Il comunemarsicano è situato sul versante sud-est della piana delFucino, dove prima del prosciugamento dell'omonimo lago sorgeva una piccola isola dai confini non chiaramente delineati a causa della variazione dei livelli dell'acqua nel corso del tempo. Il territorio si caratterizza per i paesaggi totalmente differenti tra loro come la fitta boscaglia di montagna, i fertili campi della pianafucense, la zona archeologica o quella artigianale e industriale.Il paese, confinante con i territori diCollelongo,Gioia dei Marsi,Lecce nei Marsi,Venere dei Marsi eTrasacco, è situato a ridosso dell'area di protezione esterna delparco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Ortucchio era una piccola isola situata all'estremità sud orientale del lago Fucino paragonata dall'umanistaPietro Marso, all'isola diOrtygia nel mare diSiracusa da cui acquisì iltoponimomedievale[4][5]. Un'ipotesi farebbe derivare il toponimo da una variazione linguistica del terminelatinoHortus ("piccolo orto" o "giardino")[6] oppure daOrtus aquarum ("origine dalle acque")[7].
Ortucchio come tutta l'area delFucino fu abitata sin dall'epoca preistorica dalle tribùbertoniane che, spostandosi dall'area costiera, trovarono riparo nelle grotte presenti a mezza costa alle pendici dei monti, lungo la linea del bacino lacustre. Rivestono particolare interesse archeologico ed archeozoologico le cavità situate nel territorio comunale, in particolare legrotte Maritza, di Ortucchio, La Cava e La Punta[8]. Successivamente gli insediamenti umani si spostarono verso valle in prossimità della riva del lago fucense.
A cominciare dal primo millennio a.C. sulle sponde lacustri stanziarono stabilmente iMarsi, popoloitalico di guerrieri e sacerdoti. A causa della mancata concessione dellacittadinanza romana iniziarono le ostilità tra i popoli italici, che si unirono in una confederazione con a capo il condottieroQuinto Poppedio Silone, e iromani.
Dopo la prima metà del QuattrocentoPaolo Marso e successivamente altri storici, tra cuiMuzio Febonio ePietro Antonio Corsignani, sostennero l'ipotesi che l'antica e mitica città di Archippe, inghiottita secondo la leggenda dalle acque del lago, fosse situata tra Ortucchio eTrasacco nella contemporanea località denominata Arciprete[9].
Di certo il centro situato a ridosso del colle che acquisì il nome di Ortuclae o Ortuclum[7] veniva chiamato in epocamedievale Ortygia[10]. Assoggettato a Ruggeroconte di Celano passò successivamente grazie aFerdinando d'Aragona sotto la signoria diAntonio Todeschini Piccolomini.L'avvento deiPiccolomini mutò sensibilmente l'aspetto del paese, migliorando la condizione sociale. Ladominazione spagnola e il successivo avvento deibriganti, legati alle rivolte napoletane diMasaniello, recarono devastazioni e gravi danni alla precaria condizione economica di quel periodo.A tutto ciò si aggiunsero lapeste del 1656 e le devastanti e improvvise inondazioni del lago Fucino.
Nel 1807 i cittadini fecero vanamente appello aGiuseppe Bonaparte affinché provvedesse a delocalizzare il centro abitato più a monte, al riparo dalle inondazioni fucensi. Bonaparte commosso dall'appello promise di farlo con il desiderio che il paese venisse ridenominato "Giuseppopoli".Nella seconda metà dell'OttocentoAlessandro Torlonia riuscì a tramutare il lago in una fertile pianura, sfruttando l'opera idraulica deiCunicoli di Claudio, preesistente dall'epoca romana. Dopo aver fatto ingrandire collettore ed emissario fu prosciugato il Fucino, fino ad allora terzo lago d'Italia per estensione. CasaTorlonia fu dichiarata proprietaria per quasi un secolo dei terreni emersi contro il volere dei comuni ripuari.
