| Palazzo Ducale di Mantova | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | Lombardia |
| Località | Mantova |
| Indirizzo | Piazza Sordello 40 |
| Informazioni generali | |
| Condizioni | In uso |
| Costruzione | XIII-XVIII secolo |
| Stile | rinascimentale |
| Uso | Polo museale |
| Realizzazione | |
| Appaltatore | Bonacolsi |
| Proprietario | Ministero per i beni e le attività culturali |
| Committente | Bonacolsi,Gonzaga |
| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |
| Museo di Palazzo Ducale | |
|---|---|
| Ubicazione | |
| Stato | |
| Località | |
| Indirizzo | Piazza Sordello 40 |
| Coordinate | 45°09′37.21″N 10°47′55.68″E45°09′37.21″N,10°47′55.68″E |
| Caratteristiche | |
| Tipo | arte |
| Collezioni | Dipinti e sculture |
| Superficie espositiva | 34 000[1] m² |
| Proprietà | Ministero per i beni e le attività culturali |
| Direttore | Stefano L'Occaso |
| Visitatori | 346 462(2019)[2] |
| Sito web | |
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| Piazza Sordello |
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IlPalazzo Ducale diMantova, noto anche comereggia dei Gonzaga, è uno dei principali edifici storici cittadini.
Dal1308 è stata la residenza ufficiale deisignori di Mantova, iBonacolsi, e quindi la residenza principale deiGonzaga, signori,marchesi ed infineduchi della cittàvirgiliana.
Ospitava il Gonzaga dominante del tempo, sua moglie, il figlio legittimo primogenito e gli altri figli legittimi sino alla maggiore età nonché gli ospiti importanti[3].
Assunse la denominazione diPalazzo Reale durante la dominazione austriaca a partire dall'epoca diMaria Teresa d'Austria regnante.
Ogniduca ha voluto aggiungere un'ala per sé e per le proprie opere d'arte, il risultato è un'area di più di 35.000m² che ne fanno una delle regge più estese d'Europa[4] dopo ipalazzi delVaticano, ilPalazzo del Louvre, laReggia di Versailles, laReggia di Caserta, laReggia di Venaria Reale, ilPalazzo Buckingham, ilCastello di Fontainebleau, ilPalazzo d'Inverno o ancora ilPalazzo Reale di Stoccolma. Ha più di 500 stanze[5] e racchiude 7giardini e 8cortili.[6]
Ambienti distinti e separati tra loro furono costruiti in epoche diverse a partire dalXIII secolo, inizialmente per opera della famigliaBonacolsi successivamente su impulso deiGonzaga. Fu il ducaGuglielmo ad incaricare il prefetto delle FabbricheGiovan Battista Bertani perché collegasse i vari edifici in forma organica così da creare, a partire dal1556, un unico grandioso complesso monumentale e architettonico, uno dei più vasti d'Europa (34.000 m² circa[1]), che si estendeva tra la riva del lago Inferiore ePiazza Sordello, l'anticaPiazza di San Pietro. Morto Bertani nel1576, l'opera fu proseguita daBernardino Facciotto che completò l'integrazione di giardini, piazze, loggiati, gallerie, esedre e cortili, fissando definitivamente l'aspetto della residenza ducale.
Nei quattro secoli di dominazione gonzaghesca la reggia si espanse gradualmente, sia coll'aggiunta di nuove costruzioni, sia modificando quelle esistenti[7]. Si formarono diversi nuclei che presero il nome di:
Del complesso facevano parte anche alcuni edifici e cortili demoliti, tra i quali laPalazzina della Paleologa (abbattuta nel 1899) e ilTeatro di corte.

