanto quanto l'uomo che era stato il loro amante, frase detta nei riguardi dell'assassino del reFilippo II di Macedonia[48], ilsomatofilaca - la sua guardia del corpo -Pausania di Orestide. Allo stesso modo i cretesi richiedevano al ragazzo una dichiarazione in cui affermasse che il rapporto era stato di suo gradimento, offrendo al medesimo la possibilità di rompere definitivamente con l'amante se fosse stato costretto con la forza o avesse dovuto subire una qualche forma di violenza.
In epoca classica infine appare una nota di preoccupazione in più nei riguardi del fatto che l'istituzione pederastica potesse dar luogo ad una certa condizione inappropriata, ossia il proseguimento di rapporti omosessuali in età adulta, o che l'eromenos di oggi avesse la probabilità di diventare domani un kinaidos, definito propriamente come il partner passivo/penetrato[49].

La pratica della pederastia era indissolubilmente legata anche agli sport organizzati. L'occasione principale in cui uomini e ragazzi potevano incontrarsi e trascorrere del tempo insieme, oltre alla possibilità di insegnare le arti della guerra e della filosofia, era durante gli allenamenti sportivi eseguiti in palestra. Ilginnasio era principalmente il campo di addestramento per queste discipline, oltre che luogo di incontro privilegiato per i rapporti pederastici.
In particolare la pratica dellanudità atletica è stata fondamentale per il culto del corpo e dell'erotismo che permeava quelle società. "Ciò che si relaziona maggiormente alla città è lo sport" è la frase chePlatone usa per descrivere gli stati in cui i greci amavano prosperare[50]. La parola utilizzata per definire la pratica sportiva, gimnasia, si riferisce non solo alla disciplina atletica in quanto tale, ma innanzi tutto alla sua radice greca γυμνός-nudo, indicante il fatto che tutti gli esercizi eseguiti da uomini e ragazzi venivano realizzati in stato di nudità: ilginnasio o palestra è difatti il luogo ove ci si esercita nudi. Ciò ha reso possibile la contemplazione della bellezza fisica giovanile maschile con tutte le sue conseguenze erotiche.
La bellezza e la potenza erotica del corpo nudo venivano ulteriormente evidenziati con l'uso di olio spalmato su di esso. La fornitura di oli per questo specifico utilizzo aveva un costo molto oneroso per le strutture e veniva coperto da fondi pubblici e in parte da donazioni private. Il suo uso è stato anche variabile nel tempo; inizialmente considerato come una violazione del pudore i ragazzi dovevano evitare l'unzione con olio sotto la vita per non attirare l'attenzione sulla loro sessualità. Questa restrizione è scomparsa presumibilmente ai tempi di Platone.
Il rapporto tra l'allenatore e i suoi atleti ha poi avuto anch'esso sovente una dimensione erotica, e nello stesso luogo in cui la formazione fisica aveva luogo serviva ugualmente per i flirt erotici, come si può vedere in molte scene di seduzione e d'amore in tutti i tipi di decorazioni artistiche ambientati all'interno di palestre, anche per gli oggetti rappresentati del tipo distrigili e spugne.

Sia gli scrittori antichi sia gli storici moderni come Bruce Thornton concordano sul fatto che l'obiettivo della pederastia fosse essenzialmente pedagogico, un canale in cui tramiteEros si operava per la creazione di cittadini nobili e buoni. Diversi soggetti mitologici suggeriscono il suo impiego sia nella formazione religiosa (vedere le storie diTantalo,Poseidone ePelope) come nell'addestramento militare (Ercole eIla tra gli altri).
Il tema in cui s'insegna a guidare un cocchio appare ripetutamente (oltre che nella storia di Poseidone e Pelope, compare anche in quella riguardanteLaio eCrisippo). Si dice cheApollo abbia insegnato adOrfeo, uno dei suoi prediletti, a suonare l'arpa;Zeus ha fatto altrettanto con il suo coppiereGanimede, un soggetto pederastico con forti connotazioni religiose. Così gli amori degli dei sono reminiscenze atte a simboleggiare quelli dei mortali, e i loro insegnamenti segnalavano così il processo educativo che aveva luogo ed era in atto tra l'amante e l'amato.

