Il terminelatinopagus fa parte del lessico amministrativo romano e stava a indicare una circoscrizione territorialerurale (cioè al di fuori dei confini della città), di origine preromana e poiromana, accentrata su luoghi di culto localepagano prima ecristiano poi. Da esso deriva il terminepagano.[1]

All'interno delpagus potevano esservi diversivici (latinovicus), in ognuno dei quali risiedeva ilMagister, appartenente alpatriziato romano. Sebbene siano noti diversi di questipagi, come quelloBagienno,Eboreo eDomizio diBobbio, sotto il Municipio della città romana diVelleia, dedotti con i loro confini e ivici più importanti dalle descrizioni dellaTabula alimentaria traianea di Velleia, oppure quello diLibarna, è difficile ricostruirne per molti i confini. Gli agrimensori romani, infatti, nella misurazione dei terreni da assegnare a veterani, non tennero conto dei limiti delpagus che poi venne sostituito più avanti per inglobazione dalvicus.
Per di più l'ordinamento romano, facente capo alle città (colonie omunicipi), venne gradualmente a sottoporre gli ufficiali delpagus a quelli della città dopo ilIV secolo, anche se alpagus rimanevano anche alcune funzioni come quello della manutenzione delle strade. Si è, però, accertato che ilpagus spesso si estendeva sui due versanti di un monte e possedeva beni comuni (boschi e pascoli). In parecchi casi l'anticopagus può essere individuato nella primitivapieve[2], in quanto nelle campagne laChiesa cristiana si sostituì all'antico culto gentile (paganalie).
Alpagus romano si assimilò ilGau deipopoli germanici.
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