L'ordine nacque intorno al1525, quando il frate francescano osservanteMatteo da Bascio, ordinato sacerdote nella regione delleMarche, si convinse che lo stile di vita condotto dai francescani del suo tempo non era quello chesan Francesco aveva immaginato. Egli desiderava ritornare allo stile di vita originario in solitudine e penitenza come praticato dal fondatore del suo ordine.
I suoi superiori cercarono di sopprimere queste innovazioni, e fra' Matteo e i suoi primi compagni furono costretti a nascondersi dalle autorità della Chiesa, che desiderava arrestarli per aver abbandonato i loro obblighi religiosi. Erano, del resto, gli anni dellaRiforma luterana e, pertanto, qualsiasi tentativo di rinnovamento era mal visto dai superiori degli ordini religiosi. Matteo e i suoi amici, trovato rifugio presso i monacicamaldolesi, in segno di gratitudine adottarono successivamente il cappuccio indossato da quell'ordine, che era il marchio dell'eremita nelle Marche, e l'uso di portare la barba. Il nome popolare del loro movimento ha origine da questa caratteristica dei loro abiti.
Nel1528, Matteo ottenne, con la mediazione diCaterina Cybo duchessa diCamerino, l'approvazione dipapa Clemente VII con labollaReligionis zelus[1] e gli fu dato il permesso di vivere come un eremita e di andare ovunque predicando ai poveri. Questi permessi non furono solo per lui, ma per tutti quelli che si sarebbero uniti a lui nel tentativo di restaurare l'osservanza più letterale possibile dellaregola di san Francesco.
Il 15 aprile 1529, nell'eremo dell'Acquarella, sito nei pressi diFabriano e non distante dall'Abbazia camaldolese di Valdicastro, si tenne il I capitolo generale dell'Ordine. Matteo e il gruppo originario furono presto raggiunti da altri e inizialmente vennero detti frati minori della vita eremitica e a causa dell'opposizione degli Osservanti, si trasformarono in una congregazione, iFrati minori eremiti, ramo deifrancescani conventuali, ma dotati di un proprio vicario.
Nell'anno1535, sotto la guida diBernardino d'Asti, composero le Costituzioni definitive che, con lievi modifiche, restarono in vigore fino al1968.
Un momento difficile fu nel1542 quando il vicario generale dell'OrdineBernardino Ochino aderì alla Riforma protestante.
Papa Gregorio XIII, nel1574, permise all'Ordine di insediarsi in "Francia e in tutte le altre parti del mondo e di erigervi case, luoghi, custodie e province", autorizzandone, nei fatti, la diffusione al di fuori d'Italia. NelXVI secolo i cappuccini poterono contare su circa 14.000 frati e su quasi 1000 conventi. I numeri dell'ordine aumenteranno ulteriormente tra il 1600 e la metà del Settecento. I frati, infatti, arriveranno a 34.000 e i conventi a 1700.
Questi furono, del resto, anche gli anni in cui l'Ordine modificò, o meglio, perfezionò alcune sue caratteristiche iniziali. Pur mantenendo fede al voto di povertà radicale, i cappuccini si erano andati dimostrando ottimi predicatori e questo, visti anche i rapporti iniziali con il ramo conventuale, portò ad una "conventualizzazione". Questo processo fu inoltre sostenuto anche dallaSanta Sede, che in quegli anni spinse gli ordini religiosi a sopprimere i conventi minori o troppo piccoli, convinta che dando vita a realtà più grandi queste potessero essere meglio controllate. Gli iniziali piccoli scaffali di libri divennero vere e proprie biblioteche, necessarie per assicurare una buona formazione di predicatori. Per comprendere il ruolo dell'ordine in questo secolo e mezzo, basti pensare cheAlessandro Manzoni sceglierà proprio un cappuccino,fra Cristoforo, per opporsi a don Rodrigo, nei suoiPromessi Sposi.
I cappuccini furono molto attivi anche nelle missioni: per esempio, come riferiscePellegrino da Forlì, l'arcidiocesiindiana diAgra fu affidata ai confratelli del suo ordine fin dal1703[3].
Dalla seconda metà del Settecento alla fine del 1800, l'ordine visse un momento di crisi. Basti pensare che tra il1787 ed il1847 non si tenne il capitolo generale dell'ordine, l'assemblea generale di tutti i responsabili delle province in cui quest'ultimo era suddiviso. Queste difficoltà furono dovute più a motivazioni politico-sociali che religiose. LaRivoluzione francese e le esperienze simili in altri stati europei portarono alla soppressione i conventi ed anche di intere province. Altrettanto si può dire per l'Italia di fine Ottocento, dove lalegge delle guarentigie privò gli ordini religiosi di molti beni ed addirittura dei conventi. A ciò, però, si accompagnò una più consapevole opera missionaria, soprattutto nelleAmeriche, dove l'Ordine crebbe con molta facilità.
Nonostante le difficoltà, agli inizi del Novecento i cappuccini erano circa 9.500 ed alloggiavano in oltre 600 case. Il capitolo generale del 1884 aveva del resto deciso di riacquistare molti dei conventi che erano andati perduti nel corso del secolo precedente e venne approvata una nuova regola. La precedente era del1643. Il XX è stato, un po' per tutti gli ordini religiosi, il secolo del ritorno alle origini e dell'apertura alle novità del mondo contemporaneo. Basti pensare alConcilio Vaticano II e all'invito rivolto a tutte le comunità religiose a riscoprire le ragioni originarie del proprio carisma. I cappuccini non sono stati esenti dalla crisi di vocazioni, che ha colpito la Chiesa cattolica in Europa e nel Nord America negli anni '60 ed '80. Ciò nonostante i cappuccini restano uno degli ordini più grandi e diffusi della Chiesa cattolica.
I cappuccini, fin dalle origini del loro ordine, si segnalarono per un attaccamento particolare nei confronti della preghiera e per la cura dei poveri e degli ammalati. L'ordine crebbe rapidamente sia in dimensioni sia in popolarità, vista la sua tendenza di imitare la vita di Gesù così come descritta daiVangeli. Questi differenti approcci erano spesso complementari con le missioni nelle zone di campagna servite poveramente dalle esistenti strutture parrocchiali, sopperendo ai bisogni dei fedeli in mancanza di un clero efficacemente preparato. Caratteristica è proprio la loro vicinanza agli ultimi delle città e delle campagne, adottando uno stileomiletico semplice e impregnato di quotidianità[4].
Ogni anno il sito internet dell'Ordine pubblica le proprie statistiche alla data del 31 dicembre[6][7][8][9][10][11][12][13][14]. La seguente tabella dà un quadro storico dell'andamento dei membri dell'Ordine dei frati minori cappuccini.