OTO Melara | |
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Stato | ![]() |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1905 aLa Spezia |
Chiusura | 31 dicembre 2015 |
Sede principale | Roma |
Gruppo | Leonardo e Finmeccanica |
Settore | Difesa |
Prodotti | sistemi di difesa terrestri, navali e aeronautici |
Sito web | www.leonardo.com/it/home |
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LaOTO Melara è una società controllata daLeonardo attiva nel campo della difesa e fondata aLa Spezia; la sede centrale è situata aRoma e sedi operative sono aLa Spezia eBrescia, unita in un'unica divisione con laWhitehead Sistemi Subacquei diLivorno.
La nascita dell'azienda, dovuta alla necessità dell'Italia di ridurre la sua dipendenza nel campo dellasiderurgia dall'industria estera, portò nel1905 alla fondazione della compagnia tramite unajoint-venture tra laVickers e leAcciaierie di Terni.
Le operazioni di integrazione dell'attività siderurgica con quella cantieristica, nel settore dell'industria degli armamenti, erano state avviate nel1904 portando alla costituzione della Vickers Terni Società Italiana di Artiglierie ed Armamenti, risultato di una partecipazione congiunta tra laVickers di Londra e leAcciaierie di Terni per la costituzione di una fabbrica di artiglierie navali aLa Spezia.[1]
Nel 1905 nacque la nuova società. La sottoscrizione dei capitali fu effettuata dalla Terni, dalla Vickers, daiCantiere Navale Fratelli Orlando, daiCantieri navali Odero, e personalmente daGiuseppe Orlando eAttilio Odero in proprio. Fino ad allora, escludendo i Regi Arsenali, in Italia la produzione di artiglierie era assegnata ad un solo stabilimento privato, la dittaArmstrong di Pozzuoli.[1]
La nuova compagnia denominata"Vickers Terni" impiantò un nuovo stabilimento a La Spezia, nella zona periferica di Melara, specializzato nella produzione dicannoni perartiglierie sia navali che terrestri. Dopo il completamento dell'impianto avvenuto nel1908, la compagnia si aggiudicò significativi contratti per la fornitura di cannoni per le navi dellaRegia Marina in costruzione.
Durante laprima guerra mondiale negli stabilimenti della compagnia vennero costruitemitragliere da 40 mm,pezzi da 381 mm navali ed aerei da addestramento.
Nel successivo periodo post-bellico, l'azienda concentrò i suoi sforzi per convertire ad usi civili la sua produzione con la costruzione dimotori a vapore ediesel,turbine,caldaie edeliche pernavi e materiale ferroviario.
Nel1922 la "Vickers" decise di mettere fine allajoint venture con le "Acciaierie di Terni" che rimase l'unico proprietario della società.
Nel1927 lo stabilimento venne rilevato dalla societàAnsaldo-San Giorgio controllata da Odero che lo rilevò dalle acciaierie di Terni e la nuova società assunse la denominazione "Odero-Terni".[1]
Nel1929 iCantieri navali Odero diGenova inglobarono ilCantiere Orlando diLivorno e la Odero-Terni, per dare vita alla società"Odero-Terni-Orlando" nome abbreviato inOTO. Nello stabilimento di La Spezia venne anche impiantata unafonderia per aumentare ulteriormente il potenziale produttivo per la costruzione di cannoni fino a 100tonnellate di peso.
Nel1933 la OTO passa sotto il controllo dell'IRI, l'Istituto per la Ricostruzione Industriale. Intanto le tensioni politiche in Europa portarono ad un incremento della produzione militare, con la costruzione soprattutto di cannoni navali di grandecalibro per lenavi da battaglia eincrociatori pesanti e di medio calibro per gliincrociatori leggeri, mentre la crescente minaccia aerea portò allo sviluppo di un cannone da 76 mm per la difesa delle unità di superficie e cannoni da 100 mm e 120 mm per isommergibili.
Al termine dellaseconda guerra mondiale, nei primi anni del dopoguerra la produzione dell'azienda venne convertita sulla realizzazione di prodotti civili cometrattori, macchine tessili, carrelli elevatori, ingranaggi e cambi completi per Alfa Romeo. Il 19 aprile1951 la società assume la denominazioneSocietà Meccanica della Melara con sede aRoma e nel1953 la denominazione "OTO Melara", dal nome del quartiere spezzino di Melara su cui sorge l'impianto.
