Padre Sergij | |
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Titolo originale | Отец Сергий (Otets Sergij) |
Autore | Lev Tolstoj |
1ª ed. originale | 1911 |
Genere | racconto |
Lingua originale | russo |
Ambientazione | Russia,XIX secolo |
Protagonisti |
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Padre Sergij (in italiano:Padre Sergio; in russoОтец Сергий?,Otets Sergij) è unracconto diLev Tolstòj scritto nel biennio1889-1891, revisionato nel1898 e pubblicato postumo nel1911. Argomento del racconto è la vicenda del principe Stepàn Kasatskij, un aristocratico ambizioso e orgoglioso il quale rinuncia a una brillante carriera militare per diventare monaco con il nome religioso di Sergij.
I primi accenni al racconto sono presenti nelDiario di Tolstòj alla data del 3 febbraio1890:
(Igor Sibaldi (a cura di),Tutti i racconti op. cit., vol. II, p. 1435)
Per documentarsi sulla vita dei monaci, nella primavera del1890 Tolstòj soggiornò nelmonastero di Optina, da cui ricavò una pessima impressione. La composizione andò tuttavia a rilento e fu interrotta nell'estate del 1891.
Il lavoro riprese nel giugno1898 quando Tolstòj decise di pubblicare tre sue opere (Il diavolo,Resurrezione ePadre Sergji) per aiutare finanziariamente gli aderenti al movimento cristianoDuchobory a trasferirsi inCanada. Nell'estate del1898, pertanto, Tolstòj fece un'ultima revisione del racconto; ma rimase perfino qualche svista (per esempio, Nel capitolo VIII Sergji confessa a Praskov'ja Michàjlovna di essere un omicida, sebbene quando Sergji ha lasciato il monastero, nel cap. VII, la figlia del mercante fosse ancora viva).
Il racconto fu pubblicato nel1912 aMosca dopo la morte di Tolstoj assieme ad altre opere inedite. Il testo dell'edizione moscovita apparve tuttavia censurato (per esempio, non veniva menzionato lo zarNicola I come amante di Mary Korotkova). Il testo completo, diviso in capitoli, che non erano tuttavia presenti nel manoscritto, fu pubblicato lo stesso anno aBerlino.
Destinato in giovane età per tradizione familiare alla carriera militare, Stepàn Kasatskij dimostra fin da fanciullo di possedere straordinarie capacità intellettive e fisiche e grande amor proprio. Nell'accademia militare primeggia negli studi e, se si eccettua una certa irascibilità, dimostra una notevole inclinazione al comando. Ambizioso e stimato daNicola I (zar dal1825 al1855), Stepàn appare destinato a grandi cose.
Stepàn si fidanza con una bellissima aristocratica molto stimata a corte; un mese prima delle nozze la giovane gli confessa di aver avuto in passato una relazione con lo zar. Ferito nell'orgoglio, Stepàn rompe il fidanzamento, si congeda dall'esercito, cede parte del suo patrimonio alla sorella ed entra in un monastero con l'intenzione di diventare monaco. La scelta viene comunemente attribuita alla fede religiosa di Stepàn. Solo la sorella, anche lei orgogliosa e piena d'amor proprio, la attribuisce al desiderio del fratello «di porsi più in alto di coloro che avevano voluto dimostrargli di essere più in alto di lui»[1].
Anche in monastero Stepàn aspira a raggiungere il massimo della perfezione, sia interiore che esteriore; sotto la guida di unostarets allievo diAmbrogio, Stepàn cerca di evitare qualsiasi tentazione mondana mediante leobbedienze (inrusso:Послушание,poslušanija), ossia quei lavori manuali o quelle incombenze faticose che, nelcristianesimo ortodosso, il monaco svolge come esercizio diumiltà (in russo:Смирение,smirenie)[2]. Ricevuta latonsura diieromonaco (monaco esacerdote), Stepàn assume il nome di Sergij. Più tardi, per combattere meglio le tentazioni, Padre Sergij richiede lareclusione, vivendo per molti anni in totale isolamento, inpreghiera econtemplazione.
Nonostante siano passati molti anni dal suo clamoroso ritiro, Stepàn Kasatskij / Padre Sergij, ormai quarantanovenne, è ancora ricordato dalla società mondana russa. Durante il sesto anno della reclusione di Padre Sergij, nei giorni dicarnevale, un'allegra compagnia di ricchi gaudenti di ambo i sessi decide di fargli visita.