L'interno del palazzo è quasi spoglio poiché, in seguito a ristrettezze finanziarie, i Gonzaga, iniziando dal ducaFerdinando, alienaronoopere d'arte (soprattutto aCarlo I d'Inghilterra) e arredi. Ulteriori spoliazioni furono causate dalsacco di Mantova del1630 e dalle sottrazioni dell'ultimo ducaFerdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, riparato a Venezia nel1707.
Con il governatore imperialeFilippo d'Assia-Darmstadt, nel1716, il palazzo fu nuovamente ancorché parzialmente arredato con dipinti, sculture e arredi provenienti dalle ex residenze ducali deiPico aMirandola, il cui ultimo ducaFrancesco Maria II,nel1706, era stato dichiarato decaduto per “fellonia” dall'imperatoreGiuseppe I d'Asburgo.
Persa la sua funzione di Corte polifunzionale al servizio della famiglia dominante, il palazzo si vide spogliato di funzioni e significato per tutto il periodo di dominio asburgico e francese e poi nuovamente fino allafine della dominazione austriaca nel 1866. Assunse sempre più funzioni militari come cardine della piazzaforte che era diventata la città di Mantova. Tra gli ambienti destinati a uso militare era incluso quasi totalmente il Castello di San Giorgio, adibito dalle autorità austriache anche a carcere, dove furono reclusi i patrioti italiani tra i quali alcuni deiMartiri di Belfiore.
Con l'annessione di Mantova alRegno d'Italia, il Palazzo divenne parte del Patrimonio Nazionale. Nel 1887 la "parte monumentale" del complesso architettonico che aveva costituito la corte gonzaghesca venne presa in carico dalMinistero della Pubblica Istruzione, evento che consentì nello stesso anno le prime visite pubbliche al palazzo. Si può datare al 10 ottobre 1887 l'inizio della funzione museale quando fu istituito un regolare registro giornaliero dei visitatori, ancorché non paganti.
Al principio del Novecento il palazzo venne sottoposto a una prima imponente campagna di restauri, che interessò soprattutto le strutture medievali: il palazzo del Capitano, la Magna Domus, il castello di San Giorgio.[8] A supporto dei restauri intrapresi, a fianco del sostegno economico di Comune e Provincia, operò laSocietà per il palazzo Ducale, associazione filantropica fondata nel 1902.[8]
L'11 marzo 1915 finalmente venne stipulata la Convenzione fra lo Stato e le istituzioni locali per la fondazione del Museo nel Palazzo Ducale di Mantova. L’atto riconosceva e confermava la proprietà delle opere d'arte al Comune o all’Accademia Virgiliana, ma ne consentiva la collocazione nelle sale della reggia gonzaghesca, il complesso d'edifici più prestigioso per la loro esposizione e fruizione da parte del nascenteturismo culturale.
NelXX secolo furono numerose donazioni e legati testamentari tra le quali meritano menzione quelle di Annibale Norsa (1916), Virgilio Scarpari Forattini (1921-1924), Maria Ottolini e Mario Musante (1955), Eleonora Cibele Buris (1958), Ugo Dolci (1959) e Nerina Mazzini Beduschi (1968).[9]
Nel corso del XXI secolo il complesso monumentale di Palazzo Ducale fu colpito da eventi sismici di una intensità inusuale. Iterremoti dell'Emilia del 2012 provocarono inizialmente danni ad alcune sale del palazzo gonzaghesco (Sala di Manto, Galleria dei Mesi, Corridoio del Bertani). Il palazzo, chiuso dal 20 maggio2012[10], fu successivamente riaperto alla visite turistiche solo parzialmente, dovendosi procedere a importanti opere di ripristino in Corte Nuova, l'ala del palazzo maggiormente danneggiata dalle scosse telluriche. Ben più gravi risultarono i danni causati dalle scosse del 29 maggio che, oltre a peggiorare le lesioni risalenti alla scossa del 20, colpirono il campanile dellaBasilica palatina di Santa Barbara e ilCastello di San Giorgio, nel quale, anche se marginalmente, fu danneggiata la celeberrimaCamera degli Sposi diAndrea Mantegna[11].
A seguito dei lavori di consolidamento del Castello di San Giorgio, laCamera degli Sposi fu riaperta alle visite solo il 3 aprile 2015. Contemporaneamente fu allestita l'esposizione della collezione di Romano Freddi, industriale mantovano, ceduta incomodato gratuito comprendente un centinaio di opere d'epoca gonzaghesca tra le quali una tavola diGiulio Romano e allievi e il frammento della pala delLa Trinità adorata dalla famiglia Gonzaga diRubens che ritraeFrancesco IV.[12]
Nel2011 i visitatori di Palazzo Ducale furono 220.143[13] che nel 2012 si ridussero a 160.634[14] a causa degli eventi sismici del 20 e 29 maggio che imposero un percorso di visita ridotto, senzaCastello di San Giorgio eCamera degli Sposi. A fine giugno 2016, in occasione di "MantovaCapitale italiana della cultura 2016", i visitatori avevano già sfiorato i 200.000.[15] A fine 2016 si registrarono 367 470 visitatori.[2] Nel 2023 sono stati registrati circa 287.000 visitatori.[16]

