L'Olocene è l'epoca geologica più recente, quella in cui ci troviamo e che ha avuto il suo inizio convenzionalmente circa 11 700anni fa.[1][2]L'Olocene è la seconda epoca del periodoQuaternario.
Laciviltà umana moderna viene datata interamente dentro l'Olocene. Laclassificazione di Blytt-Sernander dei periodi climatici, definita inizialmente in base ai residui di muschio del genereSphagnum, è adesso puramente di interesse storico. Lo schema era definito per il Nord Europa, ma ritenendo che i mutamenti climatici si applicassero a tutte le aree. I periodi dello schema includono alcune oscillazioni finali dell'ultimo periodo glaciale pre-Olocenico e classifica poi i climi dellapreistoria più recente.
I paleontologi non hanno ancora definito nessunostadio faunistico per l'Olocene. Quando si rende necessaria una suddivisione, vengono di solito usati i periodi dello sviluppo tecnologico umano come ilMesolitico,Neolitico e l'Età del Bronzo. Tuttavia, i periodi di tempo a cui ci si riferisce con questi termini variano in funzione della differente comparsa di quelle tecnologie nelle diverse aree del mondo.
Climaticamente, l'Olocene può essere suddiviso equamente nei periodiIpsotermico eNeoglaciale; il confine coincide con l'inizio dell'Età del Bronzo nella civiltà Occidentale. Secondo alcuni studiosi, una terza suddivisione, l'Antropocene, iniziò nel XVIII secolo,[3] ma senza indicare se questa sia un'età compresa nell'epoca olocenica, oppure la segua.
L'andamento del livello dei mari dopo l'ultima glaciazione.Paleogeografia dell'Olocene.
Laderiva dei continenti negli ultimi 10 000 anni è stata inferiore a un chilometro, che in termini geologici è uno spostamento pressoché irrilevante. Tuttavia, la fusione del ghiaccio causò un innalzamento dellivello del mare di circa 20 m nella prima parte dell'Olocene e in totale di 120 m dall'ultima glaciazione.[4] L'aumento del livello del mare non fu un processo lineare e uniforme, ma alternò fasi di rapido disgelo ad altre di scongelamento progressivo. La maggior parte della crescita delle acque è avvenuta prima di 6 000 anni fa.[5]
La prima fase, denominata impulso MWP-1A0, ebbe luogo 19 000 anni fa all'inizio delPleistocene nelDryas antico. In meno di 500 anni il livello del mare si alzò di10-15 m, cioè al ritmo di 20 mm all'anno.
Il secondo impulso (MWP-1A) si produsse tra 14 600 e 13 500 anni fa, durante la prima parte del riscaldamentoBølling-Allerød. In 500 anni la crescita fu di 16–24 m al ritmo di 40 mm all'anno.
Il ritmo di scongelamento calò durante il freddo periodo delDryas recente, tra 12 800 e 11 500 anni fa, quando la terra subì un nuovo episodio di raffreddamento durato 1 300 anni, che si ritiene legato allacircolazione termoalina instauratasi in seguito all'immissione di acqua dolce nell'Oceano Atlantico.[6] Alla fine di questo periodo si ebbe un altro periodo di disgelo (MWP-1B), compreso tra 11 500 e 11 000 anni fa quando il mare salì di ulteriori 25 m.
Il quarto impulso si produsse tra 8 200 e 7 600 anni fa, probabilmente a seguito del prosciugamento delLago Agassiz e dellago Ojibway che produsse un innalzamento del mare di un solo metro.
Da quest'ultimo episodio le variazioni significative del livello del mare sono cessate e negli ultimi 3 000 anni la crescita si è limitata a0,1-0,2 mm all'anno.[7] Tuttavia dal 1900 l'aumento è ritornato a 1–2 mm all'anno, mentre le rilevazioni del satellite TOPEX/Poseidon indicano che dal 1993 la crescita è di 3,1 ± 0,7 mm all'anno.[8]
Le terre che erano emerse quando il livello del mare era più basso, avevano permesso una serie di collegamenti tra:
Siberia eAlaska, collegate allora dal ponte di terra dellaBeringia, nell'area dell'attualeStretto di Bering che è largo 85 km e con una profondità da 30 a 50 m.
Isole delGiappone: lo stretto de La Pérouse tra l'isola diHokkaidō e l'isola di Sajalin ha una larghezza di 43 km e una profondità tra 20 e 40 m.
