
L'odonomastica storica di Milano è l'insieme dei nomi delle vie e piazze della città di Milano dal1786, anno di introduzione della nomenclatura ufficiale delle vie fino al 1865, quando l'odonomastica fu riformata e resa uniforme in tutta Italia.
Al giorno d'oggi molti nomi di piazze e vie rimangono uguali o comunque simili alla versione storica.


Le prime notizie circa la toponomastica non ufficiale della città giungono da una pianta di tale Giovanni Francesco Kraus, che ricopiò nel1763 una mappa delXVII secolo che a sua volta riproduceva una mappa di epoca comunale. Tale mappa suddivideva la città di seisestieri, ogni sestiere era diviso incinque contrade, che allora indicavano una semplice suddivisione ulteriore del sestiere, ma che nel tempo finirono per assumere il significato di via[1][2].
La toponomastica ufficiale di Milano nacque sotto gli austriaci per ordine diGiuseppe II: l'imperatore, per rendere più facile ed efficiente la riscossione delle tasse, ordinò che fossero poste delle targhe bianche di legno all'angolo di ogni incrocio di ogni via recanti in maiuscolo il nome con cui la via veniva tradizionalmente chiamata. Curiosamente invece, per la numerazione fu utilizzato un unico e complesso sistema progressivo, slegato dalle vie, che vedeva il numero 1 nel palazzo reale per poi salire seguendo una spirale antioraria: 1 e 2 erano il palazzo Reale, 3 e 4 l'arcivescovado, 5 un palazzo nell'attualepiazza Fontana e così via; il sistema era piuttosto intricato e con questo metodo un palazzo d'angolo di una via poteva avere un numero di qualche centinaia di unità diverso da quello a fianco[3].
Prima del 1865 vi erano vari modi diversi per indicare le vie:

Le vie intitolate ai santi erano sicuramente le più comuni nell'antica toponomastica milanese: questo era dovuto al fatto che in assenza di una denominazione ufficiale, per secoli ci si riferì alla via secondo il nome di una delle più di trecento chiese un tempo presenti nell'attuale centro storico della città.
Sebbene spesso seguiti da altri termini (le chiese dedicate allo stesso santo erano molteplici, per cui si ricorreva a suffissi vari dopo il nome del santo per distinguerle) non erano comunque rare le vie con la semplice denominazione del santo, tra le molte le come le attualivia San Giuseppe,via Santa Margherita,via Sant'Orsola ovia San Maurilio, o le antichecontrada di Sant'Andrea (antico nome divia Montenapoleone, da non confondersi con l'attuale via Sant'Andrea, anticamenteBorgo di Sant'Andrea),contrada di San Simone (oggi via Cesare Correnti) o lacontrada di San Sebastiano (oggi parte di via Torino). Celebre è infinepiazza della Scala, nominata dalla demolitachiesa di Santa Maria della Scala.
Il patronato delle vie alle varie corporazioni era, dopo l'intitolazione ai santi, l'usanza più comune della città. Pare che nei secoli scorsi ogni mestiere in città avesse una sua via.
Tra le vie moderne dedicate ai mestieri si possono elencare:
Tra le vie scomparse si possono invece elencare:

Benché possa sembrare strano l'accostamento, molte sono le vie in cui l'origine dal nome di una famiglia si confonde con quello di un animale o con una pianta.
Tra le vie che portano il nome di un animale riconducibile al cognome di una famiglia lì residente si possono citare:
Tra le numerose vie riconducibili senza dubbio a nomi di nobili famiglie milanesi si possono citare:
Vie che portano il nome di animali e non trovano alcun riscontro tra i cognomi della nobiltà milanese sono:
Tra le vie che portano il nome di una pianta riconducibile ad una famiglia lì residente si possono citare:
Tra le vie da ascriversi solo a vegetali sono:
Milano fu dal 286 al 402 d.C. capitale dell'Impero romano d'Occidente: in quanto sede imperiale furono costruiti e risistemati una moltitudine di monumenti tipici delle città romane da cui presero il nome le vie in prossimità dell'esistenza di tali monumenti anche una volta che le loro tracce furono completamente cancellate.
Tra le vie contemporanee possiamo elencarevia Circo, così chiamata in ricordo della presenza delcirco romano di Milano, in verità nominata così per contrazione dell'anticacontrada della Maddalena al cerchio, nominata da un convento che prendeva tale nome per essere sorta sulle rovine del circo. Dalla presenza di terme o bagni è invece possibile derivi il nome dell'anticastretta Bagnera ("baniaria")[15]. Altre vie in ricordo dei monumenti si possono citare l'anticoborgo di Viarenna, corruzione divia Arena oggi ripristinato nominato dall'anfiteatro (o arena). Ad un'origine simile si deve il nome dellavia San Vittore al teatro, in omaggio all'anticoteatro romano[16]. Si ha infinevia Santa Maria alla Porta, dalla chiesa così nominata per la presenza dell'antica porta Vercellina romana[17].
Sempre da luoghi romani provenivano nomi oggi abbandonati, tra cui lacontrada di San Giorgio al Palazzo (ultima parte dell'attuale via Torino) dall'anticopalazzo Imperiale, oggi mantenuto solo per l'omonima chiesa[16].
Alcuni nomi delle vie della città proverrebbero dalla corruzione degli antichi nomi latini indicati per l'area:piazza Cordusio deve il suo nome alla presunta presenza in loco del palazzo del re dei Longobardi, da cui l'indicazione latina di "curte ducis"[18]. Tra i tanti toponimi dedicati alla presenza di orti e giardini nella città si può citare ilVerziere, dal latino "viridarium", sostantivo che indicava un'area dedicata a giardini e boschetti, che diventò nell'area milanese sinonimo di mercato della verdura, in quanto lì si teneva in origine tale mercato[19].
La corruzione di un antico nome latino è coinvolta in una delle ipotesi circa l'origine dipiazza Vetra: il nome potrebbe derivare dalla corruzione di "platea vetus" (via vecchia)[20]. Nelle vicinanze si trovo invece ilCarrobbio, che deriverebbe dal latino "quadrivium" che indicava un luogo dove molte vie si incrociavano. In maniera simile l'anticacontrada di San Paolo in Compito, oggi semplicemente via San Paolo, deriverebbe dalla volgarizzazione del termine "compitus", ovvero "crocicchio" dove si incontravano quattro strade[16].
Usanza non rara era indicare una via od una chiesa da spiazzi non edificati o dedicati al pascolo o alla coltivazione.Via Broletto ricorda per l'appunto la presenza delbroletto, ovvero l'arengario dove si tenevano le riunioni della magistratura consolare: questa parola derivata dallatino medievale indicava in origine uno spazio dedicato ad ortaglie o giardino. Su una vasta area chiamatabrolium archiepiscopi (broglio dell'arcivescovo), in seguitobrolium consulare, si iniziarono a tenere le riunioni delle magistrature cittadine: su tale area corrispondente circa all'attualepalazzo Reale fu costruito il primo "broletto" della città, per cui il termine broletto avrebbe indicato il palazzo e non più l'area. Limite estremo della vasta area delbrolium archiepiscopi era invece l'attualepiazza di San Nazaro in Brolo. Tra i luoghi riconducibili a spazi coltivati ed ortaglie si possono citare lavia San Pietro all'orto, ilVerziere prima citato ed infinevia Vigna[19][21]. Similmentevia Brera deriverebbe da "braida", ovvero un appezzamento di terreno tenuto a prato, a sua volta derivato dal latino "proedium"[22]. Altri lo fanno derivare dal tedescobreite, con significato di "fondo adiacente alla città".[23] Nel catasto teresiano del 1751 è riportata unaBrera di Porta Romana, poiStrada di brera nella mappa del 1856, corrispondente alla attualevia Orti.
Tra i toponimi del passato possiamo citare lacontrada di San Vito in Pasquirolo, che deriverebbe dal latino "pasculum" a sua volta origine del termine "pasquée", equivalente milanese delcampo veneziano: del nome è rimasto traccia nellachiesa di San Vito in Pasquirolo. Del toponimocontrada della Passarella, contrazione del milanese "passà l'era" (passata l'aia), rimane solo una galleria omonima, mentre similmente vi era il nome dellachiesa di San Giovanni in Era. Si ricorda inoltre la scomparsapiazzetta delle Galline dove si usava far ruspare le galline[24].
Dall'antica idrografia milanese derivano lavia Pantano, il cui sbocco porta sul dove un tempo sorgevano le mura romane della città con relativo fossato che formavano all'epoca un territorio paludoso[21], mentre esisteva un tempo lacontrada di Poslaghetto, possibilmente derivato dalla radice latina "post" assieme al termine laghetto, da non confondere con l'attualevia Laghetto così nominata dalla piccola darsena utilizzata per lo scarico dei marmi delduomo di Milano[25]. Da uno dei numerosi torrenti che un tempo scorrevano per la città, ilNirone oggi deviato, deriverebbevia Nirone, mentre dalle parti dipiazza Vetra si aveva lacontrada di San Michele alla Chiusa (oggi semplicementevia San Michele) per la presenza di una chiusa che regolasse il flusso dellaVettabbia[26]. Un'ipotesi alternativa a quella citata più in alto è quella di fare derivare il nome dipiazza Vetra alla corruzione del nome "Vepra", nome che assumeva nel territorio milanese il fiumeOlona[15].
Più celebre è infine lacorsia del Giardino, antico nome dell'attuale via Manzoni, così nominata per il ricco giardino del palazzo deiTorriani, rivali deiVisconti per il controllo della città[27].

