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Magenta (Italia)

Coordinate:45°27′36.9″N 8°52′35.8″E45°27′36.9″N,8°52′35.8″E (Magenta)
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(Reindirizzamento daOssario di Magenta)
Magenta
comune
Magenta – Stemma
Magenta – Bandiera
Magenta – Veduta
Magenta – Veduta
Panorama della città di Magenta con la basilica di San Martino
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Città metropolitana Milano
Amministrazione
SindacoLuca Del Gobbo (centro-destra) dal 26-6-2022
Territorio
Coordinate45°27′36.9″N 8°52′35.8″E45°27′36.9″N,8°52′35.8″E (Magenta)
Altitudine138 m s.l.m.
Superficie21,99km²
Abitanti24 746[1] (31-1-2025)
Densità1 125,33 ab./km²
FrazioniPonte Nuovo,Ponte Vecchio

Località:Preloreto, Peralza

Comuni confinantiBoffalora sopra Ticino,Cerano (NO),Corbetta,Marcallo con Casone,Robecco sul Naviglio,Santo Stefano Ticino
Altre informazioni
Cod. postale20013
Prefisso02
Fuso orarioUTC+1
CodiceISTAT015130
Cod. catastaleE801
TargaMI
Cl. sismicazona 4(sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 532GG[3]
Nome abitantimagentini
Patronosan Martino di Tours,san Rocco,san Biagio
Giorno festivo11 novembre, 16 agosto, 3 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Magenta
Magenta
Magenta – Mappa
Magenta – Mappa
Posizione del comune di Magenta all'interno della città metropolitana di Milano
Sito istituzionale
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Magenta (AFI:/maˈʤɛnta/[4];Magenta indialetto milanese) è uncomune italiano di 24 746 abitanti[1] dellacittà metropolitana di Milano inLombardia. È capoluogo del territorio chiamatoMagentino.

Nota per essere stata il primo tassello della storia dell'unificazione nazionale, ancora oggi Magenta è ricordata soprattutto per lafamosa battaglia qui combattuta il 4 giugno1859. Alla città di Magenta è inoltre legato il nome dell'omonimo colore primario.

Magenta ha antiche origini. Durante alcuni lavori agricoli nel 1884 venne scoperta casualmente un'antica necropoli celtica, da cui arrivano reperti quali tre frammenti di spade lateniane.[5]

Geografia fisica

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Territorio

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Il territorio di Magenta confina a nord con Marcallo, a sud con il comune diRobecco sul Naviglio, ad ovest con ilPiemonte attraverso la propria frazione diPonte Vecchio. Fa inoltre parte del territorio delParco del Ticino inLombardia, confinante ad ovest colPiemonte, dal quale è separato dalfiume Ticino. Le formazioni boschive, particolarmente rigogliose nella fascia fluviale del territorio comunale, presentano una vegetazione sub-mediterranea, costituita da alberi d'alto fusto, cedui e cespugliati. La pianta più diffusa è indubbiamente la robinia, affiancata dalla quercia, nelle varietà delcerro e dellafarnia, oltre ad ontani, olmi, carpini, aceri e salici; il cespugliato ospita salici, pruni selvatici, biancospini e soprattutto sambuchi.

Il comune di Magenta comprende due frazioni,Ponte Nuovo ePonte Vecchio, e parte della località diPreloreto.

Magenta dista circa 30 chilometri ad ovest dal capoluogo lombardo.

Geologia e idrografia

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Il ponte diPontevecchio, che consente ancora oggi l'attraversamento delNaviglio Grande dal territorio di Magenta

Il territorio del comune di Magenta è situato a 138 ms.l.m., mentre degrada di parecchi metri presso la vallata della frazione diPontevecchio, ove il comune giunge a lambire le rive delfiume Ticino. Morfologicamente, il territorio magentino è caratterizzato da un ambiente pianeggiante tipico della pianura padana, prevalentemente adatto a boschi o coltivazioni tipiche delle colture asciutte.

A livello geologico, Magenta si trova posta all'interno di una pianura terrazzata formatasi dalla morfogenesi post-glaciale, con linee di paesaggio regolare, costituita prevalentemente da campi coltivati tipici della coltura asciutta. Il territorio è denominato scientificamenteDiluvium recente ed è costituito da depositi alluvionali post-glaciali con le formazioni più diffuse costituite essenzialmente da alluvioni antiche che hanno sedimentato ghiaia o sabbia e che costituiscono il sistema di terrazzi sottostanti il livello medio della pianura. Gli strati alluvionali più recenti hanno invece sedimentato ghiaia, sabbia e limi; questi ultimi costituiscono nello specifico gli alvei abbandonati o attivi del corso del fiume Ticino. Essi si presentano dunque argillosi per un metro di spessore e di colore brunastro. Da un punto di vista agronomico, i terreni definiti argillosi e limosi sul territorio si presentano come poveri di scheletro, poco profondi, di difficile lavorazione ed a bassa fertilità naturale e pertanto solo la costante azione dell'uomo nei secoli attraverso bonifiche idrauliche e abbondanti concimazioni organiche hanno permesso di migliorare le capacità agronomiche di questi terreni. Generalmente i terreni del comune presentano caratteristiche omogenee nelle loro componenti.[6]

Il territorio comunale è lambito dalTicino ed è attraversato dalNaviglio Grande in localitàPontevecchio ePontenuovo. In tutto il comune di Magenta sono presenti 15 fontanili attivi.[6]

È parte del Parco Agricolo Sud Milano.

Sismologia

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Dal punto di vistasismico Magenta presenta unrischio molto basso ed è stata classificata nella zona 4[7] (sismicità molto bassa) dallaprotezione civile nazionale. Nella sua storia l'abitato ha percepito o ha risentito di tre terremoti di entità superiore a 5,5 ML:quello del1117 (6,5 ML),quello del1222 (6 ML) e quello del1887 (6,3 ML)[8].

Clima

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Il clima di Magenta è quellocontinentale, tipico delle pianure settentrionali italiane con inverni freddi e abbastanza rigidi con diverse giornate di gelo[9], col fenomeno dellanebbia; le estati, che risentono di elevatetemperature che possono superare i 30 °C, presentano una umidità che può raggiungere l'80% causando quel fenomeno di caldo umido comunemente chiamato "afa"[9]. L'umidità non è comunque presente solo d'estate, ma è molto elevata tutto l'anno[9]. I dati provenienti dalla vicinastazione meteorologica di Milano Malpensa, ad ogni modo, indicano, in base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, che la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a -4 °C; quella del mese più caldo, luglio, è appena sopra i +28 °C.

Il comune appartiene allazona climatica E, 2532 GR/G[10]. Magenta, come del resto gran parte dei comuni della Pianura Padana, soffre di scarsa ventilazione[11].

La piovosità si concentra principalmente in autunno e in primavera con un minimo relativo invernale e con una media annua superiore ai 1000 mm, con un minimo relativo invernale[12][13][14].

MeseGenFebMarAprMagGiuLugAgoSetOttNovDicAnno
Temperatura max. media (°C)58131721262828241811616.25
Temperatura min. media (°C)-3-225101315151272-26.16
Piogge (mm)59739510412782558572110835082.91
Umidità relativa (%)83807376757475757681848478
Eliofania assoluta (ore)2356789864225
Venti (dir.-nodi)SW 4SW 4SW 4SW 4S 4SW 4SW 4SW 4SW 4SW 4N 4SW 44

Origini del nome

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Il toponimoMagenta è attestato fin dalXIII secolo nella formaMazenta[15]. Il Salvioni lo associò amaggenga, con cambio disuffisso, in riferimento alla produzione difieno[16]. L'Olivieri la mise invece in relazione altoscanoMagento (nei dintorni diMontemurlo), da un nome di personaMaggente oMagentus (latinoMagius), oppure alpiemontesemazènt, damasentè, "fare il massaio di casa", derivato dal latinomānsum, "dimora" (cfr.magione efrancesemaison)[17] o anche "luogo di sosta" prima di attraversare il confine naturale delTicino. Secondo altre fonti il nome avrebbe radice celtica nella parolaMag che significava "plaga paludosa" e quindi questo potrebbe ricondurre il toponimo al periodo gallo-insubre.[18] L'ipotesi tradizionale che il nome derivi dall'imperatoreMassenzio è considerataparetimologica.[19]

Storia

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Dalle origini al Medioevo

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Arrigo VII, imperatore del Sacro Romano Impero, visitò Magenta nel 1310, elevandola a borgo e concedendole diritto di mercato settimanale

Le origini di un insediamento nel territorio di Magenta sono state confermate da ritrovamenti archeologici nell'area della Cascina Bergamasca, con il ritrovamento di fittili che risalgono alneolitico o all'inizio dell'età del bronzo (2500 a.C.).[6]

Da Magenta, inepoca romana, passava lavia delle Gallie,strada romanaconsolare fatta costruire daAugusto per collegare laPianura Padana con laGallia. L'origine dei primi insediamenti stabili in paese va probabilmente collocata attorno al V secolo a.C. quando alcune tribù di Galli Insubri stabilì un proprio villaggio nei pressi di un punto strategico non distante dalTicino, nell'attuale frazione diPontevecchio.[6] Quando i Romani conquistarono il territorio nel 222 a.C., l'accampamento fortificato si trovava ad essere l'ultimo centro abitato prima del valico del fiume, in prossimità dell'alloravadum Tercantinum (Trecate). L'origine romana del primo centro abitato stabile di Magenta sembrerebbe essere comprovata da oggetti rinvenuti durante i lavori di scavo e dissodamento eseguiti nel 1896 in località Cascina Bovisa (frazionePonte Vecchio) con anfore, urne cinerarie e monete coniate sottoTiberio, con la presenza quindi anche di una necropoli.[18] La tipologia di oggetti ritrovati e la presenza di metalli non lavorati lasciano presupporre che nell'area potesse avere sede anche una fucina per la produzione di armi in loco.[6]

Dopo la parentesi delle invasioni barbariche, Magenta si trovò sotto il dominio longobardo e nel569 subì come altri borghi nella zona il sacco di reAlboino, divenendo quindi dipendente dalla vicinaCorbetta che svolgeva allora da centro essenziale per i vicini villaggi. Della signoria degli arcivescovi milanesi affermatasi nel X secolo dovette probabilmente risentire anche Magenta, anche se non ci è giunta alcuna traccia muraria della presenza di un castello, e solo studi successivi hanno fatto ritenere che una qualche fortificazione potesse situarsi presso l'area dell'attuale piazza Liberazione.[20]

Nel1162 la città venne saccheggiata daFederico Barbarossa e rasa al suolo come rappresaglia contro i ribelli comuni lombardi. Uno scenario analogo si ripropose nel1356 quando le armate avverse aiVisconti, saccheggiarono il villaggio.[21]

Da segnalare nel1310 la presenza dell'imperatoreArrigo VII (personaggio citato anche daDante Alighieri nella suaDivina Commedia[22]) sul suolo magentino, bloccato con la moglie Margherita secondo la leggenda popolare da una tremenda nevicata mentre si recava aMilano; a seguito della grande ospitalità accordata all'imperatore dagli abitanti del luogo, egli innalzò il luogo alla dignità di borgo coi privilegi di godere di una guardia armata e di istituire un mercato che, dal1787, si svolge puntualmente ogni lunedì.[20][23]

Dai Visconti alla dominazione spagnola

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Stemma deiMelzi, conti feudatari di Magenta dal 1619

Entrata Magenta nell'orbita del ducato visconteo di Milano, nel1356la città venne invasa e saccheggiata dai nemici dei Visconti per la sua posizione strategica al confine.[senza fonte]

Nel1396 numerosi possedimenti terrieri della città furono donati daGian Galeazzo Visconti ai monaci dellaCertosa di Pavia i quali si preoccuparono subito di migliorarne il rendimento agricolo e lo sfruttamento.[24] AncheFilippo Maria Visconti beneficò il borgo dichiarandolo "comune privilegiato per l'esonero del pagamento della gabella del sale".[21]

All'estinzione della casata dei Visconti, il borgo passò col resto del ducato di Milano dapprima agli Sforza e poi aCarlo V d'Asburgo: Magenta, nel1619, divenne feudo del conte Luigi Melzi[25] (già nel1572 si ricorda un tentativo di concessione al giureconsulto milanese Guido Cusani, che però rifiutò infine la carica).[26] Il territorio comunale era all'epoca stimato in 32.333 pertiche milanesi con una popolazione di 1400 "anime da comunione" e 300 focolari (famiglie).[18]

Lo stesso argomento in dettaglio:Conti di Magenta.

