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Pace di Praga (1635)

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Pace di Praga
IlCastello di Praga, luogo delle trattative
Tipotrattato di Pace
Firma30 maggio 1635
LuogoPraga
MediatoriGiorgio II d'Assia-Darmstadt
NegoziatoriTrauttmansdorff
von Senftenau
von Gebhardt
von Döring
von Sebottendorf
von Oppel
Firmatari originaliFerdinando II d'Asburgo
Giovanni Giorgio I di Sassonia
Linguetedesco
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Guerra dei trent'anni
Fasi della guerra
Fase boema (1618-1625)Fase danese (1625-1630)Fase svedese (1630-1635)Fase francese (1635-1648)
Campagne militari
Campagna nel Palatinato (1620-1623) –Invasione transilvana dell'Ungheria (1619–21, 1623–24, 1626) –Guerra dei contadini nell'Alta Austria (1626) –"Fase italiana" (1628-1631)
Battaglie navali
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Trattati
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Giovanni Giorgio I, elettore di Sassonia

Lapace diPraga venne stipulata il 30 maggio1635 durante laguerra dei trent'anni tra l'imperatore del Sacro Romano ImperoFerdinando II d'Asburgo e gli statiprotestanti dell'Impero. Essa pose termine alla guerra civile tra gli stati tedeschi anche se quest'ultima, nei fatti, proseguì a causa dei successivi interventi francesi e svedesi che avrebbero turbato nuovamente l'impero, solo temporaneamente pacificato dal trattato.

Accordo preliminare

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La pace fu preceduta dall'accordo preliminare di pace (24 novembre1634) che costituì "i preliminari diPirna" (dove avvennero le prime negoziazioni tra l'elettore di Sassonia e i ministri dell'imperatore). LaSassonia elettorale, secondo il preaccordo, avrebbe conservato i suoi diritti sullaLusazia e sul territorio delMagdeburgo. Gli eserciti diSassonia eBaviera, oltre a quello imperiale, si sarebbero uniti per venire impegnati contro le forze straniere nemiche dell'impero. La dignità elettorale delPalatinato passava aiWittelsbach diBaviera. L'editto di restituzione risultava, inoltre, sospeso per un periodo di quarant'anni. Tuttavia, l'autorità dell'imperatore impose delle modifiche rispetto alla versione dell'accordo. I principi e i conti protestanti (di Palatinato,Assia-Kassel,Nassau,Württemberg, Baden-Durlach) venivano esclusi dall'amnistia, mentre per i cavalieri e le città imperiali non si sarebbe fatto riferimento al nuovoannus decretorius.[1] La figura dell'imperatore apparve rafforzata dall'assegnazione del comando supremo dell'esercito unificato e dal divieto per i ceti imperiali di poter stringere alleanze.[1]

I negoziati per giungere alla firma del trattato preliminare furono promossi dallangravio Giorgio II di Assia-Darmstadt. Ilprincipe elettore di SassoniaGiovanni Giorgio I, il quale, pur di fede protestante, era rimasto fedele all'imperatore fino all'intervento svedese del1630, stipulò invece il preaccordo di pace nel 1634.

Contenuti del documento

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L'imperatore Ferdinando II d'Asburgo

Anni di guerre interminabili, l'impossibilità di imporre la restaurazione della fede cattolica e la necessità di porre fine all'intervento straniero in territorio germanico spinsero l'imperatore Ferdinando II a sedere al tavolo delle trattative e a fare alcune concessioni ai principi luterani. Nel dettaglio, i termini principali del trattato furono:

  • la revoca dell'editto di Restituzione del1629 e il ripristino dei termini dellapace di Augusta del1555, solo limitatamente ad alcuni territori protestanti;
  • la proibizione di future alleanze formali tra gli Stati membri dell'Impero;
  • l'unificazione di tutti gli eserciti degli Stati imperiali in un'unica armata al servizio dell'Imperatore ("esercito della maestà imperiale romana e del Sacro Romano impero");[1]
  • l'amnistia generale per tutti gli avversari dell'imperatore con l'eccezione del precedente Elettore del PalatinatoFederico V e di numerose altre personalità politiche di rilievo del culto protestante.

