| Partito Liberale Democratico Italiano | |
|---|---|
| Leader | Antonio Salandra |
| Stato | |
| Fondazione | 1913(gruppo parlamentare) 14 aprile1921(partito) |
| Derivato da | Destra storica |
| Dissoluzione | 8 ottobre1922 |
| Confluito in | Partito Liberale Italiano |
| Ideologia | Conservatorismo nazionale Liberalismo Liberalismo conservatore Monarchismo |
| Collocazione | Destra |
| Coalizione | Blocchi Nazionali (1921) Lista Nazionale (1924) |
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IlPartito Liberale Democratico Italiano fu un soggetto politico didestra attivo inItalia tra laprima guerra mondiale e l'avvento delfascismo[1].
In seguito alleelezioni del 1913 e all'inaugurazione dellaXXIV legislatura all'interno della compagine liberale, coloro i quali si proponevano di proseguire l'esperienza dellaDestra storica costituirono in parlamento il "gruppo liberale", che iniziò a ricevere gradualmente ricevimenti formali regolamenti dellaCamera dei deputati e durante le consultazioni per le crisi di governo.[2] Dopo leelezioni del 1919 e l'introduzione ufficiale dei gruppi parlamentari del 1920, alla Camera si formò ufficialmente il gruppo Liberale, di orientamento prevalentementeconservatore eliberale. Ispirato daAntonio Salandra, era costituito da 23 iscritti e presieduto dall'ex-presidente del ConsiglioPaolo Boselli.[3]
Tra i 15 rieletti che aderirono al gruppo Liberale del 1920, ben 13 provenivano dalFascio parlamentare di difesa nazionale di orientamentointerventista costituitosi durante laprima guerra mondiale.[3]
Nel1921 quale esito del congresso tenuto dal 14 al 15 aprile dalle 15Liste concordate di liberali, democratici e radicali che alle precedentielezioni politiche italiane del 1919 si erano presentate con candidati unitari ottenendo il 15,9% dei voti:
L'unificazione in un solo partito venne decisa di fronte all'avanzata dei partitiPopolare eFascista. Il primo segretario fu Mario Verdiani, promotore della Federazione del Partito Liberale Democratico Italiano per l'unificazione dei liberalisalandrini con i gruppi di destra[5]. Anche lo scrittoreGoffredo Bellonci vi aderì.
Il PLD ebbe vita breve e travagliata a causa delle divergenze di idee e di strategia fra i suoi eterogenei membri, difficilmente conciliabili.
Un successivo congresso del Pldi si tenne nel luglio del 1920 a Roma, con l’obiettivo di promuovere la formazione di un «unico partito liberale» che avrebbe dovuto portare all’unificazione delle forze liberali, dai radicali, ai combattenti del Partito del rinnovamento e ai nazionalisti. Al congresso parteciparono in qualità di osservatori anche due esponenti delgruppo parlamentare di «Democrazia Liberale» (filogiolittiana).Se tale progetto si dimostrò una prospettiva non realistica, rimase aperta l’alternativa di un'unificazione» tra liberali filo salandrini e filo giolittiani, nonostante l’incomprensione dei primi verso il governo Giolitti-Sforza[6]. Le elezioni amministrative avevano premiato le liste liberali e in questa occasione si era scelto di favorire l’intesa con formazioni analoghe.
Dopo le elezioni si tennero alcuni congressi regionali tra cui quello toscano (marzo 1921) e quello dell’Alta Italia, che si svolse a Milano (23 gennaio 1921). A seguito dei congressi regionali venne convocato un congresso nazionale per il 10-12 aprile del 1921. In occasione di questi congressi non fu possibile neanche realizzare l'unificazione tra liberali di destra e filo giolittiani. Nonostante ciò il Pldi raggiunse una certa forza organizzativa nelle regioni del Centro-Nord (Piemonte,Lombardia, Toscana e Marche) e poteva contare su di un reseau di giornali riuniti nella Federazione della stampa periodica liberal democratica, costituitasi nel settembre 1921.
Il suo primo simbolo fu la Stella d'Italia raggiata (ereditato dal Partito Liberale Democratico del 1919) e che fu utilizzato anche dalle liste dei "Democratici indipendenti" nel 1924; tale patrimonio iconografico comprendeva anche la bandiera tricolore con lo scudo sabaudo e la fiaccola, simboli di inequivocabile ascendenza risorgimentale. Alleelezioni del 1921 ottenne il 10,4%. Per un breve periodo i giolittiani ed i salandrini collaborarono, salvo dividersi nuovamente in due distinte fazioni parlamentari, il Gruppo Liberal democratico (salandrini) e Democrazia Liberale (giolittiani)[7].
I contrari all'Unione Liberale, entrarono nel gruppo parlamentareUnione Democratica. Esso aveva unificato liberal democratici e componenti delPartito Democratico Sociale Italiano.Terminato l'esperimento dell'Unione Democratica – nata per dare successivamente vita ad un solido partito liberale e nazionale che a causa delle chiare divergenze tra la "destra" liberale e la "sinistra" demosociale non era riuscita ad incidere sullo sviluppo del sistema politico italiano – il PLDI partecipò nel 1922 al congresso fondativo delPartito Liberale Italiano confluendovi definitivamente.In occasione delleElezioni politiche del 1924 la maggior parte degli ex liberal democratici si candidò nellaLista Nazionale (come, ad esempio,Antonio Salandra eVittorio Emanuele Orlando), mentre altri appoggiarono la scelta diGiovanni Giolitti di presentare unalista liberale autonoma e quella della "Opposizione costituzionale". Gli eletti nel "Listone" furono complessivamente cinque.
| Data elezione | Numero di voti | % dei voti | Seggi ottenuti | Differenza |
|---|---|---|---|---|
| 1919 | 904 195 | 15,9 | 96 / 508 | |
| 1921 | 684 855 | 10,4 | 68 / 535 | |
| 1924 | 157 932 | 2,2 | 14 / 535 |
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