Perpalazzo cinese s'intende ilcomplesso palaziale che ospitava l'Imperatore della Cina e comprendeva la residenza del monarca e della sua famiglia, gli uffici della Corte e del Governo, i giardini/parchi e le necessarie strutture difensive. Si trattava sempre d'infrastrutture considerevoli ed elaborate, sia da un punto di vista planimetrico sia plastico-artistico.
Composto da molti edifici, il complesso palaziale cinese si articolava (e si articola tutt'ora, negli esemplari superstiti, fortunatamente molto numerosi) in vasti spazi aperti circondati da mura e fossati, grandi sale coperte (zh.殿T, DiànP), in realtà esse stesse veri e propri palazzi, taluni per cerimonie e affari ufficiali, tal'altri di destinazione residenziale, edifici più piccoli, templi, torri, camminatoi coperti, cortili più piccoli, giardini/parchi ed annessi.
Come tutte le manifestazioni dell'architettura del Celeste Impero, il palazzo era edificato in accordo a precise, imprescindibili regole mistico-organizzative frutto delsincretismo tra gli ideali delconfucianesimo e quelli dell'anticageomanziataoista delFeng shui:[1] l'allineamento sull'assenord-sud del complesso e di qualsiasi singolo edificio; l'ubicazione verso l'esterno degli spazi di destinazione d'uso pubblico e verso l'interno degli spazi di destinazione d'uso privato; ecc.
Nel corso della storia dell'umanità, i complessi palaziali imperiali della Cina detengono i seguenti primati:
il complesso palaziale più grande mai esistito al mondo è ilPalazzo Weiyang,[2] costruito dalladinastia Han (206 a.C.–220 d.C.) per ordine dell'imperatoreGaozu (r. 202–195 a.C.); mentre
Rispetto ad altre strutture caratteristiche dell'età imperiale, la Città Proibita, l'ultimo grande palazzo cinese esistente, fu preservata daivandalismi devastanti dellaRivoluzione Culturale (1966–1976) grazie all'intervento delprimo ministroZhou Enlai che schierò un battaglione dell'esercito a guardia del complesso e ve lo lasciò per un intero biennio.[5] Ciò premesso, l'impatto della Rivoluzione Culturale sullo studio sistematico e la riscoperta archeologica del patrimonio architettonico imperiale pre-Ming, avviatosi in Cina anche a livello diarchitettura vernacolare sin dagliAnni '30 delNovecento, fu devastante e solo nel corso degliAnni '80 gli studi, le pubblicazioni e gli scavi ripresero,[6] con un vigore tale da permettere, entro gliAnni '90, il proficuo coinvolgimento di studiosi non solo cinesi.[7] Parallelamente, la Città Proibitain primis[8] ma a seguire diverse altre vestigia dei palazzi imperiali cinesi sono entrati a far parte delPatrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Ilsinogramma宮T, GōngP,lett. "Palazzo" rappresenta duestanze tra loro collegate (呂) poste al di sotto d'untetto (宀). Viene utilizzato sia per indicare un palazzo a sé stante sia un complesso palaziale più articolato.[9][10] Originariamente, il carattere s'applicava a qualsiasi residenza o palazzo ma passò ad indicare esclusivamente la residenza imperiale dalla creazione dell'impero cinese per opera delladinastia Qin (221–206 a.C.) al termine delperiodo degli Stati Combattenti (453–221 a.C.).
Il palazzo è molto spesso esemplificativo delle caratteristiche precipue dell'architettura cinese, sia per quanto riguarda lo stile sia per quanto riguarda tecniche e materiali di costruzione.
