
Laparabola del ricco stolto oparabola dell'avaro è unaparabola di Gesù, presente nelVangelo secondo Luca (Lc 12,16-21) e nelVangelo di Tommaso (63). Tratta della futilità di credere che la ricchezza possa assicurare prosperità o una bella vita.
Rappresentata da diversi artisti, il più noto di questi fuRembrandt.
Un membro della folla che sta ascoltando Gesù gli sottopone una disputa finanziaria familiare:[1]
Ma egli gli disse, "O uomo, chi mi ha costituito giudice e arbitro su di voi?" Disse poi a loro, "Fate attenzione! Guardatevi dall'avarizia, perché la vita di uno non consiste nell'abbondanza delle cose che possiede."»
(Lc 12,13–15,CEI)
Gesù prosegue con la seguente parabola:
(Lc 12,16–21,CEI)
Come tipico delVangelo di Tommaso, qui è presente solo la parabola, senza storia al contorno:[2]
(Vangelo secondo Tommaso, 63)
Il ricco contadino in questa parabola è ritratto negativamente, come un esempio di cupidigia e avarizia.[1] Rimpiazzando le stalle che ha, egli non usa la terra per coltivarla, bensì per massimizzare le proprie entrate, attendendo il prezzo migliore per la vendita successiva.[1]Sant'Agostino commenta come il contadino abbia "pianificato di riempire la sua anima di eccessi e gioie non necessarie e di essere orgoglioso di disgregare tutte quelle pance vuote dei poveri. Egli non realizza che le pance vuote dei poveri sono più sicure delle sue stalle."[3]
Arland J. Hultgren ha commentato questa parabola notando come essa "provvede un esempio di cosa uno non debba essere. La persona la cui identità è legata a ciò che possiede, al suo status, e/o alle conquiste che ha raggiunto o direziona la sua vita solo verso quello scopo può facilmente rimanere sordo alla chiamata di Dio ed ai bisogni del vicino."[4] La conversazione del contadino con sé steso è incentrata unicamente su di sé: l'uso del pronome in terza persona si presenta ben 11 volte.[4] In termini retorici, è un esempio distream of consciousness, di monologo interiore, che serve a scopo narrativo a informare il lettore della tragica fine del personaggio, dell’hubris di cui si macchia.[5]
La stoltezza del ricco risiede in particolare nel fatto che la ricchezza non possa garantirgli il futuro: ilGiorno del Giudizio arriverà prima di quanto lui si aspetti.[6]
La parabola è stata dipinta da diversi artisti tra cuiRembrandt,Jan Luyken,James Tissot eDavid Teniers il Giovane.
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