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Osteomielite
Osteomielite nellatibia di un bambino. I numerosiascessi presenti si notano come radiotrasparenti
L'osteomielite (il nome deriva dalgreco ὀστέονostèon, che significa "osso", μυελόςmyelòs significa "midollo" e il suffisso-ite che significa "infiammazione") è un'infezione einfiammazione dell'apparatoosteo-articolare che riguarda al contempo osso e relativa cavitàmidollare.[1] Può essere utilmente sottoclassificata sulla base dell'agente patogeno (batteri piogeni omicobatteri), sul percorso, sulla durata e sulla posizione anatomica dell'infezione.
È sostenuta da batteri, fra cui il più diffuso è lostafilococco aureo.[2] Gli agenti patogeni più comuni cambiano a seconda dell'età: nei bambini vi è soprattutto l'Escherichia coli, mentre negli adulti sono più frequenti altri generi digram negativi (Klebsiella spp.,Enterobacter spp. ePseudomonas spp.). Meno comunemente può essere causata anche da funghi,virus oparassiti.[3] L'osteomielite è l'infezione più grave che può verificarsi a danno della struttura scheletrica.
L'osteomielite può essere causata anche dalla crescita anomala delle ossa o dall'esposizione a gravebatteriemia. L'infezione ossea può derivare da diverse cause: diffusioneematogena di un focolaio infettivo distante, lesioni traumatiche profonde o gravifratture esposte,[4] interventi chirurgici ortopedici o diffusione dei batteri da una struttura infetta vicina.
In generale, i microrganismi possono infettare l'osso attraverso uno o più di tre metodi di base: attraverso ilflusso sanguigno, per contiguità spaziale da aree locali di infezione o tramite un trauma penetrante che comprende anche le causeiatrogene qualiprotesi articolari oosteosintesi difratture o riempimento dellaradice dentale.[1] Una volta che l'osso è infetto, ileucociti entrano nel sito di infezione nel tentativo difagocitare gli organismi infettivi rilasciandoenzimi che comportano lalisi dell'osso. Ilpus si diffonde nei vasi sanguigni dell'osso, alterando il suo flusso e si vengono a creare aree devitalizzate di osso infetto, note come "sequestri ossei", che costituiscono la base di una infezione cronica.[1] Spesso, l'organismo cercherà di creare nuovo osso intorno alla zona dinecrosi. Il nuovo osso risultante è spesso chiamato involucro osseo.[1] L'esame istologico di queste aree di osso necrotico sono la base per distinguere tra osteomielite acuta e osteomielite cronica. L'osteomielite è un processo infettivo che comprende tutte le componenti ossee, compreso il midollo osseo. Quando è cronica, può portare allasclerosi ossea e alla deformità.
L'osteomielite cronica può essere dovuta alla presenza di batteri intracellulari (all'interno delle cellule ossee).[5] Questi batteri sono inoltre in grado di sfuggire e invadere le altre cellule ossee.[6] I batteri possono essereresistenti ad alcuniantibiotici.[7] Questi elementi combinati possono spiegare la cronicità e la difficoltà nell'eradicazione di questa malattia, con conseguenti costi notevoli e disabilità, che possono condurre fino all'amputazione.
Da un punto di vista clinico presenta forme ad andamento acuto e cronico:
Osteomielite ematogena acuta
Osteomielite ematogena subacuta
Osteomielite ematogena cronica
La differenziazione fra forma acuta e forma subacuta è la durata dei sintomi e segni clinici: nella prima meno di 14 giorni, nella seconda più di 14 giorni.[12] Si definisce cronica quando perdura per più di 6 settimane o in cui si ha la formazione di sequestri ossei.[13] Nella forma cronica si ha una intensa reazione periostale.
Isintomi e segni clinici cambiano a seconda del luogo colpito; vi può essere unatumefazione o una limitazione dei movimenti. Nella forma acuta ritardata si osservafebbre e fortidolori.[14] Si possono mostrare infezioni croniche eartrite settica; nella forma subacuta le manifestazioni sono lievi o anche assenti (asintomatica).
Osteomielite daMycobacterium doricum con coinvolgimento dei tessuti molli.Tomografia computerizzata dell'estremità inferiore destra di un paziente di 21 anni, mostra la formazione di ascessi adiacenti ad una frattura del femore destro.
Per via dei pochi dati che il paziente può esporre nell'anamnesi, solitamente vienediagnosticata in ritardo. Anche leradiografie inizialmente non mostrano alcun cambiamento, in quanto le prime anomalie sono visibili circa 2 settimane dopo l'inizio dell'infezione. Per anticipare tale periodo di attesa si procede a esami ematochimici con valutazione dellaVES e dellaPCR.