Illegno fu il materiale di costruzione più amato dai cinesi[12] ed i loro palazzi furono realizzati per secoli con esso. Con il passare dei secoli, però, il legname divenne sempre meno comune nellaPianura della Cina del Nord, mentremattoni epietra divennero materiali da costruzione comuni per gli edifici pubblici sui quali, a più riprese e per diversi motivi, s'estese la volontà organizzatrice del potere centrale. La componente lignea fu però, come di vedrà negli esempi sotto-riportati, sempre presente anche nelle strutture palaziali più grandi.[10]
L'edificio cinese, inteso come edificio realizzato dall'architettura dell'etniaHan era tradizionalmente costituito da: (i) un solido basamento privo dicantine, spesso aterrapieno, eventualmente rivestito di mattoni/conci e/o pietra (o argilla triturata, pietrisco o pietrame); (ii) un telaio ligneo apilastri angolari, solo successivamente "riempito" con dei muri; e (iii) un tetto sorretto dal telaio.[10][13] Lecolonne del telaio potevano essere rinforzate da basi inmetallo e da unalaccatura d'olio,canapa e polvere dilaterizio.[14] Caratteristica tipica deitetti tradizionali cinesi è il loro movimento ondeggiante, reso possibile dall'angolo alternato deidougong (zh.斗拱S, Dǒu GǒngP,lett. "Tappo [e] blocco"),beccatelli lignei ad incastro assemblati in unamensola a grappolo, uno degli elementi più importanti dell'architettura tradizionale cinese,[14] utilizzati già nelPeriodo delle primavere e degli autunni (770–476 a.C.), e sviluppatisi in un insieme complesso di parti ad incastro nei periodiTang (618–907) eSong (960–1279).[15][16] La grande varietà delle coperture (atimpano, a padiglione, a semi-padiglione o apiramide) enfatizza questo movimento, acuito dal fatto che, a partire dalla dinastia Han, legronde furono appese acatenaria, mentre i colmi e le linee di giunzione degli spioventi erano uniformati al profilo curvo di tutta quanta la copertura. Il trave di colmo rivestiva un ruolo così importante che la sua posa era celebrata da un'apposita cerimonia.[16]
La rigorosa organizzazione degli spazi nella capitale deiTang,Chang'an.
Altra caratteristica tipica dell'architettura cinese tradizionale è il suo allineamento ad un sistema mistico-organizzativo frutto del sincretismo tra gli ideali delconfucianesimo e lageomanziataoista delFeng shui[1] che definisce regole edificatorie imprescindibili tra cui l'allineamento sull'assenord-sud di qualsiasi edificio, non solo di un palazzo, tanto quanto della planimetria della città.[17][18] La disposizione stessa degli spazi, nel complesso palaziale (tanto quanto nel complesso templare), segue precise regole simbolico-funzionali: es. in accordo a quanto previsto dalLibro dei riti (zh.禮記T, 礼记S, LǐjìP),[19] itempli ancestrali (zh.祠S, CíP,祠堂S, Cí TángP,宗祠S, Zōng CíP o祖廟S, Zǔ MiàoP) sono posti sul fronte della struttura, le aree di deposito nella parte anteriore della pianta e le residenze nella parte posteriore;[20] ecc.
NellaCittà Proibita diPechino, gli edifici/sale principali delle corti esterne e interne sono tutte disposte in gruppi di tre, a ricordare il diagrammaQuiang che rappresenta ilcielo, mentre le residenze della famiglia imperiale, nella corte interna, sono disposte in gruppi di sei, la forma del trigrammaKun, che rappresenta laterra.[21]
Su tutto domina la planimetria quadrangolare, manifestazione della concezione taoista dell'universoquadrato,[22] che caratterizza, dall'esterno verso l'interno, la capitale, la cittadella imperiale al suo interno ed, in ultimo, il complesso palaziale che della cittadella imperiale costituisce il cuore pulsante: un sistema di quadrati entro altri quadrati.[18][23]
Il palazzo cinese, come qualsiasi altro edificio sinico, anche laddove si tratti di una piccola struttura isolata, è caratterizzato dallafacciata continua, che delimita gli ambienti lasciando il compito strutturale ai supporti lignei, solitamente lasciati a vista e decorati variamente.
