IParadiseidi (ParadisaeidaeVigors, 1825) sono unafamiglia di uccelli canori dell'ordine deiPasseriformi[1]: a questa famiglia vengono ascritte tutte le specie note colnome comune diuccelli del paradiso oparadisee.
Si tratta di uccelli di taglia piuttosto variabile, che va dai 15 cm per 50 g di peso dellaparadisea reale ai 44 cm per 430 g di peso dellamanucodia crestariccia: il maschio dellaparadisea dal becco a falce, grazie alle lunghe penne caudali, può raggiungere i 110 cm di lunghezza. In tutte le specie è infatti presente uno spiccatodimorfismo sessuale, coi maschi provvisti di penne modificate di forma estremamente allungata o arricciata (in particolar modo nella zona caudale o cefalica), o penne alari modificate ad emettere suoni quando stimolate. Ilpiumaggio dei maschi, inoltre, tende a presentare colorazioni vivaci o iridescenze, oltre acaruncole carnose colorate, che nelle femmine, di colore molto più sobrio, sono molto ridotte o del tutto assenti (dicromatismo sessuale). Da questa colorazione sgargiante, oltre che dai complessi rituali di corteggiamento (che ne prevedono l'esibizione), è nato il nome di "uccelli del paradiso" con cui questi uccelli vengono abitualmente conosciuti. L'aspetto, nel complesso, ricorda quello tipico deipasseriformi. Le ali sono di forma arrotondata, con tutte le specie atte al volo: la forma del becco è invece piuttosto variabile, andando da lunga e ricurva a tozza e conica secondo la specie, mentre c'è poca variazione di forma nel becco fra i due sessi nella stessa specie.In genere questi uccelli vivono tra i 15 e i 20 anni.[senza fonte]
Illustrazione raffigurante la varietà nella forma del becco degli uccelli del paradiso: tutte le specie mangiano frutta e insetti, in proporzioni diverse a seconda della specie.In molte specie di uccelli del paradiso (come in questaparadisea rossa) i maschi hanno penne allungate, il cui utilizzo è cruciale nei rituali dicorteggiamento
La maggior parte delle specie di uccello del paradiso presenta abitudini solitarie e diurne, e passa la maggior parte della propria vita alla ricerca di cibo nel folto dellacanopia[2][3]. La dieta di questi animali si compone essenzialmente di frutta einvertebrati, con alcune specie perlopiùfrugivore ed altre più marcatamenteinsettivore: gli insettivori tendono a muoversi fra le fronde e i tronchi e hanno abitudini più solitarie eterritoriali, mentre i frugivori stazionano perlopiù in cima agli alberi e tollerano maggiormente la presenza di conspecifici. Per ridurre lacompetizione per il cibo, le varie specie diffuse nello stessohabitat tendono a specializzarsi nel nutrirsi di fonti di cibo differenti: ad esempio, lemanucodie si nutrono perlopiù difichi, gliuccelli del paradiso dalle sei penne mangiano soprattutto bacche e leparadisee sono specializzate nel nutrirsi di frutta con scorza o guscio[4]. La dieta viene inoltre sporadicamente integrata connettare o piccolivertebrati. Tutte le specie mangiano dopo essersi posate, a volte servendosi di una zampa per manipolare il cibo: i semi non vengono digeriti, ma dispersi nell'ambiente, sicché gli uccelli del paradiso assumono un importante compito per la propagazione di molte specie di piante[5].
La riproduzione degli uccelli del paradiso segue rituali spettacolari, che possono essere anche estremamente complessi. La maggior parte delle specie èpoligama, coi maschi che si riuniscono inlek per sfidarsi l'un l'altro, esibendo ciascuno una serie di movimenti altamente ritualizzati atti a mettere in mostra alle femmine presenti la propria forza e la colorazione sgargiante. Ilnido viene costruito con materiale soffice di origine vegetale e piazzato solitamente alla biforcazione di un ramo: si conosce piuttosto poco delle abitudini riproduttive degli uccelli del paradiso, sebbene si pensi che la maggior parte delle specie abbia covate di modesta entità (1-3 uova), con tempi di schiusa stimabili in tre settimane e cure parentali a carico della femmina, con indipendenza raggiunta dai nidiacei a circa un mese dalla schiusa.
Gli uccelli del paradiso sono abitatori dellaforesta pluviale. La maggior parte delle specie occupa unareale molto ristretto, limitandosi a vivere nelle aree paludose, neimangrovieti, nellaforesta nebulosa e soprattutto nella foresta montana[6] o in ambienti insulari, fatto questo che rende questi uccelli molto vulnerabili all'alterazione dell'habitat; fra le specie meno esigenti in questi termini figurano l'uccello fucile magnifico, che si adatta a vivere anche in foreste temperate o subtropicali anche secondarie, e le varie specie dimanucodia, alcune delle quali possono essere osservate addirittura anche in aree disavana alberata[7].
In passato, si pensava che questi uccelli non si posassero mai al suolo, con le femmine che addirittura nidificavano sulla groppa del maschio: ciò era dovuto ai resoconti diAntonio Pigafetta, ingannato dal fatto che gli esemplari conservati che giungevano agli esploratori e studiosi europei erano privi di zampe, mozzategli dagli indigeni per poterli utilizzare come ornamenti.[senza fonte]
Uccello del paradiso sconosciuto raffigurato daJacques Barraband: forse si tratta di un ibrido[14].Diphyllodes gulielmi IIIEpimachus astrapioidesEpimachus elliotiJanthothorax bensbachiLoborhamphus nobilisParotia duivenbodeiParyphephorus (Craspediphora) duivenbodei
Le varie specie di uccelli del paradiso, sebbene morfologicamente anche molto differenti fra loro, appaiono geneticamente molto vicine fra loro, anche le specie più ancestrali, al punto che l'ibridazione non è un fenomeno infrequente nelle aree in cui gli areali di più specie si sovrappongono. L'ibridazione fra uccelli del paradiso è sicuramente favorita anche dal fatto che le femmine della maggior parte delle specie, in virtù del fortedicromatismo sessuale, appaiono piuttosto simili fra loro con una colorazione sobria e dimessa, inducendo in errore i focosi maschi durante le parate nuziali.
Lo studiosoErwin Stresemann, neglianni '20, ipotizzò che numerose specie di uccelli del paradiso descritte e mai più osservate nuovamente, oppure osservate solo rarissimamente e in areali circoscritti e nei quali venivano a sovrapporsi a loro volta gli areali di specie simili, in realtà altro non fossero che ibridi occasionali fra specie diverse[15].
Fra gli animali inizialmente classificati come specie (osottospecie) a sé stanti e attualmente ritenuti in realtà ibridi, si annoverano:
Sono inoltre noti altri due ibridi non descritti scientificamente, un maschio adulto (identificato come ibridoEpimachus fastuosus atratus xLophorina superba feminina) proveniente dall'Irian Jaya e conservato aLeida e una femmina adulta (identificata come ibridoParotia lawesii xParadisaea rudolphi margaritae) proveniente daldistretto di Mul-Baiyer e custodita all'Australian museum[17].
^ab(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di),Family Paradisaeidae, inIOC World Bird Names (ver 14.2), International Ornithologists’ Union, 2024.URL consultato il 7 maggio 2014.
^ Firth, C. B. & Firth, D. W.,Family Paradisaeidae (Birds-of-paradise), inHandbook of the Birds of the World, 14; Bush-shrikes to Old World Sparrows, del Hoyo, J.; Elliott, A.; Christie, D. Lynx Edicions, Barcellona, 2009, p. 404–459,ISBN978-84-96553-50-7.