Si arriva ad utilizzare sofisticate tecniche diimaging (come lascintigrafia ossea conTecnezio 99m) solo in particolari casi, quando la diagnosi non è chiara. Larisonanza magnetica e latomografia computerizzata con iniezione dimezzo di contrasto sono gli esami che forniscono risultati migliori, ma nei bambini vi può essere una difficoltà di utilizzo a causa della necessità di sedazione.[15] Esistono altri esami diagnostici, come l'ultrasonografia che riesce a dare un quadro sulla grandezza dei danni accessori (come nel caso di un ascesso subperiostale). Nelle forme subacute si preferisce labiopsia.
Occorre differenziarla dall'artrite settica e dallacellulite infettiva, in quanto anche queste patologie si caratterizzano per la limitazione dei movimenti; tuttavia, la presenza dieritema le differenzia dall'osteomielite. Inoltre anche fratture emasse tumorali possono avere manifestazioni simili. Laleucemia, soprattutto nelle forme acute, mostra un quadro clinico simile (dolore, zoppia, febbre eosteopenia rilevata da radiografie). In questo caso, occorre fare attenzione ad altre manifestazione come la presenza di ecchimosi o discrasie leucocitare. Per ilsarcoma di Ewing, la differenziazione avviene tramite biopsia.
Agli inizi delXX secolo circa il 20% dei pazienti con una osteomielite diffusa andavano incontro allamorte. Con le metodiche di nuova concezione, il rischio di morte è diventato trascurabile, rimanendo solo un 5% circa di possibili complicanze.[16]
Nella forma acuta occorre somministrare antibiotici in vena. Si somministranoflucloxacillina eclindamicina (in caso diallergia alle penicilline). Per le forme sostenute da gram positivi resistenti (Staphylococcus aureus) è possibile utilizzare lavancomicina o lateicoplanina. La durata del trattamento cambia a seconda della forma: 4-6 settimane per la forma acuta, arrivando ai 12 per quella cronica.[17]
Nella forma cronica si interviene con la pulizia chirurgica, e si procede con l'escissione dei tessuti infetti; le perdite di sostanza provocate vengono richiuse grazie all'utilizzo di lembi adiacenti o di lembi microvascolarizzati. Nella forma acuta precoce non si ricorre ad interventi chirurgici.
^ King MD, Randall W., David Johnson, MD, FACEP,Osteomyelitis, sueMedicine,WebMD, 13 luglio 2006.URL consultato l'11 novembre 2007.
^ Shivarathre D, George H, Kaimal N, James L.,Epidemiology of acute haematogenous osteomyelitis in children--a single unit's experience over three different time-periods., inActa Orthop Belg., vol. 75, febbraio 2009, pp. 81-6.
^ Malcius D, Trumpulyte G, Barauskas V, Kilda A.,Two decades of acute hematogenous osteomyelitis in children: are there any changes?, inCardiol Prat., vol. 21, maggio 2005, pp. 356-9.
^Rasool MN.Primary subacute haematogenous osteomyelitis in children. J Bone Joint Surg Br. 2001;83:93–98. doi: 10.1302/0301-620X.83B1.11180
^ Dionigi,Basi teoriche e Chirurgia generale - Chirurgia specialistica, 4ª ed., Padova, Elsevier Masson, 2006, p. 1304,ISBN978-88-299-1654-2.
«Per questo è stata proposta una definizione "funzionale" di ostemielite cronica, in cui vengono incluse tutte le infezioni osteomidollari che rispondano ad uno dei seguenti criteri:
persistenza dei segni clinici e/o radiografici di infezione per più di 6 settimane;
evidenza radiografica di distruzione ossea, con formazione di sequestri o sclerosi.»
^Apley AG,Solomon L. Apley's system of orthopaedics and fractures. Oxford: Butterworth-Heinemann; 1993. Infection; pp. 31–36.
^ Walter B Greene,Ortopedia di Netter p.151, Milano, Elsevier Masson srl, 2007,ISBN978-88-214-2949-1.
^G Singh, R R Shetty, M J Ravidass, and P G Anilkumar,Osteomyelitis associated with intravenous drug use. Emerg Med J. febbraio 2006 23: e16.
^ British national formulary p.236,Guida all’uso dei farmaci 4 edizione, Lavis, agenzia italiana del farmaco, 2007.