Prendendo come esempio il rito di Creta, lo storicoEforo di Cuma ci dice che un uomo noto come "Philetor", (-colui che fa amicizia) prendeva con sé il ragazzo (conosciuto come "kleinos"-glorificato/rinomato) in un luogo isolato dove trascorrevano molti mesi a caccia e festeggiando con gli amici; come prova del fatto che il ragazzo era rimasto soddisfatto del trattamento ricevuto e del comportamento generale del partner, il suo nome veniva cambiato in quello di "parastates", cioè colui che combatte in battaglia in prima linea assieme al compagno, mantenendo contemporaneamente col philetor rapporti intimi proclamati ed accettati pubblicamente.
Gli aspetti pedagogici della storia di Eforo sono indiscutibili; senza dubbio si tratta di unrito di passaggio all'età adulta culminato con il ritorno della coppia dalle montagne ed il processo che aveva luogo di inculcare i valori della società maschile[51][52].
Un buon addestramento militare dei cittadini era essenziale nella formazione della società greca, inseparabile dalle altre materie che più la contraddistinguevano. L'antica Grecia si è trovata ad essere costantemente coinvolta in guerre, sia interne che esterne, questo ha fatto sì che il valore militare venisse in particolar modo apprezzato. Ma lepolis greche non avevano un esercito regolare come lo possiamo intendere oggi, una professione regolarmente retribuita che ha il compito di addestrare le sue reclute. Erano invece gli stessi cittadini comuni che avevano il compito di formarsi militarmente per diventare essenzialmenteopliti.
Come una delle principali funzioni della pederastia era quella di coltivare il coraggio e l'abilità nel combattimento, così l'addestramento militare si convertì presto ad essa divenendo inseparabile dalle sue tradizioni. L'erastes era il principale responsabile per la formazione militare del proprio erómenos, dato che a causa della tradizione greca di contrarre matrimoni in età relativamente tarda (questo per gli uomini), quando un ragazzo raggiungeva l'età di leva suo padre era di solito troppo vecchio per poter svolgere questo compito di educazione all'amor di patria.

Lapittura vascolare greca e i riferimenti alle cosce dell'eromenos nella poesia[53] indicano che quando la coppia pederastica s'impegnava in qualche forma di attività erotico-sessuale, quella di gran lunga preferita era ilsesso intercrurale[54] ("diamarizein"). Per preservare la sua dignità e soprattutto l'onore, l'eromenos pertanto limitava all'uomo che lo desiderava la concessione della penetrazione tra le cosce chiuse da dietro[55].
Ilsesso anale viene anch'esso in certe occasioni rappresentato, ma molto più raramente; la prova non è comunque esplicita - anche a causa della simiglianza notevole tra le due azioni - ed è suscettibile di interpretazione. Alcuni dei dipinti suceramica greca, che Percy considera un quarto tipo di scena pederastica oltre alle tre individuate e descritte da Beazley, mostrano l'erastes seduto con una visibileerezione e l'eromenos che si sta avvicinando od è in procinto di salirgli in grembo. La composizione di queste scene è la stessa di quella per le raffigurazioni di donne che si stanno sedendo sopra agli uomini, tanto che paiono un'autentica opera di montaggio[56].
All'interno della norma culturale predominante, considerando una cosa a parte le preferenze personali, la penetrazione anale viene assai spesso vista come disonorevole - quando non propriamente vergognosa - ma esclusivamente per il partner che sceglie di assumere il ruolo ricevente o di penetrato[57]. Una favola attribuita aEsopo (la numero 528) racconta di come la caratteristica umana denominata "Vergogna" acconsentì ad entrare nel corpo umano da dietro e a rimanervici, ma solo fino a quandoEros non avesse seguito lo stesso percorso: "Va bene, andrò lì, a condizione che se l'amore giungesse là dopo di me, lascerò immediatamente quel luogo"[58]. Il significato morale evidenzierebbe il fatto che le persone che si impegnano in tale atto non hanno alcun senso di vergogna.
Ilsesso orale non è altrettanto raffigurato, o se lo è viene indicato solo indirettamente; la penetrazione anale o orale sembra fosse riservata per le prostitute o gli schiavi[59].
Dover ha sostenuto che l'eromenos non era idealmente tenuto a provare un desiderio considerato come "poco virile" nei confronti dell'erastes[60]; David M. Halperin ha altresì sostenuto che i ragazzi non venissero sottoposti aeccitazione sessuale[61].

Nell'antica Grecia la pederastia consisteva in un legame tra un uomo e un adolescente che avesse compiuto almeno i dodici anni di età, cioè dopo l'avvento dellapubertà. Questo genere di coppia traeva la sua legittimazione da numerosi equivalenti simbolici o mitologici tra figure divine o eroiche; ilmito greco fornisce decine di esempi in cui giovani uomini divengono amanti di divinità o semidei.
L'episodio mitologico riguardante il ratto del bellissimo principe deitroiani, l'adolescenteGanimede, è stato da più parti invocato come un precedente per il rapporto di copia a sfondo pederastico, come il poeta megareseTeognide afferma ad un amico: "C'è un certo piacere nell'amare un ragazzo (paidophilein), dal momento che una volta in realtà anche il figlio di Crono (cioè, Zeus), re degli immortali, si innamorò di Ganimede, lo afferrò, lo portò via per condurlo nell'Olimpo e qui lo ha fatto diventare immortale, mantenendo così il bel fiore della sua giovinezza (paideia). Quindi, non essere stupito, Simonide, che anch'io sono stato rivelato come uno che è affascinato dall'amore per un bel ragazzo"[62].

