Iltetragramma (inebraico יהוה) è uno dei casi più tipici diqere-ketiv, cioè di differenza fra pronuncia e forma scritta. Questo è considerato nellaBibbia ebraica come il nome proprio di Dio. È formato da quattro consonanti e perciò la sua corretta pronuncia non è evidente.[1] La maggior parte delle confessioni cristiane lo legge come "Jahvè". I Testimoni di Geova e altre correnti cristiane leggono: "Geova", in quanto forma ampiamente riconosciuta come traslitterazione dall'ebraico all'italiano, o come viene riportato nel vocabolario italiano Treccani: "Adattamento fonetico e grafico diIehova (oIehovah oIehouah), forma molto diffusa nella cultura italiana ed europea, a partire dal 16° sec., del nome del dio ebraico,Yĕhōwāh, lettura vocalizzata del tetragrammaYhwh la cui esatta lettura dovrebbe invece essereYahweh"[2].
Invocazioni di Dio mediante particelle pronominali:Hu Lui stesso;Atta Tu;Anokì Me;Ani Io;Hineni Eccomi.[3]
Adonai significa "Signore mio" (letteralmente "Signore di me"). Spesso associato a questo vi èSabaoth:Signore delle schiere oSignore degli eserciti. Nella traduzione italiana delSanctus il Sabaoth è stato tradotto con Dio dell'universo.[4]
Ein Sof significa l'Infinito, l'illimitata Potenza di Dio.[5]
Echad significa l'Uno, l'unità del divino.
El costituisce la particella semantica per il divino, che è inserita in molte parole indicanti il nome di entità spirituali. Da sola significa genericamente "potente". El è il principale Eloah dei Cananei ed è chiamato anche toro o vitello e rappresentato con questi due animali. Il termine è utilizzato anche per indicare il Dio degli ebrei, Yahweh (vedishadday).[6]
El Chai significaDio vivente.
El da'ot:Dio della conoscenza (Questo nome compare anche inSamuele I).
Elohim è la forma plurale di Eloah, ed è probabilmente un residuo della religione politeistica della terra di Canaan ed ereditato dagli ebrei del regno settentrionale di Israele. È usato nell'espressioneElohe Avraham, Elohe Yitzhak, Elohe Ya'akov cioèDio diAbramo, Dio diIsacco, Dio diGiacobbe. Neidieci comandamenti,lo yihyeh lecha elohim acherim al panay viene tradottoNon avrai altro Dio all'infuori di me (lett. "innanzi a me"). SecondoRambam, significa E-l hem, "la Loro potenza", cioè potenza di tutto e tutti, su tutti e tutto. Si constata che questo non è un Nome, ma un attributo del precedente. (Alcuni spesso scrivono Eloh/kim per evitare di scrivere Elohim, evitando di scrivere la forma esatta).[7]
Eloah è la forma singolare particolare di Elohim. Ci sono connessioni storiche e geografiche di pronuncia e di radice con le parolaAllah. Allah è il nome con cui i cristiani di lingua araba ed i musulmani chiamano Dio.
Shadday è stato un nome attribuito al dio dell'Antico Testamento nell'epoca patriarcale[9]. Il termineshaddài, quando è collegato alla parola ebraicaEl (divinità) significa nel suo concetto «il potente che nutre, soddisfa e fornisce», anche seWilliam Albright ed altri attribuiscono alla parola un’origine Assira, cioè šadū (shadu)montagna,steppa, vale a dire «divinità della montagna». Tuttavia, secondoYehuda Berg e altri, l’origine reale della parola ebraica deriva dal suo intensivo ebraicoshadad, che il dizionario Brown-Driver-Briggs definisce con «deal violently with, despoil, devastate, ruin», ovveroaffrontare violentemente, saccheggiare, devastare, distruggere.[10][11]. NellaBibbia di Gerusalemme, nelle note relative al passo di Genesi 17, si afferma che tradurreshadday cononnipotente risulta inesatto e che l'etimo risulta incerto, mentre vengono proposte come traduzioni corrette "Dio della montagna" o meglio ancora "Dio della steppa".[12][13]
Per correttezza e completezza di informazione, occorre precisare che "nomi" come: Potente, Onnipotente, Eterno, Sovrano, Signore, Divino, Eccelso e tutti quelli sopra elencati, in realtà sono titoli e attributi, non nomi propri.
