| Partito Repubblicano Italiano | |
|---|---|
| Segretario | Corrado De Rinaldis Saponaro[1] |
| Vicesegretario | Salvatore Piro[2] |
| Stato | |
| Sede | Via Euclide Turba 38, 00195Roma |
| Abbreviazione | PRI |
| Fondazione | 21 aprile 1895 |
| Derivato da | Estrema sinistra storica |
| Ideologia | Mazzinianesimo[3][4] Liberalismo sociale[5][6][7] Liberismo[8] Storicamente Repubblicanesimo[9] Antifascismo[10] Anticlericalismo[11] Radicalismo[12] |
| Collocazione | dal 1979 Centro In precedenza:[13] 1895-1946 Sinistra[9] 1946-1979 Centro-sinistra[14] |
| Coalizione | conAzione,MRE,TK,PER,PCPR,ASL,DL e NOS(dal 2024) In precedenza:
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| Partito europeo | In passato:ALDE |
| Gruppo parl. europeo | LD/LDR/ELDR (1979-2004)[16] |
| SeggiCamera | 0 / 400 |
| SeggiSenato | 0 / 200 |
| SeggiEuroparlamento | 0 / 76 |
| SeggiConsigli regionali | 0 / 896 [17] |
| Testata | L'Iniziativa (1912-1921) La Voce Repubblicana[18] (dal 1921) |
| Organizzazione giovanile | Federazione Giovanile Repubblicana |
| Iscritti | 3 800[19] (2022) |
| Colori | Verde |
| Sito web | www.prinazionale.it/ |
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IlPartito Repubblicano Italiano (PRI) è unpartito politicoitaliano.
Fondato nel 1895, il PRI è il più antico partito tuttora esistente in Italia ed ha mantenuto immutati il nome, il simbolo (unafoglia diedera) e le basi ideologiche delmazzinianesimo e delradicalismo, riconducibili alle elaborazioni diGiuseppe Mazzini[20][21][22],Aurelio Saffi[23],Carlo Cattaneo[24],Ugo La Malfa[25][26][27] eGiovanni Spadolini[28][29].

Il Partito Repubblicano Italiano affonda le proprie radici politiche nell'idea delrepubblicanesimo (ideale presente da sempre in Italia e ravvivato nel periodo delle cosiddetterepubbliche giacobine), con i suoi riferimenti ideali e culturali nelRisorgimento. Per la precisione esso trae origine nel filonedemocratico,mazziniano,radicale erivoluzionario, i cui massimi rappresentanti sono statiGiuseppe Mazzini,Carlo Cattaneo,Carlo Pisacane,Aurelio Saffi e per un certo periodo ancheGiuseppe Garibaldi.
La prima organizzazione politica con l'obiettivo di trasformare l'Italia in unarepubblica democraticaunitaria secondo i principi dilibertà,indipendenza e unità, destituendo gliStati preunitari, fu laGiovine Italia (o Giovane Italia), l'associazione politicainsurrezionale fondata aMarsiglia nel luglio 1831 da Mazzini.
La Giovine Italia costituì uno dei momenti fondamentali nell'ambito del Risorgimento italiano ed ebbe anche un respiro europeo, entrando a far parte della più ampia associazione politica mazziniana, laGiovine Europa (1834), assieme ad altre associazioni simili come laGiovane Germania, la Giovine Polonia e la Giovine Svizzera. Nel 1833 aTaganrog, inRussia, anche Garibaldi aderì alle idee mazziniane.
Il 5 maggio 1848 la Giovine Italia fu sciolta da Mazzini che la trasformò nell'Associazione Nazionale Italiana. Nel marzo 1853 lo stesso Mazzini fondò ilPartito d'Azione.
L'annuncio della fondazione del partito fu dato da Mazzini nel marzo 1853 con la pubblicazione dell'opuscoloAgli italiani, dove si sosteneva che nonostante il fallimento delmoto milanese del 6 febbraio dello stesso anno ormai «il fremito d'emancipazione [era] sceso alle moltitudini», pertanto Mazzini esortava i connazionali a impegnarsi in un'azione ripetuta e continua per suscitare quella scintilla che avrebbe provocato l'incendio di tutta la penisola e tramite l'azione delle bande l'insurrezione popolare. Diversamente dalle previsioni del suo fondatore, le prime azioni poste in essere dal movimento democratico ebbero esito fallimentare, quali laspedizione di Sapri (1857) in cui perì Carlo Pisacane e il moto di Genova dello stesso anno.

In contrapposizione con i moderati raccolti attorno alla monarchia deiSavoia eCavour, i repubblicani si opponevano allaguerra regia, aiplebisciti, alleannessioni e allapiemontesizzazione dell'Italia, sostenendo la necessità di una sollevazione del popolo per conseguire l'Unità, il diritto d'assemblea sindacale e ilsuffragio universale in luogo di quelloristretto ecensitario.
Un momento significativo del processo di formazione del partito risale alla nascita dell'organo di stampa ufficiale dei repubblicani italiani, ovveroL'unità italiana diretto daMaurizio Quadrio (1861) e successivamente con il primo congresso della Federazione dei Movimenti Democratici Italiani, svoltosi aParma nell'aprile 1866.
Il congresso rese evidenti le correnti fondamentali del movimento repubblicano in Italia: la destra parlamentaristica e radicale diAgostino Bertani;[30] la linea di Giuseppe Mazzini, disposto anche a stringere accordi e ad accettare soluzioni in modo da completare l'Unità d'Italia; e gli intransigenti, contrari a qualsiasi compromesso con la dinastia sabauda e sdegnati verso la politica economica e sociale del nuovo Stato unitario.
Fu la corrente massimalista e irriducibile a prevalere, eleggendo un triumvirato nelle persone di Maurizio Quadrio,Giuseppe Marcora eVincenzo Brusco Onnis, determinando l'estraneazione dalla vita politica e l'astensionismo elettorale del movimento repubblicano nei decenni a venire.[31]
Mazzini proseguì comunque nell'appoggio al reclutamento deivolontari garibaldini in occasione dellaterza guerra d'indipendenza (giugno 1866) e della spedizione del 1867, conclusa tragicamente aMentana. Deluso tuttavia dal fallimento delle sue iniziative, Mazzini sciolse il Partito d'Azione e si adeguò alla linea degli intransigenti.