Ma amori pederastici sono stati attribuiti praticamente a tutte le figure divine maschili del pantheon greco, daZeus aPoseidone, daApollo aDioniso, daErmes aPan, nonché a moltissimi eroi tra cuiOrfeo edEracle; con l'eccezione diAres quindi, tutti gliOlimpi hanno intrapreso questo tipo di relazione: questo fatto viene addotto dagli studiosi per dimostrare che i costumi specifici della paiderastia hanno tratto la loro origine da un qualche arcaicorito d'iniziazione[63].
Alcuni indizi hanno fatto supporre che il fenomeno si sia evoluto a partire dalrito di passaggio inerente alla cultura degliIndoeuropei[64]. Dover, tuttavia, ritiene che questi miti sono solo versioni letterarie che esprimono o spiegano l'omosessualità "manifesta" della cultura arcaica greca, il carattere distintivo di essa rispetto ai contrastanti atteggiamenti presenti in altre società come quelle dell'antico Egitto o delregno d'Israele[65].
Trasgressioni delle regole relative alla corretta espressione dell'omosessualità nei limiti della "paiderastia" potevano anche essere utilizzate per danneggiare la reputazione di un personaggio pubblico. Nel suo discorsoContro Timarco nel 346 a.C., l'oratore politico atenieseEschine argomenta contro il proprio avversario Timarco, un politico di mezza età con esperienza, premettendo che i suoi diritti politici, a causa dell'aver trascorso l'adolescenza in qualità di ragazzo mantenuto di tutta una serie di uomini ricchi, andavano annullati immediatamente.
Eschine ha vinto la causa e gli è stata data ragione, Timarco è così condannato all'atimia, la limitazione e/o perdita deidiritti civili. Eschine riconosce l'esistenza dei rapporti di corteggiamento con i bei ragazzi, le poesie erotiche che vengono spesso dedicato a questi giovani, oltre agli impicci e guai che potevano causare, ma sottolinea fermamente che nessuno di questi è mai stato mediato dal denaro. Il motivo finanziario è quindi inteso come essere una minaccia per lo status di diritto di un uomo nato libero.
Per contro, come espresso bene in Pausania nel suo discorso alSimposio platonico, l'amore pederastico è stato detto essere favorevole alla nascita dellademocrazia ateniese e quindi fosse una specie d'amore assai temuto daltiranno, questo perché il legame tra l'erastes e il suo eromenos era più forte di quello richiedente obbedienza ad un sovrano dispotico[66][67].
Ateneo di Naucrati afferma che "Hieronymus l'aristotelico dice che l'amore con i ragazzi era di moda perché diverse tirannie erano state rovesciate dai giovani nel fiore degli anni, uniti in ciò ai loro compagni in affettuosa e reciproca amicizia." Egli dà come esempi di queste coppie pederastiche quella degli ateniesiArmodio e Aristogitone, che sono stati accreditati (forse simbolicamente) con il rovesciamento dell'ultimo tiranno dell'antica AteneIppia e la seguente istituzione della democrazia, e anche Caritone e Melanippo all'epoca diFalaride[68].
Altri, come Aristotele, hanno affermato che i legislatori cretesi avessero incoraggiato la pederastia come mezzo di controllo della popolazione, indirizzando l'amore e il desiderio sessuale in canali non procreativi: "il legislatore ha messo a punto numerose misure sagge per garantire il beneficio della moderazione a tavola e la segregazione delle donne, in modo che esse non potessero partorire molti bambini, a tal fine egli istituì le relazioni sessuali tra maschi in forma di pederastia[69].

Per quanto concerneva la pederastia greca si trattava, come già è stato sottolineato, di un modo riconosciuto di formazione delleélite sociali, che traduceva la relazione maestro-allievo. I vocaboli indicanti l'uomo e il ragazzo potevano variare da una città all'altra: per esempioErastès ("amante") eeromenos ("amato") nell'antica Atene,eispnelas ("ispiratore") eaites ("auditore") aSparta[70]. Anche le modalità della relazione differivano a seconda delle città e i rapporti sessuali potevano o meno essere permessi all'interno della relazione. Nelle relazioni erotiche notorie tra adulti e ragazzi, per non minare la dignità di questi ultimi appena diventati adulti, si assumeva che il contatto sessuale avvenisse soltanto tra le cosce, il cosiddettosesso intercrurale.

