Nato aRoma in data sconosciuta, nulla si sa della sua famiglia ad eccezione del nome di suo padre, Porfiriano, riportato nelLiber pontificalis[1]. Dove l'autore di questo documento abbia ricavato l'informazione è tuttavia ignoto.
Dopo la morte dipapa Cornelio, avvenuta inesilio nell'estate del 253, a succedergli comevescovo di Roma fu scelto Lucio. Poiché lapersecuzione della Chiesa che sarebbe iniziata, per le fonti cristiane, sotto l'imperatoreGaio Vibio Treboniano Gallo (e durante la quale Cornelio era stato bandito) proseguiva, anche Lucio fu esiliato immediatamente dopo la suaconsacrazione. Di lì a poco, presumibilmente quandoValeriano divenne imperatore, però gli fu permesso di tornare in città. IlCatalogo Feliciano, le cui informazioni si trovano nelLiber Pontificalis, narrava del bando e del miracoloso ritorno di Lucio:Hic exul fuit et postea nutu Dei incolumis ad ecclesiam reversus est.[1]
San Cipriano, che scrisse una lettera di congratulazioni a Lucio per la sua elevazione alla sede romana e per il suo bando, gli spedì una seconda lettera in cui si compiaceva per il suo ritorno dall'esilio. La lettera iniziava:
«Amato Fratello, solamente poco tempo fa noi Vi offrimmo le nostre congratulazioni, quando nell'esaltarVi a governare la Sua Chiesa, Dio graziosamente vi diede la duplice gloria di confessore e vescovo. Di nuovo noi ci congratuliamo con Voi, i Vostri compagni, e la congregazione intera, perché, grazie alla generosa e potente protezione del nostro Dio, siete tornato per la Sua gloria, in modo che il gregge possa nuovamente avere il suo pastore, la nave il suo pilota, e le persone qualcuno che li governi e gli mostri apertamente che fu per volontà di Dio che il vescovo fu messo al bando, non che il vescovo fu espulso per essere privato della sua Chiesa, ma piuttosto perché vi ritorni con maggiore autorità.»
Cipriano continuava affermando che il ritorno dall'esilio non rimpiccioliva la gloria della professione e che la persecuzione, che era diretta solamente contro iconfessori della vera Chiesa, aveva provato quale fosse la Chiesa di Cristo. In conclusione egli descriveva la gioia della Roma cristiana per il ritorno del suo pastore.
Quando Cipriano sosteneva cheDio attraverso la persecuzione "cercò di far vergognare glieretici e di ridurli al silenzio, così da far vedere dove era la vera Chiesa, chi fosse il suo vescovo scelto dalla grazia di Dio, chi fossero i suoipresbiteri incomunione col vescovo nella gloria del sacerdozio, chi fosse il vero popolo di Cristo, unito nel Suo gregge da un amore particolare, chi fossero coloro che erano oppressi dai nemici e allo stesso tempo coloro che erano protetti daSatana come propri", evidentemente si riferiva ai seguaci diNovaziano.Infatti, durante il pontificato di Lucio, loscisma di Novaziano, autoproclamatosipapa in opposizione a Cornelio, continuò.
Riguardo al riaccoglimento dei "lapsi" (ricaduti nel paganesimo) Lucio si conformò ai principi di Cornelio e Cipriano. Secondo la testimonianza di quest'ultimo, contenuta in una lettera apapa Stefano I, Lucio, come Cornelio, espresse il suo pensiero per iscritto:Illi enim pleni spiritu Domini et in glorioso martyrio constituti dandam esse lapsis pacem censuerunt et poenitentia acta fructum communicationis et pacis negandum non esse litteris suis signaverunt (Anche a loro, colmi dello spirito di Dio e confermati nel glorioso martirio, dopo la giusta penitenza, non dovrebbe essere negato il godimento della comunione e della riconciliazione).
Lucio morì all'inizio di marzo del254. NellaDepositio episcoporum, la "Cronografia del 354" indica la sua data di morte nel5 marzo, mentre ilMartyrologium Hieronymianum nel4 marzo. Forse Lucio morì il4 marzo e fu sepolto il 5.Secondo ilLiber Pontificalis questo papa fudecapitato al tempo di Valeriano, ma questa testimonianza non può essere accettata perché le persecuzioni di Valeriano iniziarono più tardi del marzo 254. È vero che Cipriano nella lettera a Stefano sopra riportata gli tributa, così come a Cornelio, il titolo onorario dimartire:servandus est enim antecessorum nostrorum beatorum martyrum Cornelii et Lucii honor gloriosus (la gloriosa memoria dei nostri predecessori i beati martiri Cornelio e Lucio dovrà essere preservata), ma probabilmente si riferiva al breve esilio di Lucio. Cornelio, che morì in esilio, dopo la sua morte fu onorato come martire dai romani, ma non Lucio. Nel calendario romano delle feste, "Cronografia del 354", viene ricordato nelDepositio episcoporum, ma non nelDepositio martyrum. Ciononostante, come si evince dalMartyrologium Hieronymianum, la sua memoria era particolarmente onorata.Eusebio di Cesarea, inoltre, riportava (Historia Ecclesiastica, VII, 10) che Valeriano nella prima parte del suo regno fu favorevole ai Cristiani, infatti, il primo editto di persecuzione dell'imperatore apparve solamente nel257.
Lucio fu sepolto in un compartimento della cripta papale nellecatacombe di San Callisto. Durante gli scavi della cripta,Giovanni Battista de Rossi rinvenne un grande frammento dell'epigrafe originale che riportava solamente il nome del papa ingreco:LOUKIOS. La lastra era rotta immediatamente dopo questa parola, e probabilmente non c'era scritto altro oltre al titoloEPISKOPOS (vescovo). Le reliquie del santo furono traslate dapapa Paolo I (757-767) nellaChiesa di San Silvestro in Capite, poi dapapa Pasquale I (817-824) nellaBasilica di Santa Prassede. Parte delle sue ossa sono conservate nella chiesa di San Pietro Martire aMeda (nei pressi del luogo dove sorgeva l'aziendaICMESA da cui ebbe origine ildisastro di Seveso). La sua testa attualmente è conservata in unreliquiario nella Cattedrale cattolica di Sant'Ansgar aCopenaghen, inDanimarca. La reliquia venne portata aRoskilde attorno all'anno1100, dopo che Lucio era stato dichiarato patrono della regione danese dellaSelandia dapapa Pasquale II (1099-1118). È tra le poche reliquie ad essere sopravvissute allaRiforma in Danimarca.
L'autore delLiber Pontificalis ha attribuito arbitrariamente a San Lucio un decreto secondo il quale due presbiteri e trediaconi dovevano sempre accompagnare il vescovo per essere testimoni della sua vita virtuosa:Hic praecepit, ut duo presbyteri et tres diaconi in omni loco episcopum non desererent propter testimonium ecclesiasticum. È probabile che tale misura si sarebbe resa necessaria, a certe condizioni, in un periodo più tardo; ma ai tempi di Lucio ciò era inconcepibile. La storia contenuta nelLiber Pontificalis secondo cui Lucio, in punto di morte, diede all'arcidiacono Stefano il potere sulla Chiesa (come accadrà tre secoli dopo aFelice III eBonifacio II) è inventata.
«5 marzo - A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, deposizione di san Lucio, papa, che, successore di san Cornelio, subì l'esilio per la fede in Cristo e, insigne testimone della fede, affrontò le difficoltà del suo tempo con moderazione e prudenza.»