Ciò non ne comportò l'inattività politica in quanto i repubblicani cominciarono a dar vita alle prime organizzazioni del movimento dei lavoratori (associazioni operaie, casse mutue, cooperative e scuole popolari) e nel 1871 a Roma per sua specifica iniziativa fu stretto ilpatto di fratellanza tra leSocietà operaie.
Nello stesso anno Garibaldi, reduce dallaguerra franco-prussiana in cui aveva vittoriosamente combattuto aDigione in difesa della Francia alla testa di volontari italiani e stranieri, ruppe definitivamente con Mazzini, prendendo posizione favorevole verso laPrima Internazionale dei lavoratori.
Peraltro la propaganda degliinternazionalisti mise in difficoltà i repubblicani, che riuscirono comunque a mantenere un radicamento a livello locale e popolare, ma limitato allaRomagna, alleMarche, all'Umbria, al litoraletoscano, alLazio e allaSicilia occidentale, che sarebbero rimaste sempre le roccaforti repubblicane.[32]
Alla morte del principale promotore del Risorgimento almeno quattro sono le correnti del repubblicanesimo: i cosiddetti mazziniani puri, ancora nostalgici del metodo insurrezionale e comprendenti gli intransigenti, su una linea di assoluto antiparlamentarismo; il gruppo diAlberto Mario, anch'egli astensionista, ma convinto dell'esistenza di spazi per la lotta politica pur in regime di monarchia; i seguaci di Garibaldi, indulgente alle ideesocialiste e internazionaliste, a volte anche pacifiste e comunque caratterizzate da un profondoanticlericalismo; e la corrente radicale diAgostino Bertani, deciso a ottenere per via costituzionale le riforme democratiche e che nel 1877 avrebbe costituito assieme aFelice Cavallotti il gruppo dell'Estrema sinistra nelParlamento italiano, separandosi dai repubblicani.
Figura di spicco in quest'epoca tumultuosa fuAurelio Saffi, che costituì la guida morale del passaggio dall'astensionismo alla presenza politica nelle istituzioni.[33]

Il 2 agosto 1874 a Villa Ruffi, pressoRimini, la polizia fece irruzione nel corso di una riunione repubblicana, arrestando ventotto partecipanti, tra cui il giàtriumviro dellaRepubblica RomanaAurelio Saffi e il futuropresidente del ConsiglioAlessandro Fortis.[34] Tale episodio contribuì ad approfondire il solco tra i repubblicani e le istituzioni.
La scelta astensionistica fu ribadita al XIV Congresso generale delle Società Operaie Italiane affratellate, tenutosi a Genova tra il 24 e il 26 settembre 1876.[35]
L'astensionismo elettorale rischiava tuttavia di rendere sterile l'azione politica, così alcuni repubblicani meno intransigenti in occasione delleelezioni politiche del 1880 decisero di partecipare alle consultazioni elettorali. Furono quindi eletti i primi deputati, che si iscrissero al gruppo dell'Estrema sinistra insieme ai radicali di Bertani e Cavallotti. La loro composizione sociale era eterogenea, comprendendo siapiccoli borghesi, comeGiovanni Bovio eNapoleone Colajanni, ma ancheoperai, comeValentino Armirotti e il geografoArcangelo Ghisleri.
Il primo congresso ufficiale del PRI che sancì la costituzione ufficiale del partito come forza politica organizzata con strutture permanenti si svolse aBologna il 21 aprile del1895.[36] Fra i fondatori va citato ilforliveseGiuseppe Gaudenzi, che ne divenne il primo segretario. Gaudenzi aveva promosso l'anno prima la fondazione a Forlì deIl Pensiero Romagnolo, organo ufficiale del partito.
Alleelezioni politiche del 1897 il cartello elettorale dell'Estrema, composto anche da radicali e socialisti, riuscì a eleggere ottantuno deputati alla Camera e all'indomani ventidue di essi formarono il gruppo parlamentare repubblicano. Tra di loro Giovanni Bovio, Napoleone Colajanni,Matteo Renato Imbriani,Salvatore Barzilai eEdoardo Pantano.[37]
Nello stesso anno periva aDomokos il deputatoAntonio Fratti, accorso al fianco dei greci contro l'Impero ottomano, al seguito del contingente garibaldino guidato daRicciotti Garibaldi. Quest'ultimo avrebbe combattuto contro i turchi alla testa di volontari in difesa diGrecia,Serbia eMontenegro anche nel 1912 a Drisko.
La fine del secolo vide il PRI stipulare alleanze politico-amministrative con isocialisti e con iradicali, grazie alle quali esso riuscì a partecipare al governo di grandi città come Milano, Firenze e Roma (per esempio nella giunta guidata daErnesto Nathan).
Tradizionalmente associati al colore rosso, i repubblicani, soprattutto inRomagna, in contrasto con i socialisti che vollero prendere per sé tale colore (costituendo così i cosiddetti nuovi rossi), diedero vita a un insieme di leghe a questo punto denominate gialle.
Tuttavia il rifiuto di partecipare ai governi liberal-democratici dell'età giolittiana impedì al PRI di dar seguito alle sue enunciazioni programmatiche, in particolare la lotta aimonopoli e il riscatto delMezzogiorno.

Gli anni che precedettero laprima guerra mondiale videro come protagonista della scena politica il giovanePietro Nenni.
Contrario allaguerra libica e per questo imprigionato nel 1911, Nenni fu segretario della Camera del lavoro diForlì. II 7 giugno1914 adAncona nel corso di un suo comizioantimilitarista, insieme all'anarchicoErrico Malatesta, la polizia aprì il fuoco sui partecipanti, uccidendo due militanti repubblicani e un anarchico. Ne seguì una settimana discioperi e di agitazioni in gran parte dell'Italia (cosiddettasettimana rossa).
Allo scoppio della prima guerra mondiale il PRI si schierò dalla parte degliinterventisti, collocandosi nel filone democratico-irredentista. Obiettivo dei repubblicani era correre in aiuto dellaFrancia (considerata la patria deidiritti dell'uomo)[38] contro gliImperi centralitedesco eaustriaco, visti come gli emblemi dell'autoritarismo e dellareazione, nonché riunire all'Italia le "terre irredente" diTrento eTrieste.
Tra il1915 e il1917 i primi esponenti repubblicani (Salvatore Barzilai eUbaldo Comandini) parteciparono aigoverni di Unione Nazionale diSalandra e diBoselli.
Dopo la guerra il PRI ritentò un accordo con le altre forze disinistra al Convegno di Firenze del 1918, ma fallì perché ilPartito Socialista Italiano era ormai sotto il controllo deimassimalisti. Nel 1921 Pietro Nenni uscì dal PRI per entrare nel PSI. I repubblicani, come fece ad esempioGiovanni Querzoli, tornarono a fondare associazioni e consorzi.
L'avvento delfascismo vide il PRI saldamente all'opposizione, sebbene alcuni repubblicani avessero aderito aifasci di combattimento (ad esempioItalo Balbo). Nel 1922 a Roma un gruppo di repubblicani, tra i qualiGiovanni Conti,Raffaele Rossetti,Fernando Schiavetti,Mario Angeloni eCino Macrelli, fondò il movimento antifascista l'Italia libera, nominandone segretario il giovaneRandolfo Pacciardi.