Nel1574Enrico III di Francia, giunto in Italia col proprio seguito di cavalieri per la ratifica deltrattato di Cateau-Cambrésis, fu ospite a Magenta per quattro giorni delle famiglie Crivelli e Mazenta, allora molto in auge. Fu memorabile in quell'occasione una partita di caccia al cinghiale svoltasi sulle boscose rive del Ticino (presso l'attuale riserva naturalistica La Fagiana)[18]

Durante i secoli XVI e XVII, nel ducato diMilano imperversò la peste ed anche Magenta rimase colpita dall'epidemia, erigendo un propriolazzaretto nella periferica località della campagna diPreloreto di Magenta, al confine con il comune diCorbetta.[27]

Dal dominio asburgico alla Magenta napoleonica

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Nel1706 ilducato di Milano passò nelle mani degli Asburgo d'Austria, che lo tennero sino al1859.

Nel1743, con solennebolla pontificia,papa Benedetto XIV elevò la parrocchia di San Martino di Magenta a sedeprepositurale nonterritoriale ed al titolo dicollegiata con erezione di uncapitolo minore composto da seicanonici, svincolandola così per sempre dallagiurisdizione plebana della vicinaCorbetta da cui per secoli aveva dipeso.[28] Nel 1786 Magenta fu inclusa nellaprovincia di Pavia e poi nel 1797 deldipartimento del Ticino.

Alla prima era napoleonica (1809) risale invece l'inizio della costruzione di un ponte a dodici arcate in granito rosa diBaveno ancora oggi esistente sulTicino, eretto di comune accordo tra il governo asburgico in Lombardia e quello sabaudo in Piemonte.[29] Su questo stesso ponte si svolsero alcuni brevi combattimenti all'indomani del crollo dell'impero napoleonico nel1814.[18][senza fonte]

Nel 1816, con la Restaurazione austriaca, venne di fatto soppresso il capitolo della collegiata, lasciando come puramente onorifica laprepositura.[28] Per risollevare le sorti della chiesa magentina, così lungamente e duramente provata, il parroco di allora, don Ruscelli, ottenne dapapa Pio VII (su interessamento della contessa Lomeni) di poter traslare a Magenta il corpo diSanta Crescenzia, una martire romana di soli sette anni sepolta nelle catacombe. Il corpo della santa giunse in città nel1817 ed ancora oggi è conservato nella chiesa prepositurale.[18]

Dal Risorgimento al Novecento

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A dispetto di quanto si prospettasse, la città venne inclusa dal governo austriaco nellaprovincia di Pavia del Regno Lombardo-Veneto, anziché in quella della vicinaMilano con cui il borgo aveva rapporti economici e sociali da secoli.

La Battaglia di Magenta
La presa di Casa Giacobbe, uno dei momenti della Battaglia di Magenta
La presa di Casa Giacobbe, uno dei momenti della Battaglia di Magenta
Lo stesso argomento in dettaglio:Battaglia di Magenta.
La battaglia di Magenta si svolse nel territorio dell'odierno comune di Magenta e del comune adiacente diBoffalora.

Negli anni di questa battaglia fu scoperta una anilina di un colore rosso-violaceo. Il suo scopritore lo intitolò alla vittoria dei francesi, e lo chiamò appuntoMagenta. Questo colore è oggi conosciuto in tutto il mondo come un colore primario dellaquadricromia.

L'area delmagentino venne rivalutata dal1836 quando, con la costruzione di una dogana sulfiume Ticino, in prossimità del ponte napoleonico, nacque l'agglomerato urbano diPonte Nuovo che venne ad unirsi a Magenta. Fu questo uno dei periodi di rinascita del comune di Magenta che sostituì gradatamente ma progressivamente gran parte dell'agricoltura con le prime industrie tessili ed alimentari.

Nel1848, nel corso dellaprima guerra d'indipendenza, Magenta venne occupata dalle truppe diCarlo Alberto di Savoia che si dirigevano suMilano, iniziativa a cui diede grande e personale slancio il sacerdote dell'epoca, don Giuseppe Rossi, che tenne nella pubblica piazza magentina un discorso per poi incamminarsi con altri abitanti del borgo alla volta di Porta Vercellina sotto la bandiera diGabrio Casati.[21]

Magenta è soprattutto nota per lafamosa battaglia che qui ebbe luogo il 4 giugno 1859, durante laSeconda guerra d'indipendenza, combattuta tra i piemontesi e i loro alleati francesi contro l'esercito imperiale austriaco; fu vinta dai franco-piemontesi e aprì loro la strada alla conquista dellaLombardia e l'avvio del processo di unificazione nazionale.

Alla fine del XIX secolo Magenta comprendeva già un ospedale locale costruito con la munificenza dei benefattori Giovanni Giacobbe e Giuseppe Fornaroli, a cui la struttura venne intitolata.[30] Entrambi furono successivamente fondatori di ben due istituzioni per l'infanzia a favore della città ancora oggi operanti sul territorio.

Nel1935 il paese venne visitato daBenito Mussolini nelle sue qualità di primo ministro, il quale si portò a Magenta per l'inaugurazione dello stabilimento locale dellaSNIA Viscosa, il 4 ottobre 1934. Tale azienda rappresenterà per i decenni successivi un punto di riferimento della produttività industriale nel magentino.[31]

Durante laseconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca (1943-45), la famiglia ebraica dei Molho trova rifugio dai rastrellamenti nazisti grazie all'aiuto ricevuto da un gruppo di dipendenti della loro azienda che per loro allestiranno una "casa segreta" al secondo piano della fabbrica, provvedendo alle loro necessità dai primi di marzo 1944 al 28 aprile 1945. Per questo Angelo Cerioli, Dina Cerioli, Antonio Garbini, Caterina Vaiani e Battista Magna ricevono l'onorificenza di Giusti tra le Nazioni dall'Istituto Yad Vashem.[32]

Il1947 vide Magenta elevata al rango di città, con decreto del capo dello statoEnrico De Nicola datato al 28 settembre, venendo incontro ad una richiesta avanzata dall'amministrazione comunale sin dal1920.[33][34]

Nel1959 la città fu una delle sedi più prestigiose a livello nazionale per la celebrazione del I centenario dellaseconda guerra d'indipendenza italiana, con lo storico incontro in città tra il presidente della repubblica franceseCharles De Gaulle, il presidente della repubblica italianaGiovanni Gronchi e l'arcivescovo di MilanoGiovanni Battista Montini (poipapa Paolo VI). All'evento presenziarono tra gli altri il presidente del senatoCesare Merzagora, il presidente della cameraGiovanni Leone ed i ministri Pella, Andreotti e Togni.[18]

Simboli

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Stemma

La descrizione araldica dello stemma è la seguente:[35]

«Controfasciato d'oro e di nero di 12 pezzi; al capo d'oro, caricato di un'aquila di nero. Ornamenti esteriori da Città.»

Lo stemma venne concesso con regio decreto del 28 maggio1933.[36] Esso deriva in sostanza da quello dell'antica e potente famiglia lombarda dei "da Mazenta" che ha tratto nome proprio da questa località dove vantava numerosi possedimenti[37], e dal quale lo stemma comunale differisce per ilcapo dell'impero contraddistinto dall'aquila nera su sfondo oro che rimanda ad uno stretto legame, come altri comuni nell'area, all'Impero ed indirettamente ricorda la concessione dello status di borgo voluta daArrigo VII nel1310.[20]

Gonfalone

La descrizione araldica del gonfalone, concesso con D.P.R. del 7 aprile 1959[36][38], è la seguente:

Prima bandiera della città di Magenta, in uso fino agli anni '70[39]
«Drappo d'argento, bordato fasciato e controfasciato d'oro e di nero, senza ornamenti, caricato dello stemma con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.»
Bandiera

La descrizione araldica della bandiera è la seguente:

«Rettangolare, suddivisa verticalmente in due parti, una nera ed una d'oro, reca al centro lo stemma cittadino e sopra la scritta, in argento, CITTÀ DI MAGENTA.»

Sino agli anni '70 era in uso un'altra bandiera per il comune di Magenta, così descritta araldicamente:

«D'argento recante al centro lo stemma cittadino con la corona di città, bordata di fasciato e controfasciato d'oro e di nero.»

Onorificenze

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Piazza Liberazione
Altro scorcio di Piazza Liberazione

Durante laseconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e dellaRepubblica Sociale Italiana, la famiglia ebrea milanese dei Molho, proprietaria di una fabbrica di minuterie metalliche a Magenta, fu salvata dai propri dipendenti, membri delle famiglie Cerioli e Vaiani. Dapprima fu trovato un alloggio in una cascina isolata, quindi una stanza segreta fu ricavata nel vasto magazzino al primo piano della fabbrica, ove i Molho (genitori e due bambini) poterono rimanere nascosti fino allaLiberazione.[40] Per questo loro impegno di solidarietà, il 22 dicembre 1997, l'IstitutoYad Vashem diGerusalemme ha conferito l'alta onorificenza deiGiusti tra le Nazioni ad Angelo Cerioli, alla figlia Dina Cerioli, ai generi Antonio Garbini e Battista Magna e alla cognata Caterina Vaiani.[41] La stessa onorificenza è stata concessa anche al vescovo magentinoFrancesco Bertoglio.

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 25 maggio1947[36]
Medaglia commemorativa del 150º anniversario della Battaglia di Magenta - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa del 150º anniversario della Battaglia di Magenta
«Per essere stato il teatro principale dei primi scontri del risorgimento italiano che aprirono le porte al processo di unificazione nazionale»
— Magenta, 4 giugno 2009

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Basilica di San Martino

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Lo stesso argomento in dettaglio:Basilica di San Martino (Magenta).
La facciata della basilica di San Martino

La basilica, costruita su idea del prevosto donCesare Tragella e su progetto di Alfonso Parrocchetti, è la chiesa più ampia della diocesi dopo il duomo diMilano.

La prima pietra venne posata nel1893 e i lavori di costruzione della struttura furono terminati nel1901 e la monumentale opera venne consacrata il 24 ottobre1903 dal cardinale arcivescovoAndrea Carlo Ferrari. Nel1913 venne inaugurata dal Cardinale Ferrari la nuova torre campanaria, e venne dotata di otto campane; asportate dalla milizia fascista nel1943, un nuovo concerto campanario venne restituito alla comunità il 12 ottobre1947 in occasione dell'attribuzione del titolo di città a Magenta.[42]

I lavori di costruzione della facciata, progettata dall'architetto Mariani, iniziarono nel1932 e terminarono solo nel1959 per le difficoltà economiche derivate dalla mancanza di fondi e dagli eventi bellici. La facciata venne inaugurata il 4 giugno dello stesso anno dall'Arcivescovo di MilanoGiovanni Battista Montini; il 3 marzo1948 arrivò il riconoscimento ecclesiastico da parte delpapa Pio XII con l'elevazione della chiesa aBasilica minore.

