L'odierno centro abitato si estende a mezza collina, sui montipeloritani, dominato daU Pizzu Tunnu (un monte dalle caratteristiche morfologiche così aspre che ne rendono difficile la scalata), sulla sponda sinistra dell'omonimo torrente, all'altezza del km. 3,5 della Strada Provinciale 25 (Roccalumera-Mandanici) che attraversa il paese da est ad ovest.
Alcuni studiosi sostengono che nell'ampio letto del torrente che costeggia tutt'oggi l'abitato, nel periodo di fine estate del36 a.C., trovò facile riparo l'esercito diSesto Pompeo, che di lì a poco si sarebbe scontrato conOttaviano, futuro primo imperatore romano. Pare inoltre che intorno all'anno1000 dei pastori provenienti dall'allora casale di Nisi (Fiumedinisi), alla ricerca di una zona dal clima più mite, si stabilirono nell'alveo dell'alloratorrente Santa Caterina (oggi torrente Pagliara) dove costruirono delle case fatte di paglia e rami, le cosiddette "pagliare". Da qui inizialmente la denominazione di "Casale Tuguriorum".
La prima citazione risale tuttavia al1134, quando ilre di SiciliaRuggero II, assegnò questo villaggio all'abate basilianoLuca I,Archimandrita di Messina e Barone diSavoca. Pagliara divenne, assieme al vicino villaggio diLocadi, uno dei casali facenti parte allaBaronia di Savoca. NelCinquecento il villaggio era già parecchio sviluppato tanto che lo storicoRocco Pirri nel suo volumeSicilia Sacra, parla di "Casale Tuguriorum", e cioè, nel linguaggio dell'epoca, di un centro rurale di mediocre entità, con forme chiuse e ammassate e con una media di 60 famiglie, censite allora assieme a quelle diSavoca.
Nel1695, Pagliara si emancipa daSavoca, diventando comune autonomo. Sotto la sua autorità furono poste le borgate diRocchenere e Madonna delle Grazie. Già nel1652, tutti icensimenti considerarono gli abitanti di Pagliara separatamente da quelli diSavoca. Inoltre alcune opere d'arte conservate nelle chiese deiSS. Pietro e Paolo e diSan Sebastiano confermano l'ascesa e la prosperità che nel seicento dovettero caratterizzare la vita del neo-Municipio.
NelSettecento Pagliara raggiunse la massima prosperità artistica ed economica grazie alla coltivazione ed alla lavorazione in vari mulini delbaco da seta. Altra area significativa fu la "Marina di Pagliara" che, sino al1854 fu parte integrante del comune, poi aggregata aRoccalumera, conosciuta già inepoca romana con il nome diTamaricium et Palmarum. Nella marina sorgevano già nelSeicento varie locande, e sino all'Ottocento ne rimase in funzione una denominata "Zi Paola", punto di ritrovo di molti viaggiatori dell'epoca.
Dalla prima metà dell'Ottocento, cominciò per Pagliara un lento degrado, facilitato dallo spostamento della popolazione verso la marina e fu così che conregio decreto dell'11 aprile1880, il comune di Pagliara venne soppresso ed il suo territorio fu aggregato a quello diRoccalumera (1º luglio 1880). Solo con la Legge n. 743 del 5 luglio1914 Pagliara riuscì a ripristinare la propria autonomia con il distacco daRoccalumera.
NelXX secolo, la crisi perdurò fino alla fine dellaprima guerra mondiale, seguito da un fecondo periodo (1921-1940) caratterizzato da un notevoleincremento demografico esviluppo edilizio. Durante laseconda guerra mondiale La vallata del torrente Pagliara fu teatro di una cruenta battaglia tra le forze nazi-fasciste sconfitte e quelle anglo-americane. Qui fu fermata la ritirata tedesca e furono fatti prigionieri due loro battaglioni, grazie all'ostacolo naturale che le colline della zona presentano e al percorso sinuoso del fiume. Tra il1941 e il1960 vi fu un altro periodo di crisi nell'espansione urbana dovuto ancora una volta, in gran parte alle perdite subite durante laseconda guerra mondiale.
Nel territorio attuale sono comprese anche le frazioni Rocchenere eLocadi (comune autonomo fino al 1928 e frazione diFurci Siculo fino al 1938), posta di fronte aMandanici a 330 m sul livello del mare al cui interno si trovano ancora strutture in rovina del tardoSeicento e la cinquecentesca "TorreSollima". Nelle campagne circostanti sono inoltre ancora visibili antichi mulini ad acqua e vecchi frantoi. Oggi gli abitanti di Pagliara sono occupati nel settore terziario ed alcuni si dedicano alla coltivazione degli agrumi e degli ulivi.
La struttura urbana antica è ancora pressoché intatta. Sulla via principale spiccano alcuni palazzi ottocenteschi (Calabrò, Allegra) e nei viottoli caratteristici si possono ammirare archi di pietra gialla e testimonianze di abitazioni tardo-medievali. Nel centro del paese, in via Carceri, sono ancora visibili i resti delle antiche prigioni, mentre in contrada Rinaldo esistono ancora i resti di un antico frantoio a trazione animale, unitamente ai resti di un mulino ad acqua.
A Pagliara si trova inoltre unpino marittimo alto 25 metri e con un imponente tronco della circonferenza di 4,70 metri ed un diametro dell'ombra proiettata di almeno 30 metri, per il quale è stato richiesto l'inserimento nelGuinness dei primati, Il pino si trova in mezzo ad una distesa dialberi d'ulivo di cui l'intera vallata è tanto ricca da essere stata ribattezzata “Valle degli ulivi”, nelle adiacenze del palazzo Loteta (famiglia nobiliare Messinese che possedeva nel territorio di Pagliara la residenza estiva ed una stalla).
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Pagliara sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 gennaio 2006.[6]
Stemma
«D'oro,calzato di verde, alle tre torri di rosso, mattonate di nero, merlate alla guelfa di tre, finestrate e chiuse di nero, poste due, una, sull'oro, la calza caricata di dieci spighe di grano d'oro, impugnate e legate di rosso, cinque a destra, cinque a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo di giallo con la bordatura di verde.»
Bandiera
La bandiera, concessa con D.P.R. del 5 agosto 2013, è un drappointerzato in palo di verde, di giallo, di verde; il palo di giallo caricato dello stemma comunale.[7][8]
Treno: Stazione FF. SS Roccalumera-Mandanici della tratta Catania-Messina (a 3 km dal centro abitato)
Automobile: via Autostrada: A18 Messina-Catania, Casello di Roccalumera, dirigersi sulla sinistra nella S.S. 114 in direzione Messina fino al Bivio in Piazza Mazzullo nel Comune diRoccalumera, da qui proseguire sulla S.P. 25 "Roccalumera-Mandanici" per circa 3 km
^Giovan Battista Pellegrini,Toponomastica italiana. 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, monti spiegati nella loro origine e storia, Milano, Hoepli, 1990.