La violenza dellosquadrismo fascista prese di mira anche gli esponenti repubblicani, con i deputatiAlfredo Morea eCipriano Facchinetti fermati dalla polizia mentre Fernando Schiavetti e l'affondatore dellaViribus Unitis, Raffaele Rossetti, furono vittime di aggressioni e furono devastati gli studi professionali di Giovanni Conti e diGuido Bergamo.[39]
Nel1925 il segretario Giuseppe Gaudenzi inaugurò quello che sarebbe stato l'ultimo congresso del partito nel territorio italiano prima della Liberazione. Negli anni successivi lo stesso Gaudenzi dovette ritirarsi a vita privata.
Tra il1925 e il 1926Eugenio Chiesa,Giuseppe Chiostergi, Rossetti, Facchinetti eMario Bergamo optarono per l'esilio, subito imitati dai ricercati Randolfo Pacciardi eEgidio Reale.[40] Altri repubblicani che rimasero in patria, quali gli avvocatiOronzo Reale eBattista Bardanzellu, il criminologoGiulio Andrea Belloni e il giovaneFederico Comandini, furono strettamente sorvegliati ed inseriti nell'apposito elenco dei sovversivi delCasellario Politico Centrale.[41]

Nel frattempo il 1º gennaio 1927 il partito comunicò il suo avvenuto trasferimento all'estero, più precisamente aParigi.[42]
Nello stesso anno Pacciardi stabilì la sua residenza aLugano, dando un contributo decisivo per fare della locale sezione del PRI il principale collegamento tra l'organizzazione estera del partito e i militanti ancora attivi in patria.[43]
Il PRI si impegnò nella lotta antifascista e molti dei suoi aderenti in esilio, come Raffaele Rossetti, entrarono nel movimentoGiustizia e Libertà. Nel 1927 il partito aderì allaConcentrazione d'azione antifascista, un organismo che comprendeva anche Giustizia e Libertà e il PSI in esilio.
Nell'agosto del 1930 Rossetti (polemicamente uscito da Giustizia e Libertà) e Facchinetti dettero vita all'organizzazione clandestina La Giovine Italia.[44] Al quarto congresso in esilio del partito, che si tenne aSaint Louis nel 1932, Rossetti si pose a capo della corrente contraria alla partecipazione del PRI alla Concentrazione antifascista e alleatosi con la sinistra filo comunista (Fernando Schiavetti)[45] fu eletto segretario politico.
Al congresso successivo che si tenne a Parigi l'anno dopo invece sull'opposto programma filo concentrazionista fu eletto segretario politicoRandolfo Pacciardi.
Il PRI fu anche in prima fila durante laguerra civile spagnola. Fu Pacciardi ad aver per primo l'idea di un corpo di volontari a sostegno dellaSpagna democratica minacciata dalla rivolta deimilitari ribelli, raccogliendo il celeberrimo appello del giellistaCarlo Rosselli «Oggi in Ispagna, domani in Italia!». Pacciardi pensava a una legione italiana assolutamente apartitica, organizzata secondo il modello dei garibaldini che nel 1897 e 1898 avevano combattuto inGrecia contro i turchi o di quelli accorsi inFrancia nel 1914 prima dell'entrata in guerra dell'Italia.[46] Già noto come capo militare per la sua audacia e considerato imparziali sia dai socialisti sia dai comunisti, il 26 ottobre 1936 firmò a Parigi l'accordo per la formazione delBattaglione Garibaldi (poi Brigata Garibaldi) sotto il patronato politico dei partiti socialista, comunista e repubblicano e con il concorso delle organizzazioni aderenti al comitato italiano pro Spagna, accettandone il comando.[47]
Altri repubblicani italiani accorsi in difesa della Repubblica spagnola furono Mario Angeloni, ufficiale della colonna italiana, caduto nellabattaglia del Monte Pelato;Etrusco Benci, poi internato nel campo francese diArgelès;Giorgio Braccialarghe, comandante del plotone d'assalto del Battaglione Garibaldi; eIlario Tabarri, in seguito confinato aVentotene, che fu comandante dell'8ª Brigata Garibaldi Romagna durante laResistenza.
Nell'estate del 1937 in dissenso con i comunisti per la mancata realizzazione di una brigata completamente italiana e contrario all'uso della Brigata Garibaldi contro gli anarchici, Pacciardi lasciò la Spagna. Il 4 dicembre 1937 a Parigi fondò il settimanaleLa Giovine Italia, al quale si affiancò nella conduzione il giornalista ed ex dirigente di Giustizia e LibertàAlberto Tarchiani. Al settimanale collaborò con numerosi articoli anche l'ex Ministro degli EsteriCarlo Sforza, parimenti esule in Francia.
All'indomani dell'ottavo congresso del PRI in esilio (Parigi, 1938), Pacciardi fu rieletto segretario politico, sia pur affiancato collegialmente daCipriano Facchinetti.
Alla vigilia dello scoppio dellaseconda guerra mondiale Pacciardi propose al governo francese la costituzione di un Comitato nazionale italiano, composto da esuli antifascisti, combattenti sotto la bandiera tricolore a difesa della Francia, ma non contro altri italiani.[48] L'occupazione tedesca della Francia (1940) costrinse numerosi rifugiati repubblicani, Pacciardi compreso, a emigrare nuovamente, dissolvendo l'organizzazione del partito all'estero.

Il 4 giugno 1942 nell'abitazione romana diFederico Comandini rinacque ilPartito d'Azione riprendendo il nome del movimento politico risorgimentale fondato nel 1853 da Mazzini.
Alcuni repubblicani, comeOronzo Reale,Giulio Andrea Belloni, l'ex GLFerruccio Parri e gli economistiUgo La Malfa eBruno Visentini, entrarono nel nuovo partito.
Tuttavia dopo il25 luglio 1943 Giovanni Conti, anche a nome degli esponenti storici Cipriano Facchinetti,[49] Oliviero Zuccarini e Cino Macrelli, riprese le pubblicazioni deLa Voce Repubblicana, proclamando a Roma la ricostituzione del Partito Repubblicano Italiano. Inoltre il 9-10 ottobre dello stesso anno aPortsmouth si tenne un nuovo Congresso del partito in esilio e il 5 dicembre seguente a Milano un Congresso clandestino dell'Alta Italia. Ciò mise in difficoltà i già complicati rapporti tra i vari esponenti del PRI in Italia e all'estero.
Il PRI decise di non far parte delComitato di Liberazione Nazionale, l'assemblea dei partiti antifascisti creata dopo l'8 settembre 1943. I repubblicani, da sempre avversi aiSavoia, non approvarono la scelta del CLN di considerare legittima la monarchia. Secondo gli storici si deve a Giovanni Conti, l'uomo dell'intransigenza repubblicana, l'aver posto questa pregiudiziale agli altri partiti del comitato.[50] Tuttavia in periferia non mancarono i rapporti tra i repubblicani e i Comitati di liberazione locali per non compromettere l'unità della lotta alnazifascismo.[51] Nella stessa Roma e nel Lazio durante l'occupazione nazifascistaBattista Bardanzellu si pose al comando di una Brigata Mazzini, operante unitariamente alle squadre del Partito d'Azione,[52] mentre le squadre romane formate direttamente dal partito erano guidate dal veterano dellaguerra civile spagnola, Giorgio Braccialarghe.[53]
Laguerra di resistenza vide la partecipazione di molti repubblicani comeOddo Biasini,Libero Gualtieri eOsvaldo Abbondanza,[54] sempre attraverso le proprie formazioni armate chiamate Brigate Mazzini, soprattutto dopo la liberazione di Roma. Braccialarghe fu paracadutato vicino aPistoia, onde coadiuvare il coordinamento della brigate partigiane che avevano leAlpi Apuane come zona operativa. In Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Lombardia e nelle Tre Venezie furono costituiti cinque raggruppamenti regionali delle Brigate Mazzini mentre nella sola Lombardia furono costituite cinque brigate.[55]
Nel frattempo era rientrato in Italia Randolfo Pacciardi, che nel Convegno Nazionale del 26-27 maggio 1945 fu confermato segretario politico del partito per acclamazione.
La linea politica che Pacciardi impresse al PRI (in contrasto con la corrente facente capo a Giovanni Conti) fu quella dell'unità d'azione con le altre forze politiche favorevoli alla repubblica, in particolare il Partito d'Azione, dal quale era già rientrato Giulio Andrea Belloni. Tale linea subì uno stop a seguito del voto contrario del Comitato centrale del partito alla partecipazione allaConsulta Nazionale,[56] ancorché tale organismo fosse presieduto da Carlo Sforza, che più volte aveva fatto dichiarazioni favorevoli alla repubblica[57] e che alle elezioni per l'Assemblea Costituente si sarebbe presentato come indipendente nelle liste del PRI.
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano con ilreferendum istituzionale scelse la forma repubblicana e il PRI vedeva finalmente soddisfatta la sua pregiudiziale fondamentale. Si aprì dunque nella politica del partito la fase della partecipazione ai governi della Repubblica italiana.