L'ingresso centrale è dotato di un portale ad arco poggiante su quattro colonne in stile corinzio; nella lunetta che le sovrasta trova posto un bassorilievo raffigurante il battesimo di San Martino, mentre ai lati delle stesse sono collocate nelle rispettive nicchie le statue degli apostoli Pietro e Paolo.

Sopra il portale è scolpito il rosone raffigurante la glori del santo ed ai lati di questo sono presenti le statue dei vescovi milanesi S. Ambrogio e S. Carlo Borromeo. L'altare maggiore, progettato dall'architetto Parrocchetti, è un'importante opera realizzata con marmi policromi ed una mensa poggiante su quattro colonne di marmo bianco, tra le quali si trova un bassorilievo di metallo raffigurante l'ultima cena ed il ciborio, sormontato da una statua del Cristo risorto.

Tra i numerosi affreschi che arricchiscono la basilica, si ricordano quelli realizzati all'inizio del XX secolo dal professor Valtorta e dai suoi allievi. La cupola viene affrescata invece dal prof. Conconi diComo (nipote delcelebre pittore omonimo) negli anni sessanta con profeti maggiori e minori e con i quattro evangelisti. All'ingresso della basilica, una pregevole opera dell'artigiano Corneo supporta l'antico organo realizzato dalla famiglia magentina dei Prestinari, inaugurato nel1860 e trasferito nella nuova basilica nel1902.

La Basilica possiede un concerto di 8campane in La2 Maggiore, fuso nel1964 da Paolo Capanni diCastelnovo ne' Monti(RE).

Santuario della Beata Vergine Assunta e Monastero dei Celestini

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Lo stesso argomento in dettaglio:Santuario della Beata Vergine Assunta (Magenta).
La chiesa della Beata Vergine Assunta

La data di fondazione del Monastero di Santa Maria Assunta deiPadri Celestini di Magenta, non è riportata in alcun documento archivistico, tuttavia la fondazione risalirebbe però al XIV secolo e due sono le notizie che lo fanno supporre: nel1398 il Monastero è riportato tra ledomus dellaPieve di Corbetta comeEcclesia Sanctae Mariae Celestinorum de Mazenta.[43] La costruzione del campanile, caratterizzato da una meridiana, risalirebbe invece alla fine del XV secolo. La volta dell'unica navata, crollata in parte nel1937, è stata rifatta negli anni1938-1939; la facciata è del1938. La chiesa è famosa soprattutto per due tavole di Ambrogio da Fossano, detto ilBergognone, datate1501 e conservate nella terza cappella a sinistra, entrando.[44]

La chiesa possiede un concerto di 5 campane in Fa3 Maggiore, fuso nel1951 da Carlo Ottolina diSeregno(MB).

Chiesa dei santi Rocco e Sebastiano

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Lo stesso argomento in dettaglio:Chiesa di San Rocco (Magenta).

Definita popolarmente "Chiesa di San Rocco", la sua origine risale alla seconda metà del XV secolo. La facciata, piuttosto semplice, è articolata verticalmente su tre piani e completata ai lati del timpano da due obelischi barocchi. La navata interna è coperta da una volta a botte, suddivisa in tre campate. Il secondo giorno del mese di settembre viene festeggiato il rione di S.Rocco, quartiere adiacente all'omonima Chiesa, mentre il 16 agosto si tiene la locale fiera dedicata al culto del Santo.

La chiesa possiede un concerto di 5 campane in Lab3 Maggiore, le cui tre maggiori sono state fuse nel1953 da Roberto Mazzola diValduggia(VC); mentre le due minori sono state aggiunte, sempre dal Mazzola, nel 1987.

Dal2017 è divenuta sede anche della parrocchia ortodossa di San Nicola per la comunità ortodossa magentina.

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e San Girolamo Emiliani

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Meglio conosciuta con il nome di "Chiesa di San Girolamo Emiliani", la struttura del tempio cristiano risale ad epoche moderne: la prima pietra dello stabile, venne posta il 29 giugno1963 dal vicario episcopale mons. Giuseppe Schiavini e la struttura risultava già terminata nel1965 quando il cardinale milaneseGiovanni Colombo, il 10 settembre, la dedicò ai Santi Giovanni Battista eGirolamo Emiliani (patrono della congregazione deiPadri Somaschi), affidandone nel contempo la gestione proprio ai padri somaschi che già nella vicinaCorbetta godevano di un radicato centro d'influenza. La chiesa venne ufficialmente consacrata solo il 28 settembre1980 per mano del cardinaleCarlo Maria Martini. La struttura interna, realizzata in grandi campate in cemento armato, si presenta ampia e spaziosa, caratterizzata da una grande navata centrale e da due piccole navate laterali, decorate con finestre dipinte con scene religiose.

La chiesa accoglie anche dodici grandi quadroni che rappresentano la vita diSan Girolamo Emiliani. Sempre nell'arte pittorica, di dimensioni imponenti (quasi 8 metri di altezza) è il dipinto della Cena di Emmaus (Luca 24) che campeggia sopra l'altare maggiore. Sotto la Chiesa si trova l'Oratorio, che dal 2004 è inserito con gli altri oratori della Città nella Unità di Pastorale Giovanile di Magenta.[45]

Chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia

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La chiesa della Sacra Famiglia, rappresenta un altro dei nuovi edifici di culto presenti in Magenta. La posa della prima pietra della cappella, avvenne il 10 maggio1987 e lo stabile venne inaugurato al culto già il 29 ottobre1988. La funzione del nuovo edificio era quella di sopperire alle esigenze spirituali del nuovo quartiere che proprio in quegli anni andava sorgendo nell'area. Attiguo alla chiesa è stato anche eretto un oratorio per i giovani del quartiere, dedicato al cardinale milaneseAlfredo Ildefonso Schuster.

L'interno della chiesa presenta una struttura ad un'unica navata con soffitto a vela che culmina in un timpano sul quale si trova una finestra a croce che prende luce da un'apertura sovrastante. L'altare, in marmo, è posto in un presbiterio semicircolare sostenuto da colonne e corredato da una grande vetrata retrostante, gittante sul parco retrostante, caratterizzato dalla forte presenza di abeti.

Lungo le pareti della chiesa si trovano anche numerose vetrate policrome a soggetti sacri realizzate da artisti locali che danno ampia luce all'interno della struttura. Di fianco al portone d'ingresso si trova anche una piccola cappella dedicata appunto alla Sacra Famiglia dove trovano posto una statua di Gesù, una della Madonna e una di San Giuseppe.

Chiesa parrocchiale di San Giuseppe lavoratore (Ponte Nuovo)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Nuovo (Magenta).

Chiesa parrocchiale dei Santi Carlo e Luigi (Ponte Vecchio)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Vecchio (Magenta).

Oratorio della Beata Vergine Maria e memoriale della Battaglia di Magenta (Ponte Vecchio)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Vecchio (Magenta).

Oratorio di Santa Maria Assunta (loc. Peralza)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Vecchio (Magenta).

Oratorio di San Biagio

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L'interno dell'oratorio di San Biagio

La chiesa viene citata già nel1560 quando sanCarlo Borromeo, in occasione di una sua visita pastorale nella parrocchia di Magenta (allora parte dellaPieve di Corbetta), denunciò lo stato di abbandono in cui vessava un antico oratorio dedicato a san Biagio, ormai ridotta ad un altare ligneo improvvisato ed alla totale mancanza di pavimento sostituito con terra battuta. Nel1601, dopo la visita del vicario generale dell'arcidiocesi di Milano che aveva constatato come la chiesa fosse ancora in pessime condizioni, venne dato l'ultimatum per demolirla oppure restaurarla e restituirla al culto dei magentini.

La situazione dell'oratorio "campestre" peggiorò negli anni seguenti ma la struttura rimase in piedi sino al1636 quando l'oratorio viene nuovamente riedificato a spese dell'Abate Faustino Mazenta, che aveva incaricato del restauro il "Mastro di Muro" Giuseppe Chiovetta (l'evento è ancora oggi ricordato da una lapide interna). L'opera di restauro e la costruzione di una sagrestia, sono ampiamente elogiati in una visita pastorale del1644. In questa occasione vengono menzionate due tavole di Melchiorre Gherardini ancora oggi presenti nell'oratorio.

La chiesa di San Biagio non subisce alcun mutamento architettonico sino al1879, anno in cui il marchese Giuseppe Mazenta, morendo, lascia in eredità sia la chiesa che l'edificio del cappellano con annesso giardino all'Ordine delle Figlie della Carità Canossiana, affinché vi possano edificare un convento. Si deve all'iniziativa di questo ordine l'attuale conservazione dell'edificio, come pure la conservazione dell'antica tradizione di esporre al bacio dei fedeli le reliquie del santo.[46]

Cappella "Regina dei Martiri" dell'Istituto delle Madri Canossiane

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La "Deposizione" diAngelo Inganni presente sull'altare maggiore della cappella dell'Istituto delle Madri Canossiane di Magenta.

La cappella dell'Istituto delle Madri Canossiane, dedicata a Maria col titolo di Regina dei Martiri, venne realizzata nell'ultimo quarto del XIX secolo, e cioè quando venne eretto l'istituto delle Madri Canossiane con un lascito da parte del marchese Mazenta, per dare maggior spazio alle monache ed alle alunne dell'istituto per la celebrazione della messa quotidiana. La cappella venne inaugurata il 28 ottobre 1884 e concepita, almeno in origine, come un luogo dal quale le madri canossiano potessero assistere alla messa celebrata nell'attigua chiesa di San Biagio attraverso una grata. Solo successivamente i due ambienti vennero definitivamente separati.

L'oratorio, ricavato all'interno dello stesso istituto, dietro la cappella di San Biagio, ha forme semplici con decorazioni dai colori sfumati. L'altare maggiore è occupato da una pala d'altare che presenta unaDeposizione diAngelo Inganni eseguita nel 1849.[46]

Oratorio di San Francesco

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Ubicato attualmente all'interno di un cortile dell'odierna via Roma, l'oratorio dedicato a san Francesco venne fatto edificare a partire dal 1662 su iniziativa del parroco don Francesco Pusterla e su progetto dell'architettoPietro Giorgio Rossone. Da una visita pastorale del 1706, l'edificio risultava di forma quadrata, con un pavimento in laterizi e un soffitto voltato. Accanto all'oratorio si trovava un piccolo campanile a una sola campana e la casa del fondatore. Alla morte del fondatore della cappella, come precisato da lui stesso nel suo lascito testamentario, l'eredità e l'onere di gestire la conduzione della chiesa sarebbe spettata ai suoi nipoti della famiglia Monti ed all'estinzione della loro linea si sarebbe dovuto provvedere alla nomina di un cappellano. La situazione rimase tale sino all'estinzione, nel 1857, dell'ultimo degli eredi della famiglia Monti, a seguito della quale si accese una lite per il possesso della cappellania e dei benefici ad essa collegati che venne infine assegnata alla famiglia Bertoglio sino al 1870 quando passò alla famiglia Crivelli. Attualmente, l'oratorio rimane di proprietà privata.[47]

Architettonicamente, la struttura è rimasta immutata dal XVII secolo: l'altare, addossato al muro del presbiterio, presenta ai lati due finestrelle con archi a sesto acuto che si affacciano sul giardino che un tempo era di proprietà dellafamiglia Pusterla. Sopra la mensa, si trova un quadro seicentesco raffigurante una "Madonna con bambino e san Francesco d'Assisi". Il presbiterio è separato dalla navata da una balaustra in marmo rosso con intarsi di marmo nero. Nella cappella si trova anche un ritratto del fondatore, ascrivibile al XVII secolo.