Dopo le lotte contadine il Governo varò lariforma agraria del 1950 che portò anticipatamente all'esproprio dei terreni fucensi ai danni dei Torlonia e alla formazione, il 28 febbraio 1951, dell'ente di gestione pubblica dellaMaremma e del Fucino con il conseguente graduale miglioramento delle condizioni socioeconomiche del territorio[14].
Lo stemma e il gonfalone attuali sono stati concessi con DPR del 4 febbraio 1993.
«Di rosso, allo zampillo d'acqua, uscente dalla punta, di azzurro, formato dal getto centrale e da otto ricadute arcuate, quattro e quattro, esso zampillo accompagnato in capo da due mezzelune rovesciate d'oro, ordinate in fascia. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Le mezzelune sono riprese dal blasone della famiglia Todeschini Piccolomini[15].
Uno stemma precedente era stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 25 dicembre 1942 e vi era rappresentata una fontana zampillante d'argento in campo d'azzurro[16].
L'edificio di culto più volte ampliato nel corso dei secoli, venne edificato intorno alla fine dell'VIII secolo su una preesistente struttura a base poligonale risalente al III-II secolo a.C. Il nome originario della chiesa era "Santa Maria in Ortucla" (o "Santa Maria in Ortuchís"). È dedicata al patronosant'Orante che morì il 5 marzo 1431 ad Ortucchio. Gravemente danneggiata dalterremoto del 1915 è stata ricostruita alla fine degli anni sessanta[17]. Nel 2018 ilvescovo di Avezzano, mons.Pietro Santoro ha elevato la chiesa asantuario[18].
La chiesa rurale sorge a circa tre chilometri da Ortucchio sulla strada perLecce nei Marsi in località Cerqueto,toponimo che indica il grande bosco diquerce che caratterizzava il paesaggio circostante e ricopriva interamente la valle di Ortucchio che si estendeva dalle rive delFucino alle pendici dei monti circostanti. I luoghi furono descritti con incanto dal viaggiatore ingleseKeppel Richard Craven che nell'Ottocento circumnavigò il lago. L'edificio originario fu edificato nel XII secolo. La chiesa della Madonna del Pozzo con gli annessi benefici dipese dall'abbazia di San Clemente a Casauria e, successivamente, dalladiocesi dei Marsi. Oltre che servire da luogo di culto dei tre paesi di Ortucchio, Lecce eGioia, fu anche il punto di riferimento religioso del villaggio medievale diVico e del poco distante monastero scomparso di San Clemente in Calluco[19].
Chiesa di Santa Maria Capodacqua
La chiesa parrocchiale situata nel centro urbano venne edificata nel corso degli anni cinquanta. L'edificio a navata unica si caratterizza per lo stile architettonicomoderno.
Chiesa scomparsa di San Rocco: l'edificio di culto fu irrimediabilmente danneggiato dal terremoto del 1915 e successivamente demolito[20].
Si tratta di una struttura fortificata medievale e rara nella sua tipologia architettonica, condizionata, con i suoi elementi strutturali, a "coesistere" in una porzione del prosciugato lago del Fucino. Il maniero venne ultimato nel 1448 per volere diAntonio Piccolomini[21]. Le parti più alte della struttura, accessibili al pubblico, offrono il panorama offerto dalla piana del Fucino e dal sottostante laghetto naturale con parco annesso. Il maniero non a caso, nel 1843, fu disegnato dal noto viaggiatore ingleseEdward Lear, rapito dalla bellezza della fortezza lacustre medievale e dal paesaggio circostante[22][23].
