Sinibaldo apparteneva alla nobile famiglia genovese deiFieschi. Era figlio di Ugo, conte di Lavagna, e della nobile BeatriceGrillo (di Amico)[3]. Alcune tradizioni locali identificano il luogo di nascita conManarola[4].
Sinibaldo fu tra gli otto cardinali che parteciparono all'elezione papale del 1241. Si formarono due maggioranze: "gregoriani" e filo-imperiali. Nessuna delle due riuscì a prevalere. Ma il regime di reclusione imposto dal Senatore di Roma, Matteo RossoOrsini, che aveva fatto prigioniero il cardinaleGiovanni Colonna, suo principale avversario per tutta la durata dell'interregno[6], fu così duro che i cardinali, dopo la morte in conclave dell'ingleseRobert Somercotes, si decisero a scegliere un candidato di compromesso. Elessero un uomo molto anziano e già malato, Goffredo Castiglioni (Celestino IV), che morì dopo diciassette giorni dall'elezione.
Si era in pieno contrasto traSacro Romano Impero eSanta Sede, con le rispettive fazioni deighibellini (rappresentati a Roma dai Colonna) e deiguelfi (capeggiati dagli Orsini). Dovettero passare due anni prima di una nuova elezione a causa delle precarie condizioni di sicurezza in cui viveva la città di Roma, sempre minacciata da un possibile assedio dell'imperatoreFederico II, e per i numerosi tentativi che gli otto cardinali fecero per ottenere la liberazione dei due cardinali fatti prigionieri dall'Imperatore.
Gli otto cardinali si riunirono nel febbraio 1242 adAnagni, ai confini dello Stato Pontificio, e dopo molte trattative riuscirono ad ottenere la liberazione dei due prigionieri, con l'accordo del loro ritorno in prigionia al termine dell'elezione. Il Sacro Collegio poté quindi riunirsi nel giugno del 1243. Sinibaldo Fieschi fu eletto all'unanimità il 25 giugno, grazie anche all'avallo di Federico II, forse fiducioso che il nuovo papa fosse più arrendevole alle sue mire espansionistiche. Fu consacrato sempre ad Anagni il 28 giugno con il nome di Innocenzo IV, in chiaro riferimento all'esempio diInnocenzo III. Federico, di stanza aMelfi, gli inviò una lettera di felicitazioni, elogiando il nome del suo casato. Il nuovo papa entrò a Roma il 20 ottobre 1243.
Lo scontro tra papa e imperatore continuò, non avendo Innocenzo IV alcun timor reverenziale per il sovrano tedesco ed essendo intenzionato a recuperare i territori che Federico aveva conquistato in precedenza. Si aprirono subito i negoziati: il Papa inviò una delegazione guidata dal cardinaleOddone di Monferrato con la richiesta di rilasciare tutti i prelati imprigionati, ricordando lascomunica ancora vigente (era stata comminata daGregorio IX nel 1239) e invitando Federico a rientrare nella Chiesa. L'imperatore poneva condizioni e si rifiutava di trattare le questioni relative ai comuni lombardi. Accadde poi durante queste trattative un episodio che esacerbò ulteriormente gli animi: il cardinaleRaniero Capocci, contro la volontà del pontefice, fomentò una rivolta contro Federico nella città diViterbo, che all'epoca era vicina all'imperatore. Federico pose sotto assedio la città, ma non riuscì a conquistarla, anzi, i soldati viterbesi guidati dal Capocci, in un furioso contrattacco, sconfissero e misero in fuga l'esercito imperiale[7]. Si addivenne quindi alla pace stipulata inLaterano il 31 marzo 1244: l'imperatore si impegnava a restituire i prigionieri e alcuni dei territori delloStato Pontificio, ma nulla veniva stabilito sui diritti imperiali nei confronti dei comuni lombardi. Quando i delegati imperiali, giunti dal Papa, chiesero a quali penitenze dovesse sottostare Federico per vedersi annullata la scomunica, il Papa richiese l'immediata restituzione di tutti i territori da lui usurpati allo Stato della Chiesa.
Federico ovviamente non accettò: si dichiarò disposto a cedere solo una parte di tali territori, e solo dopo la revoca della scomunica. Essendo di stanza aTerni, invitò il Papa nella vicinaNarni per colloqui diretti. Probabilmente dietro all'invito c'era una trappola tesa al pontefice: infatti, durante il viaggio verso Narni, gli giunsero informazioni in proposito che lo indussero a cambiare improvvisamente direzione. Dapprima ripiegò aCivita Castellana poi ripartì, travestito da soldato, per il porto diCivitavecchia, da dove salpò su navi inviate dallaRepubblica di Genova. Colpito da malore durante il viaggio, Innocenzo fu costretto a tre mesi di riposo a Genova nelconvento di sant'Andrea. Rimessosi in forze, il pontefice si trasferì inFrancia, aLione. Qui convocò unConcilio generale che si riunì nel 1245 con l'intenzione di scomunicare Federico, sciogliere i suoi sudditi dal giuramento di fedeltà e recuperare tutti i possedimenti della Santa Sede sottratti dall'imperatore.
