Pateco (gr.pataikos), o anchePtah-pateco, è un genio o divinità egizia rappresentato sotto forma di nano e prevalentemente suamuleti. Molti di questi sono stati trovati in centrifenici epunici di tutto ilMediterraneo, ma anche inEtruria e in minor misura inGrecia.
Sono riconosciute due forme principali: quella del pateco semplice e quella del pateco panteo, che presenta ai fianchi le divinità pteroforeIside eNephtis, sul retro la dea Iside ad ali spiegate, sulle spalle due falconi e sotto i piedi due coccodrilli. In alcuni esemplari è pure possibile riconoscere due coltelli o due serpenti stretti tra le mani ed inoltre sul capo è generalmente inciso o modellato il dorso di unoscarabeo.
Il nome è noto daErodoto che nelle Storie[1] descrive come l'ira e la derisione diCambise nei confronti delle divinità egizie si fosse rivolta anche nei confronti diPtah/Efesto la cui immagine ricorda quella dei Pateci che i Fenici portavano sulle prore delle loro navi e aggiunge che assomigliano alla raffigurazione di unPigmeo. Sul significato e l'etimologia del nome si citano due teorie proposte: quella per cui si tratterebbe di un diminutivo del nome del dioPtah, del quale il pateco sarebbe un'ipostasi, e quella che vede il termine derivare dalla radice del verbo greco πατάσσω ('percuotere, colpire') e designare in generale lepolene delle navi fenicie che Erodoto avrebbe visto personalmente aTiro.
Amuleti-pateco compaiono inEgitto a partire dalNuovo Regno ma diventano popolarissimi, come gli amuleti in generale, nel corso del I Millennio sino adEtà ellenistica. In questo arco di tempo vengono acquisiti daiFenici nella madrepatria per diventare uno degli amuleti più indossati nelle colonie occidentali.
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