L'insieme architettonico di Palazzo Ducale colpisce per le sue dimensioni (35.000 m² con oltre 1000 ambienti) e la complessità dei suoi corridoi interconnessi tanto che fu definito "città-palazzo".
La corte vecchia è il nucleo più antico del palazzo con gli edifici medievali delpalazzo del Capitano e dellaMagna Domus affacciati supiazza Sordello.
Il palazzo del Capitano è l'edificio più antico del palazzo Ducale voluto daGuido Bonacolsi sul finire delDuecento. Inizialmente costruito su due piani e separato dallaMagna Domus da un vicolo, nei primi anni delTrecento fu rialzato di un piano ed unito alla stessaMagna Domus dalla monumentale facciata con portico, sostanzialmente rimasta tale fino ad oggi. Il secondo piano aggiunto è costituito da un unico enorme salone (m 67x15) dettoDell'Armeria, appellato anche comeSalone della Dieta, in quanto ospitò laDieta di Mantova del 1459. Tale insigne ambiente è ora abbandonato e bisognoso di restauro.

Antonio Pisano, detto ilPisanello, dipinse nel 1433 e nel 1437 nella sala che oggi porta il suo nome un maestoso ciclo di affreschi di soggetto cavalleresco arturiano, avente per soggetto labattaglia di Louverzep, che aveva lo scopo di glorificare il casato del committenteGianfrancesco Gonzaga, anch'egli raffigurato nel dipinto. Questi affreschi raccontano l'epopea di Re Artù le cui storie erano molto popolari all'epoca perché costituivano il paradigma del comportamento cavalleresco.
Questo ciclo di affreschi non fu mai completato per ragioni che rimangono sconosciute[17]. Gli affreschi furono già coperti alla fine del '500 con decorazioni in finto marmo e nel 1701 con un fregio che riportava i ritratti deiGonzaga dal primoLuigi all'ultimoFerdinando Carlo, tanto che l'ambiente fu denominatoSala dei Principi. Intorno al 1810, sopra i fregi, ci fu un ulteriore aggiornamento in chiaveneoclassica.[18] Gli affreschi furono riscoperti e restaurati, grazie al sovrintendente Giovanni Paccagnini, tra il 1965 e il 1970. Paccagnini infatti intuì che laSala dei Principi nascondeva le vestigia di un ciclo pittorico di grande valore, da tracce che emergevano nel sottotetto.[18] Oggi le sale del Pisanello accolgono frammenti degli affreschi e le relativesinopie preparatorie.

Corte Vecchia riacquistò un suo nuovo prestigio quando nel1519Isabella d'Este lasciò la dimora nel Castello e si trasferì al piano terreno di questo antico settore della reggia gonzaghesca, nell'appartamento detto vedovile. L'appartamento di Isabella era costituito da due ali ora divise dall'ingresso alCortile d'Onore. Nell'ala dellaGrotta, più privata, con la principessa si trasferirono gli arredi lignei e le collezioni d'arte dei due celebristudioli, lagrotta e lostudiolo. Quest'ultimo conteneva dipinti, conservati alMuseo del Louvre, provenienti dalloStudiolo di Castello commissionati tra il1496 e il1506 alMantegna (Parnaso eTrionfo della Virtù), aLorenzo Costa il Vecchio (Isabella d'Este nel regno di Armonia eRegno di Como) e alPerugino (Lotta tra Amore e Castità) ai quali si aggiunsero opere delCorreggio (Allegoria del vizio eAllegoria della virtù). Altro celebre ambiente di questa ala è la "Camera Granda" o "Scalcheria" affrescata nel1522 dal mantovanoLorenzo Leonbruno. L'appartamento comprendeva altre sale nell'ala detta di "Santa Croce"[19] dal nome di un'antica chiesa diepoca matildica sui resti della quale furono ricavati ambienti di rappresentanza come laSala delle Imprese Isabelliane, laSala Imperiale oSala del Camino, laSala delle Calendule, laSala delle Targhe e laSala delle Imprese. È parte integrante dell'Appartamento della Grotta anche ilGiardino Segreto.
Santa Croce vecchia era una piccola chiesa, come usava nel periodo storico a cavallo dell'anno mille. La sua esistenza è testimoniata da un documento del 10 maggio1083 sottoscritto daMatilde di Canossa. Attigua ai primi edifici del futuro palazzo Ducale, probabilmente fu la chiesa palatina deiBonacolsi e deiGonzaga, ma la ben nota passione edificatoria di quest'ultima famiglia, portò alla demolizione dell'antico edificio. Debitamente autorizzato dapapa Martino V, a procedere all'abbattimento della vecchia chiesa matildica, intorno all'anno1421, fuGianfrancesco Gonzaga che per compensazione, vicino al luogo originario, edificò una cappella di stile tardo gotico con stessa intitolazione, attualmente non più luogo di culto, comunque, ancorché ampiamente rimaneggiata, individuabile dal piccolo cortile d'accesso all'appartamento vedovile diIsabella d'Este.
SuccessivamenteGuglielmo Gonzaga (1550-1587), trasformerà gli ambienti di Corte Vecchia creando il Refettorio affacciato sul Giardino Pensile e laGalleria degli Specchi destinata alla musica.