Presentatosi all'elezione della Costituente nel 1946, il PRI ottenne il 4,4% e si confermò forte nelle regioni dove tradizionalmente già lo era e di scarso seguito dove erano forti laDemocrazia Cristiana e ipartiti marxisti. Il PRI entrò nelII governo De Gasperi, insieme a DC,PCI ePSI, con i ministri Macrelli e Facchinetti.
Nello stesso anno la linea d'intesa di Pacciardi con le altre forze di sinistra segnò un punto favorevole con l'ingresso nel PRI dellaConcentrazione Democratica Repubblicana guidata da Ugo La Malfa e dall'ex presidente del Consiglio Ferruccio Parri, usciti dal Partito d'Azione nel febbraio insieme a Oronzo Reale e Bruno Visentini.
Al XIX Congresso svoltosi nel gennaio 1947 si scontrarono due tendenze, quella di Randolfo Pacciardi, favorevole a una collaborazione al governo col PCI; e quella di Conti e Facchinetti, che invece ritenevano il PCI responsabile dell'inefficienza del governo e volevano interromperne la collaborazione.
Alla fine pur con la rielezione di Pacciardi a segretario politico prevalse il gruppo legato a Giovanni Conti. Carlo Sforza infatti poté partecipare comeMinistro degli affari esteri alIII governo De Gasperi (DC, PCI, PSI) solo a titolo tecnico e non politico. Ciò gli consentì comunque di firmare ilTrattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate (febbraio 1947).
L'esclusione delle sinistre (maggio 1947) ebbe come conseguenza il rientro a pieno titolo del PRI nel successivoquarto governo De Gasperi, ancora con Carlo Sforza al Ministero degli Esteri e Cipriano Facchinetti alla Difesa. Pacciardi, avendo rifiutato l'anticomunismo di principio e non condividendo le contrapposizioni dellaguerra fredda, inizialmente non ne prese parte, ma nel dicembre del 1947 il radicalizzarsi della politica del PCI in ossequio alle nuove direttive delPCUS convertì anche Pacciardi all'anticomunismo e si convinse a entrare nel governo come vicepresidente del Consiglio dei Ministri.
Leelezioni politiche del 1948 videro quindi il PRI saldamente schierato nel campo della democrazia occidentale a fianco della DC, ma anche un cattivo risultato con il 2,5% dei voti. Proseguì comunque nella partecipazione ai governi guidati da De Gasperi dando un contributo decisivo alla linea politica del paese negli anni a venire. Il Ministro degli Esteri Sforza si adoperò per l'adesione dell'Italia alPiano Marshall, alPatto Atlantico (4 aprile 1949) e alConsiglio d'Europa (5 maggio 1949). Successivamente condusse anche i negoziati e firmò per l'Italia il 18 aprile 1951 il trattato istitutivo dellaComunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA). Proprio sulla politicaatlantista dei governi De Gasperi, si registrò il dissenso dell'antico militante Giovanni Conti, che nel febbraio 1950 si dimise polemicamente dal PRI.[58]
Un altro colpo alla rappresentatività del partito fu assestato da Ferruccio Parri, il quale, contrario all'appoggio dato dal PRI alla legge elettorale maggioritaria (cosiddetta "legge truffa"), uscì dal partito e aderì al movimentoUnità Popolare,[59] formatosi il 18 aprile 1953.
Nel frattempo la componente degli ex azionisti era divenuta maggioritaria e il partito si avviò sulla linea sostenuta da Ugo La Malfa, favorevole all'intervento pubblico nell'economia.[60]Oronzo Reale, che aveva assunto la segreteria politica nel 1949, la mantenne ininterrottamente sino al 1963.
La sconfitta alleelezioni politiche del 1953 favorì una pausa di riflessione all'interno del partito (sceso all'1,6%) e il PRI si limitò ad appoggiare saltuariamente i governi centristi post-degasperiani (1953-1962), senza parteciparvi.
Nel 1959 Ugo La Malfa assunse la direzione deLa Voce Repubblicana e a partire dalquarto Governo Fanfani (1962), appoggiato dall'esterno anche dal PSI, il partito rientrò stabilmente nella compagine governativa.

La politica di La Malfa stava guidando progressivamente il PRI nell'ambito della formula delcentro-sinistra, per la quale Pacciardi, assertore delliberismo, aveva dichiarato apertamente la propria opposizione. Nel XXVII Congresso del marzo 1960 la corrente facente capo a quest'ultimo (40% dei voti) fu sconfitta da quella aperta all'alleanza con il PSI, guidata da La Malfa (58%).
Il 4 dicembre 1963 nella votazione per la fiducia al primo governo di centro-sinistra (Governo Moro I), al quale il PRI partecipava con Reale alla Giustizia, Pacciardi ruppe la disciplina di partito, votò contro e fu espulso.
Nel 1964 fondò un nuovo gruppo politico, l'Unione Democratica per la Nuova Repubblica, favorevole a un'evoluzione dell'istituzione repubblicana italiana in sensopresidenzialista (sul modellogollista dellaQuinta Repubblica francese). Pacciardi sarebbe rientrato nel partito solo nel 1981 dopo la morte di La Malfa.
Nel quarto governo guidato daAmintore Fanfani (1962-1963) La Malfa, Ministro del Bilancio, lanciò la Commissione della programmazione economica e si batté per lanazionalizzazione delle industrie elettriche.
Nel 1965 La Malfa fu eletto segretario nazionale del PRI e propose per primo l'avvio di unapolitica dei redditi per affrontare la questione degli squilibri settoriali e territoriali. Bruno Visentini, parlamentare dal 1972, ebbe un ruolo importante nella preparazione tecnica dell'imposta cedolare d'acconto.
Nel marzo 1974 la collaborazione del PRI con i governi di centro-sinistra andò in crisi per dissidi in materia di politica economica. In quell'anno infatti il PRI uscì dalla maggioranza per insanabili divergenze col Ministro del BilancioAntonio Giolitti. Vi rientrò nel novembre dello stesso anno per formare un governo bicolore guidato daAldo Moro, con La Malfa vicepresidente del Consiglio (quarto Governo Moro).
Nei primi mesi del 1979 il capo dello Stato affidò a La Malfa l'incarico di formare il nuovo governo. Dal 1945 era la prima volta che un politico non democristiano otteneva l'incarico. Il tentativo però non ebbe esito positivo e il 21 marzo venne varato ilquinto Governo Andreotti, del quale La Malfa fu nuovamente vicepresidente. Cinque giorni dopo La Malfa scomparve improvvisamente. A settembre il PRI elesseBruno Visentini presidente eGiovanni Spadolini segretario del partito.

