Pamela maritata | |
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Commedia in 3 atti | |
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Autore | Carlo Goldoni |
Genere | commedia |
Composto nel | 1759 |
Prima assoluta | febbraio1760 Teatro Capranica diRoma |
Personaggi | |
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Manuale |
Pamela maritata è un'operateatrale in tre atti diCarlo Goldoni scritta nel1759 e messa in scena per la prima volta durante ilCarnevale dell'anno successivo aRoma, nelTeatro Capranica. Il pubblico gradì il lavoro, forse per la popolarità della storia[1], ma non ebbe un'accoglienza clamorosa. Nei suoiMémoires, l'autore afferma che l'accoglienza fu più tiepida rispetto al grande successo romano della precedenteLa Pamela perchénella prima v'era maggior interesse ed azione, nella seconda maggiore studio e finezza. L'una era fatta da rappresentarsi, l'altra da leggersi[2]. L'opera conobbe diverse traduzioni (in Germania, in Spagna, in Francia) e ancora oggi viene ripresa da varie compagnie[3].
La commedia, dedicata aVoltaire, è la continuazione deLa Pamela (conosciuta anche comePamela nubile oPamela fanciulla)[4], la fortunata commedia cheGoldoni aveva ricavato nel 1750 dal romanzo epistolare del 1741 diSamuel RichardsonPamela, o la virtù premiata (titolo originalePamela, or The Virtue Rewarded).
Goldoni nel 1759 si trovava aRoma e scoprì che ilTeatro Capranica aveva rappresentato con successo clamoroso per l’intera stagioneLa Pamela. L'autore appuntò nei suoiMémoires:da qualche anno il Teatro Capranica, che si era consacrato alle mie opere, in quel periodo rappresentava la mia commediaPamela. Tale opera era resa così bene e tanto piaceva che, da sola, sostenne il teatro dall'apertura sino alla chiusura, cioè dal dicembre sino al Martedì grasso. Tutte le volte che vi andavo era per me un giorno di trionfo.[5]
Decise quindi, dietronobile e generosa ricompensa[6], di scrivere il seguito per quel teatro, ma non riuscì ad assistere alla prima, in quanto già partito daRoma.
Quella goldoniana non è la sola continuazione deLa Pamela: già l'abateChiari a Venezia eFrancesco Cerlone a Napoli si erano impadroniti della vicenda per modificarne il finale. Rispetto alle fantasiose invenzioni di questi ultimi, Goldoni si limita a rendere Milord Bonfil geloso della giovane sposa[3].
Londra. Pamela, exservetta, moglie del geloso nobile Milord Bonfil, anche damaritata assume una condotta esemplare per onestà di costumi e fedeltà coniugale, delineando un modello di saggezza femminile.
Scrisse l'autore nella prefazione all'edizione a stampa della commedia:Buona non posso dirla, perché il buono non nasce nel mio giardino. Grande è stato al mio scarso talento l'impegno di continuare un'azione intieramente finita; grandissimo il labirinto, in cui mi sono posto da me medesimo di far divenire Milord geloso, ma con ragione, e mantenere Pamela onesta, e non coprire verun Attore di scelleraggini, o d'imposture, ma far sì che da una semplice combinazione di fatterelli nascessero i sospetti e le ragionevoli congietture, conducendo il fin dell'azione con una lieta catastrofe, senza niente di sorprendente. Io non lodo la mia Commedia; svelo il mio assunto, e confesso la mia fatica[7].
SecondoGiuseppe Ortolani, l'elemento commedialagrimosa, già presente nellaprima commedia, risulta qui ancora più accentuato[1].
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