In epoca asburgica il Refettorio fu oggetto di una ristrutturazione che portò alla creazione della Sala dei Fiumi doveGiorgio Anselmi dipinse (1775 ca) sulle pareti alcuni giganti a rappresentare i fiumi del territorio mantovano.
Contemporaneamente fu realizzato l'Appartamento degli Arazzi composto da quattro sale. Sulle pareti di tre di queste sono stesi nove arazzi tessuti a mano nelleFiandre su cartoni con disegno preparatorio diRaffaello Sanzio, gli stessi utilizzati per i notiarazzi raffaelleschi conservati nellacappella Sistina inVaticano. Furono acquistati aBruxelles dal cardinaleErcole Gonzaga intorno al 1552 per arredare l'ambiente allora chiamato "Appartamento Verde". Con il testamento del 1563 il cardinale lasciò gli arazzi al nipote Guglielmo con il desiderio che gli stessi fossero d'ornamento dellaBasilica palatina di Santa Barbara dove rimasero per due secoli. Finiti dimenticati nei magazzini del Palazzo Ducale, furono restaurati del1799 e collocati nell'appartamento per loro adattato.
La Sala dello Zodiaco che fu l'appartamento privato di Guglielmo Gonzaga, fu dipinta tra il 1579 e il 1580 daLorenzo Costa il Giovane con l'aiuto dell'Andreasino. Oggi di questa originale decorazione permane il soffitto affrescato in quanto le pareti furono rimodernate in epoca napoleonica. La sala è anche detta di Napoleone I, in quanto fu la stanza da letto delBonaparte.
La volta comprende ilcarro di Diana trainato da cani tra le costellazioni dello Zodiaco, vede al centro la costellazione diAstrea vicino al carro di Diana ed è stata interpretata come un'allusione all'oroscopo del Duca stesso.
Ilcratere (coppa) dei sacrifici e dellelibagioni allude all'immortalità del casato Gonzaga. Il Corvo, uccello sacro adApollo, venne trasformato in costellazione dal dio. Il segno della Vergine, con la spiga in mano, assume le sembianze diAstrea e diCerere ed è l'emblema diVincenzo Gonzaga. Ilfirmamento ruota attorno al cocchio diDiana, trainato da una muta di cani. La dea, in stato di gravidanza, è la trasfigurazione diEleonora d'Austria, moglie del duca di Mantova. Secondo la tradizione antica, lo Scorpione tiene tra lechele il segno della Bilancia.[20]
L'ampia superficie del soffitto è dipinta con la tecnica dell'olio su intonaco e la volta èincannucciata.
L'attuale aspetto neoclassico delle pareti, decorate nellelesene con candelabre dorate a motivi neoegizi (diGirolamo Staffieri) risale al periodo Napoleonico (1813).
Sopra le porte sono collocati quattro pannelli di stucco imitanti il bronzo con altrettante allegorie: i)Napoleone riceve da Giove la spada di Marte, ii) l'Italia offre le Leggi a Napoleone iii) Napoleone accetta i prodotti della terra iv) Minerva presenta le arti e le scienze a Napoleone.
Collocato al piano superiore delPalazzo del Capitano, è così chiamato perché in esso trovò dimoraAnna Isabella Gonzaga[21] daGuastalla, moglie dell'ultimo ducaFerdinando Carlo di Gonzaga-Nevers. È composto da sei sale (tra cui laSala degli Imperatori) con soffitti in legno che furono in parte modificate alla fine delXVI secolo. Alle pareti tracce di affreschi del Trecento. Tra le opere esposte, lalastra tombale di Alda d'Este in marmo, opera del 1381 diBonino da Campione. Dagli inizi dell'Ottocento la figura scolpita era ritenuta diMargherita Malatesta.[22]
L'appartamento è fiancheggiato dal lungoCorridoio di Passerino nel quale si dice fosse conservata la mummia diPasserino Bonalcosi, cacciato dai Gonzaga nel1328.