Negli anni ottanta Spadolini e il figlio di Ugo,Giorgio La Malfa, legarono il PRI alpentapartito, alleanza formata daDC,PSI,PSDI ePLI. Il PRI avrebbe poi rotto con la maggioranza solo nel 1991 a causa delle reazioni scaturite dall'approvazione dellalegge Mammì.
Nel giugno del 1981 Spadolini fu nominatopresidente del Consiglio dei ministri, il primo non democristiano della storia dell'Italia repubblicana. Il 21 gennaio 1982 presiedette a Palazzo Chigi una riunione operativa alla presenza dei responsabili delle forze dell'ordine, dove denunciò l'intreccio framafia,camorra eterrorismo. Per tale ragione il Parlamento approvò un disegno di legge che ottemperava al divieto costituzionale delleassociazioni segrete. Laloggia P2 veniva sciolta.
IlGoverno Spadolini I ebbe termine nel 1982, prima di essere ricostituito nell'agosto dello stesso anno; ilsecondo Governo Spadolini, definito dai giornali «esecutivo fotocopia», cadde per un acceso contrasto (la "lite delle comari") tra i ministriBeniamino Andreatta eRino Formica.
Leelezioni politiche del 1983 premiarono il partito che per la prima volta nella sua storia ebbe il 5% dei suffragi alla Camera dei deputati. ATorino era il terzo partito. Nella successiva legislatura conBettino Craxi presidente del Consiglio, Spadolini ricoprì la carica diministro della difesa dal 1983 al 1987: fu quindi uno dei protagonisti dellacrisi di Sigonella e mantenne immutata la sua posizioneatlantista in contrasto a quella filopalestinese di Craxi.

Nel luglio 1987 Spadolini fu elettopresidente del Senato della Repubblica; il 12 settembre dello stesso anno il Consiglio nazionale elesse il suo successore, Giorgio La Malfa.

La Malfa porta i repubblicani all'opposizione, non partecipando alGoverno Andreotti VII nel 1991.
Le inchieste legate aTangentopoli costringono il segretario a lasciare momentaneamente il comando aGiorgio Bogi.
Nel gennaio 1994 il partito si colloca al centro nella coalizione delPatto per l'Italia diMariotto Segni eMino Martinazzoli.
Nellaquota maggioritaria si opta per la candidatura di nomi nuovi ed estranei alle vicende giudiziarie (Denis Verdini, Giannantonio Mingozzi,Piero Gallina e Mauro Fantini). A Milano è candidato il deputatoGerolamo Pellicanò.
Nella quota proporzionale l'unica eletta èCarla Mazzuca Poggiolini.
Più fortunata fu la scelta di coloro che lasciarono il partito per correre dentro iProgressisti conAlleanza Democratica, i cui eletti sia alla Camera che al Senato furono in maggioranza ex-repubblicani, tanto che anche la Poggiolini aderirà poi a questo gruppo nel 1995.
L'ingresso in politica di Silvio Berlusconi ha inaspettatamente influenzato la diaspora in seno al partito:
Alleelezioni europee del 1994 il PRI raccoglie lo 0,7% dei voti e un seggio.[61]
Preso atto dell'impossibilità di dar vita a una credibile alternativacentrista, nel 1995 il partito avvia un dialogo conL'Ulivo. I repubblicani eleggono con il loro simbolo quattro consiglieri in quattro consigli regionali: Marche, Lazio, Campania e Calabria. Nel frattempoDenis Ugolini eLuciana Sbarbati, precedentemente eletti nelle file deiProgressisti conAlleanza Democratica, accettano di tornare.
Alleelezioni politiche del 1996 il PRI si presenta quindi nell'alleanza di centro-sinistra. Il sostegno alla candidatura diRomano Prodi a presidente del Consiglio diviene concreta sia nel maggioritario sia nella quota proporzionale con la listaPopolari per Prodi composta daPartito Popolare,Unione Democratica eSüdtiroler Volkspartei.[62][63]
Gli eletti sonoLuciana Sbarbati eGiorgio La Malfa, che subito abbandonano il progetto dell'Unione Democratica diAntonio Maccanico (alla quale hanno aderito anche Alleanza Democratica e i liberali diValerio Zanone) e scelgono di entrare nelgruppo misto. Nel corso della legislatura costoro si uniranno brevemente ai membri dellaLista Dini – Rinnovamento Italiano, per formare infine i Federalisti, Liberaldemocratici e Repubblicani con l'iscrizione al partito diGianantonio Mazzocchin.
Nel 1998Armando Corona fonda il partito Unità Repubblicana (il cui simbolo è costituito da tre foglie di edera) che si professa di centro-destra. Esso collabora per breve tempo al progetto dell'Unione Democratica per la Repubblica.
Alleelezioni europee del 1999 il cartello promosso con laFederazione dei Liberali ottenne lo 0,54 % dei consensi e un eletto.[64]
A fine legislatura (dopo cinque anni di infruttuosa esperienza a sostegno dei governi deL'Ulivo a guida Prodi,Massimo D'Alema eGiuliano Amato) avviene il passaggio nello schieramento dicentro-destra, decretato ufficialmente dal XLII congresso diBari del gennaio 2001. In dissenso con questa decisione e con solo il 5% dei voti dei delegati,Luciana Sbarbati abbandona polemicamente per costituire ilMovimento Repubblicani Europei.
Il risultato ottenuto alleelezioni politiche del 2001 frutta un deputato (Giorgio La Malfa, eletto all'interno di Forza Italia) e un senatore (Antonio Del Pennino), eletto nellaCasa delle Libertà.[65][66] Il 6 ottobre La Malfa lascia dopo quattordici anni la segreteria per assumere la presidenza, venendo sostituito daFrancesco Nucara.
Nell'ottobre 2002 il XLIII congresso nazionale diFiuggi si svolge senza problemi e tutti sono con concordi nel volere un'azione riformatrice maggiormente incisiva. Nel giugno 2003 riprendono le pubblicazioni deLa Voce Repubblicana. Nell'aprile 2005 La Malfa e Nucara entrano nelGoverno Berlusconi III, dove assumono rispettivamente le prestigiose funzioni di ministro per lepolitiche comunitarie e viceministro all'ambiente.[67]
L'iter legislativo per l'approvazione dellanuova legge elettorale proporzionale provoca però un'aspra contestazione nei confronti degli alleati. È però lo stesso Berlusconi, intervenuto al congresso, a ricucire i rapporti.[68]
Nel 2006 il PRI ottiene il riconoscimento dell'esclusività del simbolo dell'edera, dal momento che un'ordinanza ne vieta l'utilizzo al Movimento Repubblicani Europei.[69]

