Figlia di Maurice Ragon e Marie-Célestine Vizet[1], Henriette Ragon cresce a Parigi. Svolge alcuni mestieri, dattilografa poi impiegata in una fabbrica dellaGnome et Rhône durante la seconda guerra mondiale, dove conosce un ingegnere, Jean Billon, che sposa e da cui ha un figlio, il musicista e cantautore Pierre Billon[2].
Per qualche tempo venditrice di scarpe, pasticcera,antiquaria, nel 1948 apre con il marito unasala da tè al 13 di rue du Mont-Cenis aMontmartre, nel retro di una panetteria, e la chiamaChez Patachou, poi trasformandola in un ristorante, dove assume unfisarmonicista per l'intrattenimento. I clienti trovano che lei abbia una voce adorabile e si cimenta quindi con successo nel canto. I giornalisti parigini le danno il soprannome del suo locale, Patachou. Nel 1950 registra i suoi primi dischi.
La sua carriera e il suo locale hanno un grande successo e un'importante influenza sulla canzone francese.
Georges Brassens inizia "da Patachou" nel gennaio 1952, condottovi da un amico diSète, Pierre Galante, giornalista diParis Match. La prima sera in cui Brassens è presente, lei cantaBrave Margot eLes Amoureux des bancs publics e invita il suo pubblico a fermarsi alla fine dello spettacolo per scoprire l'autore di queste canzoni. Brassens sale quindi sul palco del cabaret e canta, tra gli altri,Le Gorille ePutain de toi, che Patachou riteneva di non poter eseguire da sola.[3] Il 23 dicembre 1952, nello studio Chopin-Pleyel, registra nove brani per l'albumPatachou chante Brassens, che include un'esclusivaLe Bricoleur (boîte à outils) e un duetto con lui,Maman, Papa.
Jacques Brel canta da Patachou per tre anni[4] (il suo nome compare sulla targa commemorativa apposta il 22 novembre 2016 sull'edificio al 13 di rue du Mont-Cenis[5]).
Nel 1958 registra un disco di canzoni diAristide Bruant sotto la direzione artistica diBoris Vian. Nel 1959 pubblica un disco a 45 giri intitolatoLa chose ou les ratés de la bagatelle che, per i versi ritenuti osceni verrà censurato dallaORTF. Una versione italiana della canzone, tradotta daGiorgio Calabrese, verrà incisa daCochi e Renato nel 1973.
All'inizio deglianni 1970 tiene concerti inGiappone e inSvezia, dove il suo registro beffardo e tipicamente parigino suscita l'entusiasmo.
In parallelo ha una carriera come attrice. A partire daglianni 1950 appare sia alcinema sia ateatro, in particolare chiamata daJean Renoir perFrench Cancan, nel 1954, e daSacha Guitry. Daglianni 1980 Patachou aumenta la presenza al cinema ma anche in televisione, con alcune interpretazioni molto note, tra cui la sua terrificante "matriarca" in sedia a rotelle nella serieOrages d'été, o la temuta zia di un assassino, nel film TVPris au piège, la quale manipola un commissario di polizia e fa condannare un innocente.
Dopo il suo funerale celebrato il 7 maggio 2015, nella chiesa Saint-Justin aLevallois-Perret, alla presenza di numerose personalità[8], è poi sepolta nella seconda divisione delcimitero di Père-Lachaise[9].
1985:Le Sexe faible diÉdouard Bourdet, regia di Jean-Laurent Cochet, teatro Hébertot, Isabelle
1990:Intere giornate sugli alberi diMarguerite Duras, regia di Jean-Luc Tardieu, Centro culturale Loire-Atlantique Nantes, Centro nazionale della creazione di Orléans
1996:Le Siècle di Michèle Laurence, regia di François Bourcier, théâtre Rive Gauche
(IT) Gianni Lucini,Luci, lucciole e canzoni sotto il cielo di Parigi - Storie di chanteuses nella Francia del primo Novecento, Novara, Segni e Parole, 2014, 160 p.ISBN 978-88-908494-4-2