IPallavicino (oPallavicini) sono una delle più antiche e influenti famiglie nobili delNord Italia, discendenti dalla potente stirpe medievale degliObertenghi, marchesi dellaLiguria orientale dal 951 e marchesi diMilano,Tortona eGenova dall’anno 1000 circa. Il primo rappresentante noto col nome Pallavicino fuOberto il Pelavicino (†1148). La famiglia si articolò in due rami principali,lombardo egenovese, entrambi molto ramificati. Nel 1360 ottennero il titolo diMarchesi. Nel XV secolo, il ramo lombardo creò loStato Pallavicino, traCremona,Parma ePiacenza (comprendenteBusseto,Zibello eCortemaggiore), rimasto indipendente fino all'annessione alDucato di Parma nel 1587. Il ramo genovese invece appartenne al patriziato dellaRepubblica di Genova, con alcune linee ancora esistenti, di cui una importante si stabilì inAustria-Ungheria nel XVIII secolo.
La linea genovese discende da Niccolò Pallavicino, figlio di Guglielmo Pallavicino, fratello maggiore diAlberto detto "il Greco". Da un'altra linea, tramite Donnino Pallavicino (morto nel 1557), prese origine il ramo piemontese stabilitosi aStupinigi.[1].
I Pallavicino appartenevano al ramoadalbertino della stirpeobertenga, di cui facevano parte anche i marchesi diMassa,Corsica,Parodi, Lupi (per eredità femminile), eGavi. Gli antenati dei Pallavicino furono dapprima una diramazione minore della famiglia, che si era stabilita nellavalle Padana, traCremona ePiacenza. Da dove si estesero sino allaLiguria.
Dal marcheseAdalberto II conEnrico V, discendono sia i Pallavicino (o Pallavicini) sia l'antica casata cremonese deiCavalcabò, tuttora esistente.
Figlio di Alberto II fuOberto IV, padre del marcheseOberto I dettoPelavicino (m.1148)[2]; il cognome nacque evidentemente dall'accomunarsi dei nomi dei due primi feudi della famiglia, Pella (loco) e Malavicina, oggi ambedue frazioni diRoverbella, comune delmantovano[3]. Fu chiamatoPelavicino ancheOberto II (m.1269), nipote di Oberto I e figlio di un altro "Pelavicino" (m.1217). Tale appellativo toponimico fu in prosieguo trasmesso ai suoi discendenti, divenendo il cognome della famiglia nella forma Pallavicino (o Pallavicini). Oberto I ottenne daFederico I la conferma dei feudi ereditari, nella pianura attorno all'Arda, l'anticacontea di Aucia e futuroStato Pallavicino. Il nipoteGuglielmo, morto nel1217, fu il capostipite di tutte le linee note del ramo cosiddetto "Lombardo", che trassero origine dai nipoti Oberto II, Manfredo, detto "Manfredino il Pio" (1254 -1328) e Pelavicino.

Manfredo Pallavicino (m.1265), figlio diGuglielmo Pelavicino, e i suoi discendenti ebbero il titolo di marchesi diScipione, frazione diSalsomaggiore Terme, che faceva allora parte del marchesato. I suoi discendenti, generalmente di parte ghibellina, ebbero importanti cariche pubbliche (podestà, capitani, governatori) nei maggiori comuni padani, e si legarono agliSforza diMilano da cui ebbero (col marchese Pietro nel1450) la conferma dei feudi.Guglielmo Pallavicino fu governatore diGenova dal1353 al1355 per conto deiVisconti di Milano.
Dai tre figli di Pietro (Giovanni, Nicolò e Ludovico) discesero altrettante linee della famiglia: quella di Giovanni si estinse rapidamente, salvo una discendenza naturale stabilitasi aPavia, feudataria diMarcignago eGiovenzano, estinta nel1738; quella di Nicolò si estinse nel1613 con un marchese Orazio che nel1568 aveva venduto la sua quota di Scipione con Salsomaggiore ecc. al Duca di Parma; quella di Ludovico durò fino al1776.
Dal ramo di Scipione derivarono anche i rami di:

