| Paolo Bufalini | |
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| Senatore della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 16 maggio1963 – 22 aprile1992 |
| Legislatura | IV,V,VI,VII,VIII,IX,X, |
| Gruppo parlamentare | Comunista |
| Circoscrizione | Roma III (IV e dalla VI alla X),Siracusa (V) |
| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Partito Comunista Italiano |
| Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
| Professione | Funzionario di partito |
Paolo Bufalini (Roma,9 settembre1915 –Roma,19 dicembre2001) è stato unpolitico epartigianoitaliano.Più volte membro delParlamento, è stato fra i massimi dirigenti delPartito Comunista Italiano, con importanti responsabilità nei rapporti con l'estero e, in particolare, con l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Paolo Bufalini nasce in una modesta famiglia della piccola borghesia romana, suo padre Ferdinando è cancelliere presso il Tribunale di Roma, da uomo d'ordine aderisce al fascismo. Sua madre Rufina, casalinga, molto religiosa, ha un qualche ascendente di piccola nobiltà decaduta. Paolo frequenta il liceo Ennio Quirino Visconti, è bravissimo a scuola. Frequenta la sua stessa classeAntonio Amendola, figlio diGiovanni, martire liberale del fascismo. Sarà proprio l'influenza degli Amendola, con Antonio i fratelliGiorgio ePietro, insieme a quella dei professori antifascisti del liceo, a instradare Bufalini sulla via dell'opposizione al regime, prima da posizioni liberali crociane e poi da comunista. Aderisce nel 1937 al PCI clandestino. Al Visconti torna come supplente mentre frequenta l'università, facoltà diGiurisprudenza. Nella classe in cui fa supplenza sono fra gli allievi due giovani cattolici,Marisa Cinciari eFranco Rodano che diventeranno anche loro comunisti. Sempre nel 1937 partecipa alla organizzazione della fuga a Parigi di Giorgio Amendola, allora costretto al domicilio obbligato, beffando i pesanti controlli della polizia fascista. Contrario all'ingresso dell'Italia nellaseconda guerra mondiale, nel1940 farà opera di volantinaggio pacifista.
Nel1941 partecipa ad alcune proteste studentesche ed un giorno, col chiaro intento di provocare l'ira delle camicie nere, insieme agli amiciAntonello Trombadori edAntonio Giolitti lancia in aria dellestelle filanti decorate dafalce e martello e da scritte anti-belliche. Nell'agosto dello stesso anno viene arrestato e condannato al confino ad Alatri. Direttamente dal confino sarà mandato in guerra, inIugoslavia. Costretto a combattere inMontenegro, nel1943 aiuta i partigiani jugoslavi, ma viene scoperto dalla truppe tedesche ed inviato in uncampo di concentramentoaustriaco, dal quale fuggirà solo nel1945, a conflitto ultimato.
Dopo il suo rientro in Italia cominciò la sua ascesa nel PCI, di cui nel1949 sarà segretario regionale inAbruzzo. Dal1950 al1957 fu vicesegretario regionale inSicilia sottoGirolamo Li Causi e poi segretario provinciale aPalermo; in quegli anni creerà un gruppo dirigente formato quasi esclusivamente da giovani, tra i quali spiccaPio La Torre. Fin dal1951, intanto, era entrato nel Comitato centrale del partito, di cui sarà membro anche della Segreteria nel1956, anno in cui si reca con Palmiro Togliatti in Unione Sovietica, in occasione del XX Congresso del Pcus (quello del rapporto segreto di Khruscev contro Stalin) e della Direzione nel 1958.
Segretario della Federazione Provinciale di Roma del PCI dal 1958 al1965, fu consigliere comunale per conto dei comunisti dal1960 al1962. Nel 1960 fu promotore e organizzatore della manifestazione unitaria delle forze antifasciste a Porta San Paolo contro il governo Tambroni sostenuto dai voti del MSI. Dal1963 al1992 sarà ininterrottamentesenatore: negli ultimi mesi il suo seggio alSenato della Repubblica sarà occupato per conto delPartito Democratico della Sinistra. Molto spazio nella sua attività politica sarà riservato ai rapporti tra il PCI ed ilVaticano (tanto da meritare il soprannome di "cardinale rosso"), fu protagonista di una lunga trattativa con la Dc, e particolarmente con il senatore Francesco Cossiga, per cercare di evitare il referendum abrogativo della legge sul divorzio. Quando la trattativa fallì si andò al referendum che fu vinto dalle forze divorziste, Bufalini riteneva che proprio quella lunga trattativa contribuì alla vittoria laica, poiché aveva fatto emergere le ragioni civili e non ideologiche della battaglia per il "No". Egli diede il suo contributo anche alla legge che legalizza l'aborto.
Responsabile dei rapporti esteri del PCI, fu uno stretto collaboratore di Enrico Berlinguer. Particolarmente importante fu il suo contributo alle posizioni elaborate nel 1975-1978, quando si trattò di marcare la distanza dei comunisti italiani da quelli sovietici soprattutto in relazione al concetto di democrazia come valore universale. Fu un esponente della correntemigliorista, di cui leader eraGiorgio Napolitano, perché convinto della necessità dell'alleanza tra i comunisti ed ilPartito Socialista Italiano guidato daBettino Craxi: criticò per questo sia chi - comeEnrico Berlinguer - si oppose troppo aspramente ai socialisti, sia chi - come il suo amicoAntonello Trombadori, anch'egli migliorista nel PCI - si avvicinò troppo alle idee craxiane. Negli ultimi anni della sua vita si ritirò dallo scacchiere politico attivo, ma sostenne dapprima ilPartito Democratico della Sinistra e poi iDemocratici di Sinistra.Laureato in giurisprudenza, Bufalini fu anche latinista. Particolarmente apprezzate le sue traduzioni delle Odi di Orazio (A Leuconoe, Vanni Scheiwiller, 1982 e 1993). Si vedano i volumi: "Paolo Bufalini, l'impegno politico di un intellettuale", Rubbettino, 2002; "Paolo Bufalini. Gli anni della gioventù. 1934-1950", a cura di Pietro Amendola, Anppia. Tra le sue opere: Paolo Bufalini; Uomini e momenti della vita del PCI. Editori Riuniti 1982 pag.210.
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