La pratica della pederastia greca è venuta improvvisamente alla ribalta verso la fine del periodo arcaico della storia greca: una placca d'ottone proveniente daCreta e databile al 650-625 a.C. rappresenta la più antica raffigurazione conservatasi fino a noi concernente il costume pederastico. Tali testimonianze appaiono in tutta la Grecia nel corso del secolo seguente; le fonti letterarie la mostrano come consuetudine consolidata in molte città a partire dal V scolo a.C.[71].
I Cretesi, un popolo Dorico descritto daPlutarco, erano famosi per la loro moderazione e la forma conservatrice con cui conducevano la propria esistenza quotidiana. Praticavano un tipo arcaico di pederastia in cui l'erastes doveva ritualmente simulare il rapimento del ragazzo di loro scelta, con l'avviso preventivo al padre del giovinetto e dopo averne ricevuto il suo consenso; poi si dirigevano nei boschi al di fuori dei centri urbani per poter vivere da soli per un certo periodo di tempo.
Alla fine andavano al tempio dedicato adErmes edAfrodite situato nelmonte Ditte e qui compivano un'offerta rituale costituita da una tavoletta con incisi i propri nomi e dalsacrificio di un animale alle due divinità. Al suo ritorno a casa il ragazzo riceveva dei regali molto costosi: un equipaggiamento militare completo, un bue e un calice. A questo punto il ragazzo dichiarava se voleva continuare il rapporto, essendo soddisfatto di come era stato fin qui trattato, oppure concluderlo senza ulteriori sviluppi.
L'usanza era molto radicata ed era considerata una vergogna per un ragazzo non riuscire ad ottenere un amante e ad esser da questi rapito. SecondoStrabone era propriamente l'aspetto virile e il valore le qualità che reciprocamente venivano maggiormente apprezzati, non il mero aspetto fisico.
La figura dell'ErastèsPromaco è associata nella tradizione cretese a quella del suoeromenos di nome Leucocama ("dai capelli luminosi"), in un mito le cui vicende sono ambientate aCnosso. La storia è attestato unicamente nelleNarrationes (Διηγήσεις) diConone di Atene, andate perdute ma giunte a noi in forma diepitome molto dettagliatamente attraverso l'opera diFozio I di Costantinopoli. Il cretese Promaco, innamorato del poco più giovane Leucocama, si sottoponeva a prove durissime per riuscire a conquistarsene l'affetto; il ragazzo tuttavia ne proponeva all'amico sempre di nuove e per di più negandosi ogni volta. Così, dopo aver recuperato con molte difficoltà un prezioso elmo Promaco, al cospetto di Leucocama, lo offrì in dono ad un altro. Leucocama, indispettito dal gesto, allora si suicidò trafiggendosi con una spada.

Sparta,polis dorica, è stata la prima città a praticare lanudità atletica o ginnica dellegimnopedie ad esempio, ed una delle prime a formalizzare rigorosamente la pederastia[72] come istituzione. Uno dei principali miti pederastici cittadini era quello che narrava la vicenda del principe spartanoGiacinto, uno dei giovinetti amati dal dio solareApollo, a cui venivano dedicate annualmente le solenni festività detteGiacinzie.
Questo tipo di rapporto era previsto e regolato dalle leggi, instaurate inizialmente attraverso il codice diLicurgo). L'uomo doveva preliminarmente guadagnarsi l'affetto e la simpatia del ragazzo, questo a differenza che aCreta o nell'antica Atene, dove un tal consenso - sebbene considerato altamente preferibile - non era tuttavia necessariamente richiesto (almeno nei primi tempi). Era poi considerato in generale del tutto ovvio e normale per un uomo il sentirsi attratto emozionalmente da un ragazzo, se questi possedeva lakalokagathia, cioè le due caratteristiche della bellezza e del valore (essere καλόςkalos, ossia "bello" e ἀγαθόςagathos, "buono", "coraggioso", "onesto": l'ideale della perfezione umana secondo i Greci, essere belli e al contempo anche buoni e valorosi.
La natura di questo tipo di relazione è pacifico tra le fonti antiche.Senofonte tuttavia nella suaCostituzione di Sparta specifica però dicendo assai chiaramente che le abitudini e consuetudini spartane rendevano del tutto inadatta la vera e propria "pederastia fisica": un uomo poteva pertanto liberamente puntare a cercare un'amicizia idealizzata con un ragazzo, ma un autenticorapporto sessuale assieme a lui sarebbe stato considerato "un abominio" equivalente all'incesto
Claudio Eliano nella "Storia varia" racconta che a Sparta per un uomo maturo il non avere un giovane come eromenos-prediletto era considerato un deficit di carattere, e si poteva anche esser puniti per questa mancanza[73], indicando poi quali erano le responsabilità dell'anziano nei confronti del giovane.

La città diMegara inAttica, coltivò lungo tutto il corso della propria storia buoni rapporti con Sparta, potrebbe quindi esserne stata culturalmente attratta tanto da emularne le pratiche pederastiche fin dal VII secolo a.C., quando si suppone che la pederastia rituale fosse stata oramai formalizzata in tutte le città doriche[74].
Una delle prime città dopo Sparta ad assimilare l'usanza della nudità atletica, Megara fu la patria del corridoreOrsippo che era famoso come l'esser stato il primo ad eseguire la sua gara di corsa nudo aiGiochi olimpici antichi e "il primo di tutti i greci per essere incoronato vincitore nudo"[75][76].
In uno dei suoi maggiori poemi il cantoreTeognide, originario dellapolis, descrive quanto è bello stare ad osservare il proprio ragazzo nudo mentre si esercita durante le gare di atletica alginnasio, questo come preludio alla pederastia: "Beato è l'amante che va in palestra, e poi corre a casa a dormire tutto il giorno in compagnia di un bel ragazzo"[77].