L'impianto decorativo dell'architettura palatina veicola, per tramite di appositi simboli, messaggi di grandiosità, ordine e potenza:
cromaticamente, il palazzo cinese, sede dell'imperatore, è dominato dal coloregiallo, precipuo delFiglio del Cielo, soprattutto sui tetti (v.si tetti della Città Proibita).[3] Laddove siano presenti altri colori, la cosa è voluta: solitamente ilnero, colore associato all'acqua ed utilizzato con intentoapotropaico perché ritenutoantincendio; in alcuni casi ilverde, come nella residenza del principe ereditario nella Città Proibita, perché è il colore associato allegno e quindi alla crescita;[24]
le creste inclinate dei tetti sono decorate con una linea di statuette rappresentanti da un uomo in sella a unafenice seguita da undrago imperiale. Il numero delle statuette varia a seconda della gerarchia degli edifici: un edificio poco importante avrà tre o cinque statue; uno più importante sette o nove. Il sopracitato Palazzo della Suprema Armonia è l'unico edificio (attualmente esistente) della Cina ad avere dieci statue sulla cresta del tetto: l'effige in più, chiamata行十T, HángshíP,[29] è quindi un esemplare unico;[30]
in generale, diversi elementi architettonici del palazzo imperiale sono decorati con l'effige del drago, associato alla figura del Figlio del Cielo sin dalla proto-storia della Cina.[31]
Il palazzo è poi arricchito da elementi secondari tra i più caratteristici dell'architettura del Celeste Impero:
anzitutto lapagoda, sia come edificio a sé stante sia come sviluppo verticale del corpo centrale di una planimetria strutturata;
Mappa del "Palazzo 1" del sito di Erlitou, datato pre-1600 a.C.[34]
Datano all'Età del bronzo le primedinastie della storia cinese: la semi-miticadinastia Xia (ca. 2100–1600 a.C.), legata allacultura di Erlitou (ca. 2000–1500 a.C.),[35] e la proto-storicadinastia Shang (ca. 1600–1046 a.C.), dagliarcheologi cinesi ricondotta allacultura di Erligang (1600–1450 a.C.). Entrambe le dinastie hanno lasciato testimonianze, anche architettoniche, nelHenan che ci permettono di osservare l'evoluzione deldafangzhi nel palazzo del re (zh.王S, WángP): es. ildafangzhi con acclusi piccoli locali laterali rispetto alla grande sala centrale nel sito diErlitou,[33] presso il quale si contano oggi diversi complessi palaziali, il più grande dei quali (c.d. "Palazzo 1") esteso su di un'area di 9 600 metri quadri (103 000 ft²),[34] progressivamente edificati, ampliati ed abbandonati.[36] Le antiche cronache cinesi, come lo史記T, Shǐ JìP,lett. "Memorie storiche/di uno storico" e gli竹書紀年T, Zhúshū JìniánP,lett. "Annali di bambù", ci descrivono la storia degli Xia e degli Shang riportando la presenza dicapitali fondate, rifondate, conquistate e/o abbandonante dai vari sovrani: es. Anyi, nellacontea di Xia, fondata daYu il Grande.[37] Con gli Shang, l'architettura è ormai espressione di una società gerarchicizzata nella quale il palazzo riveste un ruolo centrale quale veicolo di autorità, maestà e potenza.[38]
La successivadinastia Zhou (1450–246 a.C.), subentrata con la forza agli Shang come questi avevano fatto con gli Xia, consumò la sua prima fase, i c.d.Zhou occidentali (1450–771 a.C.), durante i lunghi strascichiestremorientali dell'Età del bronzo.[N 3] La capitale, sede del palazzo del re di Zhou, fu allora posta prima aFufeng e poi ad Hao, entrambe limitrofe aChang'an (attualeXi'an, nelloShaanxi). Il primo complesso palaziale, a Fufeng, 32,5x42,5 m, codificava già i sopracitati caratteri salienti dell'architettura palatina cinese: la planimetria rigorosamente geometrico-quadrangolare; l'organizzazione degli spazi lungo un asse centrale nord-sud; il raggruppamento degli edifici; ecc.[33] Indicata dalla successiva dinastia Han come l'età dell'oro della storia cinese, la dinastia Zhou produsse (o si suppone abbia prodotto) il sopracitatoLibro dei riti contenente precise indicazioni sulle modalità con cui costruire la città-capitale ed il palazzo del monarca.[19]