Innocenzo IV al Concilio di Lione attorniato da vescovi, miniatura delXIII secolo.
AlConcilio di Lione, che iniziò il 28 giugno 1245, l'Imperatore fu rappresentato daTaddeo da Sessa. Egli offrì la restituzione di altri territori pur di evitare la scomunica, ma Innocenzo IV non accettò e nella seconda sessione del 5 luglio 1245, portò nuove accuse all'Imperatore, aiutato in ciò da due libelli - fatti circolare a Lione dal cardinale Raniero Capocci, acerrimo nemico di Federico II - nei quali il sovrano svevo veniva descritto come un "eretico" e un "anticristo"; nella terza e ultima giornata del Concilio, il 17 luglio, confermò la precedentescomunica e lo depose dal trono imperiale. La notizia destò notevole impressione in tuttaEuropa. Essa comportava automaticamente la destituzione del sovrano; subito i principi germanici si riunirono per eleggere un nuovo imperatore: scelseroEnrico Raspe,langravio diTuringia, che fu eletto il 22 maggio 1246. Molti principi comunque si erano astenuti e quelli rimasti fedeli a Federico non riconobbero Enrico come legittimo re. Subito Corrado, figlio dell'imperatore, tentò di abbattere il Raspe con la forza delle armi, ma fu invece sconfitto a Francoforte il 5 agosto. Pochi mesi dopo però, il 17 febbraio 1247, anche Enrico Raspe morì: alcuni mesi dopo i principi tedeschi elessero come imperatoreGuglielmo II d'Olanda.
Federico II percorreva l'Italia settentrionale con il figlioEnzo e il feroceEzzelino III da Romano, guerreggiando contro i Comuni che non accettavano la sua supremazia.Parma ad esempio fu passata a ferro e fuoco, ma si dimostrò indomabile e si rivoltò fino ad attaccare lo stesso accampamento dell'imperatore poco fuori dalla città, il 18 febbraio 1248; Federico a stento poté mettersi in salvo e riparare aCremona, mentre trovava la morte Taddeo di Sessa. Il 26 maggio 1249, attaccandoBologna nellabattaglia di Fossalta, il figlio Enzo fu fatto prigioniero dai bolognesi, che lo tennero segregato in un palazzo nobiliare fino alla morte.
Il 13 dicembre 1250 Federico II, all'età di cinquantasei anni, morì di febbre intestinale aCastel Fiorentino inPuglia.
Relazioni con Corrado IV e Manfredi: un nuovo regno in Europa
Innocenzo IV lasciò Lione dopo laPasqua del 1251 e a novembre rientrò in Italia. Risiedette aPerugia per oltre un anno. Doveva ora affrontare gli eredi di Federico:Corrado IV, figlio legittimo, in Germania, eManfredi, il figlio nato dalla relazione con la contessaBianca Lancia, in Puglia. Nell'ottobre 1251, Corrado IV scese in Italia invitato a Verona daEzzelino da Romano. Successivamente giunse in Sicilia, dove Manfredi gli consegnò simbolicamente la sovranità sul regno, trattenendo per sé il principato diTaranto. Il Papa non accettò che uno svevo potesse di nuovo avere la sovranità in Italia, e cominciò a contattare diversi possibili candidati: dapprimaRiccardo di Cornovaglia, fratello diEnrico III di Inghilterra, poiCarlo I d'Angiò, fratello diLuigi IX di Francia. Con la mediazione del cardinaleOttobono Fieschi, suo nipote, la Santa Sede riuscì a stipulare un patto con Enrico III d'Inghilterra sulla persona del principeEdmondo, allora di soli nove anni.