Architetture civili

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Palazzo Crivelli Pecchio Martinoni (Municipio)

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Palazzo Crivelli Pecchio Martinoni, attuale municipio di Magenta

Il Palazzo Crivelli Pecchio Martinoni è oggi uno degli esempi di palazzo cittadino conservati nel pieno centro della città. Attualmente occupato dagli uffici comunali, esso conserva la tipica struttura a "U" che rappresenta la parte più antica del complesso degli uffici, che è ubicata tra piazza Formenti, via IV giugno e via Volta, risalente alla prima metà del XVII secolo.

Nel1701 si sa che la casa fu portata in dote dall'ultima discendente della famiglia magentina dei Crivelli, al marito il conte Pecchio. La casa passò successivamente (1783) alla famiglia Martignoni che la vendette all'amministrazione comunale di Magenta nel1898, dopo aver saputo che quest'ultima era alla ricerca di un luogo adeguato ove trasferire il municipio cittadino.[48]

La facciata sul giardino interno

Gli stabili vennero in quell'epoca suddivisi con due destinazioni diverse: l'antica filanda annessa alla casa divenne sede di una Scuola Elementare (rimasta attiva sino al1983 ed oggi sostituita dal Liceo classico, linguistico, scienze umane e musicale "S. Quasimodo"), mentre il palazzo vero e proprio venne riservato a sede del Comune di Magenta.

L'area antistante il palazzo comunale, è stata trasformata nel2009 in un grande "salotto all'aperto" con l'apposizione di una nuova pavimentazione piastrellata con molte piante e panchine, il che ha consentito di rivalutare l'area come luogo d'incontro della popolazione magentina.

Villa Crivelli Boisio Beretta

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Edificata nel XV secolo nel suo nucleo originario, è uno dei più significativi esempi di casa nobiliare di Magenta. Sebbene modificata parzialmente nel corso del Settecento, la costruzione conserva alcuni tratti tipici dell'architettura rinascimentale come le monofore in cotto, il rivestimento murario losangato e una bellissima cappa di camino sporgente (una delle poche rimaste originali; un altro raro esempio lo si può ammirare nella vicina città diCorbetta nellaVilla Pisani Dossi). La casa è stata completamente ristrutturata nel1976. Sorge in Via Mazzini.[48]

Palazzo Morandi

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Edificato nella seconda metà del XVIII secolo, palazzo Morandi è costituito dal tipico schema a corte con una facciata barocca movimentata dalla presenza di finestre e balconi in stile che danno sull'antistante Via Garibaldi. Curiosa è l'area del portone che viene sovente ricordata per la presenza di ricche stuccature tipiche delbarocchetto, decorate con colori brillanti che sono stati ritrovati sotto le successive ridipitture in occasione dei recenti restauri che hanno interessato la struttura.[48]

Casa Passoni

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Casa Passoni, ex monastero dei Padri Celestini

L'attuale edificio di Casa Passoni, edificato a partire dal XIV secolo, è una mutata testimonianza di quella che doveva la residenza della locale comunità deiPadri Celestini a Magenta, proprio di fianco alla chiesa dell'Assunta da loro fatta erigere nel medesimo periodo.[43]

La palazzina, che oggi ha perduto completamente l'aspetto trecentesco, è stata fortemente alterata a partire dal Settecento quando è divenuta abitazione privata. Essa è contraddistinta da una planimetria pressoché lineare, di due piani fuori terra, con un corpo sopralzate al centro. È a corpo doppio con muratura portante in mattoni pieni intonacata. Al piano terra l'ampio portone dà accesso ad un portico sul giardino a tre fornici con coperture in cotto.[48]

Villa Melzi

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Il nucleo principale della villa risale al XVI secolo e la struttura venne edificata per volere della famigliaMelzi d'Eril, conti di Magenta che divennero feudatari di questo borgo. La villa venne mantenuta come sede principale della famiglia essenzialmente sino alla fine del XVIII secolo quandoFrancesco III Melzi d'Eril, IX conte di Magenta, divenuto dapprima presidente dellaRepubblica Cisalpina e poi fervido sostenitore diNapoleone inItalia non ottenne anche il ducato diLodi, il che pose il suo interesse verso altri centri della politica lombarda. La struttura sorge in Via Roma.[48]

Villa Naj-Oleari

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Villa Naj-Oleari, oggi sede delle associazioni culturali di Magenta

Villa Naj-Oleari venne costruita tra il 1897 ed il 1902 come abitazione per la famigliaNaj-Oleari, proprietaria dell'omonimo stabilimento tessile che aveva sede a Magenta, nei pressi della villa stessa.[49]Il complesso residenziale, secondo lo schema primo novecentesco, consisteva in una struttura a villino di forme classiche neorinascimentali, in pietra, con torretta belvedere, affrescato al suo interno ed immerso in un grande parco, dedicato nel 150° della battaglia di Magenta, all'unità d'Italia. Davanti all'ingresso della villa, è stata posta in quell'occasione una fontana a raso pavimento e una recinzione in vetro moderna.Donata al comune di Magenta, la villa è stata sede della biblioteca comunale ed oggi è utilizzata come sede della Proloco e delle associazioni culturali cittadine.La villa, annualmente, il giorno prima della ricostruzione storica che commemora laBattaglia di Magenta, ospita l'allestimento degli accampamenti dei figuranti in uniforme.

Casa Giacobbe

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Lo stesso argomento in dettaglio:Casa Giacobbe.
La storica facciata di Casa Giacobbe crivellata dei colpi dellaBattaglia di Magenta.[50]

Le prime notizie della villa risalgono al1664 quando l'edificio, già di proprietà della famiglia Borri diCorbetta, fu ipotecato a favore di Clara Pedra Borgazzi a garanzia dei numerosi debiti che Francesco Borri aveva contratto nei confronti della nobildonna milanese. Nel1690 Maddalena Borri, erede di Francesco, cedeva definitivamente la proprietà a Carlo Domenico Borgazzi, figlio ed erede di Clara Petra, assieme ad altri beni al fine di estinguere il debito accumulato dal padre.

L'edificio, disposto su due piani, si articolava su più corpi di fabbrica.

Nel1723, in occasione del catasto voluto daCarlo VI, fu stesa la prima carta catastale di Magenta dove già risultava chiaramente la costruzione.

Personaggio di spicco che abitò la villa fu donna Maria Porro Lambertenghi, moglie di Giovanni Giacobbe (padre), figlia del marchese Giberto Porro Lambertenghi che ebbe come precettoreSilvio Pellico.

Quartier generale austriaco durante la battaglia del1859 venne assaltata dai franco - piemontesi nel tentativo di scuotere il comando avversario. Mentre tutta la villa è stata recentemente ristrutturata, la facciata sul giardino, conserva infatti ancora oggi i fori dei proiettili e delle cannonate dello scontro. La villa è stata decorata dal pittoreGiacomo Campi e contiene pregevoli lavori.

Nel1935 la villa fu acquistata da comune e nello stesso anno vennero abbattuti i corpi di fabbrica adiacenti alla via 4 giugno e l'ala anticamente occupata dal torchio. Di quest'ultima fu risparmiata solo la bassa parete con l'ampia arcata attraverso la quale si accedeva ad una palestra coperta per i balilla, costruita dal1936.[51]

La villa è attualmente sede delle associazioni storiche magentine, apprezzato centro e motore delle iniziative culturali della città.

Casa Boffi Pirogalli

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Sita in via Garibaldi al n.91, la struttura ha origini piuttosto antiche. Di certo, si sa che tra il XVI ed il XVII secolo essa era compresa entro le proprietà della famiglia Medici, i quali successivamente la vendettero ad altri proprietari, sin quando non vi si instaurò nel 1908 ilForno Cooperativo Ambrosiano, centro direzionale dei lavori agricoli dell'area.[48]

Casa Spreafico Martinoni

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La cosiddetta Casa Spreafico Martinoni consiste in un complesso di tre edifici cinquecenteschi situati in via Garibaldi che, in tempi diversi, vennero acquistati dalle famiglie Spreafico e Martinoni. La struttura originaria è stata ad oggi parzialmente variata dalle aggiunte ottocentesche.[48]

Casa Croce Piazza Lombardi

Sita anch'essa in via Garibaldi, la Casa Croce Piazza Lombardi venne edificata nel XVII secolo e successivamente ampliata col passare dei secoli. Variazioni significative provengono alla struttura dal XIX secolo quando la famiglia Frigerio, proprietaria degli stabili, adibisce alcuni locali rustici interni alla produzione della seta attraverso l'allevamento dei bachi da seta, avviando una produzione familiare.[48]

Casa Beretta

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L'edificio, ubicato in via Roma, n. 18, ha una pianta rimasta pressoché identica all'originale, risalente con tutta probabilità al Seicento. L'edificio è stato per generazioni la residenza della famiglia diSanta Gianna Beretta Molla.[48]

Casa Miramonti

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Di Casa Miramonti, si sa che nel XVII lo stabile era compreso nelle proprietà della famiglia Crivelli (e spettava come diritto al beneficiario dell'Abbazia di Santa Maria della Pace di Milano). La famiglia Miramonti acquistò lo stabile nel XVIII secolo nel 1700 trasformandone i locali rustici in locali d'abitazione. La casa si trova in piazza Parmigiani, tra via Pretorio (la cosiddettapiasa di püj) e via Manzoni.[48]

Casa Albasino

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La costruzione risale al XVII secolo e la denominazione di Casa Albasino gli pervenne nel1713 quando i proprietari dello stabile, la famiglia De Zecchi, lasciò in eredità la proprietà alla famiglia Albasino, che successivamente frazionò la proprietà per esigenze d'eredità. Una parte dell'abitazione signorile è stata recentemente ristrutturata.

Casa De Ambrosis

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Il complesso di Casa De Ambrosis, consiste in un blocco di due edifici situati lungo la via Garibaldi ed acquistati nel1704 dal nobile Francesco Antonio De Ambrosis che si preoccupò non solo di ampliare le strutture, ma anche di adornarle con elementi strutturali e decorativi. Malgrado questo, l'aspetto attuale ha risentito degli influssi di ristrutturazione ottocenteschi.[48]

Casa Crivelli Redenaschi Brocca

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Lo stesso argomento in dettaglio:Casa Crivelli Redenaschi Brocca.
Casa Crivelli Redenaschi Brocca con l'antistante piazzale

Edificata con tutta probabilità nel Settecento, divenne la sede principale delle abitazioni dei Crivelli prima e dei Redenaschi poi.Nel XIX secolo subì i mutamenti più radicali che fecero divenire lo stabile una vera e propria villa residenziale. In questa fase la palazzina fu in tutto e per tutto dei gioiellieri e commercianti Brocca di Milano, che risiedettero in questo luogo in maniera sporadica nei primi del 1800, destinando lo spazio soprattutto a residenza estiva ed a ricovero per artisti come il catalano Pelegrin Clavé y Roque, o Eugenio Landesio eGiuseppe Molteni, pittore quest'ultimo che venne proprio "lanciato" dai Brocca stessi nel mondo dell'arte.