Solo al tempo degliZhou orientali (771–246 a.C.), la cui capitale fu postaLuoyang (Henan), la Cina entrò pienamente nell'Età del ferro e in unostatus di guerra semi-permanente che vide le province, vere o presunte, degli Shang-Zhou (v.si "Nove province"), ormai veri e propri regni indipendenti, ognuno con la sua capitale ed il suo palazzo reale, combattersi per la supremazia su di uno scacchiere socio-politico ormai molto più ampio del vecchio regno/impero dei mitici Xia: il Periodo delle primavere e degli autunni (722–481 a.C.) e il successivo Periodo degli Stati Combattenti (453–221 a.C.). A quel tempo, come anticipato, i caratteri precipui e fondamentali dell'architettura cinese, palatina e non, s'erano ormai definiti e consolidati.[15] La situazione venne risolta quando uno degli Stati Combattenti, lostato di Qin, sopraffece gli altri e unificò la Cina in un impero, inaugurando una stagione ormai pienamente "imperiale" per l'architettura cinese e l'architettura palatina in particolare.[39]
In ordine cronologico crescente, partendo dalla prima dinastie imperiale cinese, i Qin (221–206 a.C.), sino all'ultima dinastia, iQing (1644–1912):
Palazzo Xianyang (zh.咸陽宮T, 咸阳宫S), a (Qin) Xianyang, ora 15 chilometri (9,3 mi) a est di (Qin)Xianyang, nello Shaanxi: era il palazzo reale dello stato di Qin prima dell'unificazione della Cina, al tempo degli Stati Combattenti, e poi il palazzo del PrimoImperatore della Cina (zh.皇帝S, HuángdìP),Qin Shi Huang (r. 221–210 a.C.). Shi Huang fece fin dal principio dell'architettura uno strumento di propaganda: mentre annetteva gli altri Stati Combattenti, faceva replicare dai suoi architetti i più bei palazzi dei nemici sconfitti entro i confini sempre più ampli della capitale dei suoi padri.[40] Stando alle antiche cronache cinesi,[37] il palazzo dei Qin fu distrutto per ordine diXiang Yu alla caduta della dinastia.[39][41]
Palazzo Epang (zh.阿房宮T,lett. "Il palazzo sulla collina"), sulla sponda destra delfiume Wei a 20 chilometri (12 mi) a sud di (Qin) Xianyang, ora 15 chilometri (9,3 mi) a ovest diXi'an, nello Shaanxi: il palazzo imperiale costruito da Qin Shi Huang in sostituzione del vecchio Palazzo Xianyang, quale suprema manifestazione della sua volontà di unificare ed uniformare, anzitutto tramite l'architettura, l'impero. Di forma quadrata, con lati di 500passi e terrazze capaci di ospitare 10.000 persone stando alle antiche cronache cinesi,[37] laddove invece scavi archeologici recenti hanno svelato una piattaforma di fondazione di addirittura 1320x420 m,[42][43] il complesso comprendeva già al suo interno dei parchi/giardini con animali.[44] Convenzionalmente, si ritiene che anche questo palazzo fu distrutto da Xiang Yu durante il sacco della capitale Qin,[45] seppur le cronache non citino espressamente la cosa.[37] È comunque probabile che l'erigenda non fosse stata ancora completata alla caduta dei Qin, anche in ragione dell'enorme sforzo edificatorio profuso da Qin Shi Huang per la realizzazione del suomausoleo e dellaGrande Muraglia.[39][46]
IlPalazzo Weiyang - ill. in(ZH) Bi Yuan,Guanzhong Shengji Tuzhi, v. 4, XVIII secolo.