Pelavicino, figlio diGuglielmo Pallavicino di Oberto, ebbe il marchesato diPellegrino Parmense. I suoi discendenti furono confermati nei loro feudi daiVisconti duchi di Milano, ma nel1428 i due cugini Manfredo e Antonio, accusati di aver partecipato a una congiura, furono espropriati dei feudi. I loro discendenti vissero in modesta condizione nel territorio parmigiano e si estinsero nel1795.
Il più celebre dei figli di Guglielmo fuOberto II Pallavicino, seguace dell'imperatoreFederico II e successivamente capo riconosciuto del partito ghibellino nella valle Padana. Fu Signore diCremona, Pavia, Piacenza, vicario imperiale, capitano generale di Milano.
La sua fortuna declinò con l'arrivo in Italia diCarlo I d'Angiò, la sconfitta diCorradino di Svevia e il trionfo della parte guelfa. Gli rimanevano solo i beni ereditari, che passarono al figlioManfredino. Alla morte di quest'ultimo nel 1328, gli succedettero i tre figli Federico, Oberto e Donnino;[5] il primo scomparve nel 1348, lasciando ai propri discendenti le terre diBargone,[6] mentre i due fratelli si spartirono il resto dell'ingente patrimonio paterno.[7]
A Oberto III (Busseto 1302-1378) toccarono una parte diSolignano con le pertinenze di Viatica, diPizzofreddo, di Dongula, di Fosio, di Oriano e di Pagazzano, Frescarolo,Roncole eBusseto, capitale dello Stato Pallavicino, con le pertinenze di Sant'Andrea, di Vidalenzo, di Spigarolo, di Rascarolo e di Semoriva.[7] Oberto iniziò una solida alleanza con iVisconti di Milano. Da Oberto III, tramite Nicolò (fedele alleato diGiangaleazzo Visconti) si giunse aRolando il Magnifico, che diede allo Stato Pallavicino gli statuti che ne regolarono la vita civile per tre secoli; allargò inoltre i confini dello Stato conquistando vari castelli e comprando, tra gli altri, i feudi di Santa Croce e di Zibello dal cugino Antonio, oltre aStupinigi nel 1439.[8] La situazione cambiò radicalmente nel 1441, quandoNiccolò Piccinino convinse il ducaFilippo Maria del tradimento da parte del Marchese e si fece incaricare di conquistarne lo Stato Pallavicino; attaccato su più fronti, il Pallavicino fu costretto alla fuga e tutti i suoi feudi furono incamerati dal Duca.[9] Nel 1445 Rolando diede prova di lealtà al Visconti, che acconsentì alla restituzione di quasi tutte le terre confiscate, a eccezione diMonticelli d'Ongina e alcuni altri feudi donati al Piccinino.[10] Nel 1453, quattro anni prima di morire, il Marchese dettò il suo testamento, suddividendo il suo immenso patrimonio tra i suoi sette figli e dando così origine alle linee di Varano, Tabiano, Cortemaggiore, Busseto, Polesine e Zibello.[11]
A Donnino toccarono inveceRavarano con le pertinenze diCassio, diCasola, di Castellonchio, di Fugazzolo, diCalestano, diTerenzo, dellaval Sporzana e dellaval Baganza,Monte Palerio con le pertinenze diSant'Ilario Baganza, di Ceretolo, di Cella di Palmia, diCevola,Parola con la pertinenza di Corte Redalda,Zibello, Santa Croce,Pieveottoville e Ragazzola.[7] Donnino morì l'anno seguente e i suoi due figli, che mantennero sempre un ruolo subalterno rispetto ai cugini di Busseto, figli di Oberto, si spartirono le terre paterne: Zibello e le terre di pianura passarono a Federico, mentre Ravarano e le terre di montagna a Giovanni.[5] Da quest'ultimo discesero i marchesi di Ravarano, che, divisi in più linee e generalmente decaduti, si estinsero entro ilXVIII secolo, salvo una linea che acquisì il feudo diStupinigi e si trasferì inPiemonte. Questa ebbe importanti incarichi alla corte deiSavoia, il governatorato diCeva e il marchesato diFrabosa Soprana eFrabosa Sottana, e si estinse nel ramo principale nel1816 mentre il ramo cadetto dei marchesi di Priola è tuttora fiorente.