Uno di loro, una donna divorziata di nome Màkovkina, riesce a introdursi di notte nella sua cella con l'intenzione di sedurlo. Padre Sergij, il quale è talora tentato dalla mancanza di fede e dal desiderio sessuale, teme di poter cedere; per impedirlo, siamputa undito con un'ascia. La Màkovkina resta sconvolta da questo gesto; il mattino seguente, al momento di andar via, la Màkovkina promette a Padre Sergij di cambiare la sua vita, e l'anno dopo entra addirittura anch'essa in un monastero femminile.
La vicenda con la Màkovkina, divenuta ovunque nota, ha diffuso la fama di santità di «Starets Sergij», come viene chiamato adesso. Un numero crescente di pellegrini si reca al monastero di Starets Sergij, un fenomeno divenuto vistoso da quando si è diffusa anche la fama dipoteri taumaturgici del monaco. L'afflusso dei visitatori è favorito dall'archimandrita e dall'igumeno, ma è subita con insofferenza da Padre Sergij al quale i visitatori sottraggono tempo per la preghiera e la contemplazione, e i benefici che ne derivano.
Padre Sergij è consapevole di essere ormai un mezzo per attirare visitatori e offerte al monastero; sente che mentre prima agiva per Dio, adesso agisce per gli uomini. Nei primi tempi aveva pensato di fuggire dal monastero travestito damužik, ossia da contadino povero, e vivere di elemosina in giro per la Russia; si era procurato un abito da mužik, ma si era poi rassegnato alla nuova condizione. Senza la preghiera teme di non essere più in grado di lottare contro la mancanza di fede, il desiderio sessuale e la vanità. Infine un giorno soccombe al desiderio sessuale e giace con la giovane figlia disabile di un mercante il cui padre si era recato da Padre Sergij perché la guarisse. Resosi conto di ciò che ha fatto, Padre Sergij decide finalmente di abbandonare il monastero, travestito da mužik. Dopo aver meditato ilsuicidio, decide di andare alla ricerca di sua cugina Praskov'ja Michàjlovna, chiamata familiarmente Pàšen'ka, una persona mite che in giovane età egli, assieme a un branco di altri ragazzi, si divertiva a tormentare.
Praskov'ja Michàjlovna ha avuto una vita difficile: sposata con un uomo che, dopo aver sperperato tutto il patrimonio di lei, la picchiava, aveva avuto un figlio morto in giovane età e una figlia che, sposata a un impiegato ammalato e disoccupato, era madre di cinque figli. Praskov'ja, ormai vedova e anziana, è l'unico sostegno della famiglia della figlia, al cui mantenimento economico provvede dando lezioni di musica e cercando, per quanto possibile, di dare anche serenità. Stepàn/Sergij comprende che la vita di Praskov'ja è quella che avrebbe dovuto essere la propria: Praskov'ja vive per Dio immaginandosi di vivere per gli uomini, mentre lui ha vissuto per gli uomini con il pretesto di vivere per Dio. Stepàn, dopo aver chiesto a Praskov'ja dirimettergli i peccati ebenedirlo, va via iniziando una vita daaccattone. Dopo otto mesi di vagabondaggio viene arrestato per mancanza di documenti e condannato all'esilio inSiberia. Da allora vive in Siberia come servo di un agricoltore ricco, lavora nell'orto del padrone, insegna ai bambini e accudisce i malati.
Nella figura di Padre Sergij sono stati intravisti spesso elementi biografici dell'autore[3]. Si ritiene comunemente che la morale dell'opera rispecchi la morale di Lev Tolstòj negli ultimi decenni di vita: ilCristianesimo è spogliato di ogni elemento trascendente,Cristo è visto come messaggero del regno di Dioin interiore homine e non come presenza di Dio nel mondo[4]. Diversa è l'interpretazione del critico polacco Ryszard Przybylski, secondo cui «per Tolstoj raggiungere Dio significa distruggere la propria personalità. Questo è il motivo per cui il racconto costituisce il prologo a tutti gli orrori ideologici del XX secolo»[5][6].
Nel2010Gianni Riotta, allora direttore del quotidiano economicoIl Sole 24 Ore, ha rivisitato la figura di Padre Sergij. Dopo aver osservato che la scelta finale del monaco èla stessa fatta da Tolstòj nell'ottobre del 1910 allorché, sentendosi prossimo alla morte, scappò via da casa tentando invano di chiudere la vita nella semplicità e nel silenzio, Riotta afferma che la morale del racconto di Tolstoj, ossia che eroismo perfetto consiste nel prestare il servizio modesto a favore della comunità, può essere uno dei modelli ideali per uscire dallacrisi economica contemporanea[7].
DaPadre Sergij sono stati tratti tre film:
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