Palazzi Han di Luoyang, i.e. il Palazzo Sud (zh.南宫T) e il Palazzo Nord (zh.北宫T), a Luoyang (Henan): i palazzi imperiali della dinastia Han nei suoi ultimi due secoli di regno (c.d. "dinastia Han orientale"). Il Palazzo Sud era utilizzato per udienze, governo, rappresentanza, ecc., mentre il Palazzo Nord fungeva da residenza privata dell'imperatore e delle sue concubine. Il complesso fu demolito daDong Zhuo alla fine della dinastia (220).[50][51]
Palazzo Song di Kaifeng (zh.東京大内皇宮T), a Dongjing, attualeKaifeng nel Henan: palazzo imperiale della dinastia Song settentrionale (960–1127) che seppe temporaneamente riunire l'impero dei Tang. La città ed il palazzo passarono in uso alladinastia Jīn (1115–1234), di etniaJurchen, che fece della metropoli Song la sua Capitale Meridionale dopo aver scacciato la precedente dinastia a sud delFiume Azzurro.[55] Il palazzo ospitò in pianta stabile la corte Jīn a partire dal 1214, quando gli Jurchen furono spinti a sud dall'avanzata dei mongoli.[56][57] La maggior parte del palazzo è oggi scomparsa: ne rimane soltanto ilPadiglione del Drago, un'elegante struttura in legno su di una piattaforma di bricchi blu.[58]
Palazzo Song di Hangzhou (zh.臨安大内禁宮T), a Lin'an, attualeHangzhou nelZhejiang: palazzo imperiale della dinastia Song meridionale (1127–1279), situato sulMonte Fenice (zh.鳳凰山T, 凤凰山S, Feng Huang ShanP).[59] La città, nei pressi delLago dell'ovest (zh.西湖T, Xī HúP), considerato un prototipo di bellezza paesaggistica e citato da innumerevoli poeti cinesi,[60] fu capitale delWuyue durante leCinque dinastie e dieci regni (907–960) seguite al collasso dei Tang e disponeva pertanto d'un suo complesso palaziale, seppur di modeste dimensioni, che fu ampliato dai Song: nel 1133, con l'aggiunta di corridoi coperti; e, nel 1148, con un ampliamento della cinta muraria palatina.[56][61]Marco Polo che visitò la città dopo la conquista mongola così descrive «’l palagio del re [...] de li Mangi [...] gira 10 miglia; è quadrato, col muro molto grosso e alto, e atorno e dentro a questo muro sono molto belli giardini, ov’è tutti buoni frutti. Ed èvi molte fontane e piú laghi, ov’à molti buoni pesci; e nel mezzo si è ’l palagio grande e bello. La sala (è) molto bella, ove mangerebbe molte persone, tutta dipinta ad oro ed azuro, co molte belle storie, ond’è molto dilettevole a vedere, ché per tutte le mura e la copertura non si può vedere altro che pinture ad oro. Non si potrebbe contare la nobeltà di questo palagio, ché v’à 20 sale tutte pare di grandezza, e sono tamante che bene vi mangerebbe agiatamente 10.000 uomini; e si à questo palagio bene mille camere.»[62]
Palazzo Liao di Nanchino: palazzo imperiale delladinastia Liao (907–1125), di etniaKitai, nella capitale dinasticaNanchino (parte sud-orientale dell'attuale Pechino): aveva perimetro quadrangolare, quattro porte di accesso ed almeno quattro sale/palazzi noti.[63][64][65]
La "Torre del Tamburo", vestigia della Khanbaliq Yuan sopravvissuta nella Pechino dei Ming.