Composto da nove stanze con mobili in stile impero è collocato al primo piano della "Magna Domus". Fu allestito nel1778 perMaria Beatrice d'Este, moglie diFerdinando d'Asburgo-Este quinto figlio diMaria Teresa d'Austria e pertanto derivando la sua denominazione dal legame con la famiglia imperiale degliAsburgo. In queste stanze soggiornò altresì il principeEugenio di Beauharnais[23], viceré delRegno d'Italia napoleonico, che nel 1810 vi fece portare daMilano il prezioso letto a baldacchino impreziosito con stoffe diLione, ancora conservato nella camera da letto per il resto arredata con la mobilia d'epoca asburgica.
Composto da cinque stanze, comprendente ilGiardino pensile.



È l'architetto toscanoLuca Fancelli a realizzare laDomus Nova (1480-84) che subirà, più di un secolo dopo su impulso del ducaVincenzo I, interventi architettonici che trasformeranno l'edificio fancelliano. Il progetto di quest'intervento dal quale se ne ricavò l'attualeAppartamento Ducale, si deve al pittore e architetto cremoneseAntonio Maria Viani, dal1595 al servizio dei Gonzaga. Nella maestosaSala degli Arcieri sono attualmente esposti dipinti provenienti da chiese e monasteri soppressi. La tela più famosa qui esposta rappresentaLa Trinità adorata dalla famiglia Gonzaga opera diPietro Paolo Rubens realizzata per lachiesa della Santissima Trinità nel1605. A Mantova del trittico originario resta soltanto la tela centrale parzialmente mutilata, essendo il resto del quadro originario sparso per l'Europa, laTrasfigurazione di Cristo è ora aNancy, mentre ilBattesimo di Cristo è adAnversa. La tela mantovana riproduce in primo piano il ducaVincenzo con la moglieEleonora de' Medici, più arretrati il padreGuglielmo con la moglieEleonora d'Austria.

Fu fatto costruire dal ducaGuglielmo Gonzaga intorno al1580 con soffitti intagliati e decorati e rimaneggiato dall'architettoAntonio Maria Viani al tempo diVincenzo I[25].Comprende le seguenti sale:
Venne approntato per la moglie di Vincenzo IEleonora de' Medici[25]. Venne chiamato anche 'Appartamento del Paradiso per la magnifica vista sul lago.È composto da dieci stanze tra cui:
Il ducaFerdinando Gonzaga, secondogenito diVincenzo, che fu cardinale prima di succedere al fratelloFrancesco III, incaricòAntonio Maria Viani della costruzione dellaScala Santa in "scala", ubicata sotto il suo appartamento nella Domus Nova. Questi ambienti riproducono in scala ridotta l'originale Scala Santa diRoma aSan Giovanni in Laterano. La particolare miniaturizzazione degli ambienti ha indotto per secoli a pensare che questi locali fossero destinati a ospitare i mitici nani gonzagheschi, raffigurati anche nellaCamera degli Sposi. Fino al1979 questo “alloggio” era appunto denominato "Appartamento dei Nani", quando lo studioso Renato Berzaghi smascherò l'abbaglio storico e dimostrò le corrispondenze fra la riproduzione gonzaghesca e l'originale romano, confermate da documenti d'archivio che le collegavano ad una zona precedentemente non con certezza identificata:le Catacombe in Corte.

Edificata nel1536 dall'architettoGiulio Romano[27] per il ducaFederico II Gonzaga ed ampliata dal Bertani.
Appartamento Grande di Castello è composto da sei stanze.