La città diCalcide era nota per essere il più grande centro della Grecia centrale in cui vigeva la pederastia istituzionalizzata, tanto che gli ateniesi scherzosamente usavano il verbo chalkidizein per indicare ilsesso anale; affermarono anche che i cittadini di Calcide sostenevano cheGanimede fu in realtà rapito daZeus nella loro terra avendone designato l'ubicazione esatta chiamandola Harpagion-luogo del ratto[78]
Si diceva che in un primo momento la pederastia non sia stato molto ben accolta a Calcide; ma quando venuta a trovarsi in difficoltà nellaguerra lelantina combattuta contro i cittadini diEretria, messa alle strette chiese l'aiuto del valoroso guerriero Cleómaco; questo portò con sé il proprio erómenos. Alla fine i calcidesi, avendo altamente ammirato il comportamento coraggioso del giovane nel guidare la carica contro gli avversari e portarli alla vittoria a costo della sua stessa vita, eressero un monumento in suo onore nel centro dell'agorà e cominciarono da quel momento in poi ad onorare la pederastia.
Aristotele attribuì una canzone popolare a questo evento: "I vostri ragazzi di alto lignaggio dotati di grazia e coraggio. Inevitabilmente gli uomini coraggiosi parlarono anche della vostra bellezza al popolo della città di Calcide, la cui forma d'amore prospera in stretta collaborazione col valore"[79]

AdAtene la pratica sembra aver subito un'evoluzione, trasformandosi da rituale aristocratico e guerriero rivolto alla formazione dei giovani, in uno meno rigoroso, maggiormente centrato sull'estetica e i sensi; questa differente modalità comportò deviazioni, spesso criticate già dagli autori antichi. Degli uomini potevano rivaleggiare in regali nel cercare di conquistarsi le attenzioni di un ragazzo e alcuni giovani ne approfittavano, accordando i propri favori al più alto offerente.
Contro questa sorta di velataprostituzione maschilePlatone si dimostrò particolarmente critico, trovandosi a contestare per l'appunto prima le deviazioni di questa pratica da tempo istituzionalizzata (soprattutto nei dialoghi delSimposio e diFedro) e successivamente arrivando addirittura ad ipotizzarne l'abolizione nel testo delleLeggi[80].
Laceramica attica è una fonte assai importante per gli studiosi moderni che tentano di comprendere l'istituzione della pederastia[81]; l'età della giovinezza raffigurata è stata variamente valutata all'incirca dai 12 ai 18 anni[82]: anche un certo numero di leggi ateniesi affrontavano la questione del rapporto pederastico. Il diritto di norma proibiva solamente i rapporti omosessuali mercenari e quelli imposti con la violenza, ed entrambi con una pena pecuniaria[83].

Tebe, polis principale dellaBeozia, era rinomata per la sua pratica pederastica, la cui tradizione viene sancita proprio dalmito di fondazione della città, per la precisione quello riguardanteLaio - antenato mitico dei tebani e futuro padre diEdipo - il quale rapisce per poi usare violenza al giovaneCrisippo. Un altro mito pederastico beota è quello concernente il belNarciso amato ma non corrisposto dal poco più grandeAminia.
SecondoPlutarco la pederastia tebana era stata istituita come dispositivo educativo rivolto ai ragazzi al fine di "ammorbidirne, mentre erano ancora giovani e malleabili, la naturale ferocia caratteriale, oltre che temprarne i costumi"[84].
Il celeberrimobattaglione sacro degli immortali era costituito da coppie di amanti[85], vedi a questo proposito l'omosessualità militare nell'antica Grecia.
A differenza deiDori, dove un "amante" ha di solito un solo "amato", nelle regioni dell'Est (le colonie dell'Asia minore al di là delmare Egeo) un uomo poteva permettersi di avere diversi eromenoi nel corso della sua vita: da certi frammenti tratti dalle poesie diAlceo, originario diLesbo, possiamo difatti intuire che in tali regioni l'erastes invitasse abitualmente il proprio eromenos nel luogo dove abitava per intrattenersi con lui, quantomeno per cenare assieme[86].

L'influenza avuta dall'istituzione pederastica sulla letteratura e le arti in genere fu ampia, complessa e variegata.