Giappone eSiberia: loStretto dei Tartari tra l'isola di Sajalin e la Siberia ha una larghezza di 7,3 km e una profondità tra 51 e 118 m.
Australia,Nuova Guinea eTasmania. LoStretto di Torres tra Australia e Nuova Guinea misura 150 km di larghezza e ha una profondità di 30–50 m nella parte orientale e di soli 10-15 nella parte occidentale. LoStretto di Bass tra Australia e Tasmania ha una larghezza di 240 km e una profondità media di 50 m.
Molte aree oltre il 40º parallelo di latitudine nord che si erano abbassate a causa del peso dei ghiacciai del Pleistocene si risollevarono fino ad un'altezza di 180 m tra il tardo Pleistocene e l'Olocene; questo processo di sollevamento sta ancora continuando. L'innalzamento del livello del mare e la contemporanea depressione di alcune aree permise occasionali incursioni marine anche in aree che adesso sono molto distanti dal mare.
Fossili marini dell'Olocene sono noti nelVermont,Québec,Ontario eMichigan. In aggiunta a quelli associati alle incursioni marine temporanee alle alte latitudini, fossili dell'Olocene vengono ritrovati principalmente su fondi lacustri, pianure alluvionali, edepositi di grotte (speleotema). I depositi marini dell'Olocene lungo le linee costiere alle basse latitudini sono rari perché l'innalzamento del livello del mare durante il periodo supera ogni sollevamento di probabile origine non-glaciale.
Il clima è stato abbastanza stabile dopo l'inizio dell'Olocene. Le registrazioni fornite dallecarote di ghiaccio mostrano che prima dell'Olocene ci sono stati riscaldamenti globali e periodi gelati, ma che i mutamenti climatici divennero più regionali all'inizio delDryas recente. Durante la transizione dall'ultima fase glaciale all'Olocene, l'inversione di freddo Huelmo/Mascardi nell'emisfero meridionale iniziò prima del Dryas recente, e il massimo flusso di calore si diresse da sud verso nord, tra 11 000 e 7 000 anni fa. Sembra che questo fosse influenzato dalla glaciazione residuale che rimase nell'Emisfero Settentrionale fino all'ultima data.
L'ipsotermico fu un periodo di riscaldamento in cui il clima globale divenne più caldo. Ad ogni modo, il riscaldamento non fu probabilmente uniforme nel mondo. Questo periodo finì circa 5 500 anni fa, quando le più arcaiche civiltà umane inAsia e inAfrica iniziavano a fiorire, terminando con la discesa nelNeoglaciale. A quel tempo, il clima non era dissimile da quello attuale, ma ci fu un periodo leggermente più caldo dalX–XIV secolo noto come ilperiodo caldo medioevale. Questo fu seguito dallapiccola era glaciale, dalXIII o XIV secolo fino alla metà delXIX secolo, un periodo di raffreddamento significativo, sebbene non dappertutto così duro come nei periodi precedenti durante la neoglaciazione e con tre picchi negli anni 1650, 1770 e 1850.[9][10]
Il riscaldamento dell'Olocene è un periodo interglaciale e non c'è ragione di credere che esso rappresenti la fine permanente dell'attuale era glaciale. È possibile che l'attualeriscaldamento globale della Terra possa risultare più caldo dellostadio eemiano, il quale raggiunse il suo picco più alto circa 125 000 anni fa e fu più caldo dell'Olocene. Per questa ipotesi si parla di un possibilesuper-interglaciale.
Rispetto alle condizioni glaciali, le zone abitabili si sono estese verso nord, pervenendo al loro punto più settentrionale durante l'ipsotermico. La più elevata umidità nelle regioni polari ha causato la scomparsa delle praterie boreali disteppa-tundra.
La vita animale e vegetale non si è evoluta molto durante il relativamente breve Olocene, mentre sono stati più importanti gli spostamenti nella sua distribuzione. Un numero di grandi animali, inclusi imammut emastodonti,tigri dai denti a sciabola come laSmilodon e l'Homotherium, e ilbradipo gigante sparirono nel tardo Pleistocene e l'inizio dell'Olocene — specialmente in Nord America, dove gli animali che sopravvivevano altrove (inclusi cavalli e cammelli) andavano ad estinguersi. Questa estinzione dellamegafauna americana è stata da alcuni legata all'arrivo degli antenati degliAmerindi, sebbene la maggior parte degli studiosi affermino che vi contribuì anche il mutamento climatico, come pure l'evento di un bolide cometario sul Nord America che si è supposto abbia scatenato ilDryas recente.[11]
Da una parte all'altra del mondo, gli ecosistemi nei climi più freddi, che erano precedentemente regionali, sono rimasti confinati nelle "isole" ecologiche ad altitudine più elevata.