La villa fu sede di molti eventi pubblici da quando un Brocca divenne sindaco di Magenta, come ad esempio il banchetto/rinfresco del1895 in occasione dell'inaugurazione del monumento aMac Mahon, o ancora la festa per il passaggio nel1910 della pioniera dell'autoHarriet White Fisher (impegnata in un giro del mondo in automobile). Nel 1950 lo stabile fu venduto, lottizzato ed in parte acquistato dal Comune di Magenta. Attualmente la casa è sede dell'AVIS cittadina e di altre associazioni di volontariato del territorio, oltre che di un asilo nido.[48]

Casa Monti

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Col nome di Casa Monti, si identificano oggi una serie di edifici collocati lungo via 4 giugno, all'angolo con Piazza Liberazione e via Roma. Questi stabili vennero edificate nella prima metà del XVIII secolo e vennero istituite come beneficio della chiesa milanese di San Francesco, divenendo in seguito proprietà della famiglia Monti. All'interno del complesso si trova ancora oggi la base di una cappella che un tempo ivi sorgeva, dedicata a San Francesco.[48]

Casa del Monastero dei Santi Cosma e Damiano

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Come indica il nome stesso, questa abitazione sita in via 4 giugno, era un tempo di proprietà del Monastero dei Santi Cosma e Damiano alla Scala, che sorgeva aMilano, nei pressi dell'area dell'attuale teatro omonimo. A partire dal1750 la parte inferiore dell'abitazione divenne abitazione privata, mentre la loggia venne murata per ricavarne altri locali d'abitazione.[48]

Villa Stoppa-Colombo

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Villa Stoppa-Colombo (detta semplicementeVilla Colombo) è un villino costruito nella prima metà del XX secolo, presso la stazione ferroviaria.La struttura si presenta come un corpo centrale sviluppato su tre piani e munito di torretta belvedere corredata da trifore.Il complesso è inserito all'interno di una vasta cornice di verde pubblico che oggi è stato adibito a parco per la cittadinanza.

La villa venne eretta per volere della famiglia Stoppa, commerciante locale, e poi donata al comune di Magenta nel1997 dalla signora Stoppa al fine di erigervi un asilo comunale per il quartiere (progetto in seguito decaduto).Oggi il villino, gestito dall'Associazione Grisù, è sede di numerose associazioni come l'Associazione Nazionale Carabinieri, l'Associazione Culturale "Ragazzi di Magenta" e del Gruppo Scout Magenta 1°, oltre ad essere sovente sede di mostre e convegni.

Villa Castiglioni (Ponte Vecchio)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Vecchio (Magenta).

Villa La Peralza (Ponte Vecchio)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Vecchio (Magenta).

Altro

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Ossario e monumento allaBattaglia di Magenta
L'ossario della Battaglia di Magenta

Non lontano dalla linea ferroviaria Milano-Torino, si trova un sacrario dedicato ai caduti dellabattaglia di Magenta, scontro armato avvenuto il 4 giugno 1859 durante laseconda guerra d'indipendenza italiana.

La struttura, costruita in un grande parco, è costituita da un massiccio obelisco alto 35 metri e largo 8 alla base. È composta da quattro facciate uguali guardanti i quattro punti cardinali. L'architetto fu il milanese Giovanni Brocca. I lavori, cominciati nel1861, vennero terminati nel1872 quando tutte le ossa dei combattenti sparse lungo l'alzata della ferrovia, vennero raccolte e collocate nel sotterraneo del monumento. Una gradinata in pietra beola conduce alle porte d'ingresso: la base è di pietra greggia di Moltrasio, detta nobile, mentre il corpo dell'obelisco è rivestito di pietra d'Angera, una varietà giallognola. Gli stipiti delle porte e le finestre e dei bassorilievi sono in pietra diViggiù. Su ogni facciata il primo bassorilievo presenta emblemi militari, il secondo cinque corone d'alloro con le iscrizioni:

Una finestrella circolare sta in cima all'edificio che è coperto di pietra beola. Si accede all'interno per quattro porte sormontate da una figura di donna che distribuisce corone d'alloro. L'interno ha forma di croce latina: le pareti sono ricoperte di lapidi di bronzo con i nomi dei caduti francesi. Una speciale è riservata al generale Espinasse, morto poco dopo la battaglia, un'altra è riservata al generale Clér, morto nel combattimento a Pontevecchio. Le lapidi vennero fuse aMilano, mentre la volta rappresenta un cielo stellato. Nel mezzo del pavimento si apre un foro circolare: da esso si scende nella cripta sotterranea le cui pareti sono tappezzate da ossa umane. Il numero di teschi passa i cinquemila. Due scheletri occupano una parte del suolo: quello di un ungherese e quello di uno zuavo francese. Una scala praticata nello spessore del pilastro, conduce alla sommità dell'edificio da dove si può osservare il panorama della città.

Il complesso venne inaugurato nel1904 daVittorio Emanuele III, alla presenza delle più alte autorità di governo e del sindaco di Magenta dell'epoca, il comm. Brocca. Nel2009, in occasione dei 150 anni della battaglia, è stato completamente ristrutturato con il parco circostante.[52]

Museo della battaglia di Magenta
Lo stesso argomento in dettaglio:Museo della battaglia di Magenta.

IlMuseo della battaglia di Magenta è unospazio espositivo dedicato alla battaglia di Magenta. È ospitato all'interno di Casa Giacobbe ed è visitabile su prenotazione. Venne inaugurato il 23 aprile 2012. Il nucleo originario delle collezioni è formato dagli oggetti che la famiglia Giacobbe trovò all'interno della propria casa dopo il termine dello scontro: questa dimora fu infatti l'ultimo baluardo austriaco e fu testimone, per tale motivo, dell'assalto più cruento della battaglia di Magenta. La restante parte delle collezioni è costituita da oggetti raccolti sul campo di battaglia dagli abitanti di Magenta poco dopo la fine dello scontro.

Il monumento a Mac Mahon
Monumento al GeneraleMac Mahon dopo i restauri del 2009. La statua è stata riportata nella sua posizione originale nel parco.

All'indomani della morte del generaleMac Mahon, il parroco di Magenta, donCesare Tragella e il sindaco Brocca, dopo aver presenziato alle esequie in Notre Dame aParigi, prospettarono l'idea di dedicargli un monumento.

L'opera venne affidata allo scultore cremoneseLuigi Secchi che la portò a compimento nel1895, realizzando una statua in bronzo dell'altezza di tre metri. L'architettoLuca Beltrami, già autore del restauro del Castello Sforzesco diMilano, ha disegnato il piedistallo in pietra diRezzato (alto tre metri e mezzo), che porta incisi sui tre lati luoghi e date di nascita e di morte del generale e degli altri alti ufficiali.

Alla cerimonia d'inaugurazione presenziarono rappresentanze italiane e francesi tra cui i rispettivi capi di Stato,Vittorio Emanuele III di Savoia edÉmile Loubet, occasione nella quale viene per l'appunto coniata una medaglia commemorativa dell'evento, ricavata dalle monete da 1 centesimo italiane, sovrastampate sul retro con l'effigie del presidente francese; sul davanti già figurava l'immagine di Vittorio Emanuele III.

In occasione della commemorazione del 150º anniversario della battaglia, l'amministrazione comunale ha predisposto che il monumento a Mac Mahon tornasse nella sua posizione originaria, al centro del monumentale viale che conduce ancora oggi all'ossario dei caduti e l'occasione ha consentito anche di riportare la scultura al suo antico splendore attraverso un accurato restauro che interessato anche l'ossario e il parco circostante.

Teatro Lirico
Francesco Tamagno il celebre tenore, primo "Otello" diVerdi, inaugurò il Teatro Lirico di Magenta nel 1904

L'idea del Teatro Sociale Lirico Drammatico si concretizzò quando alcuni appartenenti alla "Società 4 giugno1859" acquistarono un terreno del Cav. Luigi Cassola sull'allora Corso Vittoria in Magenta. La maggior iniziativa vide in campo Gianfranco Giacobbe, ma il giorno precedente la prima adunanza degli azionisti, moriva in un incidente aMilano il 30 marzo1902.

Fu l'avv. Giovanni Giacobbe, suo padre, che per ricordare il figlio e dar corpo ai desideri dei magentini riaccese l'iniziativa con cospicue donazioni. Il progetto fu affidato all'architetto Menni. La prima pietra venne posata il 7 marzo1903 ed il teatro, inaugurato ufficialmente il 4 giugno1904, era un tempo considerato l'anticamera del teatro milanese deLa Scala. All'inaugurazione intervenne anche il tenoreFrancesco Tamagno, primoOtello diGiuseppe Verdi, che ne calcò per primo il palcoscenico con Adele Borghi ed Emilia Corsi, voci di primo piano della lirica di allora.[53]

Il soffitto è decorato con un grande affresco diGiacomo Campi che rappresenta la visita diArrigo VII a Magenta (fatto storico realmente accaduto nel1310 - nel dipinto si può scorgere anche l'attuale campanile della chiesa di Santa Maria Assunta), sopra il quale si staglia un insieme armonico di nuvole, putti, poeti e l'esaltazione del teatro e delle manifestazioni artistiche ad esso collegate. Vi si distingue anche una rappresentazione della chiesa di Santa Maria Assunta,Dante Alighieri,Virgilio e un simpatico teatrino di marionette intitolato aGiuseppe Verdi.[20]

Il teatro è stato recentemente restaurato nel2004, in occasione del centenario dell'inaugurazione, e riportato al suo antico splendore con la proposta di una interessante stagione teatrale da rinnovarsi ogni anno, che comprende concerti, opera, brani di operetta e varietà.

Ospedale "Giuseppe Fornaroli"
Il monumento ai caduti dellaprima guerra mondiale in piazza Vittorio Veneto

La fondazione dell'originaria struttura dell'ospedale, risale al1876 quando il cav. Giovanni Giacobbe fece un'offerta di 20.000 lire a favore del comune, da spendere entro tre anni, per la costruzione di una struttura ospedaliera a vantaggio dei malati meno abbienti del comune. A questa azione benevola, si affiancò l'opera del Marchese Giuseppe Maria Mazenta, che proprio in quello stesso anno donò uno dei propri terreni, denominato "Vigna Rossa" per l'erezione del complesso ospedaliero. Il 2 dicembre1877 venne posata la prima pietra dell'ospedale e il 25 luglio1880 l'opera venne ufficialmente inaugurata anche se come semplice ambulatorio. Fu a partire dal1896 che, grazie al benestante Giuseppe Fornaroli (deceduto inMilano, lasciando il proprio patrimonio all'ospedale ed all'asilo infantile di Magenta), che si poté compiere l'opera definitivamente. La struttura venne ampliata nel1904 per dare spazio a nuove esigenze per i malati, sino agli anni settanta quando la struttura originaria venne dichiarata incapace di ospitare nuove degenze e la sede dell'ospedale venne costruita ex novo in un'area più consona. Lo stabile rimase pressoché abbandonato allo stato di rudere sino in tempi recenti quando parte di esso è stata ristrutturata e in gran parte abbattuta per far spazio ad una struttura medica per l'accoglienza degli anziani e per l'elaborazione di alcune analisi.

Monumento alla Vittoria e Cappella votiva
La cappella votiva di fronte al cimitero, opera dell'architetto Sommaruga

Con il nome di Cappella votiva si indica oggi a Magenta il piccolo tempietto dorico costruito dall'architetto magentinoUgo Maria Sommaruga nei pressi del locale camposanto, dopo una lunga infilata di 220 cipressi, a ricordare i caduti che la città di Magenta ha avuto nella Prima Guerra Mondiale. Il Monumento alla Vittoria, posto nell'attuale Piazza Vittorio Veneto, è un altro monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, pregevole opera scultorea in bronzo dell'artistaGiannino Castiglioni, consistente in un enorme blocco di pietra sul quale sta un altrettanto imponente gruppo bronzeo rappresentante appunto la divinizzazione della Vittoria. Entrambi i monumenti vennero inaugurati daVittorio Emanuele III il 26 aprile1925.

Monumento in memoria delle Foibe

In occasione della giornata per l'Unità Nazionale delle forze armate, gliAlpini hanno donato un monumento che ricorda i martiri delle foibe e le vittime dell'esilio giuliano dalmata dopo il 1945[54].

