IlLiber pontificalis riportava che era romano, e che il nome di suo padre era Prisco.[1]
SecondoEusebio di Cesarea, la lettera diCostantino I che convocava unconcilio episcopale per discutere sulla disputadonatista era diretta apapa Milziade e a un certo Marco;[2] questo Marco, evidentemente un membro delclero romano,presbitero odiacono, forse era proprio il futuro papa. La data dell'elezione di Marco (18 gennaio 336) si trova nel "Catalogo Liberiano" dei papi ed è, quindi, storicamente certa; così il giorno della sua morte (7 ottobre), che è registrato nellaDepositio episcoporum dellaCronografo del 354, la cui prima edizione apparve proprio nel 336, mentre assolutamente inattendibili appaiono i dati delLiber Pontificalis circa la durata del suo pontificato, attribuendo a Marco due anni, otto mesi e venti giorni sul soglio di Pietro. Così come non è affatto veritiera la notizia circa l'ordinazione di venticinque presbiteri, sei diaconi e ventisette vescovi che Marco avrebbe effettuato nel dicembre di due anni consecutivi.[3] Riguardo a un interessamento del papa alla questioneariana che stava così violentemente investendo la Chiesa orientale non è stato detto nulla. Una sua presunta lettera aAtanasio di Alessandria è un falso successivo.
L'autore delLiber Pontificalis gli attribuisce anche la paternità di duecostituzioni. Secondo una di queste, egli investì ilvescovo di Ostia colpallio, e ordinò che questovescovo consacrasse il vescovo diRoma. Da una testimonianza diAgostino d'Ippona[4] si può evincere, comunque, che, verso la fine del IV secolo, i vescovi di Ostia consacravano regolarmente il nuovo vescovo di Roma. È possibile che Marco abbia confermato questo privilegio con una costituzione, ma ciò non preclude il fatto che i vescovi di Ostia, precedentemente, non fossero soliti ungere il nuovo vescovo romano. Per la concessione del pallio, il periodo non può essere stabilito da fonti del IV secolo, dato che le testimonianze più antiche che mostrano questa insegna risalgono al V e VI secolo, e lo scritto più antico che menziona un papa che concede il pallio risale al VI secolo.
IlLiber Pontificalis riporta ancora di Marco:Et constitutum de omni ecclesia ordinavit; ma non si sa a quale costituzione si riferisca. L'autore della stessa opera gli attribuì anche la costruzione di duebasiliche. Una di queste fu costruita all'interno della città nella regionejuxta Pallacinis ed è l'attualebasilica di San Marco Evangelista al Campidoglio, che deve la sua attuale architettura esterna a modifiche successive. Essa veniva ricordata, nel V secolo, come chiesade titulo romana, pertanto la sua fondazione può, senza difficoltà, essere attribuita a Marco. L'altra era fuori della città, una chiesa cimiteriale che il papa fece costruire sullecatacombe di Balbina, tra laVia Appia e laVia Ardeatina. Il papa ottenne in dono dall'imperatore Costantino terre e arredi liturgici per ambedue le basiliche.
In un antico manoscritto è conservato un poema lodatorio (il cui testo è sfortunatamente incompleto), che, secondoGiovanni Battista de Rossi,papa Damaso I compose in onore di San Marco;Louis Duchesne, tuttavia, non accettava questa ipotesi poiché i contenuti del poema sono di natura completamente generale, senza alcuna particolare citazione dalla vita di Marco.
Marco morì di morte naturale e fu sepolto nelle catacombe di Balbina, dove aveva fatto costruire lachiesa cimiteriale.
La sua tomba è espressamente indicata dagli itinerari del VII secolo. Nel1048 le reliquie furono traslate aVelletri e poi, nel1145, nellabasilica di San Marco Evangelista al Campidoglio, dove giace sotto l'altare maggiore. La testa tuttavia è stata rimossa dal corpo e successivamente, nel 1381, tumulata in un tabernacolo a forma di mezzobusto finemente realizzato in bronzo dorato; quindi fu affidata al reliquiario dell'abbazia di San Salvatore[5]. La presenza secolare di tale reliquia nell'abbazia ha reso il santo patrono dell'omonimo paese diAbbadia San Salvatore, inprovincia di Siena, dove gli abitanti festeggiano il loro protettore il 19 settembre[6].
«7 ottobre - A Roma, san Marco, papa, che costruì la chiesa del titolo in Pallacinis e una basilica nel cimitero di Balbina sulla via Ardeatina, dove egli stesso fu inumato.»