Lapittura vascolare greca è una delle fonti più importanti per gli studiosi che cercano di capire gli atteggiamenti e le pratiche associate alla "paiderastia"[87]. Centinaia di scene pederastiche sono difatti raffigurate sullaceramica attica afigure nere[88]. Nel XX secolo, John Beazley ha classificato i cosiddetti vasi pederastici in tre peculiari tipologie:
Alcuni regali tradizionalmente forniti agli eromenos diventano simboli che contribuiscono ad interpretare una determinata scena come pederastica; i regali animali - più comunemente lepri e galli, ma anche cervi e felini - indicano il passatempo aristocratico per eccellenza, per l'appunto consistente nellacaccia, presentandola inoltre come metafora di ricerca sessuale[90].
La natura esplicita di alcune immagini ha portato, in particolare, ad accese discussioni sull'ipotesi fattuale che vuole l'eromenos prendere un piacere attivo nell'atto sessuale. Il giovane amato non viene mai però, nelle immagini a nostra disposizione, presentato con un'erezione; il suo pene "rimane flaccido, anche in circostanze in cui ci si aspetta che il pene di un adolescente sano risponda immediatamente, volenti o nolenti"[91].
Lo sfioramento e sottile carezza dei genitali del giovane è una delle immagini più comuni e ricorrenti delle scene di corteggiamento pederastico su vasi, un gesto indicato anche daAristofane nella sua commedia intitolataGli Uccelli (linea 142). Certaceramica greca infine mostra il partner più giovane sessualmente reattivo, inducendo uno studioso a chiedersi: "Cosa può rappresentare il punto cardine di questo atto? Gli amanti infatti derivano certo piacere dal sentire e guardare la bellezza e la nudità del ragazzo, ma anche al sentirlo rispondere alla loro stimolazione manuale?"[92].
Lo studio cronologico delle pitture vascolari rivela anche una modifica estetica nella raffigurazione dell'eromenos. Nel VI secolo a.C. egli è un giovane imberbe con i capelli lunghi, di altezza adulta e col fisico scolpito e già abbastanza maturo, di solito presentato nudo. Come inizia il V secolo, invece egli è diventato già più piccolo e leggero, minuto, "a malapena pubescente," e spesso drappeggiato come lo sarebbe una ragazza; questo elemento delle scene di corteggiamento potrebbe indicare o inferire qualcosa circa il mutamento di abitudini sociali che si basavano sulla consuetudine pederastica[93].

Vi sono innumerevoli riferimenti pederastici nell'opera del poeta megarese Teognide, il cui destinatario è un ragazzo chiamato Cyrnus (greco Kyrnos). Alcune parti del corpus teognideo non sono probabilmente originariamente attribuibili all'individuo proveniente daMegara, ma piuttosto rappresentano "diverse generazioni di poesia sapienziale succedutesi a partire dal VI secolo a.C." La serie di versi è costituita da "precetti sociali, politici, etici trasmessi a Cyrnus come parte della sua formazione che lo deve condurre a diventare un buon cittadino adulto della classe aristocratica, così come doveva essere personalmente immaginato proprio da Teognide"[94].
Il rapporto tra Teognide e Kyrnos sfugge ad una specifica categorizzazione. Anche se è stato assunto come dato di fatto già nell'antichità che Kyrnos fosse l'eromenos del poeta, le poesie che più esplicitamente evocano una situazione di accesoerotismo non sarebbero rivolte a lui; la poesia sulle "gioie e dolori"[95] della pederastia sembra più adatta per la condivisione con un collega erastes, forse nella cornice delsimposio: "il rapporto, in ogni caso, rimane vago"[96]. In generale, Teognide (e/o la tradizione che appare sotto il suo nome) tratta il rapporto pederastico come fortemente pedagogico[97].
Le tradizioni poetiche dellaIonia e dell'Eolide ci presentano poeti comeAnacreonte,Mimnermo eAlceo, che hanno composto molte delle forme poetiche che dovevano diventare in seguito parte della tradizione continentale.Ibico proveniva invece dallaMagna Grecia, ma ha anch'egli intrattenuto la corte diPolicrate, iltiranno dell'isola di Samo, con versi pederastici. A differenza di Teognide però, questi poeti ritraggono una versione di pederastia che è più eminentemente pedagogica, ma che invece sembra concentrata esclusivamente su questioni di amore e seduzione.Teocrito, un poeta delperiodo ellenistico, descrive un concorso di baci per i giovani che ha avuto luogo presso la tomba di un certo Diocle, rinomati estimatori di questo tipo di amicizia; egli osserva che l'invocazione rivolta al bel Ganimede era in quest'occasione quantomai appropriata[98].
"Muor giovane colui che è caro agli Dèi" (Menandro, framm. 11)