Cimitero
Cimitero di Magenta
Tipocivile
Confessione religiosacattolico
Stato attualein uso
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneMagenta
Costruzione
Area61.820 m2
Tombe famoseCarlo Ponti
Cesare Tragella
Vito Massarotti
Mappa di localizzazione
Map
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L'antico cimitero della città di Magenta era posto in prossimità della vecchia chiesa di San Martino, presso l'attuale Piazza Kennedy, da cui venne spostato nella locazione attuale probabilmente già in forza dell'Editto di Saint-Claude del1804, ordine emanato daNapoleone Bonaparte che prevedeva che le sepolture fuori dai centri abitati per evitare l'insorgere di malattie ed infezioni. Il cimitero napoleonico fu quello che venne assaltato dalle truppe austriache nel disperato tentativo di difendere la posizione del magentino durante laBattaglia di Magenta del1859.

A fine Ottocento, ad ogni modo, si rese necessario un ampliamento in particolare per la costruzione delle molte cappelle che ancora oggi si possono trovare al suo interno. Il complesso venne ulteriormente ampliato per intervento dell'architetto Ugo Maria Sommaruga nella prima metà del Novecento.

Parco Naturale "La Fagiana"
Lo stesso argomento in dettaglio:Ponte Vecchio (Magenta).
La residenza di caccia "La Fagiana".

Nata come residenza di caccia diVittorio Emanuele II nella seconda metà dell'Ottocento, la tenuta "La Fagiana" si trova sul territorio del comune di Magenta, in localitàPonte Vecchio. Vasta 1574 ettari (15,74 km²) ed estesa per una lunghezza di più di dieci chilometri sulla sponda sinistra delTicino, daCasate aRobecco sul Naviglio, è divenuta una delle più importanti riserve della zona arricchendosi di numerosissime specie arboree e faunistiche. Al suo interno si trova un interessante Museo del Bracconaggio che racconta in parte la storia della caccia nelTicino dal XV secolo sino ai giorni nostri. Le zone boschive sono corredate di stupendi viali per il passeggio e per le uscite in bicicletta.

Stabilimento "Saffa"
Lo stesso argomento in dettaglio:S.A.F.F.A..

LaSaffa (Società per Azioni Fabriche Riunite Fiammiferi) è stata un'azienda produttrice difiammiferi tra le più importanti d'Italia e d'Europa. Attiva per 130 anni, dal1871 al2001, ha prodotto, oltre a fiammiferi di ogni tipologia, una linea dimobili disegnati daGiò Ponti eaccendini perCartier. È stata a lungo diretta dall'ingegner Pietro Molla, marito disanta Gianna Beretta Molla. Dopo la dismissione definitiva dello stabilimento, nel 2001, parte dell'archivio della SAFFA è stato recuperato e salvato dal macero grazie ad un ex dipendente.[55]

Scuola "Giacobbe"
Asilo Giacobbe - La prima sede (1895)

Lascuola dell'infanzia "Agostina De Andrea Giacobbe" viene fondata nel1895, comeasilo infantile, grazie alla donazione della famiglia Giacobbe e riconosciuta nel maggio dello stesso anno dalRe Umberto I comeEnte Morale, con il compito di accogliere ed educare i bambini più poveri del comune. Nel 1908 viene acquistata una villa aPontevecchio, e nel1914 inizia il primo anno scolastico nellafrazione. Dal 1926 al 2000, chiamate da don Tragella, sono presenti leSuore della Carità di Ivrea con compiti educativi. Nel 1969 la prima sede del 1895 fa posto all'attuale plesso in via S. Crescenzia. Dal 1990 è istituzione di diritto privato gestita da un'associazione di genitori. Diviene scuola paritaria ed entra in convenzione con il comune di Magenta[56][57].

Nel2015, in occasione dei 120 anni di fondazione, le viene riconosciuto il San Martino d’oro della città di Magenta[58][59].

Cultura

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Eventi

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  • 3 febbraio: S.Biagio - fiera del bestiame e macchine agricole
  • Prima domenica di giugno: rievocazione storica della Battaglia di Magenta
  • Giugno Magentino: tutto il mese offre appuntamenti con l'arte, la cultura, la musica, il teatro, concerti d'organo e bandistici, saggi e tornei sportivi organizzati dalle associazioni cittadine.
  • 16 agosto: S.Rocco - fiera di merci e bestiame
  • 11 novembre: S.Martino - concerti ed assegnazione del premio"San Martino d'Oro" al magentino dell'anno.
  • Novembre: "Magenta Jazz Festival"

Sul territorio operano poi una serie di associazioni per la promozione del territorio come laPro Loco o l'associazione giovanile"Ragazzi di Magenta" che annualmente organizza l'evento "MAGENTART", una delle maggiori adunanze dell'area di talenti artistici, letterati e musicali. Tra i cinema cittadini, particolarmente attivo è il"Cinema Teatro Nuovo" che, su iniziativa dell'Associazione Culturale Ariel, nel 2005 ha avviato la rassegna teatrale "Ti Racconto Un Libro", ciclo annuale di narrazioni teatrali dedicate a grandi romanzi, premiata sin dalla prima edizione con una straordinaria presenza di pubblico.

Attività musicali

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La formazione della Banda Civica di Magenta aMagenta (Francia) nel 2007

A Magenta, numerose sono le associazioni cittadine si occupano di musica come la "Maxentia Big Band ", il "Coro civico", la fanfara dei bersaglieri "Nino Garavaglia" e l'"orchestra Città di Magenta.Sono inoltre presenti trebande cittadine centenarie: la Banda Civica di Magenta, la banda "4 giugno 1859" e la banda "Santa Cecilia" diPonte Vecchio di Magenta.[60]

Istruzione

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Nella città sono presenti scuole di diverso ordine e grado. Partendo dalle scuole materne ed elementari, è possibile giungere fino al termine dell'istruzione media superiore.

Tra le scuole della città è possibile ricordare:

  • Scuola dell'infanzia "Agostina De Andrea Giacobbe", in via S. Crescenzia, fondata nel 1895;
  • Scuola dell'infanzia "Giuseppe Fornaroli", in via Isonzo nella frazione diPonte vecchio, fondata nel 1914;
  • Liceo classico "Salvatore Quasimodo" composto da liceo classico, linguistico, scienze umane e musicale;
  • Liceo scientifico "Donato Bramante" con i corsi di liceo scientifico tradizionale, scienze applicate e scienze umane opzione economico sociale;
  • Istituto di istruzione superiore "Luigi Einaudi" per la formazione di ragionieri amministrativi IGEA, ragionieri programmatori, geometri, con sede in Via Mazenta 51 e istituto per l'industria e l'artigianato "Leonardo da Vinci" con sede in Via Novara 107 per la formazione di tecnici meccanici, elettrici ed elettronici;
  • "ASLAM", scuola professionale per termoidraulici e saldo-carpentieri, in via Mazenta;
  • Istituto professionale di estetiste;
  • Istituto professionale "Manzoni".

Teatro

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A Magenta hanno sede il Teatro Lirico, sorto nel 1904 per volontà del "Comitato del Teatro Sociale Lirico-Drammatico di Magenta" per essere destinato esclusivamente a rappresentazioni operistiche ed inaugurato di fatti da una esibizione del celebre tenoreFrancesco Tamagno. Sul territorio comunale è inoltre presente il Cinema Teatro Nuovo.

Media

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Stampa

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Nel comune di Magenta hanno una redazione locale i quotidiani locali "Prima Milano Ovest" e "Altomilanese", oltre al quotidiano web "Ticino Notizie".

Radio

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A Magenta ha sede Radio Magenta, nata nella primavera del 1983 dalle ceneri di Radio Ticino Music, una delle prime emittenti private italiane che trasmetteva il proprio segnale fino alla riva delLago Maggiore già dal 1976. Dal 1995 Radio Magenta è entrato nel circuito radio InBlu.[61].

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[62]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2022 la popolazione straniera residente era di 2 699 persone, costituenti l'11,2% della popolazione totale.[63] Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente sono:

  1. Pakistan 415
  2. Egitto 364
  3. Albania 345
  4. Romania 274
  5. Ucraina 218
  6. Kosovo 158
  7. Marocco 118
  8. Cina 85
  9. Perù 74
  10. Ecuador 64

Nei dati ufficiali non sono considerati gli stranieri irregolari. Secondo i dati dell'ultimo censimento (2011) la popolazione straniera di Magenta è aumentata del 2.9% rispetto al censimento precedente.

Lingue e dialetti

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A fianco dell'italiano, nel comune è relativamente diffusa lalingua lombarda nella sua variante dialettale magentina. Come gli altri dialetti della zona, anche il magentino fa parte della famiglia dellombardo occidentale. Alcuni studiosi vi hanno scorto tracce delle lingue dei popoli anteriori alla latinizzazione della regione, in particolare l'anticoligure e il gallico parlato daiCelti.[64].

Religione

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Religioni a Magenta (2018)
ReligionePercentuale
Cattolici
91.1
Ortodossi
4.8
Islam
3.5
Buddhismo
0.4
Induismo
0.2
Percentuale basata su un campione di 23.906 persone

La maggioranza della popolazione ècattolica. L'immigrazione di cittadini comunitari ed extra-comunitari ha portato all'insediamento di minoranze dimusulmani eortodossi.[65]

Nel comune sono presenti 5parrocchiecattoliche appartenenti all'arcidiocesi di Milano[66]. La chiesa più antica e di maggior rilievo è indubbiamente labasilica di San Martino.

Istituzioni, enti e associazioni

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Strutture sanitarie

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La città di Magenta dispone di un ospedale inaugurato il 23 maggio 1970, oltre ad una propria Residenza Sanitaria Assistita per anziani e disabili.

Economia

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La città di Magenta deve gran parte del proprio sviluppo post-bellico alla presenza di molte industrie che vi hanno sedi distaccate o principali. Nella zona ovest e nord, si sono sviluppate due aree industriali distinte con attività commerciali annesse, tra cui le più note sono certamente laNovaceta, ilPastificio Castiglioni e la Molho Leone ferri zincati (prodotti per cancelleria e graffette).Altre ditte si occupano della lavorazione del legno e della produzione di salumi ed insaccati.

Le principali attività economiche sono:

A Magenta nel 2021 risultava occupato il 92.6% dei residenti in età lavorativa.[67]

Infrastrutture e trasporti

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Strade

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Magenta è attraversata dallastrada statale 11 Padana Superiore ed è punto di origine dellastrada statale 526 dell'Esticino perPavia e dellasuperstrada SS 336 dir per Malpensa.

Ferrovie e tranvie

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Magenta è dotata diuna stazione posta sullaferrovia Torino-Milano e servita con cadenza semioraria dai collegamenti denominati S6 delservizio ferroviario suburbano, svolti daTrenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con laRegione Lombardia, e dai regionali veloci Torino Porta Nuova - Milano Centrale con cadenza oraria.

Dal1880 al1957 la città ospitò inoltre il capolinea occidentale dellatranvia Milano-Magenta, una delle tante linee di questo genere soprannominateGamba de legn.

Mobilità urbana

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La città è servita da autolinee interurbane svolte daStav,Movibus eAutoguidovie.