Dopo l'entrata dell'Italia nellaNATO, la società riprese la produzione nel settore della difesa e nella seconda metà deglianni cinquanta la produzione del cannone navale 76/62 mm MMI, per le navi dellaMarina Militare Italiana. Nei primi anni sessanta apportò sostanziali modifiche al 76/62 MMI progettando e sviluppando il nuovo cannone alleggerito (Compatto) che sarebbe diventato uno dei più grandi successi nella storia della produzione OTO Melara. L'azienda all'epoca era gestita dal presidente Gustavo Stefanini assistito da Sergio Ricci, Arcangelo Ferrari, Alberto Conforti e Piero Borachia, membri del gruppo che fu poi soprannominato "I ragazzi del 76"[2], ovvero coloro che seppero difendere il prodotto di punta dell'azienda, dalla concorrenza statunitense, preservando la realtà industriale della ditta e del suo indotto locale.[3][4] Nel settore navale ha progettato anche il cannone 127/54 che insieme con il Compatto (76/62) sono stati venduti alle Marine più importanti e prestigiose di tutto il Mondo come Stati Uniti, Israele, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Corea del Sud, Thailandia, Venezuela ecc. ecc.. Successivamente la società è entrata pesantemente anche nel settore delle armi terrestri revisionando e/o producendo, sotto licenza statunitense ilVTTM113, ilcarro armatoM47 Patton eM60 Patton, su licenza tedesca ilcarro armato da combattimentoLeopard 1 e ilsemovente d'artiglieriaPzH 2000; in coproduzione conVickers eRheinmetall il pezzo campale da155 mm FH-70.
Successivamente ha progettato e realizzato importanti carri armati pesanti come ilPalmaria, ilDardo, ilCentauro,OF-40 ed altri leggeri, alcuni dei quali in dotazione all'Esercito Italiano. Ha progettato e realizzato anche vari tipi di missili e lanciamissili terrestri e navali; da sola o in collaborazione con altre società nazionali ed internazionali. Il 1º luglio1975 la società passa dall'IRI all'EFIM. Nel1994 in seguito alla liquidazione dell'EFIM e alla fusione conBreda Meccanica Bresciana, diventa Otobreda, divisione diAlenia Difesa. Nel 1985 Oto Melara è entrata a far parte di un consorzio paritetico con la Società Iveco, che ha costituito l'attualeCIO (Società Consortile Iveco-Oto Melara a.r.l.)
Nel1989, poco prima della caduta delmuro di Berlino, la sede di La Spezia si trovò al centro di un'operazione di controspionaggio nell'ambito dellaguerra fredda: alcune spie delpatto di Varsavia, infatti, cercarono di carpire i segreti della OTO Melara e di un’aziendatriestina che collaborava al progetto di un sistema di comunicazioni dellaNATO (il sistema CATRIN). Furono emessi mandati di cattura contro cinque persone, tra cui due presunti agenti delKGB e uno dell’intelligence bulgara, ma i tre stranieri e un ex carabiniere disertato aSofia riuscirono a sottrarsi agli arresti[5].
Negli anni Novanta ha collaborato con laValsella Meccanotecnica, azienda produttrice dimine antiuomo.[6][7]
Dal2001 l'azienda ha assunto nuovamente la denominazione Oto Melara S.p.A. ed è entrata a far parte del GruppoFinmeccanica. La sede diLa Spezia ha 1.040 dipendenti e quella diBrescia 100 (in calo rispetto agli 800 dipendenti in servizio neglianni ottanta), per un fatturato complessivo di circa 433 milioni di euro (bilancio 2011).
Confluita nel gennaio 2016 nella Divisione Sistemi di Difesa nel progettoone company del GruppoLeonardo, era parte della Divisione Sistemi di Difesa, nell'ambito del settore Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza di Leonardo.[8]
Da dicembre 2018 è parte con la ex WASS della ridenominata Divisione Electronics, a diretto riporto dell'amministratore delegato.[9]
Con "OTO Melara" ci si riferisce spesso quindi alla divisione "Elettronica per la difesa e sicurezza" di Leonardo, in cui sono confluite anche altre realtà.