I motivi associati all'amore pederastico all'interno dei miti greci sono innumerevoli, alcuni più ricchi e maggiormente dettagliati di altri, ma tutti riferentesi a un tempo ideale non precedente all'inizio del I millennio a.C. Nel discorso di Pausania presentato nelSimposio diPlatone l'amore degli uomini per i giovani è associato alla DeaAfrodite celeste-Urania[99].
L'invenzione dell'amore tutto al maschile è attribuita, secondo una delle versioni del mito, aTamiri, figlio di una ninfa e poeta egli s'innamorò del bell'adolescenteGiacinto[100]. Altri invece vogliono sia stato niente meno che il cantoreOrfeo, dopo la delusione provata nel non essere riuscito a salvare dalla morte la sua amatissimaEuridice: "fu lui a introdurre l'usanza di amare i ragazzi"[101]. Sbranato dalle donne diTracia la sua testa fu infine sepolta aLesbo.
Causa scatenante dell'amore di un dio nei confronti di un mortale è sempre e solo la straordinaria bellezza dell'adolescenza: uno dei motivi principali è quello del dono inizialmente ricevuto da un dio, che provoca però una rivalità da parte d'un amante terreno o di un'altra figura divina, con conseguente fine tragica del protagonista (solo la morte precoce permette difatti al ragazzo di mantener intatta per l'eternità la sua bellezza, ché altrimenti sarebbe fuggevole e vana).
L'origine di tali miti è per lo più dorica e proveniente dalla regione geografica dellaBeozia.
Il giovane era figlio d'uno dei primire di Troia,Troo. Il sommoZeus s'innamorò perdutamente del ragazzo e trasformatosi per l'occasione in un'enorme Aquila lo andò a rapire, mentre questi si trovava a caccia (o mentre stava andando a pascolare il gregge), sulle vette del monte Ida. Al bellissimo adolescente il padrone degli dei volle concedere l'immortalità, facendolo nel contempo diventare il coppiere degli Dei dell'Olimpo. In compensazione per la perdita subita vennero dati al padre una pariglia di cavalli[103].
Ganimede venne successivamente identificato con lacostellazione dell'Aquario[104], mentre l'aquila che lo rapì divenne l'omonima costellazione astrale dell'Aquila[105]. Una versione alternativa della storia vuole che fu il re dei LidiTantalo colui che effettivamente rapì il ragazzo[106].

Mentre si stavano esercitando nellancio del disco il geloso Zefiro fece alzar il vento; il disco appena lanciato da Apollo mutò bruscamente direzione finendo così col colpire a morte in mezzo alla fronte il bel ragazzo. Mentre esalava l'ultimo respiro tra le braccia del dio piangente e inconsolabile il sangue che sgorgava zampillante dalla ferita cadde a terra e lì sbocciò subito un bellissimo fiore d'un colore blu intenso, ilHyacinthus. Il suo mito era uno dei principali celebrati a Sparta, leGiacinzie[108].
Un altro adolescente amato da Apollo è statoCiparisso: il ragazzo, durante una battuta di caccia, colpì accidentalmente col suogiavellotto il cervo che gli aveva donato il dio. Non riuscendo a superare la disgrazia occorsagli, il giovinetto si struggeva e consumava pian piano; a questo punto Apollo preso da grande pena per lui lo trasformò in un albero, ilcipresso dal cui tronco laresina che sgorga è simile a lacrime. Da allora questo è l'albero che viene piantato nei pressi dei luoghi in cui sono sepolti i defunti[109].
Il dioEros produceva le frecce con cui poi colpiva i mortali che dovevano cadere innamorati con legno di cipresso[110]. Secondo una versione latina successiva era innamorato di lui ancheSilvano, il dio delle foreste[111].
Tra gli altri ragazzi amati da Apollo ci sonoImene e Branchus di Mileto[112], futuro sacerdote del dio stesso e fondatore di un suooracolo aDidima[113]; l'indovinoMelampo[114] e Forbant di Rodi[115]. Vengono accennate anche brevi notizie riguardanti l'amore di Apollo nei confronti del re diCipro Cinira,Orfeo eTroilo, Amyclas figlio diLacedemone e fratello diGiacinto[116] e Illo, figlio maggiore diEracle eDeianira.
Infine per amore del reAdmeto Apollo accettò di trascorrere ben 9 anni umani al suo servizio come pastore[117]: in quest'ultimo caso sembra essere stato il dio stesso ad assumere il ruolo e la parte 'sottomessa' dieromenos.

Ila accompagnò invece Eracle durante la spedizione degliArgonauti, ma finì con l'essere rapito dalleninfe delle acque (Antonino liberale. Metamorfosi 26). Il suo culto era molto sentito in terra diBitinia[132].
Mentre stava compiendo la sua 8ª fatica invece il suo amato Abdero rimase per errore ucciso, divorato dalle cavalle che stavano cacciando: in suo onore e in perenne memoria fondò la città diAbdera[133].

Nella città di Dima inAcaia venne sacrificato l'ennesimo giovane amante dell'eroe di nome Sostrato (Pausania. Descrizione della Grecia VII 17, 8). Un altro amante prediletto di Eracle era l'argonauta Polifemo; alcuni infine presumono vi possa essere stata una segreta passione anche nei confronti diEuristeo[134].

Durante l'antichità, nelmondo classico vi furono svariate relazioni pederastiche note tra uomini adulti e adolescenti: in alcuni di questi casi entrambi i membri della coppia divennero poi figure storiche di notevole importanza. Anche se tutti questi rapporti avevano per definizione una natura omoerotica, le persone coinvolte non si sono mai in alcun caso identificate come "omosessuali", in quanto la realtà della pederastia era parte ordinaria del desiderio di ogni uomo adulto di quel tempo[143].
La natura delle relazioni poteva spaziare da quella più apertamente sessuale a quella più ideale che oggi definiremmo diamore platonico, in conformità con le antiche norme etiche e filosofiche; sono incluse pertanto anche quelle relazioni in cui vi è evidenza di una componente erotica, pur in assenza di rapporti sessuali veri e propri. Il nome posto per primo è sempre quello riferito all'erastes; l'elenco è, per quanto possibile, ordinato cronologicamente[144].