In occasione delleelezioni politiche del 2006 i dirigenti stipulano un rapporto di collaborazione conForza Italia, finalizzato al sicuro ottenimento di seggi parlamentari in quelle liste. Medesimo scenario alleconsultazioni amministrative.[70]
La direzione nazionale approva inoltre un documento con il quale viene ratificata la scelta di partecipare attivamente alla stesura del programma della Casa delle Libertà, impegnandosi per scongiurare un referendum per cambiare lalegge Calderoli in senso maggioritario.[71]
Il 16 marzo 2007 il gruppo misto alla Camera dei deputati saluta la nascita della componente Liberali, Repubblicani, Riformatori, alla quale aderiscono Giorgio La Malfa, Francesco Nucara eGiovanni Ricevuto, esponente delNuovo PSI.[72]
Dal XLV congresso di Roma emerge la volontà di una linea maggiormente autonoma.[73][74]
La successiva vincente scelta di inserire La Malfa e Nucara all'interno delPopolo della Libertà per leelezioni politiche del 2008[75][76][77] rende possibile un accordo con iLiberal Democratici eMovimento Associativo Italiani all'Estero per formare una nuova componente nel gruppo misto, Repubblicani, Regionalisti, Popolari, in seguito nota come Repubblicani Azionisti – Alleanza di Centro.
A essa aderisconoAurelio Misiti,Mario Baccini,Francesco Pionati,Calogero Mannino,Giuseppe Ossorio eMario Pepe.[78] Fra i temi affrontati citiamo la battaglia per giungere all'approvazione di una legge concernente iltestamento biologico.[79][80]
Dopo il mancato tentativo di raggruppare un numero sufficiente di deputati a sostegno delGoverno Berlusconi IV[81][82][83][84][85] il 14 dicembre 2010 l'insofferente La Malfa,[86] disattendendo le indicazioni della segreteria, nega la fiducia,[87][88] venendo per questo sospeso dalla direzione nazionale.[89][90]
All'indomani della modifica della legge per le elezioni europee che prevede lo sbarramento al 4% ilMovimento Repubblicani Europei della senatriceLuciana Sbarbati avvia un percorso di riavvicinamento che si concretizza durante il XLVI Congresso[91][92][93] di Roma dal 25 al 27 febbraio 2011.[94][95]
Nel giugno 2011Antonio Del Pennino rimpiazza un senatore deceduto[96] mentre il 16 novembre seguente il vicesegretarioGianfranco Polillo entra in qualità di tecnico nelGoverno Monti.[97][98][99] L'8 giugno 2011 Giorgio La Malfa viene espulso dal partito per non avere votato la fiducia al Governo Berlusconi.[100]
Nei mesi successivi ottiene il 6,51% dei voti validi alleelezioni amministrative diBrindisi.[101]
Le nuoveelezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013[102]non offrono motivi di soddisfazione[non chiaro].[103][104]
Alcuni militanti si candidano all'interno della listaCon Monti per l'Italia, altri nell'Unione di Centro,[105] mentre le uniche liste autonome vengono presentate nelle circoscrizioni diEmilia-Romagna eSicilia.
In occasione delleelezioni europee del 2014 vi è invece l'appoggio aScelta Europea, lista che sostiene la candidatura dell'ex primo ministro belgaGuy Verhofstadt allapresidenza della Commissione europea.[106][107]
Nel corso del XLVII congresso del marzo 2015 i delegati approvano a maggioranza la relazione del coordinatore nazionale Saverio Collura.
Questi annuncia la ricerca di convergenze con quelle formazioni convinte della necessità di un confronto serio e serrato in questa difficile fase, dal momento che le soluzioni messe in atto dalGoverno Renzi non appaiono congruenti con le esigenze e gli obiettivi del Paese. A tal proposito è interessante il dibattito riguardante una possibile Costituente liberaldemocratica che rappresenti un'efficace alternativa di sviluppo e di occupazione.
La gravità della crisi impone quindi un intervento straordinario in grado di produrre l'effetto di imprimere una svolta positiva al sistema produttivo del nord e nel contempo di disporre di risorse finanziarie necessarie per impedire il tracollo per eccesso di austerità del sud e per investire finalmente in adeguate infrastrutture.
Il futuro dell'Italia è necessariamente connesso sia all'affermazione della prospettiva politico-federativa dell'Unione europea, fermo restando i mancati progressi dell'integrazione evidenziati anche dalla consapevolezza di aver trascurato aspetti rilevanti delTrattato di Lisbona, sia al consolidamento definitivo della moneta unica, come opportunità di crescita economica, di integrazione sociale e di visione solidale nei rapporti tra gli Stati.[108][109]
Alleelezioni amministrative del 2014 il simbolo è presente solo aCesena,Torre del Greco eReggio Calabria, dove raccoglie rispettivamente il 2,7%, il 3,2% (ottenendo un seggio) e l'1,8%.[110][111][112]
Alleelezioni regionali calabre del novembre 2014 si presenta uniti adAlleanza per l'Italia, Demokratici, Autonomia Sud eModerati nella lista Calabria in Rete. Tale lista sostiene il candidato del centrosinistra e ottiene il 5,2% e un seggio in consiglio regionale[113].
Alleelezioni regionali nelle Marche del 2015 delle riunioni portano a convergere sul nome diGian Mario Spacca, il quale dopo aver abbandonato ilPartito Democratico si è presentato sotto le insegne di Marche 2020 – Area Popolare. Questo accordo ha fruttato il 4%.
Alleelezioni regionali in Campania del 2015 si candidano dei suoi esponenti tra le file deiPopolari per l'Italia, che appoggiano il governatore uscente diForza ItaliaStefano Caldoro. Tuttavia con lo 0,8% la lista non riesce a superare la soglia di sbarramento necessaria per ottenere posti in consiglio regionale.
Nel gennaio 2016 Corrado De Rinaldis Saponaro assume la carica di coordinatore[114] mentre l'11 aprile seguente quattro deputati fuoriusciti dallaLega Nord e legati aFlavio Tosi costituiscono una componente del gruppo misto in seguito rafforzata dalla presenza diEnrico Costa.[115][116][117]
In vista delleelezioni amministrative del 2016 si presenta tra le città capoluogo aRavenna[118][119][120] eNapoli. Nella prima città hanno registrato il 4,4%, conquistando due seggi nel Consiglio comunale,[121][122] mentre a Napoli hanno raggiunto appena lo 0,2% nonostante l'alleanza con iliberali.[123]
La posizione relativa alreferendum sullariforma costituzionale Renzi-Boschi, tenutosi il 4 dicembre 2016, è stata per il NO.[124][125][126][127][128]
A dicembre torna ufficialmente a iscriversi l'ex parlamentareStelio De Carolis.[129]
In vista delleelezioni regionali in Sicilia del 2017 l'iniziale sostegno aRoberto Lagalla, ex rettore dell'Università di Palermo e capo politico di Idea Sicilia,[130][131] prosegue quando quest'ultimo entra nella coalizione diNello Musumeci, ufficialmente candidato (in seguito vincente) qualepresidente della Sicilia.[132][133][134][135]