Oltre alle concessioni emanate nel trattato, l'imperatore dovette concedere particolari garanzie per alcuni stati. Fu così che Augusto di Sassonia ottenne ilmargraviato dellaBassa Lusazia e dell'Alta Lusazia e l'arcivescovato delMagdeburgo, mentre l'elettore del Brandeburgo Guglielmo duca di Vimaria ebbe confermato il suo possesso dellaPomerania, persino laBaviera, che pure era stata al fianco dell'imperatore durante la guerra civile, ottenne diverse concessioni. L'arciduca Leopoldo Guglielmo ottenne ilvescovado di Albertstadt. Essendo stati sottratti quattro baliaggi dal dominio del Magdeburgo e donati all'elettore di Sassonia, Cristiano del Magdeburgo venne ricompensato in altro modo ottenendo una pensione annua di 12.000 scudi. AGiovanni Giorgio elettore di Sassonia venne concessa la Lusazia, ma venne però, de facto, solo riconfermata perché gli era stata attribuita già nel1623 come risarcimento per le spese di guerra.[2]

Conseguenze

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Ritratto del cardinale Richelieu

Giovanni Giorgio di Sassonia e Ferdinando II, principali artefici dell'accordo, vennero tanto da parte cattolica, quanto da parte protestante, fortemente biasimati. I protestanti lamentavano il fatto che la loro condizione fosse stata limitata, anche in considerazione della mancata concessione delle libertà religiose agli stati austriaci, mentre i cattolici contestarono il fatto che i soggetti protestanti fossero stati trattati, a parer loro, in modo troppo indulgente e riguardoso. Ma, la condanna dei cattolici riguardava il significato della pace in sé, la quale avrebbe nuociuto agli interessi dellaChiesa di Roma perché concedeva il possesso dei beni ecclesiastici ai protestanti per un periodo di quarant'anni.[2] Giovanni Giorgio fu fortemente accusato di fare offesa alle libertà protestanti.[2]

La reazione degli svedesi al trattato fu anch'essa piena di sdegno, che fu rivolto agli stati protestanti che avevano, dal canto loro, abbandonato la Svezia e ignorato i suoi sforzi in Germania nella guerra condotta contro l'impero. Quando l'elettore di Sassonia propose di versare un indennizzo di due milioni e mezzo di fiorini agli svedesi, che ne avevano spesi molti di più per la guerra, il cancelliereAxel Oxenstierna, riportaFriedrich Schiller, rispose dicendo:

«Gli elettori di Baviera e di Sassonia chiedono importanti province, in ricompensa di quell'aiuto che essi porgono all'imperatore, e che a lui sono obbligati di dare come suoi vassalli: e vogliono rimandare noi in Svezia colla meschina somma di due milioni e mezzo di fiorini, noi svedesi che abbiamo perduto il nostro monarca per salvare la Germania?»

(Friedrich Schiller,Storia della Guerra dei Trent'anni, pag. 305)

La Pomerania, che gli svedesi speravano fosse loro attribuita nel trattato, venne invece offerta all'Elettore del Brandeburgo. Come conseguenza della cattiva situazione svedese lalega di Heilbronn (già reduce dalla disastrosa sconfitta diNördlingen) venne sciolta e i diversi stati dell'alta Germania, un tempo sotto la protezione svedese, riconobbero Ferdinando II come loro imperatore.

Alla Svezia, per la quale si avvicinava il termine della tregua fissato con la Polonia, non rimase che riconfermare la pace con quest'ultima (che fu prolungata di 26 anni con la cessione della Prussia polacca da parte della Svezia) e proseguire il conflitto contro l'impero.

Richelieu e laFrancia, i quali avevano sostenuto il regno svedese ai tempi della guerra condotta sul territorio tedesco (attraverso ilTrattato di Bärwalde, poi rinnovato con l'intervento francese del1635) da parte diGustavo II Adolfo, rinnovarono il proprio appoggio alla Svezia (la quale con la morte di Gustavo aLutzen non aveva più costituito un freno all'intervento diretto francese nel conflitto) e decisero l'ingresso nella guerra contro i cattolici e l'Impero, inaugurando la fase finale della guerra dei trent'anni denominata "francese".

Note

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  1. ^abcGeorg Schmidt,La Guerra dei Trent'anni, il Mulino, Bologna2008, pag. 63
  2. ^abcFriedrich Schiller, Storia della Guerra dei Trent'anni, Unione Tipografico-editrice, Torino 1867, pag. 303 ss.

Bibliografia

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  • Georg Schmidt,La Guerra dei Trent'anni, il Mulino, Bologna 2008.
  • Friedrich Schiller,Storia della Guerra dei Trent'anni, Unione Tipografico-editrice, Torino 1867.

Collegamenti esterni

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