Il capostipite fuNicolò, che, figlio diRolando il Magnifico, divenne marchese diVarano de' Marchesi; ereditò inoltre i feudi diCastelguelfo,Miano eGallinella.[12]
La sua discendenza si estinse nel1782.[11]

Il capostipite fu Oberto, che, figlio di Rolando il Magnifico, divenne marchese diTabiano; ereditò inoltre i feudi diCastellina e, per metà col fratelloGianfrancesco,Solignano.[12]
La sua discendenza si estinse nel1756.[11]
Il capostipite fuGian Lodovico I, che, figlio diRolando il Magnifico, divenne, unitamente al fratelloPallavicino, marchese diBusseto, con la pertinenza diCortemaggiore; sempre con Pallavicino ereditò inoltre il feudo diBargone.[12]
Tuttavia, nel1479, a causa dei dissidi sorti tra i due fratelli, fu necessario dividere in due parti il feudo di Busseto: Cortemaggiore fu assegnata a Gian Lodovico, mentre Busseto rimase a Pallavicino.[11]
Il capostipite fu Giovan Lodovico, figlio di Rolando il Magnifico; ebbe l'importante marchesato diCortemaggiore con parte di Busseto, cui il figlio Rolando II detto il Gobbo aggiunseFiorenzuola d'Arda.
Nel1479, con l'importante contributo di Maffeo del Carretto da Como, architetto del Duca di Milano, progettò e costruì ex novo la nuova capitale dello Stato, quella Cortemaggiore che, ancora oggi, rimane uno dei pochi esempi di città edificata secondo i principi della "città ideale" dettati daLeon Battista Alberti. La discendenza dei Pallavicino di Cortemaggiore si estinse già nelXVI secolo.
Sforza Pallavicino nel1579 riunì in un unico marchesato Cortemaggiore e Busseto, che ereditò in seguito alla morte del cugino Gerolamo Pallavicino di Busseto, privo di figli maschi. Tuttavia, nel1585 scomparve anche Sforza, che, in mancanza di eredi diretti, aveva adottato nel1581 il congiunto Alessandro Pallavicino di Zibello, marito della figlia naturale delduca di ParmaOttavio Farnese; ne scaturì una lunga lite col nuovo ducaAlessandro, che nel1587 si impossessò dell'intero Stato Pallavicinomanu militari. Della lunga storia di buon governo cui fu ispirato il marchesato dello Stato di Cortemaggiore, dalleAdditiones seu Reformationes applicate da Rolando II nel 1495 agli antichiStatuta Pallavicinia dettati dal nonno Rolando il Magnifico, rimase, fino all'epoca napoleonica, ilCorpo Comunitativo della città, un vero e proprio consiglio comunaleante litteram.[11]

Il capostipite fuPallavicino, che, figlio di Rolando il Magnifico, divenne, unitamente al fratello Gian Lodovico I, marchese di Busseto, con la pertinenza di Cortemaggiore; sempre con Gian Lodovico I ereditò inoltre il feudo di Bargone.[12]
Tuttavia, nel 1479, a causa dei dissidi sorti tra i due fratelli, fu necessario dividere in due parti il feudo di Busseto: Cortemaggiore fu assegnata a Gian Lodovico, mentre Busseto rimase a Pallavicino.[11]
Galeazzo I, Cristoforo, Ottaviano, Girolamo, Antonio Maria e Nicola, figli di Pallavicino, governarono congiuntamente il marchesato dopo la sua morte nel1486, conquistando ancheBorgo San Donnino,Felino eTorrechiara. Nel1521 subentrarono i tre figli di Cristoforo; dopo la scomparsa prematura di Francesco, i due fratelliGerolamo ed Ermete nel1555 divisero il marchesato in due parti, ma alla morte nel1562 del secondo, Gerolamo ereditò l'intero patrimonio; il marchese scomparve nel1579 lasciando il marchesato al cugino Sforza Pallavicino di Cortemaggiore, che riunì in tal modo lo Stato Pallavicino.[11]
Tuttavia, nel1585 morì, privo di figli maschi, anche Sforza, che nel1581 aveva adottato il congiunto Alessandro Pallavicino di Zibello, marito della figlia naturale delduca di ParmaOttavio Farnese; ne scaturì una lunga lite col nuovo ducaAlessandro, che nel1587 si impossessò dell'intero Stato Pallavicinomanu militari. Inutilmente Galeazzo III, nipote di Adalberto (figlio legittimato di Galeazzo I), ottenne nel1636 sentenza favorevole dall'imperatoreFerdinando II d'Asburgo: i suoi discendenti furono sovrani dello Stato Pallavicino solo di nome. La sua discendenza si estinse nelXIX secolo.[11]
Dal ramo di Busseto derivò anche il ramo dei Pallavicino di Crema con Manfredo Pallavicino, discendente da Adalberto, che si estinse nel1694.

Da Sforza Pallavicino, figlio di Galeazzo II, discesero i Pallavicino Trivulzio,signori diSan Fiorano, proprietari dell'omonimo castello e, tra i numerosi edifici storici, del castello diCastana (inOltrepò pavese), che riattarono nel1740.
I Pallavicino Trivulzio si estinsero nella linea maschile nel1878 con il marcheseGiorgio, patriota delRisorgimento.