Nel 1251, ilDuca di LituaniaMindaugas e sua moglieMorta accettarono di convertirsi al cristianesimo, su invito dell'Ordine di Livonia che, a seguito della conversione, avrebbe aiutato Mindaugas a conquistare nuove terre inEuropa orientale. Il battesimo dei due avvenne nello stesso anno e fu proprio Innocenzo IV a suggellare di buon grado la nascita di un nuovo regno, in quanto la Lituania restava ancora uno degli ultimi stati nel continente ad essere rimasta legata alpaganesimo: due anni dopo, nel 1253, quando Mindaugas fu incoronatosovrano di Lituania. Tuttavia, il re lituano rinnegherà il cristianesimo nel 1260 o subito più tardi, qualche anno dopo la morte del Pontefice che aveva autorizzato l'insediamento di un nuovo monarca.[8][9][10]
Nell'aprile 1254 Innocenzo scomunicò Corrado IV, accusato di aver commesso gravi soprusi contro la Chiesa; il pontefice conferì ufficialmente l'investitura del feudo dellaSicilia al principe inglese il 14 maggio 1254, ma undici giorni dopo Corrado IV moriva a soli ventisei anni e, avendo egli affidato, secondo testamento, il figlio di due anniCorradino alla custodia della Chiesa, tutto tornò in discussione e l'accordo con il principe inglese fu sospeso. Innocenzo IV, a questo punto, doveva accordarsi con Manfredi. Per questo si recò adAnagni, dove ricevette una delegazione inviata da Manfredi. Questi chiese che venisse accettata subito la sovranità del piccolo Corradino, ma il Papa ribatté che si sarebbe dovuto attendere che questi divenisse adulto e che nel frattempo, avendone lui la custodia, era lui ad avere la sovranità sulla Sicilia. Manfredi prese tempo e si sottomise inizialmente al Papa, venendo, tra l'altro, nominato vicario pontificio nel sud e principe di Taranto. I rapporti si incrinarono irrimediabilmente il 18 ottobre a causa dell'uccisione da parte dei seguaci di Manfredi del nobile fedele al Papa Borrello d'Anglona. Il figlio diFederico II decise di fuggire inCapitanata, nellacolonia musulmana di Lucera, dove si preparò allo scontro armato.
Il Papa si recò quindi aNapoli dove fu accolto trionfalmente il 27 ottobre 1254. Cominciò a concedere le prime autonomie e ad impartire i primi atti amministrativi, quando fu informato del fatto che Manfredi stava organizzandosi militarmente. Il Papa gli inviò contro il suo esercito: aFoggia avvenne lo scontro, che però vide, il 2 dicembre, la vittoria di Manfredi. La notizia giunse ad Innocenzo IV a Napoli, nel palazzo che era stato diPier della Vigna e qui, già ammalato, Innocenzo si spense cinque giorni dopo, il 7 dicembre. Fu sepolto presso lachiesa di Santa Restituta e successivamente traslato nelDuomo di Napoli dove gli fu eretto il monumento funebre nel 1318.
"Papa Innocenzo IV invia frati francescani e domenicani dai tartari" (i mongoli).
Innocenzo IV fu fautore di una decisa attività diplomatica tesa a frenare l'inesorabile avanzata deiMongoli che, appena quattro anni prima, si erano spinti fino allaPolonia (Battaglia di Legnica, 1241). Il pontefice inviò in Asia esponenti deifrancescani e deidomenicani, che giunsero fino aKarakorum, capitale dell'impero mongolo. A partire dal 1245, diversi religiosi furono inviati in oriente in missione diplomatica o come missionari: si segnalano, tra gli altri,Lorenzo di Portogallo che partì da Lione (dove il Papa risiedeva per il concilio) nel 1245, nello stesso anno partì ancheGiovanni da Pian del Carpine assieme al confratelloBenedetto Polacco, poi ancoraAscelino di Lombardia, che raggiunse la capitale mongola nel 1247, nello stesso anno in cui vi pervenne il franceseAndré de Longjumeau. La risposta del Gran Khan fu deludente:Güyük chiese al Papa di recarsi da lui personalmente e non accettò la conversione al cristianesimo[11].
Con la bollaAd extirpanda del 1252 dispose che inLombardia, inRomagna e nellaMarca Trevigiana i sospetti di eresia ritenuti colpevoli dopo un interrogatorio condotto dal vescovo o da un suo delegato, potessero essere rimandati al podestà, che era autorizzato a disporre della tortura, perché l'inquisito confessasse apertamente l'eresia di cui era stato riconosciuto colpevole e indicasse i nomi di altri eretici,[12] come in quel tempo avveniva per gli altri reati: «Tutto ciò avvenga nel medesimo modo in cui i ladri di beni temporali vengono costretti ad accusare i propri complici e a confessare le proprie azioni malvagie»[13].
Considerato uno dei miglioricanonisti della sua epoca, gli studi giuridici di Sinibaldo Fieschi sono raccolti nell'Apparatus in quinque libros decretalium, commentario sulledecretali di Gregorio IX. Si deve a lui l'introduzione del concetto di persona ficta, che si sarebbe successivamente evoluto in quello di persona giuridica.[15]
^ Umberto Primo Censi,Uomini e terre della cattedrale di Parma nel Medioevo, Parma, Arte Grafica Silva, 2008, pp. 104-106.
^v. Tommaso Carpegna Falconieri,Giovanni Colonna, in Enciclopedia Federiciana
^L'episodio è descritto con dovizia di particolari da Cesare Pinzi:Storia della Città di Viterbo, volume V, Tipografia della Camera dei Deputati, Roma 1885.
Davide Canfora (a cura di),La libertà al tempo dell'Inquisizione. Antologia di documenti dal 1252 al 1948, Milano, Teti Editore, 1999,ISBN978-88-7039-771-0.