Palazzo imperiale mongolo di Karakorum, pressoKarakorum, prima capitale dell'Impero mongolo (1235–1260), allora ancora impegnato nellalunga conquista della Cina, costruita per volontà del secondoKhagan (imperatore),Ögödei (r. 1229–1241), figlio diGengis Khan, nel1235: il palazzo, in legno, di presumibile stile architettonico cinese, sorgeva al centro d'una corte circondata da mura ed era articolato in cinque navate stando alla testimonianza delfrate francescanoGuglielmo di Rubruck.[67] Il palazzo fu ampliato dal quartoKhaganMunke (r. 1251–1259)[68] salvo passare in secondo piano quando i gengiscanidi ultimarono la conquista della Cina e vi spostarono il loro centro di potere (v. seguito). Karakorum ed il suo palazzo godettero di nuovo prestigio secoli dopo, quando la città divenne capitale temporanea delladinastia Yuan settentrionale (1368–1635), dopo la cacciata degli Huan dalla Cina per opera dei Ming nel 1368.
Palazzi Yuan aXanadu eKhanbaliq, eretti per volontà diKublai Khan, quintoKhagan dei mongoli (r. 1260–1294) e primo imperatore delladinastia Yuan (1271–1368) da lui fondata una volta completata la conquista della Cina avviata da suo nonno Gengis Khan. Rispetto al palazzo ligneo di Karakorum, stando alla testimonianza di Marco Polo, i palazzi delle due capitali di Kublai erano molto più sontuosi:
a Khanbaliq ("Cambalu" in italiano arcaico[N 5]), anche nota come[元]大都T, [Yuan] Da DūP,lett. "Grande Capitale [degli Yuan]", costruita da Kublai sulle rovine della Capitale Centrale dei Jīn (attuale Pechino),[63][70] « ’l palagio del Grande Kane [...] Egli è il magiore che giamai fu veduto: egli non v’à palco, ma lo spazzo è alto più che l’altra terra bene 10 palmi; la copertura è molto altissim[a]. Le mura delle sale e de le camere sono tutte coperte d’oro e d’ariento, ov’è scolpito belle istorie di cavalieri e di donne e d’uccegli e di bestie e d’altre belle cose; e la copertura è altresì fatta che non si potrebbe vedere altro che oro e ariento. La sala è sí lunga e sí larga che bene vi mangia 6.000 persone, e v’à tante camere ch’è una maraviglia a credere. La copertura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia, bioia, verde e di tutti altri colori, e è sí bene invernicata che luce come cristallo, sicché molto da la lunga si vede lucire lo palagio; la covertura è molto ferma. Tra l’uno muro e l’altro dentro a questo ch’io v’ò contato di sopra, àe begli prati e àlbori, e àvi molte maniere di bestie salvatiche, cioè cervi bianchi, cavriuoli, dani, le bestie che fanno lo moscado, vai e ermellini, e altre belle bestie. La terra dentro di questo giardino è tutto pieno dentro di queste bestie, salvo la via onde gli uomini entrano.»[71]
Città Proibita
LaCittà Proibita di Pechino, il più grande complesso palaziale oggi esistente al mondo.[3][4]
Palazzo Ming (zh.明故宫T, Míng GùgōngP,lett. "Antico Palazzo Ming") o "Città Proibita di Nanchino", fu il palazzo usato nelXIV secolo delladinastia Ming (1368–1644) quando la capitale imperiale cinese eraNanchino.Zhu Yuanzhang, fondatore e primo imperatore della dinastia come Ming Hongwu (r. 1368–1398), costruì un palazzo nell'allora Capitale Meridionale, Jiankang nel1367-1368, ampliandolo nel1373-1375 e nel1392. La planimetria del palazzo, la destinazione d'uso dei suoi spazi, la sua interconnessione tramite una seconda cinta muraria con la capitale vera e propria ed il suo sistema di difesa: tutto, nella Città Proibita di Nanchino anticipa la successiva Città Proibita di Pechino. IlMíng Gùgōng passò in secondo piano quando il Trono del Drago passo aYongle (r. 1402–1424), figlio cadetto di Hongwu, che nel1420 inaugurò la Città Proibita di Pechino, la Capitale Settentrionale. Nanchino mantenne lostatus di capitale "di riserva" per quasi tre secoli dell'era Ming, dotata pertanto di un tribunale di "riserva" e ministeri di "riserva".