L'evento di 8,2 ka, il breve periodo di freddo repentino documentato come un'escursione negativa nella registrazione delδ18O degli ultimi 400 anni, è il più importante evento climatico successo nell'epoca dell'Olocene, e può aver segnato una ripresa della coltre di ghiaccio. Si è pensato che questo evento sia stato causato dal drenaggio finale delLago Agassiz, che era stato confinato dai ghiacciai, la cui enorme quantità di acqua dolce confluita nell'Oceano Atlantico spezzò lacircolazione termoalina.[12]
Le estinzioni di piante e animali sono continuate nell'Olocene e persistono anche nel ventunesimo secolo. Alcune delle estinzioni moderne sono attribuibili all'influenza dell'uomo e si caratterizzano per avvenire in un tempo relativamente breve (decine di migliaia di anni) in confronto alla maggior parte delle altre estinzioni e sembrerebbero caratterizzate da un tasso di estinzione più elevato, tanto che si parla di sestaestinzione di massa dopo i precedenti cinque grandi eventi.
L'epoca del definitivo sviluppo dell'Homo sapiens, l'unico sopravvissuto del genereHomo, e destinato a diventare in breve tempo con la sottospecieHomo sapiens sapiens l'essere dominante del pianeta.
I cambiamenti climatici provocarono una serie di rapidi progressi nell'evoluzione umana che fecero passare i nostri antenati da un'economia dicaccia e raccolta a quella stanziale di coltivazione e allevamento. I piccoli gruppi nomadi cominciarono ad utilizzare dapprima i ripari naturali come grotte o caverne, poi a costruirsi un riparo artificiale di rami e foglie, di pelli, poi di legno, fango e pietre fino ad arrivare alle successive case.
Furono sviluppati i primi utensili in legno, osso, pietra ed infine metallo. Si prepararono lance, asce, arpioni, archi e frecce, coltelli, spade. Dall'addomesticamento dellupo derivò il cane, e si addomesticarono e allevarono altri animali utili per l'alimentazione comeovini,bovini,suini ecavalli.
Nell'ambito dell'Olocene numerosieventimeteoritici sono stati recentemente scoperti in Europa, come pure in zone come l'Oceano Indiano e nella remotaSiberia (Evento di Tunguska). È stato congetturato che l'effetto di un impatto come quello rappresentato dal cratere di Burckle[14] o dalcampo di crateri del Chiemgau[15] potrebbe drammaticamente colpire la civiltà umana nella sua prematura storia con la creazione dimegatsunami, forse evocando ildiluvio o storie di inondazioni come quella diNoè. Un effetto di dilavamento prodotto da tali onde può erompere in lembi di terra con improvvise e massicce erosioni, insieme a violenti mutamenti meteorologici.
^abc Commissione internazionale di stratigrafia,International Chronostratigraphic Chart, sustratigraphy.org, Unione internazionale di scienze geologiche.URL consultato il 16 gennaio 2025.
^ Bindoff, NL et al.,Observations: Oceanic Climate Change and Sea Level (PDF), inClimate Change 2007: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change, Cambridge University Press.URL consultato il 22 febbraio 2010(archiviato dall'url originale il 5 settembre 2009).
^"Flagello dal passato? Una nuova idea controversa suggerisce che una grande roccia spaziale esplosesul oal di sopra del Nord America alla fine dell'ultima era glaciale," di Rex Dalton,Nature, vol. 447, no. 7142, pagine 256-257 (17 maggio 2007). Disponibile on-line:http://www.geo.arizona.edu/~reiners/blackmat.pdf
(EN) K. M. Cohen, S. C. Finney, P. L. Gibbard e J-X. Fan,International Chronostratigraphic Chart (PDF), sustratigraphy.org, International Commission on Stratigraphy, gennaio 2020.URL consultato il 3 luglio 2022.
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