Nell'area attorno apiazza San Sepolcro sono presenti lavia Moneta e lavia Zecchia Vecchia: la prima ricorda la presenza della primissima zecca della città, poi spostata di sede daGaleazzo Maria Sforza da cui il nome della "zecca vecchia", in contrasto con la zecca nuova di epoca austriaca situata nell'attuale via Manin[28]. Il suffisso "moneta" dava anche il nome allachiesa di San Mattia alla Moneta[29].

L'antica presenza di uno slargo dove si sarebbe giocato al "gioco della palla" all'incrocio dell'attuale via Torino e via San Maurilio è una delle ipotesi dell'origine del nome dellavia della Palla e dell'anticacontrada di Sant'Ambrogio alla Palla, oggi parte di via San Maurilio. Altra ipotesi è che "Balla" (indialetto milanese indicava sia la palla che le anticheconsorterie comunali) fosse nient'altro che l'antica cooperativa dei facchini milanesi, chiamati in milanesi i "facchini della Balla", che avevano infatti come ritrovo tale incrocio: è tuttavia possibile che sia stato il luogo a dare tale soprannome ai facchini e non viceversa[30].
Tra i più antichi toponimi della città vi èvia Caminadella (anticamentecontrada di San Pietro in Caminadella): anticamente le case provviste di un vero e propriocamino con cappa in muratura erano molto poche mentre la maggioranza erano semplicemente dotate di un'apertura posta sopra un braciere; da cui la presenza di un complesso di case dotate di camino doveva essere un'eventualità sufficientemente rara da dare il nome alla via. Probabilmente tale gruppo di case apparteneva aiVisconti, futuri signori di Milano[31]. Alla stessa maniera case con più di due piani, dette "solariate", erano un evento non così comune da lasciare traccia nella toponomastica nel nome disant'Ambrogio in Solariolo, antichissimo nome dell'attuale via Palla e per la chiesa diSanta Maria in Solariolo, sulla quale fu edificata l'attualechiesa di San Fedele[32].
All'epoca della presa di potere dei Visconti risale lavia Case Rotte (anticamentecontrada di San Giovanni Decollato alle Case Rotte), così nominata dal palazzo deiTorriani, rivali sconfitti dai Visconti, lasciato saccheggiare e distruggere dai nuovi signori della città. Allo stesso modo lacorsia del Giardino (oggi via Manzoni) si riferiva all'ampio giardino dei Torriani, poi lasciato abbandonato in balia dei predoni[33]. Sempre dall'epoca medievale deriva il nome dellavia delle Ore, per il fatto che qui fu installato il primo orologio della città presso il campanile dellachiesa di San Gottardo in Corte[34].
Alla caratteristica della via, composta da caseggiato molto denso di abitazioni, deriverebbe il nome dellavia Borgospesso, facente parte dell'insieme dei vecchi "borghi", anticamente indicanti gruppi di caseggiati fuori le mura (in questo caso quelle romane), di cui facevano partevia Borgonuovo, assieme avia Gesù evia Santo Spirito, in origineborgo del Gesù eborgo di Santo Spirito[22][35]. Alla stessa maniera ilMalcantone, parte oggi di via Unione, era così nominato per l'angustia del suo percorso[36], e lacontrada dei Tetti (oggivia San Carpoforo), così indicata perché sull'angusta via si poteva vedere solo i tetti di case senza finestre: curiosamente la via in alcune mappe riportava la dicituracontrada delle Tette, sfruttando l'ambiguità del nome milanese ("contrada de' tett" che può avere entrambi i significati), secondo alcuni così chiamata per la presenza nella via dicase chiuse[37][38].