[72] Il Palazzo Ming fu allora affidato ai funzionari delDipartimento del Palazzo (zh.殿中省T, Diàn Zhōng ShěngP)[73] e continuò a giocare un ruolo fondamentale nel controllo militare e politico della Cina Meridionale.[74] Utilizzato come fonte di pietra e gradualmente demolito durante ladinastia Qing (1644-1912) e dairibelli Taiping (1850-1864).[75][76]
Prima di stabilirsi nella Città Proibita alla cacciata dei Ming, i Qing avevano quale loro residenza imperiale ilPalazzo Mukden (zh.盛京宮殿T, 盛京宫殿S, Shěng Jīng Gōng DiànP) aShenyang, inManciuria. Costruito per ordine del fondatore della dinastia,Nurhaci (1559–1626), nel 1625 per rassomigliare le tende dei manciù, fu ampliato per ordine diHuang Taiji (r. 1636–1643) nel 1631 sulla falsa riga della Città Proibita. Nel1644, quando i Qing si stabilirono a Pechino, il palazzo di Mukden divenne una residenza regionale. Nel1780, l'imperatoreQianlong (r. 1735–1796) fece costruire ulteriori edifici che ampliarono il palazzo ed i suoi successori presero l'abitudine di passare parte dell'anno in questo palazzo di 0,07 chilometri quadri (0,027 mi²), patrimonio UNESCO insieme alla Città Proibita.[8][75]
Palazzo Imperiale del Manciukuo (帝宮), ora noto come Museo del Palazzo Imperiale del Manciukuo (伪满皇宫博物院), aChangchun: il palazzo utilizzato dal governo fantoccio delManciukuò (1932–1945) creato dopo l'invasione giapponese della Manciuria (1931–1932). Costruito sulla falsa riga della Città Proibita, seppur su scala ridotta con i suoi 0,043 chilometri quadri (0,017 mi²), ne mantenne la divisione tra corte esterna dedicata agli affari di stato e corte interna con i quartieri residenziali per l'ultimo imperatore Qing, Pu Yi, affidatosi aiGiapponesi dopo la sua cacciata da Pechino nel 1924.[80][81]
Oltre al palazzo imperiale principale, il Figlio del Cielo aveva diversi altri palazzi nella capitale ove far dimorare l'imperatrice, il principe ereditario o altri membri del clan imperiale. La presenza poi di diverse capitali collocate nei vari puntigeo-politicamente rilevanti dell'impero comportava l'ovvia necessità di realizzare palazzi ed infrastrutture secondari al di fuori della capitale vera e propria: capitali secondarie delle quali la Nanchino dei Ming è il celebre e recente esempio ma che caratterizzarono diverse dinastie cinesi.[82] Esistevano infine, sin dall'epoca Qin, anche palazzi al di fuori dalle capitali chiamati離宮T, Xing GōngP,lett. "Palazzi da viaggio", indispensabili per permettere all'imperatore di organizzare la logistica di parate, ispezioni e spostamenti tra una capitale e l'altra:[39][83] es. il palazzo Yuan nella Capitale Centrale (zh. Zhongdu) presso l'attuale Zhangbei (Hebei), punto di sosta a metà strada tra Xanadu a nord e Khanbaliq/Dadu a sud.[63]
Si diffuse anche l'abitudine di costruire palazzi-giardino, concettualmente simili aicasini della nobiltà europea, nelle campagne circostanti la capitale (un rifugio per gli imperatori dalla rigida etichetta del palazzo imperiale o dalla calura estiva della capitale) o presso ben note località paesaggistiche del vasto impero.