I punti di vista etici tenuti nelle società antiche, come quella ateniese, tebana, cretese, spartana e altre, sulla pratica della pederastia sono stati esplorati dagli studiosi solo a partire dalla fine del XIX secolo. Uno dei primi a farlo fuJohn Addington Symonds, che ha scritto il suo lavoro fondamentale "A Problem in Greek Ethics" nel 1873, ma dopo un'edizione di appena dieci copie distribuita privatamente nel 1883 solamente nel 1901 questo suo lavoro ha potuto essere pubblicato ufficialmente, in forma riveduta[191].
Edward Carpenter ha poco dopo ampliato il campo di applicazione dello studio, con la sua opera del 1914 intitolata "Intermediate Types among Primitive Folk" . Il testo esamina le pratiche omoerotiche di tutti i tipi, non solo quelle pederastiche e spazia tra culture che abbracciano l'intero globo[192]. InGermania l'opera fu continuata dal classicista Paul Brandt scrivendo con lo pseudonimo di Hans Licht, che ha pubblicato la sua "Sexual Life in Ancient Greece" nel 1932.
Il corso più accademico degli studi sull'antica Grecia ha però continuato ad omettere sistematicamente i riferimenti storicamente accertati della pratica diffusa diomosessualità.Edward Morgan Forster nel proprio romanzoMaurice del 1914 fa riferimento alla moderna ambivalenza europea verso questo aspetto della cultura greca in una scena in cui un professore dell'università di Cambridge, alla testa di un gruppo di studenti impegnati nel tradurre un antico testo greco, dice: "Omettere il riferimento al vizio indicibile dei Greci".
Più tardi, ancora nel 1940 H. Mitchell ha scritto: «Questo aspetto della morale greca è un caso straordinario in cui, per il bene della nostra equanimità, è inutile farvi riferimenti troppo ravvicinati». Questo stato di cose sarebbe perdurato fino al 1978 con la pubblicazione diL'omosessualità nella Grecia antica dell'accademico britannicoKenneth Dover; il suo libro affrontò talmente di petto il tema tanto che questo sarebbe stato da allora in poi ampiamente e quanto più francamente possibile francamente discusso. Il lavoro di Dover ha innescato tutta una serie di dibattiti che ancora oggi continuano dopo più di trentacinque anni.
Lo storico francese del XX secoloMichel Foucault ha dichiarato che la pederastia era "problematizzata" nella cultura greca, che era "l'oggetto di una speciale - e particolarmente intensa - preoccupazione morale" incentrata sul riferimento alla castità e moderazione dell'eromenos (il termine usato per il giovane che veniva "amato"). Una linea moderna di pensiero che porta da Dover a Foucault a Halperin sostiene che l'eromenos non avrebbe dovuto ricambiare l'amore e il desiderio dell'erastes e che il rapporto nella sua totalità era incentrato su un dominio sessuale del minore da parte del più anziano, una politica di penetrazione ritenuta essere veritiera nei confronti dei rapporti tra i maschi adulti ateniesi "con i loro inferiori sociali - ragazzi, donne e schiavi -. una teoria propugnata anche da Eva Keuls[193]. In questa prospettiva, i rapporti sono caratterizzati e scomposti su un intrinseco differenziale di potere tra i partecipanti, tanto da poter essere definita econsiderata come sostanzialmente asimmetrica.
Altri studiosi indicano le opere artistiche in genere, pittoriche su vasi, poesie e opere filosofiche, così come la discussione platonica riguardanteAnteros, "l'amore che torna/contraccambiato" ognuno dei quali mostra tenerezza e desiderio e amore da parte del corrispondente eromenos il quale pare a tutti gli effetti rispondere attivamente a quelli dell'erastes. I critici di Dover e dei suoi seguaci sottolineano inoltre che essi hanno ignorano tutto il materiale che non andava a sostegno della loro interpretazione "eccessivamente teorica" di un rapporto emozionale[194] tra i più profondamente umani e che "con chiarezza appare che un reciproco legame consensuale tra adulto e ragazzo si veniva a costituire"[195] e che pertanto si tratta di "una fiaba moderna quella che vuole l'eromenos più giovane non eccitato dalla relazione"[196].
La posizione di Halperin è stata criticata come "retorica persistentemente negativa e critica implicante l'idea di sfruttamento e di dominio, come le caratteristiche fondamentali dei modelli sessuali pre-moderni", come una sfida polemica nei confronti dei "principali apologetigay assimilazionisti" e un tentativo di "demonizzare e spurgare dalmovimento di liberazione omosessuale "tutte le sessualità maschili non-ortodosse, in particolare quella che coinvolge liberamente adulti e adolescenti[197].

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