Il XLVIII congresso svoltosi a Roma fra l'8 e il 10 dicembre 2017, nominatoRisorgimento della Ragione, elegge segretario Corrado de Rinaldis Saponaro e illustra un programmaeuropeista, anti-populista e contro le crescenti diseguaglianze e la precarietà.[136][137][138][139][140]
Il 23 dicembre 2017 Mario D'Apuzzo, vicesindaco diGragnano precedentemente candidatosi conIl Popolo della Libertà inCampania, prende la tessera e subentra come senatore aGiuseppe Compagnone, dimessosi per incompatibilità.[141][142][143]
Questi aderisce al gruppo parlamentareAlleanza Liberalpopolare - Autonomie (ALA), che muta denominazione in ALA–PRI, consentendo la partecipazione del partito alleelezioni politiche del 2018 senza la necessità di raccogliere le firme e ottenendo[144][145][146][147][148][149][150] lo 0,06% dei voti alla Camera e lo 0,09% al Senato.[151][152]
Alle comunali diBrindisi del giugno 2018 i repubblicani ottengono l'8,5% e 1 consigliere.[153]
Il XLIX congresso, tenutosi a Bari tra il 9 e il 10 marzo 2019, dichiara conclusa ogni collaborazione con lacoalizione di centro-destra, considerato ormai ostaggio di forze populiste e sovraniste. Viene inoltre riammesso nel partito Giorgio La Malfa[154][155].
Alleelezioni europee del 2019 il PRI presenta alcuni candidati, tra cui il vice segretario Fusignani, nella lista di+Europa.[156]
ACesena, a seguito dell'elezione diEnzo Lattuca a sindaco, i repubblicani ottengono rappresentanza nella giunta comunale. Tra i comuni superiori, i repubblicani ottengono un buon risultato aCervia, dove conquistano il 7% e un seggio in consiglio comunale. AForlì il partito presenta dei suoi candidati all'interno della listaLega a supporto del candidato del centrodestra unitoGian Luca Zattini. A seguito della vittoria di quest'ultimo la repubblicana Alessandra Ascari Raccagni verrà eletta presidente del consiglio comunale.
Alleelezioni regionali in Emilia-Romagna del 2020 il partito crea una lista in comune conPiù Europa e con ilPartito Socialista a sostegno del governatore uscenteStefano Bonaccini[157][158][159][160][161][162]. Alle regionali di settembre in Toscana partecipa alla listaOrgoglio Toscana perGiani Presidente insieme aCD,IdV,PSI e realtà civiche,[163] in Campania insieme aLega per l’Italia sostieneVincenzo De Luca, nelle Marche con una propria lista sostiene il candidato di centro-destraFrancesco Acquaroli, in Veneto appoggiaDaniela Sbrollini conItalia Viva, PSI eCivica per il Veneto mentre in Puglia non presenta alcuna lista garantendo però il“sostegno a personalità di area repubblicana inserite nelle liste civiche presenti nella coalizione del Presidente uscente“Michele Emiliano come quella diSenso Civico.
Il 21 gennaio 2021Azione e+Europa annunciano, dopo aver già formato un gruppo parlamentare comune a novembre 2020[164][165],"il rafforzamento del loro coordinamento politico e la partecipazione ad iniziative comuni. Continuando a lavorare insieme per costruire una lista liberal democratica in vista delle prossime elezioni politiche includendo movimenti politici, associazioni e personalità che abbiano condiviso i nostri valori e proposte." Già a novembre 2020, in seguito alla costituzione del gruppo parlamentare e tramite documento politico congiunto[166], il Partito Repubblicano Italiano aveva siglato un accordo con Azione volto a perseguire questo obiettivo, riconfermando l'impegno a gennaio 2021.[167]
Da marzo 2021 PRI, Azione, +Europa,ALI eI Liberali chiamanoCarlo Cottarelli a presiedere"Programma per l’Italia", un comitato scientifico che formalizzerà proposte di matrice liberale per un nuovo programma di governo.[168]
Alleamministrative del 2021 i repubblicani, nella coalizione di centrosinistra, ottengono il 5,2% a Ravenna e due consiglieri comunali. A Cesenatico, dove si presentano sempre a supporto del candidatoPD, raggiungono il 3,3%, perdendo quindi rappresentanza in consiglio comunale. ARoma il PRI candida diversi suoi iscritti nelle listeCalenda Sindaco sia aiConsigli municipali che all'Assemblea Capitolina. A Milano la federazione locale decide di sostenere il candidato sindaco di centrodestra Bernardo e candida l'ex assessore Franco de Angelis all'interno della sua lista civica, il quale ottiene 192 preferenze e non risulta così eletto.
In vista delleelezioni politiche del 2022 la direzione nazionale si dichiara disponibile ad un'alleanza conInsieme per il futuro eCentro Democratico, al fine di costituire un'unica lista elettorale.[169] In seguito, però, viene annunciato un accordo elettorale con la lista unicaAzione - Italia Viva.[170]
Il 10 marzo 2024 il Consiglio Nazionale del partito approva un patto federativo conAzione in vista delleelezioni europee ecomunali di giugno.[171][172][173][174] Nello stesso periodo il PRI torna nelle assemblee legislative regionali con l'adesione del consigliere campano Luigi Cirillo che con doppia tessera rappresenta anche Azione. Anche alleregionali in Liguria,Emilia-Romagna eUmbria di ottobre e novembre il PRI si presenta con Azione, senza entrare in consiglio.
(Dall'art. 1 dello statuto)
I suoi riferimenti culturali sono essenzialmente riconducibili alladottrina mazziniana[176]. Inizialmente ancorato a posizioni disinistraanticlericale, di stampo nonmarxista[177], nel corso degli anni ha assunto trattilaici eliberal democratici, accompagnati da posizionieuropeiste[178][179][180][181][182][183].
Gli organi principali sono il Congresso nazionale, la Segreteria nazionale (6 membri), il Consiglio nazionale (100 membri complessivi) e la Direzione nazionale (45 membri).
Il Congresso nazionale è l'organo sovrano e definisce gli indirizzi generali; esamina l'attività politica, organizzativa e amministrativa svolta dagli altri settori, delibera sui provvedimenti amministrativi e finanziari, elegge il Consiglio nazionale e adotta le delibere previste dallo statuto. Il Consiglio nazionale è il massimo organo deliberativo politico del partito tra un Congresso nazionale e il successivo. Elegge con votazioni separate il segretario e la Direzione nazionale, fissandone il numero dei componenti ed eventualmente il presidente.
La Direzione nazionale rende esecutive le delibere del Congresso e del Consiglio nazionale e vigila sull'esatta osservanza dello statuto e coordina e stimola l'attività delle organizzazioni periferiche.