Il capostipite fu Giovan Manfredo, che, figlio di Rolando il Magnifico, divenne marchese diPolesine; ereditò inoltre il feudo diCostamezzana.[12] Giovan Manfredo morì nel 1486.
Dai suoi figli Gianottaviano e Uguccione derivarono due linee di discendenza: la prima si estinse nel 1699, la seconda nel 1731 quando morì Vito Modesto, lasciando solo una figlia femmina, Dorotea. Tra gli ultimi esponenti della linea di Uguccione,Ranuccio Pallavicino fu inquisitore a Malta e cardinale.

Il capostipite fuGian Francesco, che, figlio di Rolando il Magnifico, divenne marchese diZibello; ereditò inoltre, per metà col fratello Oberto, il feudo di Solignano.[12]
La lite che contrappose Alessandro diZibello al cugino Galeazzo II di Busseto ebbe la conseguenza che la casata non solo non succedette in Busseto ma perse anche il feudo imperiale di Zibello a vantaggio dei Farnese. I suoi discendenti mantennero comunque il feudo di Zibello (come vassalli dei duchi di Parma) fino all'abolizione del feudalesimo nel1805.
I Pallavicino di Zibello si divisero in seguito in molti rami, tuttora fiorenti; Pier Luigi, ultimo marchese della lineaparmense della dinastia, morì invece nel2003.[11]

I Pallavicino di Genova ebbero come capostipiteNicolò, figlio diAlberto ("il Greco") e nipote diOberto I Pallavicino (detto il "Pelavicino"), il cui figlio Giovanni sposò Maria Fieschi e che nel 1225 venne eletto consigliere. La famiglia assunse notevole prestigio e importanza nel capoluogo ligure, tanto da avere tra i propri rappresentanti, oltre a numerosi senatori, tredogi dellaRepubblica di Genova:Agostino nel1637,Gian Carlo nel1785 eAlerame Maria nel1789.
Nel1528, a seguito delle riforme volute daAndrea Doria, andarono a formare il XVIalbergo genovese.
Con la riforma voluta daAndrea Doria nel 1528, i Pallavicino andarono a formare il XVIalbergo. Di seguito le famiglie che erano ascritte all'albergo Pallavicino:
Dal ramo di Genova derivarono anche:

L'antica arma dei Pallavicino di Genova erad'oro alla fascia doppiomerlata di nero, mentre quella moderna era dicinque punti d'oroequipollenti a quattro d'azzurro; al capo d'oro, allafascia scorciata doppiomerlata di tre pezzi di nero.[37]
IlMarchesato di Bodonitsa (oggiMendenitsa, villaggio nellaFtiotide, inGrecia), piccolo statofranco in Grecia a seguito delle conquiste dellaquarta crociata, venne originariamente concesso sotto forma di partecipazione aGuido Pallavicini daBonifacio I del Monferrato,re di Tessalonica nel1207. Il suo scopo originale era a guardia del valico diTermopili. Esistette dal1204 al1414. Guido, figlio diGuglielmo Pallavicino e di Solestella, fu il primo marchese di Bodonitsa dal1204 al1237. L'ultimo dei Pallavicini a governare Bodonitsa fuGuglielma, figlia diAlberto Pallavicini, morta nel1358, moglie diNiccolò I Zorzi, della famigliavenezianaZorzi, che proseguirà nel marchesato sino al 1414 conNiccolò III Zorzi.[38]
Altri progetti
| Alberghi dellaRepubblica di Genova | ||
|---|---|---|
| Alberghi antecedenti alla riforma del 1528 | Alpanis ·Bustarini ·Di Carmandino ·Di Collone ·Fattinanti ·Gropallo ·Malfante ·Marchionibus ·Piccamiglio ·Scipionibus ·Sopranis ·Squarciafico ·Tiba | |
| Alberghi rimasti dopo la riforma del 1528 | Calvi ·Cattaneo ·Centurione ·Cicala ·Cybo ·De Fornari ·De Franchi ·De Marini ·Di Negro ·Doria ·Fieschi ·Gentile ·Giustiniani ·Grillo ·Grimaldi ·Imperiale ·Interiano ·Lercaro ·Lomellini ·Negrone ·Pallavicino ·Pinelli ·Promontorio ·Salvago ·Sauli ·Spinola ·Usodimare ·Vivaldi | |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 27876324 ·CERLcnp00550125 ·GND(DE) 119208784 |
|---|