ilMessia eIl Maestro, delle profezie (venuto a insegnare per salvare, non a giudicare). IlMessia, dall'ebraico, il Cristo dalgreco, equivalgono a: l'Unto initaliano.
ilCristo di Dio (Luca 9,17-24), e ilSanto di Dio (Luca 4,31-37).
Imitazione di Dio (latinoimitatio Dei) è un concetto religioso secondo il quale l'uomo ricerca la virtù attraverso il tentativo di imitareDio. Si ritrova in molte religioni ed ha un ruolo essenziale in alcune branche delCristianesimo (lacristomimesi, come nell'Imitatio Christi di anonimo) e dell'Ebraismo. Per quest'ultimo il concetto diimitatio Dei - generalmente considerato comemitzvah - deriva in parte dalla dottrinateologica diImago Dei (Immagine di Dio) - fatto ad immagine di Dio (in ebraicoצֶלֶם אֱלֹהִים?;tzelemElohim, lett. "immagine di Dio"),[16] che asserisce che gli esseri umani sono creati ad immagine di Dio e hanno quindi un valore inerente al di là delle loro funzioni o utilità.Ilpopolo ebraico è ispirato dallaTorah ad acquisire virtù divine, come espresso nella seguente frase, presa daLevitico:
« Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: "Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo". » (Levitico 19:2, sulaparola.net.)
Questo concetto in seguito diventò la base dell'Ebraismo rabbinico. Gli ebrei vengono esortati ad eseguire atti di bontà e amore simili a quelli attribuiti a Dio.[17] Tra gli esempi si annoverano la sepoltura dei morti (come Dio seppellìMosè), visitare gli infermi (come Dio visitòAbramo) e altremitzvot di questo genere.[18] IlTalmud dichiara: "Come Egli è misericordioso, così anche tu devi essere misericordioso".[19]
^ Georg Strecker,Theology of the New Testament, edited and completed by Friedrich Wilhelm Horn, Berlin, Walter de Gruyter, 2000ISBN 0-664-22336-2 p. 89
L. Strack et P. Billerbeck,Kommentar zum Neuen Testament aus Talmud und Midrasch, Monaco di Baviera, 1922-1928 (I, 172 per Samajim; I, 443 per il passivo teologico; I, 862 per Samajim; II, 221 per il plurale divino; II 302-333 sulla pronuncia del nome divino, soprattutto 308-313)
G. Kittel e G. Friedrich,Grande Lessico del Nuovo Testamento, Brescia, Paideia 1965 ss., (Theologisches Wörterbuch zum Neuen Testament, Stoccarda, (I, 264-265 per hagios; IV, 393-398 per theos; VIII, 753-755 per onoma; 1425, 1433-1434, 1458-60, per ouranos)
J. Jeremias,Teologia del Nuovo Testamento, Brescia, 1972 (dal tedesco, Göttingen 1971) pag. 17-22 su passivo teologico e circonlocuzioni del nome divino
M. McNamara,I Targum e il Nuovo Testamento, Bologna, 1978, pag. 111-115
J. Longton et R.F. Poswick,Dizionario Enciclopedico della Bibbia (ed. it. a cura di R. Penna), Borla-Città Nuova, Roma, 1995
P. Rossano et al.,Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Milano, edizioni Paoline, 1996
Theodore J. Lewis,The Origin and Character of God: Ancient Israelite Religion through the Lens of Divinity, New York, Oxford University Press, 2020.