Dal 15 ottobre 2024 la divisione Elettronica per la difesa e sicurezza è al centro della nuova joint ventureLRMV per la produzione della nuova generazione del carro armato e del nuovo veicolo da combattimento per la fanteria per l'Esercito Italiano che verranno prodotti proprio negli stabilimenti ex OTO Melara di La Spezia, città dove ha anche sede operativa la stessa joint venture.[10][11][12][13][14]
Al 2024 la Business AreaSistemi Difesa ha all'attivo 69 famiglie brevettuale che corrispondono a 600 licenze depositate in 39 Paesi. Il sito della Spezia conta 1.190 addetti.[15]
Il prodotto di maggior successo dell'azienda è ilcannone navale da 76/62 mm venduto nelle varie versioni a 54 Marine Militari del mondo.Di produzione dell'azienda sono da menzionare:
La Società è attiva anche nel campo della robotica ed ha sviluppato una serie di veicoli telecomandati tra cui il TRP2 FOB, impiegato dal 2013 in Afghanistan.[22]
In ambito CIO, la Oto Melara ha progettato, sviluppato e prodotto in collaborazione conIveco:
Nel1949, terminata laseconda guerra mondiale, la ditta intraprende la strada della costruzione ditrattori e vede la luce il primo modello denominatoR3. Per l'epoca, e anche per i nostri tempi, si tratta di un progetto incredibilmente innovativo, che adotta soluzioni mai pensate per un trattore; si cerca infatti una macchina maneggevole, di semplice manutenzione e durata.
Il mezzo è sprovvisto didifferenziale, ha 3ruote e prevede frizioni disterzo per la guida. Monta unmotore monocilindricodiesel orizzontale ainiezione diretta,raffreddato ad aria e erogante 17cv a 1300giri. Il comando dellafrizione è collocato a destra, i pedali deifreni a sinistra e l'acceleratore (solo manuale) è dietro al volante.
La serie 18 segue il modello R3, ed offre tre versioni:
Non vi sono però grandi modifiche rispetto al modello precedente.
Nel1953 nasce il modello C25, il trattore Oto più venduto; oltre alle configurazioni già disponibili con la serie 18, vengono introdotti icingoli, che possono essere sostituiti alle ruote in qualsiasi momento da parte del proprietario, un allestimento "industriale" e un modello ribassato dettoPrimosole, ribassato per l'utilizzo in vigneti e frutteti, disponibile a cingoli o a ruote. Vengono introdotti come optional il sollevatore idraulico, azionato dalla presa di forza, e l'avviamento elettrico.
Sempre nel 1953 viene prodotto il modello più potente, l'Oto C40. Monta un motore bicilindrico, concilindrata 3700cm cubici, in grado di erogare 40 cavalli. I pistoni sonodisposti a V di 90°, con la particolarità che le duebielle agiscono sulla stessa bronzina dell'albero motore; infatti essa lavora sia esternamente che internamente. Questo trattore è equipaggiato con l'avviatore ad inerzia, un dispositivo che consente, tramite una manovella, di mettere in movimento un pesante volano; quando avrà raggiunto sufficiente velocità si estrae la manovella e un meccanismo trasmette il moto del volano al motore, fornendo energia per l'avviamento. Viene anche prodotto un trattore denominato C45, sostanzialmente invariato.
Tra il1957 e il1962 l'azienda mette sul mercato i modelli C20 e C30, assieme a qualche serie 18; non avranno molto successo, e rimarranno poco più che prototipi.
Nel 1962 l'azienda termina la produzione di mezzi agricoli per continuare con la produzione diarmi eartiglieria.
I trattori Oto Melara sono dotati di impianto elettrico a 6V, condinamo "Scintilla" o "GS"; inoltre le valvole non sono lubrificate con l'olio motore, ma necessitano di ingrassaggio mediante ingrassatori esagonali. Condurre uno di questi trattori non è del tutto semplice, oltre a sterzare è indispensabile frenare dalla stessa parte, tenendo conto della disposizione anomala dei pedali.
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