Amministrazione

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Podestà durante ilRegno Lombardo Veneto

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nomecaricadalalpartitoanno e luogo di nascitaanno e luogo di mortenote
Ludovico Contipodestà18401855Conservatore
Giacomo Carabellipodestà18551861Conservatore

Sindaci durante ilRegno d'Italia

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nomecaricadalalpartitoanno e luogo di nascitaanno e luogo di mortenote
Carlo Marinonisindaco18611865Destra storicaMagentaMagenta
Giuseppe Busnellisindaco18651889Destra storicaCavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
C. Gennarinicommissario prefettizio18891890
Giuseppe Broccasindaco18901912Destra storicaMagentaMagentaCommendatore dell'Ordine della Corona d'Italia, Console di Spagna a Milano e Cavaliere della Legion d'Onore Francese
Gianfranco Scotticommissario prefettizio19121912
Giuseppe Ghislanzonisindaco1912luglio 1913Destra storicaMagentaCavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
Ambrogio Cassolavicesindaco reggenteluglio 1913dicembre 1913Destra storica
Achille Piccalugasindaco19131919Destra storicaCavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
Antonio Secchicommissario prefettizio19191920
Camillo Formentisindaco19201921Partito Socialista ItalianoMagentaMagenta
Mario Facheriscommissario prefettizio19211922
Cesare Fontanasindaco19221922Partito Socialista ItalianoMagentaMagenta
Enrico Campeiscommissario prefettizio19221923
Giuseppe Broccapodestà19231933PNFMagentaMagentaCommendatore dell'Ordine della Corona d'Italia e Console di Spagna a Milano Cavaliere della Legion d'Onore Francese
Adolfo Marscommissario prefettizio19331933
Guglielmo Giuntipodestà19331944PNF
Christoph von Hartungencommissario prefettizio19441944
Sebastiano La Perlacommissario prefettizio19441945
Giuseppe D'Alicandrocommissario prefettizio19451945
Enrico Njiszlicommissario prefettizio19451945
Antonio Fornarolisindaco19451946IndipendenteMagentaMagenta

Sindaci durante laRepubblica ItalianaItalia (bandiera)

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nomecaricadalalpartitoanno e luogo di nascitaanno e luogo di mortenote
Carlo Fontanasindaco19461956Partito Socialista ItalianoMagenta, 28-03-1890Magenta, 29-06-1959Si adoperò per l'elevazione di Magenta a città ottenendo il decreto nel1947
Giuseppe Schiavonecommissario prefettizio19561958
Edoardo Panigatisindaco19581962Democrazia CristianaMagentaMagentaCommendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana,Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore[68]
Mario Leonesindaco19621964Democrazia CristianaMagentaMagenta, 1994Già sindaco diMesero dal 1957 al 1962
Teresio Passonisindaco19641970Democrazia Cristiana
Giovanni Versettisindaco19701972Democrazia Cristiana
Ambrogio Colombosindaco19721979Democrazia CristianaMagenta, 10-06-1935poiSenatore dellaRepubblica Italiana
Giuseppe Crestanisindaco19791982Democrazia Cristiana
Gianluigi Fiamenisindaco19821983Democrazia Cristiana
Alfredo Cattaneosindaco19831988PSI19472022poi Assessore provinciale dellaProvincia di Milano
Sante Zuffadasindaco19881993Democrazia CristianaBorgo Littorio, 18-07-1944poi Consigliere regionale inLombardia eSenatore dellaRepubblica Italiana
Franco Benedetto Bertarellisindaco19931996Lega LombardaMagenta, 18-09-1948
Giuliana Maria Labriasindaco19962001L'Ulivo-PRCMagenta, 21-03-1961
Michele Tortoracommissario prefettizio20012002
Luca Del Gobbosindaco2002;20072007;2012Pdl-LN-UDCMagenta, 05-01-1964poi Consigliere e Assessore regionale inLombardia
Gianmarco Invernizzisindaco21 maggio201225 giugno2017PD,Partito della Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani,IdV,SELCisliano, 18-01-1951
Chiara Calatisindaco25 giugno201726 giugno2022FI-LN-NCDMagenta, 1975
Luca Del Gobbosindaco26 giugno2022Lista Civica Luca Del Gobbo -FI-Lega Salvini Premier -FDIMagenta, 05-01-1964già Consigliere e Assessore regionale inLombardia

Gemellaggi

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Sport

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Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa da casa dell'A.C. Magenta

Calcio

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La principale squadra di calcio della città è l'Associazione Calcio Magenta che nella stagione 2024-2025 milita inSerie D.

Nata nel1945, ha la propria sede sportiva presso lo stadio comunale della città, disposto alla periferia del centro abitato, dotato di una grande tribuna a gradinata in grado di ospitare un migliaio di spettatori. Sul territorio comunale sono presenti anche altri campi da gioco regolamentari ma senza gradinate che sono però utilizzati perlopiù come campi di allenamento.

Dalla seconda metà degli anni '20 e sino alla metà degli anni '50 era presente una seconda squadra di calcio della frazione diPonte Nuovo.[70]

Note

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  1. ^abBilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), sudemo.istat.it,ISTAT.
  2. ^Classificazione sismica (XLS), surischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), inLegge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A,Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151.URL consultato il 25 aprile 2012(archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^Dizionario di pronuncia italiana online - magenta, sudipionline.it.URL consultato il 13 marzo 2022.
  5. ^ Ermanno Tunesi,Un ponte per la storia, Associazione Storica ‘La Piarda’, 2003.
  6. ^abcdeF. Sgarella,Pontevecchio e l'impronta dei monaci celestini nel magentino, Zeisciu, Magenta, 2006
  7. ^Rischio sismico per provincia su protezionecivile.itArchiviato il 18 aprile 2009 inInternet Archive..
  8. ^vedi qui, su6aprile.it.URL consultato il 29 maggio 2022(archiviato dall'url originale il 24 maggio 2022).
  9. ^abcIl clima della Lombardia, sucentrometeoitaliano.it.URL consultato il 20 novembre 2014(archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
  10. ^Classificazione climatica Lombardia, dati Confedilizia, suconfedilizia.it.URL consultato il 9 maggio 2014(archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2015).
  11. ^ Università degli Studi di Genova - Dipartimento di Fisica,Atlante Eolico dell'Italia (PDF), inRicerca di sistema per il settore elettrico - Progetto ENERIN, novembre 2002.URL consultato il 9 maggio 2014(archiviato dall'url originale il 15 marzo 2008).
  12. ^Medie climatiche 1961-1990, suwunderground.com.URL consultato il 9 maggio 2014(archiviato dall'url originale il 21 marzo 2008).
  13. ^Dati climatologici medi, sueurometeo.com.URL consultato il 9 maggio 2014.
  14. ^Tabelle e grafici climatici, sumeteoam.it.URL consultato il 9 maggio 2014.
  15. ^Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990.
  16. ^Carlo Salvioni,Noterelle di toponomastica lombarda, inBollettino Storico della Svizzera Italiana, vol. 21, 1899, p. 93.
  17. ^Olivieri Dante,Dizionario di toponomastica lombarda, Milano, Ceschina, 1961, p. 317.
  18. ^abcdefgAA.VV.Città di Magenta - l'Amministrazione Comunale ai suoi piccoli Cittadini, Comune di Magenta, 1982
  19. ^Secondo alcune fonti tale ipotesi sarebbe da riferirsi al dato riportato inStoria dei comuni della Provincia di Milano, pubblicazione realizzata a Milano nel 1934 a cura dell'amministrazione provinciale, nella quale inoltre si fa riferimento all'anno 297 d.C., tesi però non supportata da alcuna evidenza storico-documentale precisata
  20. ^abcdF. Sgarella,Magenta: il borgo di Arrigo VII di Lussemburgo: 1310-2010, Città di Magenta, 2010
  21. ^abcAA.VV.Storia dei comuni della Provincia di Milano, amministrazione provinciale, Milano, 1934
  22. ^D. Alighieri,Divina Commedia, Paradiso, XXX, vv. 133-148
  23. ^AA.VV.Storia dei comuni della Provincia di Milano, amministrazione provinciale, Milano, 1934. Il decreto di istituzione del mercato cittadino il lunedì è riportato nella medesima pubblicazione come datato al 5 settembre 1787 e controfirmato daGiuseppe II del Sacro Romano Impero, ma già in precedenza uno datato al1411 lo confermava il giorno di giovedì
  24. ^A. Colombo,Il tempo dell'uomo e della terra: cronache di vita magentina nei secoli XVII-XVIII, Delta ed., 1990
  25. ^F. Guasco,Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, ed. Forni, rist. an. 1911
  26. ^www.magentanostra.it art. del 1996 Il Cusani offrì 6150 lire milanesi in aggiunta alle 27.800 lire che costituivano la base d'asta e si aggiudicò il feudo di Magenta il 27 giugno 1572, salvo poi rifiutare la concessione del feudo. Le cause possibili furono probabilmente da imputare al notevole scarto esistente tra autorità teorica del feudatario ed effettivo potere esercitabile nelle sue prerogative.
  27. ^vedi qui
  28. ^abE. Cazzani,Archivio Plebano di Corbetta, Ed. "Olona", Saronno, 1976, sez. La Pieve, cart. XI, fasc. 1°-3°
  29. ^A. Balzarotti,Boffalora sopra Ticino - Arte e cultura lungo il Naviglio Grande, Amministrazione Comunale di Boffalora sopra Ticino, O.L.C.A. Grafiche, Magenta, 2008
  30. ^E. Fusconi,L'Ospedale di Magenta: dalle origini all'avvio della nuova sede (1876-1970), ed. Il Segnalibro, 1970
  31. ^Storia della SNIA-Novaceta
  32. ^"Le maestanze della fabbrica di Magenta che hanno salvato la famiglia Molho" (Gariwo: la foresta dei giusti).
  33. ^AA.VV.Sessant' anni di ricordi....: Magenta 1947-2007: 60 anni di elevazione a città, Pro Loco Magenta, 2007
  34. ^G. Leoni,Magenta nella prima Repubblica: 1947-1997, L'Editoriale, 1997
  35. ^Magenta, suaraldicacivica.it.URL consultato il 30 ottobre 2015(archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  36. ^abcMagenta, suArchivio Centrale dello Stato.
  37. ^Lo stemma della famiglia nobiliare è miniato ap. 224 delloStemmario Trivulziano
  38. ^Bozzetto del gonfalone del Comune di Magenta, suACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città.URL consultato il 6 ottobre 2024.
  39. ^Bandiere 9, suwww.cisv.it.URL consultato il 2 novembre 2022.
  40. ^La storia è narrata integralmente in E. Dell'Oro,La casa segreta: la paura e il coraggio, la speranza di tornare a vivere, Mondadori, 2000
  41. ^Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto,I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45, Mondadori, Milano, 2006, pp. 98-99.
  42. ^C. Morani, N. Tunesi,Le stagioni di un prete: storia di Don Cesare Tragella, prevosto di Magenta (1852-1934), Giussano, Graffiti, 1993.
  43. ^abF. Sgarella,Pontevecchio e l'impronta dei monaci celestini nel Magentino, Associazione Culturale Zeisciu Centro Studi, Magenta, 2006
  44. ^A. Cislaghi,Ritorna alla luce il Bergognone nel restauro in Santa Maria Assunta di Magenta, ed. Zeisciu, 2007
  45. ^AA.VV.,Un quartiere, una chiesa, una comunità: storia e vicenda della Parrocchia dei Padri Somaschi - Magenta 1965-2005, Centro Studi Politici/Sociali J.F. Kennedy, Magenta, 2005
  46. ^abA. Cislaghi,La casa di San Biagio a Magenta: le "Cronache Canossiane" dal 1884 nel contesto magentino, ed. Zeisciu, 2005
  47. ^E. M. Guglielmi,L'arte del sacro - Manifestazioni popolari e culto nel territorio di Magenta, Graficaperta ed., Boffalora sopra Ticino, 1990
  48. ^abcdefghijklmnR. Panigati,Magenta: case e ambienti del '700, ed. Il Segnalibro, 1982
  49. ^AA.VV.,Cinquant'anni della manifattura R. Naj-Oleari - 1916-1966, Milano, 1966
  50. ^Pifferi, foto 42, disascalia.
  51. ^E. Torregiani,Magenta nel Ventennio: album, Officina Editoriale Pititi, 2003
  52. ^P. Pierrettori,Voci dal passato - l'ossario di Magenta, Magenta, 2022
  53. ^AA.VV.Vent'anni di teatro e cabaret del Centro Prospettive Teatrali - Magenta 1961-1981, Magenta, 1981
  54. ^Un nuovo monumento per i Martiri delle foibe a Magenta, suit.geosnews.com, 9 novembre 2016.URL consultato il 10 febbraio 2019(archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2019).
  55. ^ Giovanna Maria Fagnani,Fiammiferi, l'archivio Saffa salvato da un ex operaio, inCorriere della Sera, 26 febbraio 2011.URL consultato il 26 febbraio 2011.
  56. ^MaterneMagenta Chi siamo, sumaternemagenta.it.URL consultato il 3 agosto 2016(archiviato dall'url originale il 17 agosto 2016).
  57. ^ Silvano Gomaraschi,Un secolo di favole, Magenta, 1995.
  58. ^Magenta: San Martino d’Oro alla Scuola dell’Infanzia Giacobbe, suticinonotizie.it, 12 novembre 2015.URL consultato il 3 agosto 2016(archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  59. ^ Super User,Il San Martino D'Oro, suprolocomagenta.org.URL consultato il 3 agosto 2016(archiviato dall'url originale il 21 agosto 2016).
  60. ^AA.VV.,Cento anni di musica a Magenta: storia della Banda Nuova, ed. Il Segnalibro, 1992
  61. ^La nostra storia - Radio Magenta, suradiomagenta.it.URL consultato il 15 marzo 2022(archiviato dall'url originale il 26 maggio 2022).
  62. ^Statistiche I.StatISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte:Popolazione residente per territorio - serie storica, suesploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  63. ^Dati ISTAT
  64. ^Si veda in particolare Livio Aina,'Ndèm dònn - quando a Corbetta parlavano le campane, 2004.
  65. ^Dati ISTAT
  66. ^Dal sito dell'Arcidiocesi di MilanoArchiviato il 1º dicembre 2008 inInternet Archive.
  67. ^Dati ISTAT
  68. ^Conferitagli nel1959 dal presidente franceseCharles De Gaulle venuto in visita a Magenta in occasione del 100º anniversario dellaBattaglia di Magenta
  69. ^AA.VV.,Cenni storici sull'eccidio e sulla battaglia - 25 aprile 1975/76: gemellaggio tra Magenta e Stazzema, Comune di Magenta, 1976
  70. ^AA.VV.Quel giorno avvenne: cronistoria della frazione Pontenuovo di Magenta e di Boffalora, ed. Graficaperta, Boffalora sopra Ticino, 1993

