| Ottavio Thaon di Revel | |
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| Ministro delle finanze del Regno di Sardegna | |
| Durata mandato | 16 marzo 1848 – 5 luglio 1848 |
| Capo del governo | Cesare Balbo |
| Predecessore | Nessuno |
| Successore | Vincenzo Ricci |
| Durata mandato | 15 agosto 1848 – 3 dicembre 1848 |
| Capo del governo | Cesare Alfieri di Sostegno Ettore Perrone di San Martino |
| Predecessore | Vincenzo Ricci |
| Successore | Vincenzo Ricci |
| Deputato del Regno di Sardegna | |
| Durata mandato | 26 giugno 1848 – 30 dicembre 1848 |
| Legislatura | I |
| Collegio | Utelle |
| Durata mandato | 16 settembre 1849 – 21 gennaio 1860 |
| Legislatura | III, IV, V, VI |
| Collegio | Torino VII Fossano(VI leg.) |
| Sito istituzionale | |
| Senatore del Regno d'Italia | |
| Durata mandato | 21 febbraio 1861 – 9 febbraio 1868 |
| Legislatura | dallaVIII (nomina 20 gennaio 1861) allaX |
| Tipo nomina | Categorie:3,4,5 |
| Incarichi parlamentari | |
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| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Prefisso onorifico | Marchese |
| Professione | Funzionario amministrativo |
Ottavio Thaon di Revel,conte di Pralungo (Torino,26 giugno1803 –Torino,9 febbraio1868), è stato unnobile epoliticoitaliano, ministro delRegno di Sardegna esenatore del Regno d'Italia.
Figlio diIgnazio Isidoro Thaon di Revel e di Sant'Andrea e di Sabina Spitalieri di Cessole, fratello maggiore del generale e ministroGenova Giovanni Thaon di Revel, riceve il titolo paterno diconte diPralungo, Signore di Castelnuovo.
Si distinse per gli alti incarichi politici ricoperti presso il parlamento del regno di Sardegna. Divenne sostituto del Procuratore generale dal 24 gennaio 1826,e dopo alcuni anni fu nominato Primo ufficiale nella Segreteria di Stato per gli affari di finanze dal 9 maggio1835. In seguito venne nominato Primosegretario di Stato per gli affari di finanze dal 24 agosto1844 e il 4 marzo 1848, cofirmatario delloStatuto Albertino (lacostituzione adottata in Italia fino all'entrata in vigore dellacostituzione della repubblica italiana, il 1º gennaio1948).
Nel 1848 fu Deputato delRegno di Sardegna dalla I alla VI legislatura e grazie alla sua esperienza e abilità, nominatoMinistro delle finanze per diversi governi; dal 16 marzo al 27 luglio1848 (Governo Balbo) e dal 19 agosto al 15 dicembre 1848 (Governo Alfieri, poiGoverno Perrone), riuscendo a chiudere il bilancio con un attivo di 90 milioni.[1] Fu riconfermato deputato nel 1849, nel 1853 e nel 1858 fino al 1860.[2] Di idee moderate e conservatrici, contrastava la politica riformistica diCavour, specialmente in materia ecclesiastica e osteggiava ardentemente il trasferimento dellacapitale d'Italia a Firenze.[senza fonte] Nonostante le controversie politiche, i due si frequentavano amichevolmente nella vita privata e la reciproca stima portò lo stesso Cavour a definire Ottavio "uno dei pochi finanzieri del Regno".[3] Rappresentò per lungo tempo, con il suo giornaleLa Patria, il conservatorismo di destra delle classi dirigenti piemontesi.[4] Fu soprattutto il fidato consigliere e intimo amico delre Carlo Alberto, come attestano le numerose lettere che il Re gli indirizzava dai campi di battaglia del 1848-49 al "mon très cher de Revel", firmandosi con semplicità "votre très affectionné C. Albert"[5], che lo nominò Gran Cordone dei Santi Maurizio e Lazzaro, il 20 gennaio 1861.[senza fonte]
Negli ultimi anni della sua vita venne eletto sindaco diSan Raffaele e Cimena (1852-1859) e consigliere provinciale di Torino (1860-1867).Dopo l'Unità d'Italia fu nominatoSenatore del Regno, il 20 gennaio1861[6] e nel 1866, Regio commissario aVenezia. È stato presidente dellaCassa di risparmio di Torino dal 1862 al 1868.
Sposato tre volte, la prima moglie morì di parto insieme alla bambina; dalla seconda ebbe cinque figli (Alessandro, Sabina, Ignazio (senatore), Adele, Teresa); dalla terza[7], che gli premorì, ebbe Adriano, gemello di Vittorio (senatore, regio console e ministro plenipotenziario) ePaolo (Grande Ammiraglio, senatore). Dei nove figli, ben cinque morirono in età infantile o giovanile.
È ricordato, oltre che da una via nel quartiere Crocetta, su una lapide sulla facciata delpalazzo che fu della famiglia a Torino, in via Lagrange 14.[8]È sepolto nelCimitero monumentale di Torino.
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