Questa è l'evoluzione del numero di iscritti al PRI[188]:
| I legislatura | ||
|---|---|---|
| GruppoPartito Repubblicano Italiano | 9 deputati[189] | Del gruppo fece parte fino al 1951 ancheAlessandro Scotti delPartito dei Contadini d'Italia. |
| II legislatura | ||
| Gruppo misto | 5 deputati | Il PRI esprimeva il presidente del Gruppo misto,Cino Macrelli. |
| III legislatura | ||
| Gruppo misto | 6 deputati | Il PRI esprimeva il presidente del Gruppo misto,Cino Macrelli fino al 1962, poiOronzo Reale. |
| IV legislatura | ||
| GruppoPartito Repubblicano | 5 deputati | Gli eletti del PRI rimasero nel gruppo misto fino al novembre 1963, per poi formare il proprio gruppo autonomo. Fu esclusoRandolfo Pacciardi, espulso dal partito per voto contrario alGoverno Moro I. |
| V legislatura | ||
| GruppoRepubblicano | 9 deputati | |
| VI legislatura | ||
| GruppoPartito Repubblicano | 15 deputati | |
| VII legislatura | ||
| GruppoRepubblicano | 14 deputati | |
| VIII legislatura | ||
| GruppoRepubblicano | 16 deputati | |
| IX legislatura | ||
| GruppoRepubblicano | 29 deputati | |
| X legislatura | ||
| GruppoRepubblicano | 21 deputati | |
| XI legislatura | ||
| GruppoRepubblicano | 27 deputati | |
Il movimento giovanile del PRI è la Federazione Giovanile Repubblicana (FGR), nato con il Congresso di Terni, svoltosi il 26 dicembre 1904. Nel corso del Novecento, tra i segretari nazionali vi furonoPietro Nenni,Raffaele Vanni,Enzo Bianco,Davide Giacalone e, dal 1984 al 1988,Oscar Giannino. L'attuale segretario della Federazione Giovanile Repubblicana è Marco Spina.
| Elezione | Camera dei deputati | Legislatura | |||
|---|---|---|---|---|---|
| Voti | % | Seggi | +/- | ||
| 1897 | 60.833 | 4,92 | 25 / 508 | XX | |
| 1900 | 79.127 | 5,71 | 29 / 508 | XXI | |
| 1904 | 75.225 | 4,93 | 24 / 508 | XXII | |
| 1909 | 81.461 | 4,72 | 24 / 508 | XXIII | |
| 1913 | 102.102 | 2,04 | 17 / 508 | XXIV | |
| 1919 | 53.197 | 0,94 | 4 / 508 | XXV | |
| 1921 | 124.924 | 1,89 | 6 / 535 | XXVI | |
| 1924 | 133.714 | 1,87 | 7 / 535 | XXVII | |
| Elezione | Assemblea Costituente | Posizione | ||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Voti | % | Seggi | ||||||||
| 1946 | 1.003.007 | 4,36 | 23 / 556 | Maggioranza[190], Opposizione[191] | ||||||
| Elezione | Camera dei deputati | Senato della Repubblica | Legislatura | Posizione | ||||||
| Voti | % | Seggi | +/- | Voti | % | Seggi | +/- | |||
| 1948a | 652.477 | 2,48 | 9 / 574 | 594.178 | 2,62 | 6 / 237 | I | Maggioranza[192] | ||
| 1953 | 437.988 | 1,62 | 5 / 590 | 261.713 | 1,08 | 0 / 237 | II | Maggioranza[193], Opposizione[194] | ||
| 1958b | 405.574 | 1,37 | 6 / 596 | 367.340 | 1,39 | 0 / 246 | III | Maggioranza[195], Opposizione[196] | ||
| 1963 | 420.419 | 1,37 | 6 / 630 | 231.599 | 0,84 | 1 / 315 | IV | Maggioranza[197], Opposizione[198] | ||
| 1968 | 626.567 | 1,97 | 9 / 630 | 622.420 | 2,17 | 2 / 315 | V | Maggioranza[199], Opposizione[200] | ||
| 1972 | 954.597 | 2,86 | 15 / 630 | 918.397 | 3,05 | 5 / 315 | VI | Maggioranza[201], Opposizione[202] | ||
| 1976 | 1.134.936 | 3,09 | 14 / 630 | 846.415 | 2,69 | 7 / 315 | VII | Maggioranza[203], Opposizione[204] | ||
| 1979 | 1.110.209 | 3,03 | 16 / 630 | 1.053.251 | 3,36 | 6 / 315 | VIII | Maggioranza[205], Opposizione[206] | ||
| 1983 | 1.874.512 | 5,08 | 29 / 630 | 1.452.279 | 4,67 | 11 / 315 | IX | Maggioranza[207], Opposizione[208] | ||
| 1987 | 1.429.628 | 3,70 | 21 / 630 | 1.248.641 | 3,85 | 8 / 315 | X | Maggioranza[209], Opposizione[210] | ||
| 1992 | 1.722.465 | 4,39 | 27 / 630 | 1.565.142 | 4,70 | 10 / 315 | XI | Maggioranza[211], Opposizione[212] | ||
| 1994 | NelPatto Segni | 1 / 630 | NelPatto per l'Italia | 0 / 315 | XII | Opposizione | ||||
| 1996 | InPopolari per Prodi/L'Ulivo | 2 / 630 | Nell'Ulivo | 2 / 315 | XIII | Maggioranza[213], Opposizione[214] | ||||
| 2001 | InForza Italia/Casa delle Libertà | 1 / 630 | NellaCasa delle Libertà | 1 / 315 | XIV | Maggioranza | ||||
| 2006c | InForza Italia | 2 / 630 | 45.098 | 0,13 | 1 / 315 | XV | Opposizione | |||
| 2008 | NelPopolo delle Libertà | 2 / 630 | NelPopolo delle Libertà | 0 / 315 | XVI | Maggioranza[215], Opposizione[216] | ||||
| 2013 | 7.143 | 0,02 | 0 / 630 | 8.476 | 0,02 | 0 / 315 | XVII | – | ||
| 2018d | 20.943 | 0,06 | 0 / 630 | 27.285 | 0,09 | 0 / 315 | XVIII | – | ||
| 2022 | InAzione - Italia Viva | 0 / 400 | InAzione - Italia Viva | 0 / 200 | XIX | – | ||||
| a Al Senato vanno aggiunti parte dei voti della listaUnità Socialista-PRI (607.792, 2,68%, 4 seggi di cui 2 repubblicani che sono stati inclusi nel totale) b Lista PRI -PR c Seggio al Senato ottenuto nelle liste di Forza Italia d Lista PRI -ALA | ||||||||||
| Elezione | Voti | % | Seggi | +/- | Legislatura |
|---|---|---|---|---|---|
| 1979 | 895.558 | 2,56 | 2 / 81 | I | |
| 1984a | 2.136.075 | 6,11 | 2 / 81 | II | |
| 1989b | 1.533.053 | 4,40 | 3 / 87 | III | |
| 1994 | 223.099 | 0,74 | 1 / 87 | IV | |
| 1999c | 168.620 | 0,54 | 1 / 87 | V | |
| 2004d | 232.799 | 0,72 | 0 / 78 | VI | |
| 2014 | inScelta Europea | 0 / 73 | VIII | ||
| 2019 | inPiù Europa | 0 / 76 | IX | ||
| 2024 | inAzione - Siamo Europei | 0 / 76 | X | ||
| a Lista PRI -PLI (totale: 5 seggi, di cui 2 PRI e 3 PLI) b Lista PRI - PLI - Federalisti (totale: 4 seggi, di cui 3 PRI e 1 Federalisti) c Lista PRI -FdL d Lista PRI -I Liberal Sgarbi | |||||
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