Bibliografia

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  • P. Parodi,Notizie storiche di Magenta, ed. Nicora, Abbiategrasso, 1924
  • AA.VV.,Storia dei comuni della Provincia di Milano, amministrazione provinciale, Milano, 1934
  • C. Pedrazzini,Magenta, Istituto Editoriale Cisalpino, Varese, 1935.
  • E. Fusconi,L'Ospedale di Magenta: dalle origini all'avvio della nuova sede (1876-1970), ed. Il Segnalibro, 1970
  • R. Panigati,Magenta: case e ambienti del '700, ed. Il Segnalibro, 1982, ISBN A000009383
  • AA.VV.Città di Magenta - l'Amministrazione Comunale ai suoi piccoli Cittadini, Comune di Magenta, 1982
  • Enzo Pifferi, Laura Tettamanzi e Emilio Magni,da milano lungo i navigli, Como, Editrice E.P.I., 1987.
  • A. Colombo,Il tempo dell'uomo e della terra: cronache di vita magentina nei secoli XVII-XVIII, Delta ed., 1990
  • E. M. Guglielmi,L'arte del sacro - Manifestazioni popolari e culto nel territorio di Magenta, Graficaperta ed., Boffalora sopra Ticino, 1990
  • S. Gomaraschi,Un secolo di favole, Magenta, 1995
  • G. Leoni,Magenta nella prima Repubblica: 1947-1997, L'Editoriale, 1997
  • A. Colombo,Sotto le ali dell'aquila: fatti, momenti e personaggi di storia magentina, Pro Loco di Magenta, Magenta, 2001
  • AA.VV.,Magenta: ritratto di una città : storia, arte, cultura, territorio, curiosità, Pro Loco di Magenta, Magenta, 2005
  • A. Colombo,Aquila nera in campo oro: luoghi, episodi e situazioni di storia magentina, Pro Loco Magenta, Magenta, 2007
  • A. Viviani,4 giugno 1859 - Dalle ricerche la prima storia vera, Zeisciu Editore, 1997 rist. 2009

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V · D · M
Italia (bandiera)Comuni dellacittà metropolitana di Milano
Abbiategrasso ·Albairate ·Arconate ·Arese ·Arluno ·Assago ·Baranzate ·Bareggio ·Basiano ·Basiglio ·Bellinzago Lombardo ·Bernate Ticino ·Besate ·Binasco ·Boffalora sopra Ticino ·Bollate ·Bresso ·Bubbiano ·Buccinasco ·Buscate ·Bussero ·Busto Garolfo ·Calvignasco ·Cambiago ·Canegrate ·Carpiano ·Carugate ·Casarile ·Casorezzo ·Cassano d'Adda ·Cassina de' Pecchi ·Cassinetta di Lugagnano ·Castano Primo ·Cernusco sul Naviglio ·Cerro Maggiore ·Cerro al Lambro ·Cesano Boscone ·Cesate ·Cinisello Balsamo ·Cisliano ·Cologno Monzese ·Colturano ·Corbetta ·Cormano ·Cornaredo ·Corsico ·Cuggiono ·Cusago ·Cusano Milanino ·Dairago ·Dresano ·Gaggiano ·Garbagnate Milanese ·Gessate ·Gorgonzola ·Grezzago ·Gudo Visconti ·Inveruno ·Inzago ·Lacchiarella ·Lainate ·Legnano ·Liscate ·Locate di Triulzi ·Magenta ·Magnago ·Marcallo con Casone ·Masate ·Mediglia ·Melegnano ·Melzo ·Mesero ·Milano ·Morimondo ·Motta Visconti ·Nerviano ·Nosate ·Novate Milanese ·Noviglio ·Opera ·Ossona ·Ozzero ·Paderno Dugnano ·Pantigliate ·Parabiago ·Paullo ·Pero ·Peschiera Borromeo ·Pessano con Bornago ·Pieve Emanuele ·Pioltello ·Pogliano Milanese ·Pozzo d'Adda ·Pozzuolo Martesana ·Pregnana Milanese ·Rescaldina ·Rho ·Robecchetto con Induno ·Robecco sul Naviglio ·Rodano ·Rosate ·Rozzano ·San Colombano al Lambro ·San Donato Milanese ·San Giorgio su Legnano ·San Giuliano Milanese ·San Vittore Olona ·San Zenone al Lambro ·Santo Stefano Ticino ·Sedriano ·Segrate ·Senago ·Sesto San Giovanni ·Settala ·Settimo Milanese ·Solaro ·Trezzano Rosa ·Trezzano sul Naviglio ·Trezzo sull'Adda ·Tribiano ·Truccazzano ·Turbigo ·Vanzaghello ·Vanzago ·Vaprio d'Adda ·Vermezzo con Zelo ·Vernate ·Vignate ·Villa Cortese ·Vimodrone ·Vittuone ·Vizzolo Predabissi ·Zibido San Giacomo
Comuni della Lombardia
V · D · M
Comuni del consorzio del Naviglio Grande
Comuni fondatoriAlbairate ·Bernate Ticino ·Besate ·Boffalora sopra Ticino ·Buscate ·Busto Garolfo ·Cassinetta di Lugagnano ·Cisliano ·Corbetta ·Cusago ·Cuggiono (Castelletto) ·Gaggiano ·Marcallo con Casone ·Mesero ·Morimondo ·Motta Visconti ·Ozzero ·Robecco sul Naviglio ·Vanzaghello
Comuni membri dal 2009Abbiategrasso (Castelletto di Abbiategrasso)
Comuni membri dal 2010Magenta (Pontenuovo ePontevecchio)
V · D · M
Comuni delParco naturale lombardo della Valle del Ticino
Abbiategrasso ·Arsago Seprio ·Bereguardo ·Bernate Ticino ·Besate ·Besnate ·Boffalora sopra Ticino ·Borgo San Siro ·Buscate ·Carbonara al Ticino ·Cardano al Campo ·Casorate Sempione ·Cassinetta di Lugagnano ·Cassolnovo ·Castano Primo ·Cuggiono ·Ferno ·Gallarate ·Gambolò ·Golasecca ·Gropello Cairoli ·Linarolo ·Lonate Pozzolo ·Magenta ·Mezzanino ·Morimondo ·Motta Visconti ·Nosate ·Ozzero ·Pavia ·Robecchetto con Induno ·Robecco sul Naviglio ·Samarate ·San Martino Siccomario ·Sesto Calende ·Somma Lombardo ·Torre d'Isola ·Travacò Siccomario ·Turbigo ·Valle Salimbene ·Vanzaghello ·Vergiate ·Vigevano ·Villanova d'Ardenghi ·Vizzola Ticino ·Zerbolò
V · D · M
Comuni dellapieve di Corbetta nel1786
Abbiategrasso ·Albairate ·Bareggio ·Basiano ·Bernate ·Besate ·Bestazzo ·Boffalora ·Bugo ·Cassina Pobbia ·Castellazzo de' Barzi ·Cisliano ·Corbetta ·Coronate ·Fallavecchia ·Lugagnano ·Maggenta ·Marcallo ·Menedrago ·Mesero ·Motta Visconti ·Ossona ·Ozero ·Ravello ·Robecco ·San Pietro Bestazzo ·Santo Stefano ·San Vito ·Sedriano ·Ticinello ·Vittuone
V · D · M
Via delle Gallie
Via delle Gallie
Tronco principaleMediolanum(Porta Vercellina ·Porto fluviale di Mediolanum) ·Via Gallica ·Via Regina ·Via Spluga ·Via Mediolanum-Bellasium ·Via Mediolanum-Bilitio ·Via Mediolanum-Brixia ·Via Mediolanum-Placentia ·Via Mediolanum-Ticinum ·Via Mediolanum-Verbannus ·Ad Quartum ·Ad Quintum ·Ad Septimum ·Barasium ·Curiapicta ·Maxentia ·Tricastium ·Novaria ·Via Novaria-Comum ·Vicus Longus ·Grecum ·Badaluchum ·Cerrodunum ·Palatium ·Bolenicum ·Augusta Eporedia ·Quatiolum ·Mons Altus Eporediensium ·Septingesimum ·Quingesimum ·Quadragesimum ·Pons Heliae ·Donasium ·Alnus ·Castrum Bardum ·Arnadium ·Ixonia ·Vitricum ·Cillianum ·Cambavia ·Ad Fines Augustensium ·Nucetum ·Quartum ·Augusta Praetoria
Diramazione verso LioneAugusta PraetoriaFundus Gratianus ·Fundus Joventianus ·Sarra ·Aimivilla ·Arvarium ·Avisio ·Sala Duria ·Moriacium ·Araebrigium ·Tuillia Salassorum ·Columna Jovis ·Sextum Segetium ·Capellae Centronum ·Bellantrum ·Axima ·Munsterium ·Aquae Albae ·Liscaria ·Fessona Brigantiorum ·Cevis ·Bastita ·Turres ·Oblimum ·Hillium ·Camusellum ·Castrum Novum Allobrogum ·Capanna ad Melianum Montem ·Riparia ·Camberiacum ·Nanciae ·Dulinum ·Verale Bellomontium ·Bellus Mons ad Tramonaecum ·Romagnieu ·Lugdunum
Diramazione verso MartignyAugusta PraetoriaGinodium ·Mons Iovis ·Ursiores ·Octodurus
Strade romane ·Strade consolari
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