La sala di Manto è all'interno della Corte Nuova. Originariamente costituiva l'ingresso dell'appartamento di Troia che deve il suo nome agli affreschi della sala principale dovuti all'opera, tra1538 e1539, di collaboratori di Giulio Romano (Luca di Faenza) che ebbe l'incarico da Federico II Gonzaga di ristrutturare numerosi ambienti del Palazzo Ducale. L'aspetto attuale della Sala di Manto è dovuto all'intervento di Guglielmo che dispose la creazione dell'appartamento Grande di Castello. Gli affreschi della sala raccontano la storia della fondazione della città preceduta dall'arrivo in Italia diManto, leggendaria figlia dell'indovinoTiresia. Viene quindi raffigurata la nascita della città dovuta al figlioOcno e altre opere urbanistiche intraprese dai Gonzaga. Affreschi attribuiti aFrancesco Primaticcio.
Edificato nel1616 da Antonio Maria Viani è così chiamato per le decorazioni dei soffitti i cui soggetti derivano dalleMetamorfosi diOvidio[25]. Composto da quattro sale, dedicate ai quattro elementi naturali della terra, dell'acqua, dell'aria e del fuoco, l'appartamento conteneva la ricca biblioteca della famiglia Gonzaga, dispersa durante ilsacco di Mantova del1630, e il corpo imbalsamato diRinaldo Bonacolsi detto il Passerino, che era stato ucciso nel1328 quando la famiglia Gonzaga conquistò il potere sulla città di Mantova. In particolare, il corpo di Rinaldo era a posto a cavallo di un ippopotamo tassidermizzato, acquistato dai Gonzaga nei primi anni del XVII secolo. Intorno al 1700 la mummia di Rinaldo Bonacolsi venne gettata nel lago e, nel 1783, il governo austriaco decise di far trasportare l'ippopotamo nelMuseo di storia naturale dell'Università di Pavia, dove è attualmente custodito[28].

Voluto daFederico II Gonzaga come dimora per gli ospiti illustri della corte mantovana, il progetto e gli inizi dei lavori d'edificazione furono compiuti dall'architettoGiulio Romano a partire dall'anno1539. Il palazzo della Rustica fu poi completato daGiovan Battista Bertani verso il1561[25]. È composto da sette stanze:
Progettato daBernardino Facciotto intorno al 1580, aveva la funzione di fornire un passaggio coperto tra gli ambienti di Corte Nuova e quelli di Corte Vecchia. Dal corridoio sul lato verso sud, i componenti dellafamiglia Gonzaga potevano accedere alla tribuna della attigua basilica di Santa Barbara. A nord il corridore affaccia suPiazza Castello.
Opera del Bertani del1549 - da poco eletto dal cardinaleErcole Gonzaga a "Prefetto delle Fabbriche ducali" - collega direttamente ilSalone di Manto con ilcastello di San Giorgio. Al termine dello scalone si accede al cortile del castello e al suo loggiato, opera diLuca Fancelli del1472[33].

La Basilica della corte gonzaghesca fu costruita tra il1562 e il1572 su decisione del ducaGuglielmo Gonzaga, che ne affidò il progetto all'architetto ducaleGiovan Battista Bertani. Fu ideata come sede delle fastose cerimonie liturgiche di palazzo accompagnate da musiche sacre e per questo dotata di un prezioso organoAntegnati. La chiesa è stata recentemente oggetto di un'importante scoperta: il ritrovamento dei resti di quattro duchi e altri componenti della famiglia ducale, tra questi Guglielmo che Santa Barbara fece edificare e che trasformò anche in pantheon della famiglia Gonzaga.[34]

Fu costruito a partire dal1395 e concluso nel1406 su committenza diFrancesco I Gonzaga e su progetto diBartolino da Novara.
Andrea Mantegna, chiamato a Mantova nel 1460 dal marcheseLudovico II e vissuto nella città virgiliana fino alla morte, avvenuta nel 1506 realizzò all'interno del Castello di San Giorgio la sua opera più celebre e più geniale, laCamera Picta oCamera degli Sposi.





Questi furono i direttori delle opere di costruzione e di decorazione della reggia gonzaghesca (nominati dal1450)[37]:

"GONZAGA. LA CELESTE GALERIA. Il Museo dei Duchi di Mantova" curata ed ideata da Andrea Emiliani e da Raffaella Morselli è la mostra, allestita dal 2 settembre 2002 al 12 gennaio 2003 a Mantova presso leFruttiere di Palazzo Te e a Palazzo Ducale, per riproporre dopo quattro secoli una preziosa selezione della mitica collezione dei Gonzaga che nel momento del loro massimo splendore comprendeva duemila dipinti dei maggiori artisti dell'epoca e circa ventimila oggetti preziosi conservati ed esposti in Palazzo Ducale. Per un elenco delle opere più significative si rimanda alla voceCollezioni Gonzaga.
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