Col terminepascià (probabile mutazione della parolapersianaپادشاه (pādishāh) «signore», inaraboباشا (bāšā), inturco ottomanoپاشا (paša), inturco modernopaşa, infrancesepacha e ininglesepasha obashaw[1]) si indicava iltitolo onorifico posposto al nome proprio attribuito ai figli maggiori delsultano, ai funzionariottomani di grado elevato (ministri, altigradi militari) e a quanti fra i militari erano destinati a ricoprire, nelle province ottomane, la suprema caricagovernatoriale, responsabili del loro operato soltanto di fronte alla "sublime porta". Al sultano spettava invece la carica dipadiscià, da non confondere con quella di pascià.
All'inizio delXIII secolo - quindi alla prima comparsa dell'Impero ottomano - con questo termine furono chiamati anche alti esponenti religiosi e persino donne di alto rango. La valenza politico-militare si affermò solo a partire dalla fine di questo secolo, attribuito a piccoli sovrani turchi e ad alti funzionari di Istanbul.
Dopo l'avvio delle cosiddette «riforme» (tanẓīmāt) delXIX secolo, il titolo di pascià fu attribuito ai funzionari dei quattro gradi principali dell'amministrazione e militare, oltre a qualche altro importante notabile civile. I pascià erano al di sopra diBey eAgha, ma al di sotto diChedivè eVisir.
Con l'avvento dellaRepubblica di Turchia nel1922, si applicò soltanto agenerali dell'esercito. Titolo onorifico abolito inTurchia nel1934 con lalegge sul cognome, inEgitto si è conservato fino al1953 per cariche civili e militari e ordini onorifici.
- pascià, suTreccani.it – Enciclopedie on line,Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

- Ettore Rossi,PASCIÀ, inEnciclopedia Italiana,Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.

- pascià, inDizionario di storia,Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.

- (EN)pasha, suEnciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