Le grotte Maritza, Ortucchio (o dei porci), La Penna, La Cava e La Punta unitamente alle necropoli di Via Mesola, di Strada 28 del Fucino e al villaggio di Colle Santo Stefano, situato in località Pozzo di Forfora[24] rappresentano dei complessi archeologici che testimoniano come sin dalPaleolitico superiore le popolazionibertoniane provenienti dalla costa abruzzese e appartenenti alla razza diCro-Magnon avessero stanziato in modo continuativo grazie alle favorevoli condizioni ambientali e climatiche del territorio circostante il lagoFucino[25][26]. La prima ricognizione dell'area risale aglianni Cinquanta ed è stata condotta dall'archeologoAntonio Mario Radmilli dell'Università di Pisa. Articolati studi hanno dimostrato come tra i 23.000 e i 12.000 anni fa i livelli delle acque delFucino fossero più bassi tanto da rendere praticabili i bordi lacustri e le sue cavità naturali di origine perlopiùtettonica. Studi e ricerche compiuti nei sedimenti dell'ex lago e i rinvenimenti nelle grotte testimoniano come i cambiamenti climatici ed ambientali, determinati anche dai mutamenti dei livelli lacustri, abbiano cambiato anche le abitudini e i comportamenti umani[27].
Tra maggio e giugno si svolge la premiazione del concorso letterario nazionaleCaro Diario rivolto agli autori di racconti inediti in forma di diario[32].
Numerose aziende agricole della piana del Fucino si distinguono per la qualità degli ortaggi. Particolarmente rinomate sono lepatate del Fucino, riconosciute con il marchio di qualitàIGP attribuito dall'Unione europea, e lecarote dell'altopiano del Fucino, anch'esse riconosciute IGP. Sono diverse le produzioni orticole d'eccellenza del territorio. In Abruzzo il 25% delPIL agricolo arriva dalFucino[33].
Costruzione della prima grande antenna di Telespazio nel 1966, dopo la fase sperimentaleIl Centro spaziale del Fucino visto daSperone
IlCentro spaziale del Fucino, gestito dalla societàTelespazio, è situato nel territorio comunale in località Bacinetto, in via Cintarella. È stato realizzato a cominciare dal 1962 per gestire i primi esperimenti di telecomunicazioni satellitari tra l'Europa e gli Stati Uniti avviati nell'anno successivo. La fase sperimentale, conclusasi favorevolmente, ha consentito dal 1966 di procedere all'ampliamento del centro spaziale, attraverso la costruzione di diverseantenne paraboliche di grandi dimensioni. Con le sue 170 antenne distribuite su370000 m² di superficie, è indicato come il primo e tra i più importanti teleporti al mondo per usi civili. Il centro spaziale, intitolato a Piero Fanti, ospita uno dei centri di controllo che gestisce i 30 satelliti e le attività operative del sistema di navigazione europeoGalileo.Il centro è tra i principali operatori al mondo nel campo dei servizi satellitari. Per le sue attività l'azienda può contare su una rete nazionale ed internazionale di centri spaziali e teleporti. Quasi a collegare simbolicamente la moderna tecnologia delle comunicazioni spaziali con quella pionieristica diGuglielmo Marconi, presso la sede abruzzese di Telespazio, è stata situata la parte della poppa completa di elica e timone della naveElettra sulla quale Marconi, dal 1919 sino agli anni trenta, effettuò studi e primi esperimenti diradiofonia, facendola diventare il primo "laboratorio galleggiante" della storia.Alcuni frammenti ferrosi sono stati fatti analizzare dallaCamera di commercio, industria, artigianato e agricoltura diRoma che ha promosso il restauro del panfilo[34][35].Il 24 marzo 1985Papa Giovanni Paolo II in visita nel centro spaziale inviò un messaggio di pace a tutti i lavoratori del mondo[36].
Gare dipesca sportiva vengono organizzate presso il laghetto di Ortucchio. Le attività di gara di trota-lago e carp-fishing sono riservate anche alle categorie giovanili[43].
Ad Ortucchio gli impianti sportivi principali sono lo stadio comunale "Lino Raglione", per la pratica del calcio, la palestra polivalente, la piscina comunale, la pista ciclabile e un campo da tennis[44].