L'imperatore Kangxi, ideatore dell'Antico Palazzo d'Estate, aveva già nel 1699 fatto costruire il "Padiglione per Ammirare il Lago" sull'isola Gushan (zh.孤山T), l'unico affioramento naturale del sopracitato Lago dell'ovest (esso stesso patrimonio UNESCO dal 2011),[89] in ragione della frequenza con cui visitò ed ammirò il sito.
Nel1750, come anticipato, l'imperatore Qianlong aggiunse all'Antico Palazzo d'Estate un secondo opulento complesso noto come清漪園T,lett. "Giardino dei chiari gorgoglii":[90] gli artigiani vi riprodussero lo stile architettonico di diversi palazzi sparsi per tutta la Cina, mentre ilLago Kunming venne creato estendendo uno stagno preesistente per farlo assomigliare al sopracitato Lago dell'ovest. Il complesso di palazzi subì due attacchi: uno durante la Seconda Guerra dell'Oppio, quando loYuánmíng Yuán fu distrutto e l'altro nel1900, durante laribellione dei Boxer (1898–1901). Entrambe le volte, il Giardino dei chiari gorgoglii fu ristrutturato a cura dell'imperatrice vedovaCixi (r. 1861–1872, 1875–1889 e 1898–1908) che, nel 1888, diede al complesso il suo nome attuale:[Nuovo]Palazzo d'Estate o頤和園T, YiheyuanP,lett. "Giardino dell'Armonia Coltivata".
Nellalocalità montana diChengde (zh.避暑山莊T, 避暑山庄S, Bìshǔ ShānzhuāngP,lett. "Luogo di soggiorno montano per evitare il caldo"), chiamata anche離宮T, 离宫S, LígōngP, nelHebei, i Qing fecero costruire il più grande giardino imperiale che esista al mondo, dal 1994 patrimonio UNESCO.[91] Il complesso fu costruito tra il 1703 ed il 1792 contestualmente all'Antico Palazzo d'Estate: si estende s'una superficie di 5,6 chilometri quadri (2,2 mi²), circa metà dell'area urbana di Chengde, in un vastissimo complesso di palazzi ed altri edifici amministrativo-cerimoniali armoniosamente integrati al paesaggio. Gli imperatori Kangxi, Qianlong eJiaqing (r. 1796–1820) erano soliti passare vari mesi l'anno in questi palazzi, per sfuggire al caldo di Pechino: per questo motivo la parte meridionale del complesso fu progettata per assomigliare alla Città Proibita (anche nella disposizione degli spazi con una sezione anteriore pubblica ed una posteriore privata).[92]
^A titolo di confronto, si consideri che nell'edilizia cinese tradizionale la casa standard dei popolani era racchiusa in un unicointercolunnio -Knapp 2000, p. 22.
^Il ferro fu scoperto in Cina al tempo delladinastia Zhou (1450–246 a.C.) ma il suo uso non fu molto esteso. Quando laletteratura cinese delVI secolo a.C. attestò la conoscenza della fusione del ferro, il bronzo continuò ad occupare un posto significativo nei documenti archeologici e storici ancora per qualche tempo, tanto che il sinologo W. C. White ipotizza che il ferro non soppiantò il bronzo se non « [...] dopo la fine della dinastia Zhou (481 a.C.)» e che i vasi in bronzo sostituirono completamente la maggioranza di quelli in metallo attraverso il piùtardo periodo Han, i.e. nel 221 d.C. -(EN) William Charles White,Bronze Culture of Ancient China, Toronto, University of Toronto Press, 1956,OCLC609478033.
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Marco Polo,Il Milione, 1298. ed. Marco Polo,Il Milione, a cura di Antonio Lanza, ed. fuori commercio riservata agli abbonati, L'Unità - Editori Riuniti, 1982.